Il 27 marzo è stata celebrata la Giornata Mondiale del Teatro e, come da tradizione, è stato richiesto ad una personalità di spicco del mondo delle arti di scrivere un messaggio da trasmettere, per l’occasione, nei luoghi di cultura e di aggregazione di tutto il mondo. Per questa 61° edizione il messaggio è stato scritto da Samiha Ayoub. L’attrice egiziana richiama in maniera forte e profonda i valori del teatro “padre di tutte le arti” che si fonda “sulla vera essenza dell’umanità, che è la vita”: un appello di sensibilità per un’umanità tristemente scossa, in questo periodo storico, da razzismo, brutalità, conflitti sanguinosi, crisi sanitarie, ambientali ed economiche.
Avvicinare le scuole al teatro
La Giornata Mondiale del Teatro è stata istituita a Vienna nel 1961 dall’ITI (International Theatre Institute), è stata promossa dall’Assemblea Generale dell’ONU e dall’UNESCO al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, in tutti i Paesi del mondo, sull’importanza delle arti performative. Anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito, avviando una stretta collaborazione con il Centro italiano dell’ITI, ha sostenuto l’iniziativa in ossequio alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 novembre 2009, che istituiva, appunto, la giornata a livello nazionale. L’intento non era semplicemente quello di coinvolgere nelle azioni celebrative la comunità scolastica, ma soprattutto di avvicinare le scuole pubbliche alla pratica teatrale.
In realtà, pur in assenza di indicazioni istituzionali, molte scuole hanno da sempre introdotto nei loro percorsi formativi le attività teatrali, ma con la Direttiva si intendeva incentivare tali attività per rispondere alle necessità educative degli studenti e ai loro problemi. La pratica didattica del teatro, se collegata con i bisogni fondamentali dell’alunno, con le sue difficoltà e con le stesse problematiche esistenziali, è in grado di offrire alla scuola un contributo importante per la crescita umana, culturale e sociale, e soprattutto per l’apprendimento.
Riscoprire sé stessi e le tante realtà
Far emergere ciò che l’alunno sente, dice o fa, altro non è che il punto di partenza per la presa di coscienza del proprio sé nel solco di un percorso in cui vengono portate alla luce le sue naturali specificità. Mediante un processo esplorativo centrato sul sé corporeo, sulle inclinazioni, potenzialità espressive e patrimonio emotivo, l’alunno riesce a esplicitare la propria personalità esprimendo affetti ed emozioni, dando voce a sentimenti e conflitti; riesce anche a modificare la percezione e la rappresentazione della realtà, a cogliere prospettive diverse e angolazioni più profonde, a conferire ulteriore forma e significato ai propri vissuti.
L’arte performativa rappresenta, infatti, il veicolo più appropriato per accompagnare il soggetto a scoprire aspetti di sé che gli erano sconosciuti: talenti inesplorati, reazioni inattese, risorse inespresse, emozioni inconfessate, difficoltà mai accertate, scoperta di occasioni nuove e inedite. È un processo che conduce ad una rimodulazione del rapporto con sé stesso e con il mondo. D’altronde, per poter costruire la propria identità ciascuno deve mettersi in discussione: deve riflettere sul proprio vissuto e sulle dinamiche attivate nella quotidianità, sul modo di leggere la realtà e rapportarsi ad essa, deve poter agire e creare. Per questa ragione è necessario che, nell’avvio alla pratica teatrale, i ragazzi vengano educati a disporsi all’ascolto attivo, ad osservare le modalità di rappresentazione della realtà, a cogliere i segni del linguaggio simbolico usato dagli interpreti.
Teatro e pedagogia
Esiste, dunque, uno stretto legame fra teatro e pedagogia: una pedagogia che veste l’abito della ricerca creativa, della concretezza e corporeità in una scuola, come quella italiana, dove l’elemento corporeo sembra quasi dimenticato, confinato com’è nelle poche ore settimanali dedicate allo sport o all’educazione fisico-motoria. Ed è per questo che l’educazione teatrale non deve essere considerata un’attività di secondaria importanza, ma merita che le venga attribuita la medesima dignità formativa delle altre discipline, sebbene non si presenti propriamente come materia di studio. Le attività teatrali, coniugando le potenzialità delle arti figurative con una progettazione pedagogica di ampio respiro, riescono molto bene a coinvolgere l’intero gruppo-classe e le relazioni che si intrecciano al suo interno.
Il teatro è il luogo più idoneo per acquisire competenze utili a riconoscere, inventare, costruire strategie tese a migliorare il clima comunicativo-relazionale interno ed esterno alla scuola. La relazione umana è, infatti, la specificità dell’espressione teatrale. Il teatro non può vivere senza le relazioni che si compongono sul palcoscenico: quelle tra l’attore e il suo personaggio, quelle tra i vari attori/personaggi, quelle tra attori e spettatori. È un’esperienza totale di coinvolgimento reciproco e di partecipazione affettiva.
Il gruppo protagonista dell’azione educativa
Offrire agli studenti momenti di confronto, aggregazione e scambio di esperienze è la prima condizione per iniziare a rispondere efficacemente ai loro bisogni e alle loro richieste. L’attività teatrale rappresenta una favorevole occasione di formazione guidata e protetta per indurre i giovani a riflettere su cosa significhi essere parte di un gruppo e come poter gestire le relazioni emotive che ne scaturiscono. Le dinamiche relazionali che si esplicano sul palcoscenico riproducono quelle che si dipanerebbero nel reale quotidiano. Nel contesto teatrale il gruppo diventa automaticamente autore e protagonista dell’azione educativa, trovando la propria collocazione non più tra gli spettatori, bensì sulla scena dove tutti giocano un ruolo attivo. Prendere coscienza e interagire con i meccanismi che naturalmente si sviluppano nel gruppo scenico significa, per il giovane, curarne la nascita e l’evoluzione affinché la comunità teatrale possa diventare un ambiente significativo per l’acquisizione di un’identità personale e sociale più sicura e funzionale al benessere proprio e degli altri. Il teatro, dunque, costituisce un’occasione formativa preziosa per favorire una crescita equilibrata e sviluppare contestualmente il senso civico.
Il contributo delle norme
La Direttiva del 6 novembre 2009 (citata) aveva l’obiettivo di incoraggiare in ambito scolastico gli scambi nel campo della conoscenza e della pratica delle arti della scena per ampliare la cooperazione tra le persone di teatro e contribuire “a rafforzare la pace e l’amicizia tra i popoli”. Il Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 8 (convertito con modificazioni dalla legge 106/2014), dava disposizioni per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e delle attività dello spettacolo. Con la legge 13 luglio 2015, n. 107 le attività didattiche connesse al teatro sono state disciplinate e hanno trovato piena cittadinanza nell’offerta formativa delle scuole italiane di ogni ordine e grado. In particolare, il comma 7 proponeva tra gli obiettivi prioritari l’“alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini”, mentre il successivo D.lgs. 13 aprile 2017, n. 60 indicava le “Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività”. Contestualmente sono state emanate Linee-guida contenenti indicazioni di strategie metodologiche per l’utilizzo didattico delle attività teatrali.
Dunque, il ruolo del teatro, uscito dall’ambito della sperimentazione estemporanea seppur creativa e culturalmente interessante, veniva ridefinito nelle pratiche didattiche elevandolo ad esperienza curricolare a tutti gli effetti, senza peraltro escludere la possibilità di organizzare tale attività in orario extrascolastico.
Nel periodo 2016-2021 si assiste alla fioritura di ulteriori norme che hanno promosso ulteriormente il teatro nelle scuole, anche attraverso l’incontro di esperti, attori e registi con gli studenti. A tal proposito meritano di essere richiamati:
- la legge 14 novembre 2016, n. 220, a sostegno del cinema e dell’audiovisivo quali fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale;
- la legge 22 novembre 2017, n. 175 che riconosce il valore formativo ed educativo dello spettacolo nella pluralità delle sue espressioni quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione;
- il DPCM 20 maggio 2017 recante le modalità di gestione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo;
- i decreti del MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) del 22 aprile 2020, 3 febbraio 2021, 31 marzo 2021 recanti la ripartizione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo per gli anni 2020 e 2021.
Sono stati siglati anche significativi protocolli d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione ed Enti o Associazioni. La celebrazione della Giornata Mondiale del Teatro era contemplata tra le azioni programmatiche previste dal Protocollo d’Intesa MIUR/MiBACT sottoscritto il 4 febbraio 2016.