“Iniziare un percorso di sensibilizzazione delle nuove generazioni, verso una società più inclusiva. Ci sarà tanto da lavorare†con queste brevi ma incisive parole Gino Cecchettin, padre di Giulia, si congeda dal Ministro dell’istruzione e del merito Prof. Valditara, dopo avere firmato un importante protocollo d’intesa. In data 8 gennaio, infatti, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Ministro Valditara e Gino Cecchettin hanno firmato il Protocollo d’intesa tra il MIM e la Fondazione Giulia Cecchettin per educare al rispetto: azioni condivise per prevenire ogni forma di violenza sulle donne attraverso il contrasto a stereotipi e discriminazioni di genere.
Si conclude così in modo chiaro e concreto una sterile polemica nata in occasione proprio della presentazione della Fondazione Cecchettin in Parlamento. In quell’occasione l’intervento del Ministro Valditara aveva scatenato un acceso dibattito pubblico con al centro le principali cause della violenza di genere e la delicata questione dell’educazione ai sentimenti nelle scuole italiane.
La Fondazione Giulia Cecchettin
La Fondazione, nata per onorare la memoria di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio, si propone di promuovere progetti di educazione contro la violenza di genere e a favore del rispetto delle differenze. Tuttavia, le dichiarazioni del Ministro e le conseguenti reazioni avevano sollevato numerose critiche e perplessità che rischiavano di oscurare la finalità di sostenere un’educazione sentimentale efficace e inclusiva. In occasione della firma al MIM il Ministro Valditara ha ribadito la necessità di affermare la cultura del rispetto nei confronti delle donne e la necessità di arricchire ulteriormente le linee guida sull’educazione civica improntate sul rispetto della figura femminile.
Come promuovere l’educazione ai sentimenti (alle relazioni)
Al di là della polemica, la questione sollevata riguarda l’effettiva promozione di un’educazione ai sentimenti nelle scuole italiane. Ad oggi, manca una strategia nazionale organica e coerente in questo ambito. Seppur esistano alcuni progetti e iniziative a livello locale, spesso si tratta di interventi frammentari e non coordinati, privi di un’adeguata formazione del personale scolastico e di un’integrazione curricolare sistematica.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ufficialmente, si dichiara impegnato nella promozione di un’educazione alla cittadinanza attiva e responsabile, che includa anche l’educazione affettivo-relazionale. La critica più diffusa è che queste azioni siano insufficienti e non sempre coerenti con le dichiarazioni di principio.
Un punto cruciale riguarda la definizione stessa di “educazione ai sentimenti”. Si tratta di un ambito complesso e multisfaccettato, che richiede un approccio interdisciplinare e attento alle specificità delle diverse fasce d’età . Alcuni ritengono che l’educazione ai sentimenti debba includere l’educazione sessuale, la prevenzione della violenza di genere, la promozione della parità di genere, lo sviluppo dell’empatia e delle competenze relazionali. Altri, invece, preferiscono un approccio più cauto, temendo che un’educazione troppo esplicita possa essere fonte di disagio o di precocizzazione.
Un percorso che parte da lontano
Con la legge 107/2015 per la prima volta si parla di attuazione dei principi di pari opportunità , così come infatti viene esplicitato nel comma 16 art.1: “il piano dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità , promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioniâ€.
In applicazione alla legge venne redatto un “Piano Nazionale MIUR di educazione al rispetto†per promuovere nelle scuole l’educazione al rispetto. Il piano nasceva per promuovere nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado “un insieme di azioni educative e formative volte ad assicurare l’acquisizione e lo sviluppo di competenze trasversali, sociali e civiche, che rientrano nel più ampio concetto di educazione alla cittadinanza attiva e globaleâ€.
Di lì a poco furono anche emanate le linee guida “Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazioneâ€. Le linee nascevano come documento di indirizzo per fornire alle scuole spunti di riflessione per approfondire i valori e i principi per una corretta educazione al rispetto ispirati dall’art. 3 della Costituzione. Alle scuole, nell’ambito della loro piena autonomia, era demandato il compito di integrare il Piano Triennale dell’offerta formativa. In quell’occasione fu prevista anche la formazione specifica del personale docente sulle tematiche relative al superamento delle disuguaglianze e dei pregiudizi, grazie allo stanziamento di 3 milioni di euro, risorse a valere sul PON “Per la Scuola†2014-2020.
Legge 92/2019: introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica
Come è noto, la legge ha istituito l’introduzione, o meglio, la reintroduzione, dell’insegnamento dell’educazione civica e ha previsto anche delle linee guida di riferimento. Secondo quanto previsto dalle Linee guida adottate con decreto ministeriale del 22 giugno del 2020 n. 35, le istituzioni scolastiche sono state chiamate ad aggiornare i curricoli di istituto e le attività di progettazione didattica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione al fine di sviluppare: “la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società â€. Sempre nelle Linee guida si afferma che l’educazione civica va intesa come disciplina trasversale a tutte le altre discipline curricolari a partire sin dalle classi dell’infanzia per la graduale maturazione dell’identità personale, per la percezione di quelle altrui, per il progressivo rispetto di sé e degli altri.
La Direttiva del 2023 “Educazione alle relazioni – percorsi progettuali per le scuoleâ€
“Rafforzare l’impegno verso un’azione educativa mirata alla cultura del rispetto, all’educazione alle relazioni e al contrasto della violenza maschile sulle donneâ€: con queste parole il Ministro Valditara presentava, il 24 novembre del 2023, pochi giorni dall’efferato omicidio di Giulia Cecchettin, una breve direttiva, la n. 83, di appena 5 articoli e destinata esclusivamente agli alunni delle scuole secondarie di secondo grado. La finalità aveva l’obiettivo di promuovere progetti, percorsi educativi e attività pluridisciplinari. L’articolo 2 della Direttiva contiene, infatti, le modalità attuative: le scuole, attraverso gli organi collegiali, devono indicare un docente referente, che dovrà coordinare le attività extracurriculari previste. Si costituiranno dei gruppi di discussione, focus-group, aventi come unità funzionale di riferimento la classe. Per ogni gruppo classe, a sua volta sarà individuato un docente che fungerà da animatore-moderatore. Per la figura del moderatore è prevista una specifica formazione, secondo un programma definito con il supporto di organismi scientifici e professionali, gestita dall’Indire. Inoltre, nell’ambito della progettualità ci si avvarrà della collaborazione dell’Ordine degli psicologi e di altri organismi qualificati. Interessante il coinvolgimento nel progetto delle associazioni delle famiglie attraverso la presenza del Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) incardinato presso la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico. Alla Direttiva è allegato il Protocollo d’Intesa tra il MIM, il Ministero per la Famiglia, la natalità e le pari Opportunità e il Ministero della Cultura. Le parti con la sottoscrizione si impegnano a promuovere iniziative congiunte sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza contro le donne, attraverso campagne di sensibilizzazione, concorsi ed elaborazione e diffusione nelle scuole di materiali informativi.
Le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica
Con il Decreto n. 183/2024 sono state poi adottatele “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civicaâ€, come seguito della sperimentazione introdotta dalla legge 92/2019. Infatti, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, i curricoli di educazione civica si riferiscono a traguardi e obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, così come individuati, appunto, dalle nuove Linee guida che sostituiscono le precedenti. “Le Linee guida si configurano come strumento di supporto e sostegno ai docenti anche di fronte ad alcune gravi emergenze educative e sociali del nostro tempo, quali, ad esempio, l’aumento di atti di bullismo, di cyberbullismo e di violenza contro le donne…â€. In occasione dell’emanazione delle nuove Linee guida il Ministro Valditara ha sottolineato l’importanza dell’educazione al rispetto: â€Le nuove linee promuovono l’educazione al rispetto di ogni persona e dei suoi diritti fondamentali, valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà , l’eguaglianza nel godimento dei diritti e nella soggezione ai doveri, la libertà e la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale definita patria dai Costituenti, il lavoro, l’iniziativa privata, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita, la lotta a ogni mafia e illegalità . L’Educazione civica rappresenta una sfida educativa che, nel dialogo quotidiano tra docenti e studenti, interessa tutti gli insegnamenti di una ‘scuola costituzionale’, in prima linea nella formazione di cittadini consapevoli e responsabiliâ€.
Il protocollo MIM – Fondazione Cecchettin
Dopo i passaggi e gli strumenti sinteticamente richiamati, con il protocollo tra il MIM e la Fondazione Cecchetin si ritiene prioritario promuovere un cambiamento culturale che superi gli stereotipi e i pregiudizi di genere. È necessario attivare progetti formativi che sviluppino negli studenti competenze cognitive, emotive e relazionali, necessarie per costruire relazioni basate sul dialogo, sul confronto, sulla cultura della non violenza.
Da una parte il MIM, che promuove una scuola aperta ed inclusiva, luogo di incontro, di dialogo e di confronto costruttivo tra giovani, istituzioni e culture, s’impegna a incentivare percorsi educativi finalizzati al rispetto reciproco e alla consapevolezza del “Sé†e dell’“altroâ€.
Dall’altra la Fondazione Cecchettin, fondazione senza scopo di lucro, che persegue come focus particolare il contrasto alla violenza di genere e la promozione della parità di genere.
In memoria di Giulia
La Fondazione è impegnata a consolidare il ricordo e il messaggio di Giulia e a diffondere il suo messaggio di amore, gioia e speranza. Per farlo, lavorerà per un cambiamento radicale nelle dimensioni strutturali e culturali che generano la violenza di genere, rafforzando il ruolo educativo di famiglie, istituzioni scolastiche, agenzie formative. Per questo attraverso il protocollo con il MIM si avvierà una stretta collaborazione tra le parti, per promuovere, all’interno dell’attuazione delle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, percorsi formativi e metodologie innovative per gli studenti e corsi di formazione per il personale docente. Ci sarà un impegno comune per diffondere, presso le scuole, esempi di buone pratiche, con il ricorso al “peer tutoring†e alla “peer education†e per promuovere gruppi di lavoro e discussioni tra gli studenti con il coinvolgimento dei docenti. Per il coordinamento e il monitoraggio delle iniziative previste dal protocollo, è costituito un Comitato paritetico, composto da due rappresentanti per ciascuna delle parti, che potrà anche valutare e proporre ulteriori progettualità o iniziative sulla base di specifiche esigenze che possano provenire da territori di maggiore vulnerabilità sociale.
Un necessario cambio di paradigma
La disamina finora condotta attraverso l’emanazione di pertinenti documenti a tutela dell’educazione al rispetto, in senso generico, e poi focalizzati anche sul tema della prevenzione della violenza di genere, ci porta a constatare che è davvero necessario e non più rinviabile un cambio di paradigma. Per garantire un’educazione efficace e inclusiva, occorre un impegno maggiore, con l’elaborazione di un piano nazionale organico, la formazione adeguata del personale scolastico e un dialogo aperto e costruttivo con tutte le parti interessate, incluse le famiglie e le associazioni del terzo settore. La responsabilità della scuola, infatti, deve necessariamente integrarsi con quella della famiglia. Bisogna garantire la coerenza degli interventi attraverso una reale concertazione con le famiglie con la costruzione di un Patto di corresponsabilità scritto, davvero, a quattro mani, che preveda azioni mirate in riferimento al particolare contesto sociale in cui opera l’Istituzione scolastica. L’etica del rispetto può avvenire solo ed esclusivamente attraverso la quotidianità dell’agire scolastico e familiare, tutto il resto: attività laboratoriali, incontri, dibattiti, compiti di realtà , verranno da sé. Solo così sarà possibile contrastare efficacemente fenomeni come la violenza di genere e promuovere una società più giusta e rispettosa.