In ambito gestionale, l’autovalutazione consente all’organizzazione di definire chiaramente i propri punti di forza e le aree potenziali, si traduce in azioni di miglioramento pianificate e monitorate nel tempo per verificarne l’andamento. In ambito scolastico, l’autovalutazione costituisce un percorso di riflessione sulle azioni della scuola finalizzate ad individuare concrete piste di miglioramento, grazie alle informazioni qualificate di cui ogni istituzione scolastica dispone. Nello specifico dell’apprendimento l’autovalutazione ha un ruolo cruciale sia per gli studenti sia per gli insegnanti oltre, naturalmente, che per l’istituzione scolastica nel suo complesso.
Autovalutazione e pensiero metacognitivo
Per gli studenti, l’autovalutazione rappresenta uno strumento utile per lo sviluppo dell’autoconsapevolezza poiché imparano a riflettere sulle proprie capacità , sui loro punti di forza e sulle aree di miglioramento. Promuove una maggiore comprensione di sé e del proprio apprendimento; li aiuta ad autoregolarsi e a gestire le proprie attività scolastiche; fornisce loro l’opportunità di riflettere sui propri risultati, di comprendere meglio i propri stili di apprendimento, di usare conseguentemente strategie più efficaci. Attraverso l’autovalutazione, gli studenti imparano a sviluppare la propria autonomia e a prendersi la responsabilità del proprio apprendimento, non valutando solo i risultati acquisiti, ma anche l’impegno e la qualità del lavoro svolto.
Gli studenti capaci di autovalutarsi sono anche quelli che sviluppano una motivazione intrinseca maggiore; riescono a capire direttamente i propri progressi e non dipendono esclusivamente dai giudizi esterni.
L’autovalutazione è strettamente collegata al pensiero metacognitivo, sollecita, cioè, la capacità di riflettere sui processi mentali e sugli errori commessi. L’autoriflessione aiuta a capire l’origine degli errori, permette di correggerli con maggiore facilità , facilita la ricerca di un metodo di studio.
Ruolo dei docenti nell’autovalutazione degli studenti
Per una autovalutazione efficace, è importante che gli insegnanti forniscano linee guida chiare e strumenti adeguati. I feedback, per esempio, sono fondamentali per aiutare gli alunni a valutarsi in modo critico e costruttivo. Anche il contesto scolastico dovrebbe rappresentare un ambiente relazionale sicuro in cui ogni singolo studente si senta libero di riflettere, senza paura di essere giudicato, sui propri successi e sulle proprie difficoltà . Attraverso l’autovalutazione gli stessi docenti possono ottenere informazioni preziose su come gli allievi percepiscono il proprio apprendimento e il proprio lavoro; ciò permette un adattamento più mirato delle strategie didattiche.
Per una buona educazione all’autovalutazione occorre partire dal dialogo e dal confronto e dalla reciproca fiducia, ma anche dall’abitudine ad osservare: se stessi mentre si lavora, si studia, si agisce; prima di mettersi all’opera e dopo; a conclusione di qualsiasi lavoro. Un insegnante che intende abituare l’allievo all’autovalutazione comincia ponendo tante domande, fin dalla scuola dell’infanzia, senza precludere possibilità di risposta e senza suggerire interpretazioni. A mano a mano i bambini imparano ad esprimere idee, opinioni, a far emergere i propri ragionamenti, a far capire cosa si nasconde dietro le loro scelte. Ciò che avviene nella mente di un bimbo o di uno studente è ovviamente nascosto, ma attraverso i loro racconti e le loro descrizioni si può cogliere quali passi hanno compiuto per rispondere ad una domanda o per risolvere un problema. Anche le famiglie possono essere parte attiva in questo percorso, non solo come persone che osservano i figli e ascoltano i suggerimenti degli insegnanti durante i colloqui, ma come soggetti che sanno dialogare con i provi figli, che sono capaci di fare domande che suscitano riflessioni e scoperte.
Autovalutazione e crescita professionale
L’autovalutazione aiuta anche i docenti a migliorare la qualità dell’insegnamento. La riflessione sulle pratiche didattiche permette di esaminare le metodologie utilizzate, di valutare l’efficacia delle tecniche, di gestire in maniera più adeguata la classe proprio attraverso una attenta analisi dell’impatto delle proprie azioni sui risultati degli studenti.
Attraverso l’autovalutazione, gli insegnanti possono stabilire obiettivi professionali sempre più mirati, basati sulle esigenze di sviluppo individuale e su standard educativi generali. Anche nell’autovalutazione dei docenti sono importanti i feedback che provengono sia dagli studenti sia dai colleghi perché aiutano ad acquisire una visione più oggettiva del proprio lavoro e a comprendere come le loro azioni vanno ad incidere sugli altri. Ogni docente deve essere consapevole delle competenze che possiede, deve soprattutto sapere riconoscere le parti più deboli, quelle che necessitano di ulteriori approfondimenti.
Tuttavia, se si vuole fare evolvere l’apprendimento, l’autovalutazione richiede azioni di progettazione e di pianificazione. Dopo aver identificato le aree che devono essere migliorate, l’insegnante può elaborare un piano di sviluppo professionale che può includere corsi di aggiornamento, workshop o altre attività formative. Parte integrante dell’autovalutazione è il monitoraggio continuo dei progressi realizzati nel tempo. Questo permette di verificare se gli obiettivi stabiliti sono stati raggiunti e di apportare eventuali modifiche alle strategie messe in atto.
L’autovalutazione dei docenti costituisce, dunque, un’opportunità per migliorare la qualità dell’insegnamento e l’apprendimento degli studenti. A volte, si utilizza, nei contesti istituzionali, per acquisire le certificazioni che possono essere utili per eventuali progressioni di carriera.
Processo strategico delle scuole
L’autovalutazione dell’istituzione scolastica, invece, rappresenta un processo strategico attraverso il quale la scuola esamina criticamente le proprie pratiche, i risultati e i processi educativi, con l’obiettivo di identificare aree di forza e opportunità di miglioramento. Si tratta di un elemento centrale nel sistema di qualità delle scuole, e promuove un approccio basato sul miglioramento continuo.L’autovalutazione aiuta le scuole a identificare le aree in cui l’istituzione eccelle e dove, invece, è necessario intervenire. Questo permette di migliorare l’offerta formativa, la didattica e i servizi forniti agli studenti e alle famiglie. Le scuole sono chiamate, poi, a rendere conto delle loro prestazioni non solo a livello istituzionale, ma anche alla comunità scolastica e alla società in generale. L’autovalutazione rende trasparente il funzionamento della scuola, evidenziando risultati, strategie e interventi intrapresi. L’autovalutazione è anche uno strumento importante per coinvolgere nel processo decisionale tutti coloro che hanno precise responsabilità nell’istituzione scolastica (insegnanti, studenti, genitori, personale ATA) e per promuovere una partecipazione più attiva e consapevole. Aiuta altresì la scuola a sviluppare il senso di responsabilità interna verso il raggiungimento degli obiettivi educativi e verso l’ottimizzazione delle risorse favorendo una gestione più autonoma e orientata ai risultati.
Cosa dice la normativa
La normativa sull’autovalutazione si inserisce nel più ampio quadro delle politiche volte a migliorare la qualità del sistema scolastico. La Legge 107/2015 ha promosso indirettamente l’autovalutazione all’interno del rilancio dell’autonomia scolastica e attraverso il PTOF.
Ma è il Sistema nazionale di valutazione (SNV) che ha dato una svolta decisiva: costituisce una risorsa strategica per orientare le politiche scolastiche e formative e favorisce la piena attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Istituito con il DPR n. 80/2013, il SNV riguarda in modo particolare la valutazione delle istituzioni scolastiche, ma prevede anche quella della dirigenza scolastica e la valorizzazione del merito professionale dei docenti. Comprende l’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione); l’Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa); il contingente ispettivo.
L’INVALSI svolge un ruolo centrale nel monitoraggio del sistema scolastico, fornendo strumenti e linee guida soprattutto per la valutazione esterna delle scuole e dei dirigenti scolastici. Ci sono poi le prove INVALSI che riguardano gli studenti e che possono essere utilizzate dai docenti anche per riflettere sulla propria pratica didattica e per adottare linee di miglioramento. L’Indire concorre a realizzare gli obiettivi dell’S.N.V. attraverso il supporto alle istituzioni scolastiche nella definizione e attuazione dei piani di miglioramento della qualità dell’offerta formativa e dei risultati degli apprendimenti degli studenti. Il contingente ispettivo presiede e coordina i nuclei costituiti ai sensi dell’articolo 6, comma 2 del DPR 80/2013.
Non da ultimo, anche nel recente Contratto Collettivo del comparto istruzione e ricerca, sono previste norme che regolano il percorso di sviluppo professionale continuo, ivi compresa la formazione obbligatoria e l’autovalutazione.
In sintesi
Il processo di autovalutazione rappresenta per tutti gli attori coinvolti nella scuola il perno attraverso il quale si concretizza il valore didattico ed educativo dell’apprendimento, favorendo la centralità del raggiungimento dei traguardi per lo sviluppo delle competenze.