È utile ripercorrere gli ultimi passaggi di un iter normativo che parte dalla “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation Eu”del PNRR, per poi zoomare sugli ultimi provvedimenti.
Iter normativo
L’art. 1, comma 561, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 prevede: “Nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito è istituito un fondo, con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2023, finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto della dispersione scolastica, ivi comprese quelle volte a definire percorsi personalizzati per gli studenti, nonché di quelle svolte in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Contestualmente, con il Decreto ministeriale 22 dicembre 2022, n. 328 si adottano le Linee guida per l’orientamento[1].
Oggi, con il Decreto ministeriale 5 aprile 2023, n. 63 si individuano i criteri per la ripartizione del Fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento… come rubricato nella legge di Bilancio; con gli allegati si comunicano le assegnazioni delle risorse alle 2753 istituzioni scolastiche di scuola secondaria superiore (fino alla concorrenza dei 150 milioni di euro stanziati) e il relativo contingente di insegnanti, pari a 40.461, da selezionare per la formazione.
Avvio delle iniziative per l’attuazione delle linee guida
È la CM 5 aprile 2023, n. 958 “Avvio delle iniziative propedeutiche all’attuazione delle Linee Guida sull’orientamento – a.s. 2023/2024 – Prime indicazioni” (in seguito Circolare), indirizzata in primis ai dirigenti scolastici, a fornire indicazioni operative, per garantire una omogenea progressione verso l’obiettivo: avviare il prossimo anno scolastico con risorse professionali già formate per le funzioni di tutor. Questo significa, ed è l’obiettivo collegato, che gli studenti delle 70.000 classi coinvolte (secondo biennio + quinto anno per licei e istituti tecnici e triennio degli istituti professionali) potranno contestualmente iniziare attività curricolari di orientamento.
La selezione dei docenti
Ogni istituzione scolastica principale (generalmente articolata in più istituti di scuola secondaria superiore), a cui fa riferimento il codice meccanografico indicato negli allegati al D.M. 5 aprile 2023, n. 63 conosce sia l’importo assegnato (Allegato A) sia il numero complessivo di docenti da selezionare per la formazione (Allegato B).
Su questa base, con riferimento all’autonomia organizzativa di ogni scuola, il Dirigente scolastico avvia le procedure di selezione dei docenti.
Deve comunicare il numero degli insegnanti da formare specificando i tre requisiti ritenuti preferenziali dalla Circolare ovvero:
- 5 anni di anzianità maturata con contratti a tempo indeterminato o determinato;
- avere già svolto compiti rientranti in quelli delle due figure da formare;
- dichiarare la disponibilità a ricoprire la funzione per 3 anni.
Il Dirigente scolastico deve anche acquisire la dichiarazione di “disponibilità” a svolgere le funzioni di docente orientatore e di tutor e ad aderire al percorso formativo propedeutico.
Selezionare, in fine, i nominativi dei docenti da comunicare entro il 2 maggio 2023, utilizzando la piattaforma “FUTURA PNRR – Gestione Progetti” sezione “docenti tutor orientamento”.
I compiti del tutor orientatore
La Circolare delinea in modo essenziale i compiti del tutor, riprendendo i contenuti dei moduli curricolari di orientamento di almeno 30 ore,come proposti dalle Linee Guida:
- cura dell’integrazione con i percorsi PCTO;
- aiuto nella costruzione in itinere del personale progetto di vita culturale e professionale dello studente;
- aiuto nella documentazione dello sviluppo delle proprie competenze nell’E-portfolio [vedi punti 7 e 8 del D.M. n. 328/2022].
Nella circolare si fa cenno, naturalmente, al ruolo di cerniera sia per il dialogo costante con l’allievo e la famiglia (in particolare nei momenti di transizione da un ordine di scuola all’altro, dalla scuola all’istruzione superiore, dalla scuola al mondo del lavoro) sia per la creazione di un nuovo rapporto tra la scuola e le risorse del territorio spesso poco conosciute e valorizzate.
È una funzione complessa, dunque, quella del tutor che nelle Linee Guida viene riassunta nel termine consigliere dello studente e della famiglia. Il tutto naturalmente in vista di un curriculum dello studente in accompagnamento al diploma che sia coerente con l’E-portfolio, e quindi in grado di sostenere scelte ponderate per il futuro di studi e/o di lavoro.
Raggruppamenti di studenti
In base alle indicazioni della Circolare, ogni istituzione scolastica può individuare un tutor per ogni gruppo formato da un minimo di 30 ad un massimo di 50 studenti. Poiché il numero di docenti da formare è stabilito a monte, la scelta quasi obbligata è data dal rapporto tra questi e la numerosità degli studenti. Questo non esclude, poi, che questi raggruppamenti possano essere stabiliti in base ai moduli di orientamento da realizzare.
Suggerimenti del CSPI sulla formazione e sulla selezione dei docenti
Alcuni passaggi del Parere del 28 marzo 2023[2] sono utili ad orientare le azioni dei dirigenti scolastici e degli organi collegiali, per implementare quanto avviato dal Ministero, sapendo che le innovazioni messe in campo meritano un forte protagonismo delle scuole.
Il CSPI auspica, per esempio, che si vada oltre la formazione iniziale di 20 ore, considerata la complessità delle competenze richieste per lo svolgimento della funzione del docente tutor. Alla formazione iniziale ed essenziale (di pochi) sarebbe opportuno accompagnare ulteriori attività formative per allargare la platea di fruitori, cercando di coinvolgere le Università ed evitando di ricorrere esclusivamente alla modalità telematica. La Circolare Ministeriale precisa infatti che “nel corso dell’anno scolastico 2023/2024 saranno curate da INDIRE ulteriori attività di accompagnamento dei tutor e dei docenti orientatori e saranno promosse comunità di pratiche fra i docenti”. Inoltre, occorre pensare ad una specifica formazione anche del docente orientatore, perché ci sia una efficace azione di sistema, come pure sarebbe utile avviare alla formazione specifica tutti i docenti che si dichiarano disponibili.
Per quanto concerne la selezione dei docenti, a parere del CSPI, il Dirigente scolastico farebbe bene a tener conto non solo delle indicazioni contenute nella CM, ma anche “dei criteri definiti dal collegio docenti per la scelta delle funzioni di tutor orientatore”. È appena il caso di ricordare che questa modalità consentirebbe di poter contare su una base condivisa in sede di contrattazione decentrata per stabilire poi i criteri per l’assegnazione dei compensi ai tutor e agli orientatori.
Una riflessione a margine sulla figura di tutor
A poter vantare esperienze pregresse più strutturate per la figura del docente tutor e per la progettazione di percorsi personalizzati sono proprio gli istituti professionali, arrivati al quinto anno della riforma (D.lgs. n. 61/2017 e decreti attuativi), alla base della quale c’erano le stesse evidenze che hanno determinato la priorità delle azioni strutturali di orientamento: dispersione scolastica esplicita e implicita, disallineamento tra domanda e offerta del mondo del lavoro. Il tutor scolastico in questo caso viene scelto all’interno del consiglio di classe con il compito di accompagnare lo studente nel suo percorso di apprendimento personalizzato, evitare fenomeni di abbondono o dispersione implicita, sostenendolo nell’elaborazione del suo portfolio e orientandolo verso opportunità formative adeguate alle sue potenzialità. Cosa ci insegnano queste esperienze? Entreranno per primi nella formazione prossima? Perché non ripetere l’esperienza di far corrispondere il tutor orientatore alla singola classe? Sicuramente è la prima volta che la funzione di tutor viene collegata direttamente ad un fondo specifico per la valorizzazione della professionalità docente ed è importante che le somme ad essa destinate, pur sempre come compenso accessorio, possano essere ritenute interessanti.
La scelta di partire dal triennio
In quanto alla decisione di partire dal triennio conclusivo della scuola superiore e non anche dalla scuola secondaria di primo grado, il CSPI mette in evidenza che l’orientamento proprio “in questo segmento di istruzione rappresenta il momento cruciale e dirimente per una scelta più consapevole del successivo percorso scolastico, diventando così una reale misura contenitiva della dispersione scolastica”. D’altra parte, anche le Linee Guida si esprimevano in tal senso. Inoltre, in premessa al D.M. n. 63/2023 si legge che si è “ritenuto di dover agire prioritariamente sull’elevato disallineamento (mismachting) tra domanda e offerta del mondo del lavoro, al fine di valorizzare il capitale umano dei giovani inseriti nei percorsi scolastici del Sistema di Istruzione e Formazione Nazionale al fine di diminuire il fenomeno della dispersione e non incrementare il fenomeno dei NEET…. “.
Una emergenza italiana
Se analizziamo due soli indicatori scelti dalla Commissione Europea nella sua Comunicazione al Parlamento del 30 settembre 2020 sulla creazione di uno Spazio Europeo dell’Istruzione, i dati dell’Italia ci danno conto della distanza dagli obiettivi del 2025 e del 2030.
“Nel 2021, la quota dei giovani 18-24enni che escono dal sistema di istruzione e formazione senza aver conseguito un diploma o una qualifica è pari al 12,7% (517 mila giovani) e in marginale riduzione rispetto all’anno precedente (14,2%). Nell’anno scolastico 2021/2022, in Italia, il 9,7% degli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado rientrano nella definizione di dispersione implicita. Si tratta di una quota stabile rispetto all’anno precedente, ma in crescita rispetto all’anno scolastico 2018/2019. Il fenomeno riguarda più i ragazzi (12%) che le ragazze (7,4%). Solitamente, la difficoltà a raggiungere i traguardi scolastici in termini di competenze è un processo che inizia già nella scuola primaria e secondaria di primo grado. La possibilità di misurare la dispersione implicita anche in altri gradi scolastici può facilitare la prevenzione di fenomeni di uscita precoce dal sistema scolastico, frequentemente causati proprio dal mancato raggiungimento di livelli di preparazione adeguati, attraverso l’adozione tempestiva di azioni di contrasto in un momento in cui possono avere una maggiore probabilità di successo”[3].
Il tasso di istruzione terziaria
“Nel 2021, in Italia la quota di popolazione dai 30 ai 34 anni che ha completato l’istruzione terziaria si riduce rispetto all’anno precedente (rispettivamente 26,8%e 27,8%, collocandosi significativamente al di sotto dell’obiettivo europeo del 40%). Molto marcate sono le differenze sul territorio. Significative anche le differenze per genere, a vantaggio delle donne: una su tre possiede un titolo terziario, mentre tra gli uomini il rapporto è di uno ogni 4. In tempi di rapida innovazione tecnologica, la scelta di studiare discipline di tipo STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) ha un elevato valore strategico. L’Italia, invece, è caratterizzata da un basso livello dell’incidenza di laureati in queste discipline. Prosegue gli studi soltanto il 6,1% dei diplomati in un istituto professionale e il 15,8% di chi esce da un istituto tecnico. L’interesse per gli studi è come sempre preponderante tra chi invece proviene da un percorso liceale: il 53,4% dei liceali diplomati nel 2011 quattro anni dopo è ancora studente a tempo pieno”[4].
Potremmo allora inferire che l’intervento prioritario sulla scuola secondaria superiore può essere giustificato alla luce dei dati analizzati. Tuttavia, e in particolare per la dispersione implicita, il rischio di una mancata continuità sistemica delle attività di orientamento (come previsto nelle Linee Guida) potrebbe a distanza non produrre gli effetti desiderati.
[1] Cfr. Benessere e orientamento in Scuola7 n. 326.
[2] Parere sullo schema di circolare ministeriale recante «Avvio delle iniziative propedeutiche all’attuazione delle Linee guida sull’orientamento – A.S. 2023/2024. Il tutor scolastico: prime indicazioni» approvato nella seduta plenaria n. 99 del 28 marzo 2023.
[3] Fonte Istat- Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia.
[4] Ibidem