Ivana Barbacci, segretaria generale nazionale Cisl Scuola, dopo una lunga trattativa il contratto scuola è stato finalmente rinnovato. Ci racconta com’ è andata?
La trattativa non è stata per nulla semplice. Il contratto andava già rinnovato dal 2019 e in realtà in tutti questi anni la scuola si è dovuta adeguare ai grandi cambiamenti della nostra società, anche in conseguenza dell’emergenza sanitaria. Quindi, la scuola italiana ha dovuto cambiare completamente il suo paradigma d’azione. Tante le questioni che abbiamo dovuto affrontare nel confronto e tanti i nodi che abbiamo dovuto sciogliere in un tempo che, anche se lungo, ci ha consentito di raggiungere l’obiettivo.
Mi sembra che ci siano buone novità su piano economico per tutto il personale della scuola e non solo per i docenti. Ma con questo contratto siete riusciti ad intervenire su altri aspetti, per esempio, su quelli di tipo normativo?
L’aspetto più significativo è che abbiamo distribuito tutte le risorse economiche a disposizione. In pratica non è stato disperso neanche un centesimo: abbiamo riconosciuto 124 € medie di aumento a tutti, con punte di 190 euro; si tratta di importi perfettamente allineati con quelli definiti dagli altri contratti della pubblica amministrazione. Al tempo stesso siamo riusciti ad intervenire su aspetti normativi importanti in grado di dare certezze e agibilità nella complessità della vita scolastica di oggi. Altra novità significativa, che mette fine ad una discriminazione non più tollerabile, è il riconoscimento dei tre giorni di permesso retribuito anche al personale precario.
Il contratto ha affrontato anche il tema della formazione?
Abbiamo messo al centro della discussione la formazione degli insegnanti e del personale, leva strategica per il miglioramento complessivo della qualità dell’offerta formativa. La formazione viene finalmente programmata e progettata all’interno delle attività funzionali all’insegnamento. Prima rappresentava un carico di lavoro aggiuntivo mentre, da oggi, rientra a pieno titolo all’interno degli impegni deliberati dagli organi collegiali; abbiamo quindi consentito finalmente che le attività di formazione vengano pagate con il fondo di istituto. Il messaggio complessivo è che tutto ciò che è extra può, anzi deve essere riconosciuto dal fondo d’istituto. Ne consegue che anche tutte le attività di coordinamento e tutoraggio, che tanto impegnano gli insegnanti e che sono un carico di lavoro aggiuntivo dovranno essere riconosciute.
Quali sono le novità più rilevanti per il personale ATA?
Abbiamo lavorato per organizzare una nuova impostazione degli ordinamenti del personale ATA introducendo un nuovo profilo professionale, quello degli operatori, che garantisce le progressioni di carriera ai collaboratori scolastici.
Abbiamo ottenuto lo sblocco delle risorse che vanno a finanziare le posizioni economiche del personale ATA che erano sospese da più di 10 anni. Finalmente, vengono riconosciute le elevate qualificazione per i DSGA.
In particolare, abbiamo ritenuto opportuno e necessario valorizzare la figura dei DSGA: su di essi gravano responsabilità importanti e, quindi, a loro viene assegnato un aumento consistente dell’indennità di direzione pari a 60 €: sommati all’aumento medio consentono di ottenere l’incremento economico maggiormente significativo.
Il contratto risolve definitivamente anche la situazione degli assistenti amministrativi facenti funzione che, in virtù di questo rinnovo, potranno entrare nell’area dei funzionari e delle elevate qualificazioni, governare e dirigere dal punto di vista amministrativo le scuole a pieno titolo.
Si da, dunque, dignità a tutto questo personale e si creano i presupposti per dare stabilità alle scuole.
Si può fare un bilancio definitivo?
Abbiamo rinforzato il ruolo della contrattazione di istituto e degli organi collegiali, ciascuno per i propri ambiti di azione e quindi riteniamo di aver rilanciato l’autonomia scolastica.
La Cisl scuola è soddisfatta per aver chiuso una parentesi che oramai era scaduta a dicembre 2021, abbiamo lavorato tanto per chiudere questo contratto. Lo riteniamo un buon punto di partenza ma, chiaramente, le condizioni del personale della scuola devono essere rimesse al centro delle politiche governative. Nel contesto attuale abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile. Ora abbiamo tutto il tempo e tutte le condizioni per aprire davvero il contratto 2022/2024.