Come ripensare e riprogettare le attività didattiche

Nuove Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica

La Legge n. 92 del 20 agosto 2019 ha disposto l’Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica. In applicazione della legge sono state poi emanate, con il DM 35/2020, le Linee guida che, oltre a dare indicazioni per l’attuazione di tale insegnamento, prevedevano anche la rilevazione delle modalità adottate dalle Istituzioni scolastiche. Lo scopo era quello di aiutare le scuole ad applicare la nuova normativa, ma anche di sostenerle nella revisione dei curricoli di istituto dovendoli adeguare alle nuove disposizioni.

Il 7 settembre 2024 il ministro Valditara ha pubblicato, con il DM 183/2024, le nuove Linee guida con i relativi traguardi e obiettivi di apprendimento. Dall’anno scolastico in corso, dunque, le scuole saranno impegnate a rivedere le operazioni relative alla progettazione didattica e alla valutazione su cui, nei quattro anni di vigenza delle precedenti Linee guida, erano state impostate tutte le azioni didattiche.

Per capire meglio il senso delle nuove Linee guida, le differenze, le novità e i cambiamenti epistemici dobbiamo però ripartire da alcuni punti di quelle precedenti.

Gli aspetti che hanno connotato le precedenti Linee guida

Nel DM 35/2020 si pone l’accento su alcuni presupposti che da sempre costituiscono le pietre miliari del nostro sistema scolastico: i principi costituzionali, la cittadinanza consapevole, la trasversalità dei saperi.

PrincipiRichiami nel DM 35/2020
Conoscenza della Costituzione1. “La legge, ponendo a fondamento dell’educazione civica la conoscenza della Costituzione Italiana, la riconosce non solo come norma cardine del nostro ordinamento, ma anche come criterio per identificare diritti, doveri, compiti, comportamenti personali e istituzionali, finalizzati a promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
Cittadinanza consapevole2. “… promuovere comportamenti improntati a una cittadinanza consapevole, non solo dei diritti, dei doveri e delle regole di convivenza, ma anche delle sfide del presente e dell’immediato futuro, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità̀ ed estendendolo alla scuola primaria.”
Trasversalità3. “La norma richiama il principio della trasversalità del nuovo insegnamento, anche in ragione della pluralità̀ degli obiettivi di apprendimento e delle competenze attese, non sono ascrivibili a una singola disciplina e neppure esclusivamente disciplinari”.

Il DM 35/2020 suggerisce, inoltre, di articolare l’insegnamento dell’Educazione civica su tre nuclei tematici.

Nuclei tematiciArgomenti di studio
COSTITUZIONE Diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietàLa conoscenza, la riflessione sui significati, la pratica quotidiana del dettato costituzionale rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare.
SVILUPPO SOSTENIBILE Educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorioLe tematiche affrontate dalle scuole quelle dell’Agenda 2030 dell’ONU, con i 17 goals da raggiungere entro il 2030. Il concetto dello sviluppo sostenibile è da intendersi anche come inclusione, cura e rispetto dei diritti fondamentali delle persone.
CITTADINANZA DIGITALEPer Cittadinanza digitale si intende la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali. Sviluppare questa capacità a scuola, con studenti che sono già immersi nel web e che quotidianamente si imbattono nelle tematiche proposte, significa da una parte consentire l’acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo, dall’altra mettere i giovani al corrente dei rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta, considerando anche le conseguenze sul piano concreto.

Le nuove Linee guida e le parole del Ministro

A partire dall’anno scolastico 2024/2025 entrano in vigore le nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. Il Ministro le presenta come uno strumento di supporto e sostegno ai docenti a fronte delle tante “emergenze educative e sociali del nostro tempo quali, ad esempio, l’aumento di atti di bullismo, di cyberbullismo e di violenza contro le donne, la dipendenza dal digitale, il drammatico incremento dell’ incidentalità stradale – che impone di avviare azioni sinergiche sistematiche e preventive in tema di educazione e sicurezza stradale – nonché di altre tematiche quali il contrasto all’uso di sostanze stupefacenti, l’educazione alimentare, alla salute, al benessere della persona e allo sport”. Mette, inoltre, in evidenza che i principi a fondamento dell’educazione civica vogliono sottolineare “la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”[1].

Nuclei tematici

I nuclei tematicinelle nuove Linee guida sono trattati da un’angolatura differente rispetto a quelli precedenti (DM 35/2020). Molti sono gli obiettivi di apprendimento: 49 per la scuola primaria, 56 per la scuola secondaria di primo grado, 98 per la scuola secondaria di secondo grado raggruppati in 42 aree tematiche. Per le scuole sarà davvero un’operazione particolarmente difficile con il rischio di non riuscire ad integrarli nella maniera adeguata nei curricoli, o anche di avere difficoltà nel dare priorità ai tanti contenuti suggeriti.

I traguardi e le competenze generali sono distribuiti nei tre nuclei:

  • Costituzione (quattro traguardi/competenze);
  • Sviluppo economico e sostenibilità (cinque traguardi/competenze);
  • Cittadinanza digitale (tre traguardi/competenze).

Costituzione – In questo nucleo tematico si introduce con enfasi “il contrasto ad ogni forma di criminalità e illegalità e in particolare la criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati”. Il documento suggerisce che “La tematica potrà essere opportunamente affrontata analizzando la diffusione territoriale della criminalità organizzata, i fattori storici e di contesto che hanno favorito la nascita e la crescita delle mafie e i suoi effetti economici e sociali, identificando comportamenti privati che possano contribuire a contrastare ogni forma di criminalità … il tema dell’educazione stradale, intesa anche come sicurezza sulle strade”.

Sviluppo economico e sostenibilità – Qui si sottolinea l’importanza di educare i giovani alla cultura dell’impresa con il potenziamento delle capacità e attitudini relative al mondo del lavoro e dell’autoimprenditorialità. Da qui, con un volo quasi pindarico, si entra anche nel merito della tutela del decoro urbano e della conoscenza del nostro patrimonio artistico, dell’educazione alimentare, dell’attività sportiva e del benessere psicofisico,

In questo nucleo rientra anche l’educazione finanziaria, intesa soprattutto come tutela del patrimonio privato, come valorizzazione assicurativa finalizzata alla pianificazione previdenziale.

Cittadinanza digitale – Questo terzo nucleo rimane sostanzialmente invariato. Si raccomanda di proporre attività di responsabilizzazione e promozione di una reale cultura della “cittadinanza digitale”, attraverso cui insegnare agli studenti a valutare con attenzione ciò che disé consegnano agli altri in rete. Tutti i docenti contitolari sono invitati a utilizzare il Quadro delle Competenze Digitali per i Cittadini (DigComp2.2) con un riferimento all’intelligenza artificiale, inteso come strumento privilegiato per favorire la personalizzazione della didattica e degli apprendimenti.

Trasversalità dell’educazione civica

In questo paragrafo rimane ancora forte il richiamo alla trasversalità dell’insegnamento dell’educazione civica, inteso come matrice valoriale trasversale volta a dare senso e significato anche agli altri insegnamenti. Va naturalmente indagato se il concetto di trasversalità viene inteso come interdisciplinarità: è un tema questo su cui le scuole da decenni si stanno interrogando e su cui stanno da sempre producendo esperienze e modelli didattici diversi in relazione all’ordine e grado di scuola.

Il Collegio Docenti e i Consigli di Classe sono chiamati a modificare o a sostituire i curricoli, già predisposti sulla base delle precedenti Linee guida, individuando le conoscenze e le abilità necessarie a raggiungere i nuovi traguardi di competenza con i relativi obiettivi di apprendimento. “È fondamentale che le tematiche trattate siano sempre coerenti e integrate nel curricolo e siano funzionali allo sviluppo delle conoscenze, abilità e competenze previste nei traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo, dalle Linee Guida degli Istituti tecnici e professionali e dalle Indicazioni per i Licei”.         

Indicazioni metodologiche

Per le Indicazioni metodologiche viene mantenuto lo stesso impianto esperienziale e laboratoriale, quello che permette l’esercizio consapevole e responsabile delle competenze di cittadinanza. Si dice, infatti, che: “Il laboratorio, la ricerca, il gruppo collaborativo, la riflessione, la discussione, il dibattito intorno a temi significativi, le testimonianze autorevoli, le visite e le uscite sul territorio, le attività di cura e di responsabilità come il service learning, i progetti orientati al servizio nella comunità, alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, alla cura del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, gli approcci sperimentali nelle scienze sono tutte attività concrete, da inserire organicamente nel curricolo, che possono permettere agli studenti non solo di ‘applicare’ conoscenze e abilità, ma anche di costruirne di nuove e di sviluppare competenze”.  

Contitolarità e coordinamento delle attività

Anche in relazione alla contitolarità dell’insegnamento e il coordinamento delle attività, il nuovo DM conserva la stessa impostazione. Viene quindi richiamato il comma 3 dell’articolo 2 della legge 92/2019: “Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l’orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo”.

Il paragrafo si conclude con l’affermazione dal sapore tomista: “le Linee guida offrono l’opportunità di leggere e interpretare tutto il curricolo della scuola con riferimento ai principi e ai nuclei fondanti previsti per l’insegnamento dell’educazione civica, dal momento che ogni sapere potrà essere orientato ad azioni finalizzate all’esercizio di diritti e doveri, al bene comune, all’ulteriore sviluppo della conoscenza e alla salvaguardia dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità”.

Valutazione

Anche per la valutazione non ci sono cambiamenti rispetto al DM 35/2020, ma viene stralciata l’ultima parte relativa alla valutazione del comportamento del primo ciclo di istruzione che prevedeva il riferimento allo sviluppo delle competenze di cittadinanza, allo Statuto delle studentesse e degli studenti, al Patto educativo di corresponsabilità e ai Regolamenti approvati dalle istituzioni scolastiche. “Si ritiene pertanto che, in sede di valutazione del comportamento dell’alunno da parte del Consiglio di classe, si possa tener conto anche delle competenze conseguite nell’ambito del nuovo insegnamento di educazione civica, così come introdotto dalla Legge, tanto nel primo quanto nel secondo ciclo di istruzione, per il quale il D.lgs. n. 62/2017 nulla ha aggiunto a quanto già previsto dal D.P.R. n. 122/2009”. I docenti possono valutare i risultati in educazione civica al termine di ogni unità di apprendimento predisposta dal Consiglio di classe.

Una prima domanda che le scuole si pongono è se uno studente può essere bocciato a seguito di una valutazione negativa in educazione civica, ma ancor più se c’è un rapporto (e quale) tra voto in educazione civica e voto in comportamento, proprio ai sensi del DDL Valditara approvato lo scorso 25 settembre dall’assemblea generale della Camera.

Sul piano operativo i Collegi dei docenti si chiedono quali strumenti (criteri, rubriche, griglie…) possono essere utilizzati per descrivere e valutare gli atteggiamenti e i comportamenti relativi agli obiettivi di apprendimento quali: “Riconoscere, evitare e contrastare, anche con l’aiuto degli adulti, le forme di violenza fisica e psicologica, anche in un contesto virtuale” o “Riconoscere, evitare e contrastare forme di violenza e bullismo presenti nella comunità̀ scolastica”?

Le questioni aperte

Nelle nuove Linee guida emerge con evidenza la centralità del principio personalista della Costituzione, cioè l’articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Tuttavia, in più parti, emerge anche un taglio individualistico soprattutto per la mancanza di riferimenti forti alla relazione sociale tra individuo e collettività. La stessa educazione finanziaria sembra essere ricondotta a mero strumento di tutela del patrimonio privato anziché come educazione volta ad incrementare una cittadinanza economica funzionale allo sviluppo e al benessere della collettività.

Comunque, a prescindere da alcune questioni che possono apparire identitarie e che meritano una riflessione più approfondita, le scuole si troveranno a dover affrontare numerose questioni aperte:

  • rivedere i curricoli, e quindi il PTOF, proprio nell’anno in cui la scuola dovrebbe essere maggiormente impegnata a monitorare e a rendicontare gli obiettivi prioritari (terzo anno del ciclo);
  • integrare gli obiettivi di apprendimento di educazione civica nel curricolo di istituto, connetterli con gli obiettivi disciplinari e declinarli coerentemente nel percorso scolastico;
  • ripensare alla “distribuzione” di ore e di “contenuti” tra i docenti salvaguardando la contitolarità nel primo ciclo e la collaborazione nel secondo ciclo;
  • definire o ridefinire il ruolo del coordinatore e la connessione tra i consigli di classe;
  • rivedere tutte le implicazioni e le ricadute sulla valutazione: cosa si valuta, come si valuta, con quali strumenti si valuta:
    – come gestire le aree di difficoltà e la personalizzazione (DVA, DSA, alunni di cittadinanza non italiana);
    – come connettere la valutazione di educazione civica con quella del comportamento e con la certificazione delle otto competenze di cittadinanza;
    – come gestire l’educazione civica in fase di esami del primo e secondo ciclo;
    – come gestire la valutazione civica nel PCTO;
  • rivedere il Patto di corresponsabilità anche alla luce delle nuove disposizioni.

[1] Vedi comunicato ministeriale del 7 agosto 2024.