Educazione Finanziaria, siamo ad una svolta?

Come diffonderla in tutte le classi

Il 29 marzo 2023, presso il Senato della Repubblica alla 7ª Commissione Permanente, così conclude la sua Audizione la Direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, la dott.ssa Annamaria Lusardi: ”Sono oggi in discussione quattro diversi disegni di legge che rafforzano l’insegnamento dell’educazione finanziaria nelle scuole e vanno nella direzione tracciata dal Comitato fin dalla sua istituzione, rispondendo efficacemente anche alla richiesta dei cittadini di essere maggiormente accompagnati nell’acquisizione delle conoscenze finanziarie, previdenziali e assicurative, per essere più attrezzati in un mondo che cambia”.

I quattro disegni di Legge costituiscono quattro diverse proposte di legge che si possono ricondurre a due tipologie: i Disegni di legge n. 155 e n. 288 propongono l’inserimento dell’educazione finanziaria nell’ambito dell’educazione civica, mentre i Disegni di legge n. 158 e n. 421 suggeriscono l’introduzione dell’educazione finanziaria come materia a sé, con una modalità di insegnamento trasversale, analogamente all’educazione civica.

La cultura finanziaria entra a scuola

Il 4 aprile scorso, presso il Senato della Repubblica alla 7ª Commissione Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, il Capo del Dipartimento “Tutela della clientela ed educazione finanziaria” della Banca d’Italia, la dott.ssa Magda Bianco, ha presentato in un quadro chiaro ed organico l’importanza della cultura finanziaria per il benessere individuale, collettivo e sistemico ed illustra il ruolo della scuola in questo campo e l’esperienza della Banca d’Italia al fianco di tanti docenti e istituzioni scolastiche.

Il successivo 11 aprile un comunicato stampa del MIM ha annunciato che “Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge Competitività, che inserisce l’Educazione finanziaria nell’insegnamento dell’Educazione civica. In questo modo, in un’ottica interdisciplinare e trasversale, acquisiscono centralità nel percorso formativo la finanza, il risparmio e l’investimento, con l’obiettivo di rendere i ragazzi cittadini con sapevoli, capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese”.

Il DDL n. 674 di iniziativa governativa presentato al Senato all’art. 21, rubricato “Misure in materia di educazione finanziaria”, introduce le modifiche agli articoli 1 e 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, che ha introdotto, o reintrodotto, l’educazione civica a scuola.

Ha prevalso, quindi, una soluzione di più facile ed immediata attuazione per avviare, si spera, già dall’anno scolastico 2023/2024 l’Educazione Finanziaria nelle scuole.

Perché l’educazione finanziaria è importante

Ma cos’è la conoscenza finanziaria e perché se ne parla così tanto a livello globale? La risposta la troviamo nel progetto Pisa (Programme for International Student Assessment) dell’Ocse che la definisce una conoscenza di base essenziale nel ventunesimo secolo per partecipare alla società, importante come saper leggere, conoscere la matematica e le scienze. I dati dell’indagine Financial Literacy del 2018 e pubblicati a maggio del 2020 sono reperibili in rete[1] ed utili a quanti vogliano approfondire l’argomento.

Con l’introduzione dell’Educazione Finanziaria nelle scuole, una volta concluso l’iter legislativo del Ddl, le innumerevoli esperienze di formazione finanziaria che negli anni sono state portate avanti da soggetti come “Banca d’Italia”, “Consob”, “Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria” e dalle più importanti associazioni nel campo, troveranno una sistematizzazione rientrando nell’insegnamento dell’Educazione civica. Una porta di ingresso di ampio respiro che accoglierà l’educazione finanziaria come disciplina fondamentale per la crescita del senso della “civitas” nelle generazioni presenti e future.

Non siamo all’anno zero

Per comprendere, però, che non ci troviamo nell’anno zero dell’educazione finanziaria basta guardarsi indietro e leggere l’articolo di Mavina Pietraforte sul numero 170 di Scuola 7[2]. Attraverso una bella disamina sulla materia e sulle tante esperienze del passato, cita un’opera divulgativa sui temi economici e finanziari dal titolo “L’economia di zio Paperone” che “Il Sole24 ore” e la “Walt Disney libri” già nel 1993 pubblicavano con grande successo di pubblico. Personalmente ne ho testato l’utilità didattica per introdurre bambini della allora scuola elementare a concetti di non facile portata attraverso personaggi amati e famosi.

Fin dall’anno scolastico 2008-2009, inoltre, sono state molteplici le iniziative e i progetti portati avanti dalla Banca d’Italia, quali:

  • l’Educazione finanziaria nelle scuole
  • le Campagne nazionali di sensibilizzazione sull’importanza dell’educazione finanziaria
  • il Mese per l’Educazione Finanziaria di ottobre
  • la Global Money Week.

Nel “Censimento delle iniziative di educazione finanziaria”[3] troviamo molte iniziative di Educazione Finanziaria condotte negli anni 2012-2014. In quei soli due anni sono state censite 200 iniziative ad opera di 250 soggetti, anche se dalla lettura del Censimento emerge un quadro non proprio all’altezza di un Paese tra i fondatori dell’U.E.

Un’altra tappa importante, che ha anticipato quanto oggi si sta definendo, la possiamo individuare quando il 3 luglio del 2015, pochi giorni prima della Legge 13 luglio 2015, n. 107, i ministri Giannini e Padoa-Schioppa firmarono una “Carta di intenti” tra il MIUR, il MEF, la Corte dei conti, la Banca d’Italia, la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate ed altre Parti per “L’Educazione economica come elemento di Sviluppo e Crescita sociale” che poneva le basi per una fattiva collaborazione definendo i ruoli ed i compiti in capo alle Parti firmatarie.

L’ultimo esempio in ordine di tempo

Con riferimento ad un passato più prossimo a noi, basta poi guardare al Piano Ri-Generazione Scuola del 2021, nell’ambito del quale è stato elaborato un progetto diEducazione all’uso del digitale per un consumo consapevole e sostenibile”promosso e finanziato attraverso un protocollo di intesa realizzato dal Ministero dello sviluppo economico(oraMinistero delle Imprese e del Made in Italy), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione(oraMinistero dell’Istruzione e del Merito). Una delle quattro direttrici dei webinar che hanno dato vita a questo progetto, unitamente ad altre piste di azione, è stato dedicato all’“Educazione Finanziaria” con il Partner “Banca d’Italia Eurosistema”. In quell’ambito sono stati trattati con estrema chiarezza, per i docenti di ogni ordine e grado, temi quali:Servizi bancari e finanziari, Finanza sostenibile, Cosa sapere prima di investire i propri risparmi, Comprare online o in negozio? Cosa c’è da sapere, Pianificare e prendere decisioni finanziarie consapevoli per sé e la propria famiglia, con l’obiettivo di fornire ai docenti spunti per interventi formativi adeguati alle varie età dei propri discenti.

A che punto siamo

Ma nonostante il pregio ed il non esiguo numero degli interventi che si sono succeduti negli anni, purtuttavia l’impatto sulla popolazione scolastica è stato evidentemente esiguo. E ciò in quanto l’Educazione Finanziaria, non rientrando né nelle Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica (DM 22 giugno 2020), né nelle Indicazioni Nazionali del primo o del secondo ciclo (DM 16 novembre 2012, n. 254) non fa strutturalmente parte del curricolo scolastico e raramente rientra tra le esperienze di ampliamento dell’offerta formativa. In sintesi la sua eventuale diffusione è dovuta solo alla sensibilità di un Dirigente, di un docente, di un consiglio di classe aperti alle innovazioni e disponibili a partecipare a iniziative, concorsi, bandi offerti ora da una ora da un’altra delle citate organizzazioni. Ma senza quel necessario supporto normativo, strutturale, programmatico, progettuale e formativo che tale insegnamento meriterebbe e senza una governance attiva sia a livello di Amministrazione centrale che periferica, i risultati non sono arrivati.

Da dove ripartire: parlano i numeri

Oggi, numeri alla mano, le statistiche internazionali collocano l’Italia al 63° posto per il possesso delle basilari competenze in materia finanziaria declinate nei principali asset della disciplina (inflazione, diversificazione e comprensione dei rendimenti semplici e composti) posti alla base della vita economica di un cittadino del 21° secolo. L’80% dei giovani ritiene di non avere competenze necessarie per affrontare le complessità economiche ed i rischi a cui si sentono esposti e il 90%dei genitori vorrebbe che l’insegnamento dell’Educazione Finanziaria entrasse nelle aule scolastiche. È doveroso notare, inoltre, che l’Italia è l’ultimo paese dell’Unione Europea ad introdurre l’insegnamento dell’Educazione Finanziaria nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado[4]. Numeri, a leggerli con animo sereno, evidenziano uno scarto tra le conoscenze/competenze necessarie ai giovani per affrontare la vita di oggi e del prossimo futuro e quelle che la scuola ancora tarda a ricomprendere tra le più necessarie ed organiche per tutti gli studenti di ogni grado dell’istruzione.

Da qui anche il richiamo accorato della Economista Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento dell’attività di educazione finanziaria. Nel marzo 2021 così rispondeva al giornalista de “Il Sole 24 ore” che le chiedeva se era finalmente arrivato il momento giusto (post pandemia e relativa crisi delle categorie più deboli) per introdurre l’educazione finanziaria tra le discipline di studio e da dove si potesse partire: “Un modo per farlo è inserire l’educazione finanziaria nella educazione civica che è diventata materia curriculare ed è insegnata a partire dalle scuole elementari. Anche l’educazione finanziaria deve cominciare molto presto, appunto quando si inizia ad andare a scuola, e non deve fermarsi alla scuola dell’obbligo. Questa materia deve essere prevista anche nei percorsi formativi della scuola secondaria superiore trasversalmente e nei diversi corsi universitari. Molti Paesi l’hanno già resa obbligatoria nelle scuole e hanno inserito la finanza personale nei corsi degli atenei.”

La porta dell’Educazione Civica è aperta all’educazione finanziaria

Se la storia è “maestra di vita”, perché da essa e dai suoi errori si impara, allora speriamo che l’ingresso dell’educazione finanziaria attraverso la porta dell’Educazione civica diventi l’esito proficui di un disegno organico e lineare. È necessario portare in ogni aula di ogni istituzione scolastica un insegnamento che non si riduca in un semplice automatismo, ma che lasci neanche sulle spalle di ogni Dirigente e di ogni Collegio Docenti l’arduo compito di tradurre in prassi virtuose ogni sussulto del decisore politico.

La scuola c’è sempre, si anima e si tuffa con senso del dovere ed entusiasmo in ogni attività capace di costruire educazione e istruzione; ma la scuola ha bisogno, per percorrere sentieri complessi, di essere accompagnata con idee chiare e supporti idonei. Ha bisogno, tra l’altro, di avere certezze su cui contare, in primis una solida preparazione disciplinare e metodologica, a cominciare dalla formazione iniziale a cura del MUR (Ministero dell’Università e Ricerca) e poi alimentata, curata ed aggiornata dalla formazione in servizio a cura del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito).

Sui temi dell’Educazione finanziaria entrambi gli aspetti sono da implementare e portare alla massima diffusività. I soggetti che da anni si interessano alla tematica sono pronti a guidare l’innovazione, a illuminare la strada, a non lasciare soli i docenti e i dirigenti ad individuare i percorsi più idonei.

Gli auspici della Banca d’Italia

A conferma arrivano le conclusioni, nella già citata audizione della Banca d’Italia, della dott.ssa Magda Bianco: “La legge n. 92 del 2019, nell’introdurre l’educazione civica nelle scuole, aveva fissato un periodo di sperimentazione e monitoraggio da parte delle scuole da concludersi con l’anno scolastico 2022/2023, al termine del quale realizzare un’istruttoria finalizzata a integrare e rendere definitive le ‘Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica’ originariamente emanate con il Decreto Ministeriale 35 del 2020. L’occasione dell’integrazione delle Linee guida per l’educazione civica da realizzare nei prossimi mesi potrebbe essere efficacemente sfruttata per inserire in maniera esplicita l’educazione finanziaria tra i nuclei concettuali dell’educazione civica e arrivare alla formulazione di apposite linee guida che definiscano i traguardi di sviluppo delle competenze, gli obiettivi specifici di apprendimento e i risultati attesi. A questo riguardo, come sopra ricordato, il lavoro svolto dal Comitato nella definizione del quadro delle competenze economico-finanziarie raccomandato per i giovani e quello in corso a livello europeo possono essere di ausilio per l’integrazione delle linee guida per l’educazione civica, secondo uno sviluppo verticale dell’educazione finanziaria attraverso i due cicli scolastici. Esistono inoltre materiali didattici dedicati, come quelli della Banca d’Italia, nonché un’ampia offerta formativa dedicata ai docenti”.

Non è mai troppo tardi, diceva il noto Maestro Manzi, non siamo, però, all’anno zero e la scuola non è sola.


[1] I risultati dell’Indagine sulla Financial Literacy in PISA 2018

[2] I fumetti di Zio Paperone: agli albori dell’educazione finanziaria

[3] Una rilevazione promossa dalle Autorità di vigilanza Banca d’Italia, “Consob” COVIP e IVASS, insieme al Museo del Risparmio, alla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio e alla Fondazione Rosselli, d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).

[4] Quello che conta. Il portale dell’educazione finanziaria. Strategia nazionale.