È ormai ufficiale, a partire da quest’anno, che ogni 15 di dicembre sarà celebrata la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolasticoâ€. Un’iniziativa fortemente voluta dal Ministro Valditara, presa d’atto di una situazione che negli ultimi anni ha visto crescere sempre più i casi di aggressione sia verbale che fisica nei confronti del personale della scuola, da parte di alunni o familiari. Il 12 dicembre scorso al MIM, alla presenza di una nutrita rappresentanza di Direttori USR, dirigenti scolastici e docenti provenienti dalle varie regioni d’Italia, il Ministro ha presentato l’iniziativa e i percorsi che hanno portato alla sua realizzazione, affidando la chiusura del suo contributo ad un monito importante: “La scuola come centro strategico che irradia una nuova civiltà ad una società disorientata. Ridare fiducia, valori e futuro ai nostri giovaniâ€.
Un quadro di sintesi per focalizzare il fenomeno
Si è partiti da un sondaggio del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione per monitorare gli episodi di violenza avvenuti nelle scuole dall’a.s. 2022/2023, che ha coinvolto tutte le regioni d’Italia. Stando ai dati pervenuti, nel 2022 sono stati segnalati 36 casi di aggressioni nei confronti del personale educativo, mentre per l’a.s. 2023/2024 i casi segnalati ammontano a 68. Naturalmente si parla solo di casi segnalati, il che fa ben comprendere che probabilmente i casi che si sono realmente verificati risultano di gran lunga superiori.
Un dato è certo: una escalation esponenziale del fenomeno, che fa segnalare, in questi primi mesi di avvio di anno scolastico, già 19 casi. Gli episodi finora registrati interessano il personale scolastico, soprattutto quello docente. Gli autori delle aggressioni, di natura verbale e fisica, sono generalmente studenti o familiari.
Su iniziativa promossa dallo stesso Ministro è stato commissionato un sondaggio per 1500 famiglie per comprenderne la percezione rispetto al fenomeno.
L’80% delle famiglie percepisce la pericolosità del fenomeno e individua nel rapporto scuola–famiglia il fattore maggiormente scatenante.
Sempre allo stesso numero di famiglie, è stato chiesto come le istituzioni possono intervenire per fronteggiare il fenomeno. La risposta è stata quella di intervenire per migliorare la relazione scuola-famiglia e in caso di sospensione dell’alunno, quest’ultimo deve essere coinvolto in attività di approfondimento che riguardino il suo comportamento e le eventuali conseguenze. Con questi concreti dati alla mano Il MIM è intervenuto, per cercare di contenere e prevenire il fenomeno, con alcune azioni normative.
Legge 4 marzo 2024, n. 25: osservatorio nazionale sulla sicurezza
Trattasi di un intervento legislativo particolarmente importante e che registra la necessità di predisporre nuovi presidi a tutela del personale scolastico, tenuto conto dei gravi fatti di cronaca che sempre più spesso vengono registrati. La prima innovazione consiste nella previsione della istituzione presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, entrotre mesi dalla entrata in vigore del provvedimento, dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico. Tale organismo, costituito nel rispetto della parità di genere, prevede la presenza di rappresentanti dei Ministeri dell’Interno, della Giustizia e del Lavoro e delle Politiche sociali, oltre che delle Regioni, delle organizzazioni sindacali di categoria, studentesche e dei genitori maggiormente rappresentative a livello nazionale, nonché di un rappresentante dell’INAIL.
L’Osservatorio ha il compito di riferire annualmente ai Ministeri competenti sull’attività svolta e sui risultati conseguiti.
Questi i compiti dell’osservatorio:
- monitorare e analizzare segnalazioni di casi di violenza commessa in danno del personale scolastico, ricevute dalle istituzioni scolastiche o dagli uffici scolastici regionali deputati alla raccolta e all’esame delle stesse;
- monitorare e analizzare le segnalazioni di eventi indicatori del rischio di atti di violenza o minaccia in danno del personale scolastico, ricevute dalle istituzioni scolastiche o dagli uffici scolastici regionali deputati alla raccolta e all’esame delle stesse;
- promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte volte a migliorarela legislazione vigente e promuovere iniziative per favorire un clima di collaborazione tra la scuola, gli studenti e le famiglie;
- promuovere buone pratiche per sostenere i processi di apprendimento, ridurre e prevenire i fenomeni della dispersione scolastica, del bullismo, della violenza, del disagio giovanile, delle difficoltà specifiche nell’apprendimento e delle problematiche comportamentali;
- vigilare sull’attuazione, nell’ambito scolastico, delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro;
- promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza del personale scolastico;
- proporre al Ministero dell’istruzione e del merito l’adozione di linee guida volte alla promozione e alla diffusione, nelle istituzioni scolastiche, di buone prassi finalizzate a individuare, prevenire e ridurre i rischi di violenza e aggressione al personale scolastico;
- promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale scolastico, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli studenti e con le famiglie, anche al fine di valorizzare l’alleanza scuola-famiglia nel rispetto del principio della partecipazione collaborativa;
- incentivare iniziative a favore degli studenti e finalizzate alla prevenzione e al contrasto del disagio giovanile, ponendo particolare attenzione ai minori coinvolti come parte attiva nei casi di violenza emersi nell’esercizio dei compiti di cui ai punti precedenti.
Inoltre, la legge prevede che, ogni anno, entro il 31 marzo, il Ministro dell’istruzione e del merito trasmetta alle Camere una relazione sull’attività svolta dall’Osservatorio nell’anno precedente.
Una giornata per sensibilizzare
Il provvedimento in esame istituisce, altresì, la «Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico» volta a sensibilizzare la popolazione promuovendo una cultura che condanni ogni forma di violenza contro il personale scolastico.
Accanto a queste azioni di monitoraggio e prevenzione degli episodi, la legge prevede l’inasprimento delle pene collegate a reati commessi nei confronti di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. Vengono infatti apportate modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale.
Si introduce, tra le circostanze aggravanti di reato, l’avere agito in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale della scuola nell’esercizio delle sue funzioni. È aumentata la pena per violenza o minaccia a pubblico ufficiale se il fatto è commesso da un genitore o tutore dell’alunno, lo stesso dicasi per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
Legge 17 maggio 2024, n. 70: contrasto al bullismo e al cyberbullismo
Il Governo ha discusso ed emanato il 30 maggio 2024 la legge 17 maggio 2024 n. 70, recante “Disposizioni e delega al governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e cyberbullismoâ€, con l’obiettivo di chiarire quali provvedimenti verranno presi per questa forma di reato.
Con questa nuova legge il Governo viene delegato ad adottare entro un anno disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni, in particolare con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, vittime o responsabili degli illeciti.
Sinora il testo normativo più importante per la prevenzione e la lotta al fenomeno del bullismo e cyberbullismo è stato la legge n. 71 del 29 maggio 2017,che ha chiarito che il termine cyberbullismo si riferisce a qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, furto d’identità , alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minori, realizzata per via telematica. La legge era nata proprio per tutelare il diritto delle nuove generazioni a navigare in rete in modo sicuro, positivo e responsabile. Con la legge 71/2017 è stato stabilito che ogni istituto scolastico è tenuto a promuovere l’educazione all’uso consapevole della rete internet e ai diritti e doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Inoltre, ogni scuola deve individuare un referente per il cyberbullismo, con il compito e la responsabilità di coordinare le iniziative preventive e di contrasto al fenomeno. I regolamenti scolastici devono includere sanzioni disciplinari per gli atti di cyberbullismo, che siano commisurate alla gravità dei comportamenti posti in essere.
Ebbene, con la legge n. 70 del 17 maggio 2024, l’applicazione della legge del 2017 è estesa anche ai fenomeni del bullismo, con la finalità di prevenire e contrastare entrambe le azioni considerate oggetto del reato.
Definizione di “bullismoâ€
La legge n. 70/2024 introduce anche una definizione di “bullismoâ€, che include aggressioni o molestie reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni.
Viene poi previsto dalla nuova legge il potenziamento del servizio di supporto psicologico agli studenti, consentendo alle Regioni di attivare, presso le istituzioni scolastiche, un servizio di assistenza psicologica per favorire lo sviluppo e la formazione degli studenti e prevenire situazioni di disagio, anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie.
La legge prevede l’istituzione, in ogni istituto scolastico, di un tavolo permanente di monitoraggio, composto da rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti di settore, per adottare un codice interno per la prevenzione e il contrasto di questi fenomeni.
Nei casi più gravi, se si tratta di condotte reiterate o se le iniziative di carattere educativo adottate dalla scuola non hanno avuto esito positivo, il dirigente scolastico deve rivolgersi alle autorità competenti. Il Tribunale per i minorenni potrà disporre lo svolgimento di progetti di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali.
Questi percorsi potranno prevedere lo svolgimento di attività di volontariato sociale, la partecipazione a laboratori teatrali o di scrittura creativa, a corsi di musica e lo svolgimento di attività sportive, artistiche o altre attività idonee a sviluppare, nel minore, sentimenti di rispetto nei confronti degli altri e ad alimentare dinamiche relazionali sane e positive tra pari e forme di comunicazione non violente.
La Giornata del rispetto
Infine, la legge n. 70/2024 istituisce la “Giornata del rispettoâ€, prevista il 20 gennaio di ogni anno, in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane italiano di origine capoverdiana che venne ucciso durante un pestaggio il 6 settembre 2020 a Colleferro, nel tentativo di difendere un amico in difficoltà . Le scuole si attiveranno ad affrontare le tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione contro la violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione. Nella settimana che precede la Giornata, le scuole possono riservare adeguati spazi per lo svolgimento di attività didattiche volte a sensibilizzare gli alunni sul significato della ricorrenza stessa e delle attività previste dalla legge.
Sono previste, con successivo atto regolamentare, le opportune modifiche allo Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 249/1988), prevedendo fra l’altro, nell’ambito dei diritti e doveri degli studenti, l’impegno della scuola a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare l’emersione di episodi di bullismo e cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza. In sintesi, la nuova legge del 2024 rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole italiane, fornendo strumenti più efficaci per proteggere gli studenti e promuovere un clima scolastico sicuro e rispettoso.
La riforma del voto in condotta con la legge 1° ottobre 2024, n. 150
Dall’anno scolastico 2024-2025 è in vigore la legge 150/2024 che all’articolo 1 detta nuove disposizioni in materia di valutazione.
Come è noto, le principali novità riguardano la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, compresa anche l’educazione civica, nella scuola primaria, che dovrà essere espressa collegialmente attraverso giudizi sintetici, (sufficiente, discreto, buono e ottimo). Tuttavia, per garantire una maggiore chiarezza e trasparenza, i giudizi (soprattutto nelle ipotesi di valutazioni insufficienti o gravemente insufficienti) dovranno essere integrati da una descrizione dettagliata del livello di apprendimento raggiunto dall’alunno in ciascuna disciplina.
Per quanto riguarda il voto di condotta, la valutazione del comportamento seguirà lo schema dei giudizi descrittivi, offrendo un quadro completo del percorso formativo dello studente.
Nella scuola secondaria, qualora la valutazione del comportamento sia inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato. In caso di valutazione pari a sei decimi, per gli alunni della classe quinta del secondo ciclo, il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale, da trattare in sede di esame di Stato.
La legge inoltre inasprisce le sanzioni in caso di gravi o reiterate violazioni disciplinari, prevedendo l’allontanamento dalla scuola e lo svolgimento di attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche, nell’ambito dell’elenco fornito dal Ministero.
Ex malo bonum
Con questo motto, Sant’Agostino ci invitava a considerare come dal male, la condanna, la tortura e la crocifissione di un innocente, potesse nascere il bene. Ebbene è con questa prospettiva che sono previste le diverse azioni e i provvedimenti adottati, proprio nell’ottica di arginare e prevenire i fenomeni prima elencati.
Tali provvedimenti normativi pongono come obiettivo da perseguire senza esitazione il garantire al personale scolastico una maggiore serenità nello svolgimento del loro delicato compito. Importante il ruolo consultivo riconosciuto all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, cui è affidato, tra gli altri, il compito di promuovere iniziative volte a favorire un clima di collaborazione tra la scuola, gli studenti e le famiglie, nonché il compito di promuovere buone pratiche per processi di apprendimento, ridurre e prevenire i fenomeni della dispersione scolastica, del bullismo, della violenza, del disagio giovanile, delle difficoltà specifiche nell’apprendimento e delle problematiche comportamentali, individuando al contempo idonee e praticabili linee guida per la promozione e la diffusione, nelle istituzioni scolastiche, di buone prassi finalizzate a individuare, prevenire e ridurre i rischi di violenza e aggressione al personale scolastico. L’assenza di rispetto, la crisi delle famiglie sempre più fragili e disorientate, pongono la scuola come catalizzatore fondamentale e luogo di condivisione delle buone pratiche. Un luogo strategico per ricostruire e ripristinare l’autorevolezza di chi lavora a scuola e ridare nuova dignità sociale alla figura del magister.
Infine, la promozione della giornata del rispetto rappresenta la sintesi programmatica di questa strategia educativa: rispettare chiunque a prescindere da tutto. La scuola come centro strategico che irradia una nuova civiltà ad una società disorientata.