Spazi e ambienti di apprendimento dopo il «Covid-19»: luoghi o non luoghi?

La sfida di una “buona” architettura scolastica

Può la scuola, nella sua configurazione di edificio scolastico, diventare un luogo “a misura” dei suoi “abitanti”, ma anche del territorio di riferimento, un ambiente funzionale e sostenibile, in una prospettiva di auspicabile innovazione edilizia post-Covid-19? Oppure è destinata a rimanere, com’è in molti casi adesso, un “non luogo”[1] che da un lato riflette il modello della scolarizzazione di massa imposto dalla seconda rivoluzione industriale[2] e dall’altro identifica un contesto lavorativo anonimo, alienante, anestetizzante[3], da cui tutti (dagli studenti alle famiglie) non vedono l’ora di allontanarsi?

Nella società della conoscenza, aperta ad esperienze culturali multiple (formali, informali non formali), dialogante con il territorio, attraversata dal paradigma della flessibilità, vogliamo ancora “tenerci” una scuola statica, monofunzionale, intra moenia? Questa è la scommessa sulle idee e sulle architetture degli edifici scolastici del futuro, che ben si interfaccia con l’attuale esperienza della DAD, modulata sulla , su tempi e modi di apprendere flessibili, su interazioni reticolari.

Ciò non significa rinunciare ad “abitare” gli spazi scolastici, deputati all’esercizio delle competenze di cittadinanza attiva e all’acquisizione di una cultura spendibile come capitale sociale, nell’ottica di una moderna agorà. Spazi che la metafora di L. Malaguzzi del <terzo insegnante>, ideata per le Scuole dell’Infanzia di Reggio Emilia,richiama al loro ruolo educativo e civico. Traiettorie già presenti nei disegni pedagogici di M. Montessori, C. Freinet, Don L. Milani, B. Ciari, M. Lodi.[4]

L’edilizia scolastica italiana: scenari preoccupanti

Pur senza approcciare soluzioni di grande modernità, come ad es. quelle proposte e sperimentate da alcuni architetti-ricercatori (scuola e città come “parco della conoscenza”, scuola diffusa, aule senza confini, reti di luoghi per apprendere)[5], che potrebbero essere considerate troppo “audaci”[6], dobbiamo però constatare che lo stato della nostra edilizia scolastica è mediamente precario. Ne segnaliamo le criticità più rilevanti[7]:

Tab. 1- Vetustà e destinazione d’uso originaria

-il 55% dei 40.879 edifici scolastici è stato costruito prima del 1976 e l’86,7% prima del 2000;
-solo il 5,2% è stato costruito tra il 2001 e il 2017; -la loro età media è di 52 anni;
-gli edifici scolastici posti in strutture nate come scuole sono l’89,8%, in abitazioni il 3,4%(ma al sud il 13,9%), in edifici storici il 5,2%, in caserme lo 0,2%, in affitto il 3,2%(al sud il 6,2%).

Tab. 2 –Interventi per nuove costruzioni e adeguamenti vari (2014-2018)

-Nuove costruzioni
-Adeguamento sismico
-Efficientamento energetico[8] F. Agnelli, Rapporto… cit..La Legge di Bilancio 2020 stanzia 2,5 mld per gli edifici pubblici e 2,5 mld per gli Asili nido.

-Bioedilizia
-su 2.787 cantieri avviati per gli interventi di cui a latere, ne sono stati conclusi, nel periodo temporale indicato, meno della metà, con una capacità di spesa del 37,8% sull’ammontare dei finanziamenti disponibili;
-la sostenibilità energetica (doppi vetri, pannelli solari, isolamento della copertura e pareti esterne…) interessa tra l’11,9 e il 38,2% dei plessi scolastici;
-il rischio sismico riguarda 2 scuole su 10. In Sicilia il 98,4% delle scuole;
-solo l’1% le costruzioni con criteri bioedilizi (6% nel Trentino-Alto Adige).

Tab. 3-Sicurezza, accessibilità, manutenzione

Sicurezza-il 59,5% degli edifici risulta non disporre del certificato di prevenzione incendi, il 53,8% è senza quello di agibilità; solo il 53,2% possiede il certificato di collaudo statico, il 54,2% è dotato di scale di sicurezza, l’83,3% di impianti elettrici a norma.
Accessibilità-gli edifici con i requisiti ottimali in materia di accessibilità (senza barriere architettoniche) sono l’81,2%.
Manutenzione straordinaria[9] Il D.I.129/2018 consente alle scuole di effettuare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, su delega dell’Ente competente.-solo il 49,7% degli edifici ha goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. A fronte di una media a edificio di € 24.932 stanziati, ne sono stati spesi solo € 14.005 (meno del 44%);
-1 scuola su 4 ha una manutenzione inadeguata; un quarto circa di aule, bagni, palestre e corridoi presenta distacchi di intonaco; muffe e infiltrazioni si riscontrano nel 37% delle palestre e nel 30% delle aule.[10] Cfr.. XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole, 2017, Cittadinanzattiva (campione: 75 edifici scolastici in 10 Regioni)

Tab. 4- Aule,quale spazio vitale

Superficie-le aule delle 40.749 sedi scolastiche sono in tot. 369. 669 (= classi);
-l’indice di funzionalità didattica (D.M. 18.12.1975)[11] Abrogato dalla L. 23/1996, ma con la clausola della vigenza fino all’approvazione delle Leggi Regionali. Al momento gli indici di affollamento delle aule sono abbastanza “ballerini”, viste anche le disposizioni della sicurezza antincendio.
fissa il rapporto tra superficie del locale e n° studenti in 1.80 mq/ alunno nelle scuole del I° ciclo e in 1,96 mq/ alunno in quelle del II° ciclo. Un’aula per il 1° ciclo, con 26 studenti, dovrebbe dunque avere una superficie di mq 46,80, un’Aula per il 2° ciclo di mq 50,96.
Aule 3.0- Laboratori (dati MI 2020)-326.000 le aule 3.0, distribuite in 33.000 plessi (70% connesse ad internet, 41,9% con LIM, 6,1% con proiettore interattivo);
-sono invece 65.650 i laboratori, di cui 7,8% con strumentazione digitale.

Tab. 5 –Scuole a rischio ambientale outdoor

Vicino aree industriali-il 13,5% del tot. delle scuole a livello nazionale
Vicino aeroporti-il 10,4% “ “
Vicino autostrade-il 10,2% “ “

Tab. 6 – Dotazione sussidi multimediali e digitali(medie nazionali)12

Connessione ad internet-97% delle scuole 1° e 2° ciclo , di cui il 74% a bassa velocità(<30 Mbps).
Disponibilità PC –LIM- tablet-6 pc per studente negli Istituti prof.li; [12] nei Licei e Sec. I° grado;16 nella Primaria (ma il 20% degli studenti è senza pc e così il 25% delle famiglie);
-il 41,1% degli istituti ha più di 10 pc o dispositivi mobili per la didattica;
– il 41,9% è dotato di LIM e il 6,1% di proiettore interattivo.
Scuole con aule connesse– 83,9% nella Secondaria II° grado;
– 78,0% Secondaria I° grado;
– 71,4% Primaria.
Disabili- postazioni informatiche-solo il 45,0% delle scuole è dotata di postazioni informatiche in aule dedicate per il sostegno. Per i plessi dell’Infanzia il 15.9%.

Tab. 7- Servizi di supporto alle scuole

ScuolabusMedia nazionale : 23%Sud e isole : 13,7%- 22,2%
Aree verdi“ : 73,5%“ : 32,9% (solo Sicilia)
Biblioteche“ : 37%“ : 23,6% – 49,4%
Palestre-Strutture sport“ : 53,8%“ : 43,2% (solo Sicilia)
Mense scolastiche“ : 74,4%“ : 63,4 – 30,8 %

Quando lo spazio “insegna”[13] …anche contro il fallimento formativo

I dati del paragrafo precedente, pur fotografando una realtà oggettiva, potrebbero configurarsi come un arido resoconto statistico, se non venissero letti nella dimensione del compito formativo della scuola, con alcuni interrogativi di fondo: gli spazi, gli ambienti di apprendimento rappresentano solo “un luogo di lavoro”, oppure testimoniano un’“idea di scuola”, di comunità educativa, di società? E ancora: le soluzioni architetto-niche non debbono essere pensate a partire da un disegno pedagogico che da un lato declini un nuovo “senso” dell’“essere e del fare scuola” e dall’altro generi setting didattici innovativi? Ecco, in questa ottica, lo spazio, in una prospettiva di rigenerazione-rimodulazione degli ambienti,[14] “insegna” e può promuovere:

1. processi di apprendimento attivi, flessibili , cooperativi, aperti alla relazione, alla sperimentazione, alla partecipazione, all’autonomia, resi ancor più efficaci dalle potenzialità della tecnologia diffusa , per soluzioni didattiche integrate (blended learning)[15];

2. metodologie innovative (flipped classroom, problem solving, cooperative learning, webquest, peer tuto-ring, coding…) che riescano a penetrare i confini inaccessibili dei saperi, per privilegiare la costruzione della conoscenza, la realizzazione di compiti autentici, la moltiplicazione dei mediatori didattici;

3. azioni compensative e di scaffolding, per coinvolgere gli studenti a rischio di fallimento formativo , che vivono situazioni di povertà educativa, che sperimentano insuccessi ripetuti, che non dispongono di una rete sociale extrascolastica. Uno spazio inclusivo, accogliente, ricco di stimoli, dotato di una strumentazione multimediale che spesso a casa scarseggia, sicuramente è un antitodo alla loro condizione di esclusi, che si ritrovano dentro un contesto socio-educativo definito sistematicamente ed enfaticamente come “inclusivo”;

4. competenze di cittadinanza attiva, per il fatto stesso di far “vivere” alle giovani generazioni ambienti di qualità e di educarli ad un futuro sostenibile, dove speranza e ottimismo sono categorie formative sfidanti[16].

Riapertura: uno sguardo sul futuro possibile con corredo di proposte

Da più parti stanno pervenendo ai decisori politici del nostro Paese e alle Task force designate, Manifesti, Lettere aperte, Comunicati, Rapporti, Raccomandazioni[17], con consigli, indicazioni, piani di intervento per la riapertura delle scuole, a.s. 2020/21. Documenti tutti lodevoli, a volte oltremodo proiettati sul futuro, ma pochi con realistiche analisi sulla situazione di partenza del nostro sistema scolastico, procedura che a scuola viene praticata regolarmente (magari poi senza far corrispondere ad essa coerenti obiettivi di migliora-mento). Questa criticità si rinforza nel capitolo delle “ricette”, tutte d’avanguardia, senza considerare che: -siamo già alle soglie dell’estate; -muovere una macchina amministrativa come quella del MI non è cosa così semplice; -sul territorio non abbiamo livelli standard degli Istituti rispetto ai diversi ambiti di funzionamento (personale, edifici, servizi, risorse…), sempre al netto della ben nota divaricazione Nord-Sud.[18]

Ma al futuro possibile bisogna pur pensare e questa sfida è stata raccolta dal Rapporto del Politecnico di Torino, Scuole aperte, società protetta,2020[19], elaborato in previsione della riapertura delle scuole a settembre. Nel Documento, oltre ad analisi e suggerimenti sulle problematiche della prevenzione (dispositivi, distanziamento), sulla DAD, su aspetti del welfare familiare, si affronta il tema del contesto interno di lavoro, con riferimento all’ edilizia scolastica (il c.d. lay-out) e alle dotazioni informatiche per la didattica. In parallelo viene proposta una classificazione dei “luoghi” per transito, sosta breve, sosta prolungata, assembramento (mensa, locali ristoro) e si forniscono indicazioni di comportamento.

Per la frequenza si ipotizzano tre scenari:

1. Turnazione mattina-pomeriggio;

2.Turnazione 3gg/2gg. alternando le settimane;

3.Turnazione settimanale, con metà gruppo di studenti in classe e metà a casa[20].

Rispetto a spazi, ambienti, dotazioni informatiche, suggerisce quanto segue:

Tab. 8 : spazi-ambienti e distanziamento sociale

Distanziamento so-ciale-consentire maggiore densità di soggetti in aree di transito(corridoi ,scale),meno densi-tà in aree critiche (aule, palestra, mensa, aree riposo Nidi e Infanzia…);
-prevenire assembramenti per attese(fila alla mensa, ai cancelli), pianificando i turni di accesso all’edificio e differenziando i punti di ingresso;
-per la ricreazione, la consumazione della merenda in classe è “raccomandata”[21] Se presenti grandi spazi esterni e nella bella stagione, prevedere tempi più lunghi e punti di ritrovo per gruppo-classe.

-nelle aule mantenere i banchi( 70 x 50 cm)in fila indiana, disposizione che permette di rispettare la distanza di 1 m tra l’allievo seduto davanti e l’allievo seduto dietro.[22] Nel Rapporto da pag. 56 a pag. 62 interessanti infografiche dedicate.

-utilizzare con più frequenza gli spazi esterni vicini e lontani alla/dalla scuola.
Distanziamento so-ciale Infanzia e pri-mi anni Scuola Pri-maria-difficilmente può essere garantito. In questi casi la prevenzione richiede particolari accorgimenti nel comportamento del personale. Occorre quindi assicurare risorse addizionali circa la pulizia delle superfici, il lavaggio frequente delle mani, criteri di ridu-zione del n° degli alunni nelle aule, eventuale ristrutturazione dei servizi di mensa con la fornitura del pasto in “lunchbox”.
Servizio disabili-privilegiare l’ipotesi di svolgere lezioni solo in presenza per gli alunni disabili.

Tab. 9 : dotazioni informatiche

Aule attrezzate-incrementare i dispositivi informatici dentro le aule, per ridurre l’eccessiva mobilità verso laboratori, aule speciali, spazi attrezzati.
Uso TIC-pianificare la DAD, perché diventi una risorsa “ordinaria” per tutti gli alunni;
-potenziare la modalità dell’utilizzo in comodato dei device[23] Nel recente Decreto “Rilancio” sono stati stanziati 331 mln per device, connettività, sicurezza, misure di protezione.
, e, nei casi di disabilità e di disagio sociale, mobilitare un tutor-educatore che presidi l’ambito domiciliare.

Una nota finale: Considerando la complessità dell’operazione “rientro”[24], sarebbe quanto mai opportuno avviare l’a.s. dal 1° ottobre e dedicare il mese di settembre: a. al recupero-potenziamento, per evitare fenomeni di learning loss (caduta permanente dei livelli di apprendimento),

b. alla simulazione dei nuovi assetti organizzativi e delle pratiche didattiche innovative,

c. alla formazione in servizio.

—–

[1] Ci riferiamo al paradigma antropologico coniato da M. Augè, Non luoghi, Elèuthera 1993, per indicare quei dell’anonimato (centri commerciali, stazioni, catene alberghiere, campi profughi, aeroporti…) frequentati da migliaia di persone, vicine ma sole, folla ma non cittadini, connesse ma non comunicanti. Forse anche la scuola spesso si presenta con questo profilo. Ricordiamo che il , secondo Augè, a differenza dello , è identitario, relazionale, storico, simbolico.

[2] Tale modello è quello frontale, “militaresco”, della cattedra e dei banchi allineati, coerente con la funzione trasmissiva dell’insegnamento, basata su ordine, disciplina, controllo, competizione (Markus, 1993). Per approfondimenti vds. Borri S. (a cura di), Spazi educativi e architetture scolastiche: linee e indirizzi internazionali, Indire,FI, 2016.

[3] Dalle Linee Guida per l’edilizia scolastica, MIUR 2013: “Secondo alcuni docenti le scuole sono “anestetizzanti” (tutte uguali, abbastanza tristi, con colori spenti o casuali, e aula magari immutate da decenni)”.

[4] E anche nelle analisi internazionali, per es. nel Documento OCSE (2015), Schooling Redesigned: Towards Innovative Learning Systems, OECD Publishing, Paris.p.3. Per una rassegna completa vds. Indire/F. Agnelli 2019, Edilizia scolastica e spazi di apprendimento.

[5] Per altri contributi vds.: -il monografico di RIS, Maggioli, n. 4/2014, con un interessante articolo di G. Campagnoli, Aule senza confini, sui temi evidenziati; -Voci della scuola, 2010, Tecnodid, NA, con un saggio dello stesso autore, Edilizia scolastica, pagg. 164-177; Biondi G.,Borri S.,Tosi L.(2016), Dall’aula all’ambiente di apprendimento, AltraLinea ed., INDIRE, FI, la notevole tesi di dottorato di M.I. Di Gaeta, Abitare la scuola, UNIPD, 2015.

[6] La letteratura, sia nazionale che internazionale, in tale ambito è molto vasta e diversificata. Vds. Borri S., op. cit., 446-481.

[7] Fonti: MIUR, Anagrafe nazionale edilizia scolastica, dati a.s. 2018-19, Ecosistema scuola, XIX Rapporto di Legambiente 2018, (dati Anagrafe dell’edilizia Scolastica 2017, MIUR); Rapporto sull’edilizia scolastica, della Fondazione Agnelli, 2018, secondo la quale “Il patrimonio edilizio scolastico è inadeguato perché obsoleto”, con età media di 52 anni e con problemi relativi alla sicurezza, alla sostenibilità ambientale, alla fruizione didattica, alla manutenzione. Per ristrutturarli (senza costruirne di nuovi, data la prevista riduzione, entro il 2030, di oltre 1 mln di studenti) servirebbero 200 mld in 20 anni; Indagine #scuolesicure pubblicata su Wired, 2012.

[8] F. Agnelli, Rapporto… cit..La Legge di Bilancio 2020 stanzia 2,5 mld per gli edifici pubblici e 2,5 mld per gli Asili nido.

[9] Il D.I.129/2018 consente alle scuole di effettuare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, su delega dell’Ente competente.

[10] Cfr.. XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole, 2017, Cittadinanzattiva (campione: 75 edifici scolastici in 10 Regioni)

[11] Abrogato dalla L. 23/1996, ma con la clausola della vigenza fino all’approvazione delle Leggi Regionali. Al momento gli indici di affollamento delle aule sono abbastanza “ballerini”, viste anche le disposizioni della sicurezza antincendio.

[12] Fonti : Agcom, Educare digitale, 2019 (su dati MIUR 2016-17) ; Focus MIUR, Le dotazioni multimediali per la didattica nelle scuole a.s. 2014/15; Rapporto SKuola,net 2017-18. Le Scuole del centro-sud si discostano, quasi sempre, dalle percentuali indicate.

[13] Si prende in prestito il titolo di un Convegno organizzato dal MIUR nel Maggio 2012, con il sostegno scientifico di INDIRE, convegno che già nel titolo dichiarava un punto di vista preciso: la scelta architettonica non più come elemento essenzialmente estetico-pratico, ma piuttosto come elemento con un proprio valore educativo-didattico.

[14] Dati le modeste risorse e i tempi medio-lunghi per realizzare nuovi edifici, è possibile intanto individuare interventi a basso costo per migliorare la sostenibilità degli edifici(risparmio energetico, adattamento degli spazi comuni (es. corridoi, cortili, atri…), riqualificazione degli spazi esterni, miglioramento connettività, ristrutturazione di ambienti per renderli più confortevoli (luce, acustica, colori, servizi…), nella logica degli obiettivi individuati dall’Agenda ONU 2030.Vds. art. di M. G. Mura, M. Bertiglia, G. Gugliemini e M. Lageard, del Comitato Scuole 2020,Torino, di D. Barca, in Rivista dell’Istruzione, RIS, Maggioli, n. 4, 2014.

[15] Un setting didattico innovativo deve proiettarsi oltre l’aula e/o il laboratorio dedicato, con la creazione di microambienti di lavo-ro(es.spazio per lo studio individuale, per lo studio di gruppo, spazio relax, angoli per attività diversificati dentro l’aula(sistema policentrico), angoli tecnologici, secondo le indicazioni della Rete europea Future Classroom Lab e le realizzazioni delle scuole olandesi e finlandesi. Senza dimenticare il pensiero di M. Montessori per la quale “gli spazi d’aula dovrebbero essere polifunzionali, nel senso di consentire lo studio e il lavoro individuale e di gruppo, la comunicazione interpersonale… ma anche la sperimentazione del nuovo…”.

[16] Quale futuro possono immaginare i bambini che frequentano una Scuola dell’Infanzia in appartamento, come ancora succede in diverse località del nostro Paese? Quale idea di cittadinanza trasmettiamo a loro e alle loro famiglie? Per i costrutti di e vds. gli studi del Laboratorio LaRiOS dell’UNIPD, a cura di S. Soresi e L. Nota.

[17] Se ne contano almeno 20, da parte di Enti, Associazioni, Riviste, Sindacati, Gruppi spontanei, etc.

[18] A nostro avviso, la ripartenza non sarà agevole e si opterà per il classico metodo della «mediazione ragionevole», ga-rantendo il servizio scolastico di base,con l’aiuto delle famiglie e forse cominciando a “studiare”strategie per il futuro.

[19] Testo integrale su http://www.impreseaperte.polito.it/i_rapporti/scuole_aperte_societa_protetta.

[20] In tutti questi casi che richiedono l’impegno diretto della famiglia, il Rapporto indica soluzioni di welfare familiari(part time, bonus babysitter, congedi parentali, smartworking e per i Nidi, l’Infanzia e le prime classi della Primaria, formazione di micro-comunità domiciliari (gruppi di 4-5 bambini), con il sostegno di educatori e sotto la guida della scuola).

[21] Se presenti grandi spazi esterni e nella bella stagione, prevedere tempi più lunghi e punti di ritrovo per gruppo-classe.

[22] Nel Rapporto da pag. 56 a pag. 62 interessanti infografiche dedicate.

[23] Nel recente Decreto “Rilancio” sono stati stanziati 331 mln per device, connettività, sicurezza, misure di protezione.

[24] La cifra di 1 mld implementerà in due tranche, anni 2020 e 2021, il Fondo gestione rientro a scuola a settembre.