Educazione civica e competenze di cittadinanza

Primi dati della terza edizione dell’indagine IEA ICCS 2022

Alla fine del mese di novembre dello scorso anno è stato presentato, a cura dell’INVALSI, un primo rapporto sull’indagine internazionale relativa all’educazione civica e alla cittadinanza, promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) nel 2022[1].

La ricerca, giunta alla sua terza edizione, ha coinvolto ben 22 paesi. In Italia hanno partecipato 4300 studenti dell’ottavo anno di scolarità, 2100 insegnanti e 226 dirigenti scolastici. Può essere considerata molto importante per la misurazione del Target 4.7 dell’Agenda 2030[2] relativo all’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale.

Primo ambito di indagine

Un primo ambito dell’indagine ha riguardato la conoscenza civica relativamente ai seguenti contenuti:

  • Istituzioni e sistemi civici: istituzioni statali, sistemi economici e società civile;
  • Principi civici: equità, libertà, stato di diritto, sostenibilità e solidarietà;
  • Partecipazione civica: processo decisionale, influenza e partecipazione della comunità;
  • Ruoli e identità civiche: cittadini, immagine civica di sé e legame civico.

Tali conoscenze sono state esplorate come processi cognitivi relativi ai “saperi” e al “ragionamento e applicazione”.

Per “saperi” si intendono le informazioni apprese dagli studenti, che vengono utilizzate quando affrontano compiti di natura cognitivamente più impegnativa, aiutandoli a dare significato al loro mondo civico. Per “ragionamento e applicazione” si intendono i modi in cui gli studenti utilizzano le informazioni sulle questioni civiche e di cittadinanza per trarre conclusioni più ampie rispetto a ciascun singolo concetto e per applicarle in situazioni reali[3].

Altri ambiti di indagine

Il secondo ambito di indagine ha riguardato l’area relativa all’“atteggiamento” e all’“Impegno” intesi rispettivamente come condotta sui principi civici, questioni e istituzioni civiche, ruoli e identità civiche, e come responsabilità nel condurre le esperienze, ma anche disposizioni e aspettative future. Inoltre nell’indagine 2022 sono stati indagati anche atteggiamenti, opinioni e comportamenti relativamente a:

  • Sostenibilità, dal momento che tutti i curricoli nazionali includono sempre più spesso aspetti relativi a questa area di insegnamento;
  • Impegno attraverso le tecnologie digitali, visto il ruolo sempre più rilevante che tali tecnologie hanno avuto riguardo a nuove possibilità di mobilitarsi, organizzarsi e interagire;
  • Diversità, intesa come dimensione legata ai flussi migratori e una crescente diversità culturale che interessa ormai la maggior parte dei Paesi;
  • Opinioni sul sistema politico, a partire dalla diffusa apprensione relativa a una “recessione democratica” su scala globale e alle sfide che forme di governo democratico si trovano ad affrontare;
  • Cittadinanza globale, intesa come crescente interconnessione transnazionale e globalizzazione delle questioni politiche, sociali, economiche e ambientali.

Gli strumenti dell’indagine sono stati prove cognitive, questionari (cartacei e digitali) somministrati agli alunni, questionari rivolti ai docenti e questionario scuola rivolto ai dirigenti, indagine sui contesti internazionali relativamente alla presenza dell’insegnamento dell’educazione civica e alla cittadinanza nei curriculi di ciascun sistema scolastico.

Come utilizzare i dati

Per una lettura approfondita dei dati e per poter consultare gli strumenti di rilevazione utilizzati, si rimanda al sito dell’Invalsi[4]. Va da sé che i dati andrebbero presi e utilizzati dai decisori politici e dai tecnici dei sistemi di istruzione per una rilettura dei bisogni educativi delle giovani generazioni e per sostenere processi virtuosi di sostegno alla cittadinanza globale.

In questa sede prenderemo in esame alcuni aspetti che possono fornire alle scuole e ai docenti indicazioni per rimettere al centro dell’attenzione una riflessione consapevole sulle pratiche didattiche relative all’insegnamento dell’educazione civica e della cittadinanza e degli strumenti di valutazione utilizzati per descrivere le competenze acquisite dagli alunni.

La “conoscenza civica” nella ricerca IEA è stata intesa non solo come conoscenza dichiarativa e capacità di ricordare informazioni ma come capacità di ragionare per utilizzarle in situazioni reali.

Una scala a quattro livelli

La scala che descrive il possesso di tali conoscenze si compone di quattro livelli, dal più basso (D) al più alto (A)[5] e coerentemente con la descrizione dei livelli sono stati costruiti gli items della prova cognitiva. Gli studenti del campione italiano hanno raggiunto un punteggio medio di 532 punti superiore alla media ICSS (503) riconducibile al livello B[6] e complessivamente hanno raggiunto risultati che possono essere considerati positivi dal momento che il 34,8% si colloca al livello B e il 34,7% al livello A.

Anche in questa rilevazione, come nella maggior parte delle rilevazioni nazionali e internazionali si registrano variazioni dei risultati in relazione all’area geografica, al sesso o al livello socio-economico e culturale della famiglia e alla condizione di migrante.

I risultati variano a seconda della macro area di riferimento territoriale, infatti gli studenti del Sud e delle Isole raggiungono un punteggio medio di 495 a fronte del punteggio di 542 del Nord Est e di 539 del Nord Ovest. Inoltre le ragazze in Italia hanno avuto un risultato superiore di 27 punti rispetto ai ragazzi, fenomeno che si registra in quasi tutti i Paesi in cui è stata effettuata la rilevazione.

Rapporto tra stato socio-economico e risultati

Gli studenti con status socio economico (SES) più elevato hanno dimostrato una conoscenza civica superiore rispetto agli studenti con status socio economico basso; per quanto riguarda l’Italia con un SES basso si raggiunge il punteggio di 477 (media internazionale 467), con un SES alto 544 (media internazionale 532). Inoltre i dati mostrano che, in generale, gli studenti provenienti da famiglie non im­migrate hanno ottenuto punteggi più alti nella scala delle conoscenze civiche rispetto a quelli provenienti da famiglie immigrate[7] con una differenza tra i due gruppi di 41 punti. Significativa anche l’incidenza della presenza di libri a casa, spia ovviamente del livello culturale del contesto familiare, infatti gli studenti e le studentesse che dichiarano di avere a casa più di 26 libri ottengono un punteggio medio superiore di 67 punti.

Impegno civico e partecipazione

L’indagine ha anche esplorato le opinioni relative all’impegno civico e alla partecipazione presente e futura nonché sulle modalità di acquisizione delle informazioni e sulle occasioni di confronto anche fuori dal contesto scolastico.

In Italia la percentuale di studenti interessati “molto” e “abbastanza” alle questioni politiche e sociali è del 39%, dato superiore alla media internazionale che è del 30%. Questa percentuale è più elevata fra coloro che vedono i propri familiari interessati alle questioni politiche e sociali. La famiglia rimane il luogo principale in cui avviene il confronto su tali questioni: il 47% degli studenti italiani ha dichiarato infatti di partecipare a discussioni su problemi sociali e politici con i genitori.

Fonti informative e riflessione sulle informazioni

Gli studenti italiani hanno dichiarato di acquisire informazioni per il 68% dalla televisione, per il 28% dai giornali, per il 47% da internet. La scuola resta comunque il luogo in cui viene sviluppato un esercizio critico sulle informazioni, anche se acquisiste fuori dalla scuola. Il 48% degli insegnanti ha dichiarato di svolgere con i propri alunni attività di analisi di informazioni provenienti da fonti diverse per valutarne l’attendibilità e la veridicità.

Per quanto riguarda le metodologie utilizzate, più della metà dei docenti italiani intervistati ha dichiarato di svolgere “spesso o molto spesso discussioni su questioni di attualità (71%), di realizzare presentazioni usando tecnologie digitali (64%), di partecipare a progetti e lavori in classe con le tecnologie digitali (64%), di fare ricerca e/o analisi delle informazio­ni raccolte da diverse fonti sul Web (63%), di studiare sui libri di testo (57%). Solo una piccola minoranza dichiara di proporre agli studenti argomenti da discutere durante le lezioni successive (20%), di utilizzare il gioco di ruolo (17%) o di lavorare su progetti che implicano la raccolta di informazioni all’esterno della scuola (13%).

Educazione alla sostenibilità

In linea con i risultati internazionali, nella scuola italiana vengono esercitate pratiche che favoriscono l’educazione alla sostenibilità e alle questioni ambientali come emerge dalle risposte al questionario scuola. Le più comuni sono quelle relative alla raccolta differenziata (90%), alla riduzione dei rifiuti (ad esempio incoraggiando i pasti a rifiuti zero e limitando l’utilizzo dei prodotti di plastica monouso, 80%), al ri­sparmio energetico (74%). Le pratiche che si utilizzano di meno, invece, riguardano l’uso di prodotti equosolidali, come il tè o caffè o i cibi della mensa (23%), e la ri-distribuzione di alimenti intatti e non consumati a enti di beneficenza o ai bisognosi (16%). Inoltre in Italia, in linea con i risultati internazionali, i docenti svolgono attività di sensibilizzazione sull’impatto ambientale (consumo eccessivo di risorse, 80%). È questa un’attività in cui il dato del nostro Paese è il più alto in assoluto, con una differenza percentuale dalla media internazionale di +19%. C’è poi il riciclaggio e la raccolta dei rifiuti nella comunità locale (49%). Le percentuali più basse sono state registrate per alcune attività di sensibilizzazione più particolari, come firmare petizioni su questioni ambientali (4%) e scrivere a giornali o riviste per sostenere azioni sull’ambiente (5%).

Apprendimenti per la vita

Quanto acquisito a scuola sembra influenzare positivamente anche comportamenti futuri, infatti c’è una forte associazione tra le conoscenze civiche e la volontà di partecipare ad azioni legate alla protezione ambientale, con una differenza di 4 punti sulla scala per gli studenti con conoscenze civiche superiori alla media nazionale almeno al livello B[8].

L’apprendimento a scuola delle conoscenze riguardo alla cittadinanza globale rimane quindi fondamentale, infatti il 91% degli studenti dichiara di aver imparato a scuola “molto” o “abbastanza” sulla tutela dell’ambiente, seguono la tutela dei diritti dei cittadini (74%) e le questioni e gli avvenimenti politici negli altri Paesi (70%). Ma gli studenti italiani hanno indicato di svolgere anche attività per verificare se ci si può fidare delle informazioni online (68%), per informarsi sul funzionamento dell’economia (62%), sul modo in cui i cittadini possono votare alle elezio­ni politiche o amministrative (61%), sulle modalità con cui vengono introdotte e modificate le leggi in Italia (61%) e il modo in cui contribuire a risolvere i problemi della comunità locale (57%).

Consapevolezza dei rischi

I giovani tredicenni italiani appaiono in questa ricerca anche consapevoli dei rischi e preoccupati per il futuro e individuano come principali motivi della loro preoccupazione: l’inquinamento per l’86%, la carenza idrica per l’84%, i cambiamenti climatici per il 76%, i conflitti violenti per il 63%, le malattie infettive per il 55%, la crisi finanziaria globale per il 51%.

Per quanto riguarda invece l’eguaglianza di genere gli studenti italiani hanno atteggiamenti più favorevoli rispetto alla media inter­nazionale, così come per quanto riguarda i diritti tra gruppi con o senza background migratorio; ad esempio il 97% dichiara che i figli degli immigrati dovrebbero avere le stesse opportunità di studio degli altri bambini che vivono nel Paese[9].

Scuola e competenze civiche

Questa prima analisi di alcuni dati del rapporto dell’indagine fornisce un quadro abbastanza positivo, per quanto riguarda l’Italia, in merito al ruolo della scuola nella formazione delle competenze civiche e di cittadinanza globale. In merito alle dichiarazioni dei docenti, la percezione notevole degli studenti, che ritiene rilevanti le esperienze formative e i contenuti acquisiti in questo ambito, costituisce la spia dell’impegno della scuola italiana, rafforzato dalla più recente normativa. Inoltre dal quadro qui rappresentato, conoscenze e dimensioni affettivo-comportamentali sembrano integrarsi efficacemente all’interno di percorsi didattici e sembrano favorire sia un clima di classe aperto alla discussione e al dialogo[10] sia l’impegno in azioni concrete nella vita scolastica quotidiana. Questo scenario è sicuramente segno di un impegno pedagogico e didattico significativo della scuola italiana.

La lettura dei dati, l’analisi del quadro di riferimento e degli strumenti di rilevazione possono rappresentare una occasione ulteriore per le scuole di riflettere sulle azioni realizzate ma anche una occasione formativa per i docenti.

Una riflessione a parte andrebbe dedicata, ad esempio, all’area della partecipazione politica e delle aspettative nei confronti delle istituzioni dello Stato e delle diverse forme di governo, magari solo ad un livello superiore di scolarità, per la maggiore complessità di conoscenze che tale riflessione richiede.


[1] I materiali relativi ai risultati dell’indagine OEA ICCS 2022 sono disponibili sul sito dell’INVALSI

[2] Target. 4.7: “Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica, e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.

[3] Cfr. INVALSI, Rapporto nazionale ICCS 2022.

[4] Risultati IEA ICCS 2022.

[5] INVALSI, Rapporto nazionale ICCS 2022, pag. 53.

[6] Esempio: identificano le motivazioni ambientali e sociali associate al consumo etico; definiscono il ruolo principale di una Costituzione; identificano un comportamento coerente con la definizione di cittadino globale.

[7] INVALSI, Rapporto nazionale ICCS 2022 Tabella 3.21.

[8] Cfr. INVALSI, Rapporto nazionale ICCS 2022, Tab. 4.15.

[9] Cfr. Tabelle 15 e 16 INVALSI, Sintesi risultati ICSS.

[10] Cfr. INVALSI, Rapporto nazionale ICSS 2022, pag. 163 e seg.