Nel secondo decennio del secolo, il tasso di assenteismo degli studenti in Inghilterra non si allontana dai valori medi dell’area OECD. Anzi il Paese è uno dei pochi con un leggero miglioramento della frequenza scolastica tra il 2015 e il 2018[1] e con un importante avvicinamento tra studenti con o senza background migratorio, seppur con significative differenze per genere e per livello socio-economico di provenienza. Con la pandemia, tuttavia, cambia radicalmente lo scenario. Nonostante le scuole non siano più soggette a chiusure la “persistent absence” (pari o superiore al 10%) quasi raddoppia diventando un “problema ostinato”, a stubborn problem since the pandemic secondo il rapporto OFSTED per il 2022-2023. L’eco sui media è vasta[2]. Circa 350.000 famiglie sono state multate per le assenze dei loro figli con un aumento del 20% rispetto al 2018-2019, l’ultimo anno scolastico che si è svolto per intero prima della pandemia.
Crollo della frequenza (2022-2023)
Il 2022-2023 è l’anno del terremoto per le scuole inglesi. Il tasso di assenza complessiva raggiunge il 7,4% sensibilmente più elevato rispetto al periodo antecedente (4,67% nel 2018/2019) pur con leggere variazioni in corso d’anno. Il crollo della frequenza appare evidente considerando l’andamento dell’assenteismo dal2016 al 2022/2023 (Graf. n. 1).
Graf. n. 1 – 2016/2017-2022/2023: % di studenti “assenteisti persistenti” (10% o più di assenze)*
*I dati si riferiscono alle scuole a finanziamento statale in Inghilterra.
Fonte: https://explore-education-statistics.service.gov.uk/find-statistics/pupil-absence-in-schools-in-england/2022-2023
L‘andamento conferma l‘effetto del Covid-19 sulla partecipazione scolastica registrato in molti paesi. Le ondate successive di chiusura delle scuole, infatti, hanno generato una svolta verso l’insegnamento a distanza: in poco tempo gli studenti sono stati costretti a nuovi ambienti di apprendimento e gli insegnanti hanno dovuto riconvertire i propri metodi di lavoro. In questo contesto l’assenteismo degli studenti diventa, insieme alla preparazione di chi insegna e al benessere delle comunità scolastiche, una delle sfide maggiori del periodo pandemico.
Un’emergenza a più facce
Il crollo della frequenza diventa una questione nazionale che interessa tutte le scuole del paese e richiede un’azione pubblica articolata. Il forte rialzo dei tassi di assenza a scuola è, in realtà, un’emergenza al plurale. Accanto, infatti, alla reazione immediata alla nuova situazione cresce la preoccupazione per la mancanza di segnali chiari di ritorno al periodo pre-Covid. Da questo punto di vista la stagione della pandemia non sembra essere stata, secondo un’opinione diffusa, una semplice parentesi. Non pare essere all’orizzonte il ritorno alle abitudini precedenti di regolare frequenza della scuola. L’impatto profondo della pandemia, analizzato dalla ricerca scientifica[3], rende quanto mai necessario lo sforzo per fermare la marea.
Non mancano le diagnosi; tuttavia trattandosi di un complesso problema ancora non compiutamente esplorato le misure di contrasto e le terapie presentano incertezze dal punto di vista della loro praticabilità su larga scala e della loro dimostrata efficacia. La ricerca di soluzioni è ancora in larga parte aperta.
La necessità di un’azione pubblica di contrasto, inoltre, chiama in causa una pluralità di istituzioni, dal Governo al Parlamento, dalle thinktanks agli istituti di ricerca, dalle scuole al sistema giudiziario, dai servizi di welfare e di salute pubblica agli enti territoriali. La lotta all’assenteismo e la promozione della frequenza scolastica diventano un banco di prova per la capacità di azione pubblica del Paese.
Il Governo corre ai ripari
La sensibilità degli attori politici sul tema è andata crescendo. Dal 17 giugno al 20 luglio 2022 il Governo apre una consultazione sulla frequenza scolastica (Modernising school attendance and admission registers and setting national thresholds for legal intervention). Su questa base si moltiplicano le nuove regolazioni con vari emendamenti al quadro normativo esistente, dal monitoraggio sistematico e pubblico della frequenza alla ridefinizione puntuale e codificata della tipologia delle assenze, dal nuovo regime di sanzioni per la non frequenza alla trasformazione del patto tra genitori, scuole e autorità locali in “attendance contracts”, dalla condivisione dei datialla richiesta alle singole scuole di una specifica strategia dedicata alla promozione dell’assiduità scolastica[4].
La questione arriva in Parlamento
Per supportare il lavoro dei parlamentari nel 2023 l’Education Committee lancia un’inchiesta in tema di Persistent absence and support for disanvantaged pupils: i contributi raccolti tra il 9 febbraio e il 27 settembre confluiscono nel rapporto[5] cui risponde il governo il 7 dicembre elencando una serie di impegni. Anzitutto obbligare alla partecipazione al monitoraggio sulla frequenza e attivare un registro degli studenti assenti da scuola, rendere vincolanti le Linee guida (Guidance) del Dipartimento, consolidare il National Youth Guarantee dal 2025 per l’accesso ad esperienze sociali e di volontariato, inviare informazioni in collaborazione con il Department of Health and Social Care, sulla frequenza scolastica e varare un programma di sostegno per le famiglie a basso reddito.
Nel 2024 sulla frequenza scolastica la biblioteca della House of Commons pubblica un Rapporto[6] che, sulla base dei dati statistici forniti dal Department for Education, traccia il quadro della situazione. Per l’anno scolastico 2021/2022 il tasso di assenze (a prescindere dalle motivazioni) raggiunge l’8,5% degli studenti: una percentuale superiore rispetto ai sei anni precedenti in cui la percentuale relativa è oscillata tra il 4,5% e il 4,8%. Nel 2021/2022, inoltre, risultano “persistently absent” il 22.5% degli studenti, circa 1.6 milioni di bambini e ragazzi.
Il Department for Education emana Linee guida obbligatorie
Allo scopo di sostenere le scuole nel mantenere un alto livello di frequenza nel 2022 il Department for Education emana le Linee guida che aggiornate nel 2024 diventano una Guidance obbligatoria (Working together to improve school attendance) per le scuole e le autorità locali. Le nuove Linee guida sono da seguire accanto ad altre indicazioni obbligatorie già esistenti per le assenze degli alunni, per il supporto nella scuola agli alunni con problemi sanitari, per l’educazione di alunni assenti da scuola per problemi di salute e per la sicurezza nella scuola.
Per superare il carattere repressivo delle sanzioni finanziarie, peraltro applicate in modo difforme nelle scuole e inefficaci nell’aggredire le cause dell’assenteismo, vengono integrate in un complesso articolato di azioni. Appare evidente il passaggio dal contrasto all’assenteismo alla promozione della frequenza attraverso una scala graduata e coordinata di interventi.
Gillian Keegan Ministra dell’educazione: “Tackling attendance is my No1 priority”
Oltre alle nuove regolazioni l’azione del Governo diventa più operativa con il 2024. In primo luogo c’è l’impegno a diffondere l’Attendance Mentor, una figura professionale per il supporto per gli studenti assenteisti e il coinvolgimento delle famiglie. La misura, rivelatasi promettente su scala ridotta, è estesa con un investimento di 15 milioni di sterline per un’azione triennale rivolta ad oltre 10.000 studenti “persistently absents”. Si prevede l’attivazione di una rete di nuovi Attendance Hubs, uno schema di intervento basato sul ruolo delle scuole con buone pratiche di frequenza come punti di riferimento per la condivisione di analisi e di iniziative, la disseminazione di strategie efficaci e la condivisione di risorse. Si opera per la diffusione dei breakfast clubs[7] nelle aree di svantaggio sociale ed economico, una leva dimostratasi efficace in precedenti esperienze anche per contenere le assenze[8]. A livello nazionale si investe su una campagna di informazione ‘Moments matter, attendance counts’[9] rivolta ai genitori e all’opinione pubblica in generale, centrata sull’importanza della frequenza scolastica per la riuscita nell’apprendimento, per il benessere personale e sociale e lo sviluppo degli studenti. La promozione di attività extracurricolari in collaborazione con soggetti esterni giocano un ruolo nelle azioni di contrasto. Lo sport, la musica, la danza, afterschool clubs sono considerati veicoli preziosi di socializzazione e di appartenenza alla scuola[10].
Altri interventi sono: una lettera dell’autorità sanitaria rivolta ai genitori sulla frequenza scolastica[11] in caso di lievi indisposizioni oltre alle indicazioni in caso di malattia[12]; l’intensificazione del supporto alla salute mentale degli studenti[13].
La visibilità pubblica delle assenze scolastiche
La disponibilità tempestiva e informazioni continue costituiscono la condizione per interventi in tempo reale e senza inutili attese. In Inghilterra i dati pubblici e accessibili sulle assenze sono ormai parte di un approccio sistematico e organico che genera risorse indispensabili per l’azione pubblica, stimola analisi e ricerche ed evita i limiti delle indagini periodiche o condotte su campioni o su periodi delimitati. Sono documentati non solo i tassi di assenza di ogni studente, di ogni classe e della singola scuola ma anche i flussi nella frequenza nel corso dell’anno scolastico con la messa in evidenza dei periodi critici (giorni prima delle vacanze o delle interruzioni delle lezioni, il venerdì o il lunedì…).
Il modello del censimento scolastico è affiancato dal sistema di attendance track,
una piattaforma interattiva con immissione giornaliera di dati di assenza per tipologia nelle ore del mattino e del pomeriggio degli studenti della fascia dell’obbligo (5-15 anni). Le informazioni così raccolte sono periodicamente disponibili e la base dati esplorabile[14].
In evidenza i legami tra frequenza regolare e apprendimento
Nel contesto inglese la disponibilità di dati e l’attenzione prammatica ai risultati scolastici rendono ricorrenti i riferimenti alle evidenze sulla relazione tra le assenze e le performance degli studenti. Gli slogan comuni e la facile retorica sull’importanza della frequenza regolare sono accompagnati dai richiami martellanti a informazioni puntuali e concrete onnipresenti. Nei documenti governativi, nei rapporti ispettivi, nelle analisi sull’assenteismo, sui media e nella comunicazione è una costante.
Così sono associati ai tassi sulla frequenza gli esiti delle valutazioni nazionali realizzate nelle scuole, i livelli raggiunti dagli studenti nel General Certificate of Secondary Education (GCSE), i traguardi dei partecipanti ai A Levels e rilievo è dato ai risultati nazionali del programma PISA. Questo ancoraggio delle assenze al livello di apprendimento è presente come fattore motivante nelle comunicazioni del Governo, è parte integrante nei documenti del Parlamento, è alla base del Rapporto nazionale degli ispettori, risalta con enfasi sui media ed è un tema corrente nei rapporti di ricerca.
Il monitoraggio accurato della frequenza e l’attenzione alle conseguenze delle assenze sono i tratti peculiari del contesto inglese e la base delle strategie volte a ripristinare l’assiduità nella partecipazione scolastica.
“Is school optional nowadays?”[15]
Di fronte a 150.000 studenti (uno su cinquanta) considerati nel 2022 come “severely absent” e a un milione e mezzo (uno su cinque) “persistently absent” arginare la marea diventa un imperativo non procrastinabile, aggravato peraltro dalla crescente domanda di servizi di salute mentale e accentuato dalle incertezze circa l’efficacia su larga scala di misure di emergenza quali l’Attendance Mentor, l’Attendance Hub e i Breeakfast Clubs di fronte al grave e imprevisto terremoto. La visibilità pubblica del problema è, senza alcun dubbio, una condizione indispensabile, ma certamente non sufficiente. L’affidabilità dei genitori non è sempre garantita e il recupero del 23-30% di sfiducia nei confronti della scuola[16] è un’impresa ardua.
Andando in profondità alla ricerca della radice del problema il cambiamento registrato nel periodo post-pandemico potrebbe non essere temporaneo o simbolico. Secondo la relazione ispettiva, infatti, “La notevole flessibilità che molte scuole hanno dimostrato durante la pandemia, e l’adozione dell’istruzione a distanza, potrebbe aver avuto conseguenze indesiderate… In tutta la società, c’è meno rispetto per il principio di un’istruzione a tempo pieno”[17]. Tre genitori su dieci concordano che “la pandemia ha dimostrato che non è essenziale per i bambini andare a scuola ogni giorno”[18], espressione di un “missing link” tra scuola e genitori[19]. Sullo sfondo, come ipotizza l’esperto professor Lee Elliot Major, si tratta di un una rottura del contratto sociale tra alcuni genitori e scuole (breakdown of the social contract between some parents and schools).
Sollevato anche in altri contesti[20] l’interrogativo su una scuola a frequenza libera potrebbe non essere solo provocatorio. Nei prossimi anni capiremo se i numeri critici delle assenze degli studenti inglesi sono frutto di una patologia passeggera e contrastabile o se dobbiamo leggervi l’allentamento degli obblighi ereditati dalla tradizione e l’anticipazione di un’evoluzione del significato della scuola per le nuove generazioni.
[1] OECD, PISA 2018 Results: What School Life Means for Students’ Lives, Vol. III, OECD Publishing, Paris 2019 p.78).
[2] N. Woolcock,“Thousands of pupils ‘missing more than half of school’ Overall attendance has improved but the number of ‘severely absent’ pupils has grown to 142.000”, The Times, 16 maggio 2024.
[3] Cfr. Nuffield Foundation, COVID-19 and social mobility: life prospects in a post-pandemic world 2022-2024 (https://www.nuffieldfoundation.org/project/covid-19-and-social-mobility).
[4] Per le nuove disposizioni legislative cfr. School Attendance (Pupil Registration) (England) Regulations 2024, Education (Penalty Notices) (England) (Amendment) Regulations 2024 e Education (Information about Individual Pupils) (England) (Amendment) Regulations.
[5] Education Committee, Persistent absence and support for disadvantaged pupils, Seventh Report of Session 2022-23, HC 970, 27 September 2023, pp.62-67.
[6] Cfr. R. Long e N. Roberts, School Attendance in England, House of Commons Library, 12 February 2024 (commonslibrary.parliament.uk).
[7] Department for Education, Guidance National school breakfast club programme Support for school breakfast club provision. 24 November 2022.
[8] Cfr. Education. Endowment Foundation (EEF), Magic Breakfas. Evaluation report and executive summary, Londra 2016 (aggiornamento 2019), pp.22; 56. La generalizzazione della misura è contenuta nel programma elettorale 2024 del Labour party. Cfr. J. Roberts, “Labour: Breakfast clubs plan ‘could cut half a million days of absence’”, TES Magazine, 9 giugno 2024.
[9] Attendance communications toolkit for schools.
[10] Department of Education, After-school clubs, community activities, and tuition, Safeguarding guidance for providers, settembre 2023.
[11] Department of Education, Letter to school leaders on mild illness and school attendance, 5 settembre 2023. LA lettera è a firma dei vertici delle autorità sanitarie del Paese.
[12] Illness and your child’s education
[13] Il supporto per affrontare problemi di salute mentale per ridurre l’assenteismo degli studenti è contenuto nel manifesto elettorale del partito conservatore (Cfr. The Conservative and Unionist Party Manifesto 2024, Clear Plan, Bold Action Secure Future, London 2024, p.27).
[14] Vedi Gov. UK, Explore education statistics, Pupil attendance in schools.
[15] K. Murkett, “Parents should share blame for plummeting school attendance”, The Spectator, 8 gennaio 2024.
[16] Cfr. i risultati del sondaggio di YouGovpoll del dicembre 2023 riportati in Centre for Social Justice (CSJ), The missing link. Restoring the bond between schools and families, Londra, gennaio 2024.
[17] OFSTED, op. cit. 2023.
[18] CSJ, op. cit. 2024.
[19] Weale, “Parents in England no longer see daily school attendance as vital, report finds”, The Guardian, 21 settembre 2023.
[20] Cfr. Alec MacGillis, “Has School Become Optional?”, The New Yorker, 8 gennaio 2024.