La Riforma del sistema ITS è una delle iniziative previste nell’ambito del PNRR per quanto riguarda la Missione 4, quella cioè relativa al sistema di istruzione. Essa è finalizzata al “consolidamento degli ITS nel sistema ordinamentale dell’istruzione terziaria professionalizzante, rafforzandone la presenza attiva nel tessuto imprenditoriale dei singoli territori”.
Abbiamo una nuova legge
Il 12 luglio 2022 la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il testo del disegno di legge relativo alla “Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore”. Il testo contiene 13 articoli che disegnano una disciplina organica e unitaria del nuovo sistema, che da un lato riprende l’impianto originario (contenuto nel D.P.C.M. del 25 gennaio 2008), ma dall’altro introduce alcune importanti novità che sono state già oggetto di precedenti contributi di “Scuola7”. In questa sede richiamiamo le modifiche apportate nel testo finale e segnaliamo alcune questioni aperte in vista dell’implementazione della riforma.
Le modifiche apportate al disegno di legge
Il primo elemento riguarda il cambiamento del nome di queste istituzioni formative: da Istituti Tecnici Superiori, a Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) in cui il precedente aggettivo “tecnico” è stato sostituito con “tecnologico”.Una differenza di non poco conto se con questa qualificazione si intende sottolineare una focalizzazione di questi percorsi nel formare profili in grado di governare (e non solo utilizzare) specifici strumenti tecnologici nei nuovi contesti di innovazione (cfr. Butera, 2017).
Una seconda segnalazione attiene al titolo adottato per la legge, il cui obiettivo rimane quello di istituire il “Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore”, mentre finora si parlava di “Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore”. Come si può notare, è stato tolto il sostantivo formazione, molto probabilmente per rimarcare la competenza primaria dello Stato in materia, rispetto a quella specifica delle Regioni.
Il terzo elemento è la conferma definitiva – per questi percorsi – del modello “ad Y” (vedi fig.1), secondo cui sono previste due articolazioni (biennale e triennale), con differenti criteri di accesso[1] e con due diversi titoli in uscita (rispettivamente di livello 5 e 6 EQF), ai quali sono collegate anche diverse modalità di riconoscimento di crediti formativi da parte del sistema universitario e AFAM.
Novità e conferme
I diplomi costituiscono titolo valido per l’accesso ai pubblici concorsi e per l’accesso ai concorsi per insegnante tecnico-pratico
I percorsi biennali hanno una durata di 1800 ore, quelli triennali di 3000 ore; essi sono strutturati in semestri.
Nel contempo, si è deciso di lasciare invariata (rispetto alle prime versioni del testo) l’attuale normativa relativa agli IFTS, i percorsi di specializzazione post-diploma previsti dal DPCM del 2008[2].
Si conferma inoltre che:
- almeno il 35% del monte ore deve essere destinato a stage aziendali e tirocini formativi;
- i percorsi si concludono con verifiche finali delle competenze acquisite;
- il personale docente deve provenire per non meno del 50% dal mondo del lavoro;
- tutto il personale è reclutato dagli ITS con contratto di prestazione d’opera;
- gli ITS Academy sono autorizzati a svolgere le attività di intermediazione di manodopera;
- il modello giuridico organizzativo rimane quello della Fondazione di partecipazione, ma l’istituto secondario di II grado (di solito un istituto tecnico), pur mantenendo il ruolo di fondatore, non è più l’ente di riferimento dell’ITS Academy.
Figura 1 – La revisione del sistema ITS secondo la riforma appena approvata (luglio 2022)
Le risorse
Le risorse stanziate per il rilancio degli ITS sono stabilite in un importo di 48,4 milioni di euro annui, a decorrere dal 2022 e fino al 2026, nell’ambito di uno stanziamento complessivo previsto dal PNRR pari a 1,5 miliardi di euro.
Esse vengono assegnate secondo gli attuali criteri di attribuzione (basati su un sistema di valutazione elaborato in due Accordi del 2014 e del 2015), ma con un nuovo ruolo del Ministero dell’istruzione rispetto a quello in precedenza svolto dall’Indire. È prevista comunque una fase transitoria di tre anni.
Il comitato nazionale
Viene infine istituito, presso il Ministero dell’istruzione, il “Comitato nazionale ITS Academy per l’istruzione tecnologica superiore”, con compiti di consulenza e proposta, nonché di consultazione delle associazioni di rappresentanza delle imprese, delle organizzazioni datoriali e sindacali, degli studenti e delle fondazioni ITS Academy.
Le questioni aperte
Come è stato osservato da più parti, il provvedimento ha goduto di un amplissimo consenso parlamentare, nonché di un largo appoggio da parte delle forze politiche e delle parti sociali.
Esso tuttavia ha lasciate aperte non poche e delicate questioni per lo più affidate ad altrettanti decreti attuativi, da farsi entro la fine del 2022.
Tali nodi riguardano in particolare:
- il rapporto tra ITS academy e il sistema universitario (Atenei e AFAM), in particolare per quanto riguarda l’attivazione dei percorsi triennali previsti e il riconoscimento dei crediti formativi[3];
- il rapporto tra lo Stato (in primis il Ministero dell’istruzione) e le Regioni, cui è riservata la competenza esclusiva nel campo della formazione professionale, e la programmazione dei percorsi ITS a livello territoriale[4];
- i meccanismi di governance e in particolare il ruolo delle imprese, anche collegato a nuove forme di partecipazione al finanziamento dei percorsi;
- il sistema di monitoraggio e valutazione, finora affidato all’Indire, con le relative premialità che hanno caratterizzato i meccanismi di finanziamento dei percorsi, ma che hanno sollevato anche in questi anni – da parte delle Fondazioni – non poche questioni di equità e di gestibilità.
I provvedimenti attuativi
Un rapido sguardo ai citati provvedimenti attuativi (ben 17), può dare un’idea molto concreta del complesso lavoro che resta da fare per la realizzazione di questa riforma, nonché dei delicati meccanismi ordinamentali, programmatori, gestionali e valutativi previsti e da definire accuratamente attraverso un confronto tra molti soggetti istituzionali e non.
Riferimento normativo | Tematica | Contenuti |
Articolo 3 Comma 1 | Aree tecnologiche | Definizione delle aree tecnologiche di riferimento. In relazione ai percorsi ITS, determinazione di: – figure professionali nazionali di riferimento; – standard minimi delle competenze tecnologiche e tecnico-professionali; – diplomi rilasciati in esito ai percorsi. |
Articolo 3 Comma 5 | Autorizzazione a fare riferimento a più aree tecnologiche | Criteri sulla base dei quali, in sede di accreditamento è possibile autorizzare un ITS Academy a fare riferimento a più di un’area tecnologica in deroga. |
Articolo 4 Comma 3 | Linee guida con schema di statuto | Schema dello statuto che costituisce standard minimo di organizzazione a livello nazionale. |
Articolo 4 Comma 10 | Tabella di corrispondenza per accesso ai concorsi | Tabella di corrispondenza dei titoli e crediti riconoscibili per i concorsi da insegnante tecnico-pratico da parte dei Diplomati ITS. |
Articolo 5 Comma 1 | Percorsi di VI livello EQF | Definizione dei criteri per cui è possibile attivare un percorso ITS di VI livello EQF (della durata di 6 semestri, con almeno 3.000 ore di formazione). |
Articolo 6 Comma 2 | Modalità di verifica degli apprendimenti | – criteri e modalità per la costituzione delle commissioni di esame; – compensi spettanti al presidente e ai componenti delle commissioni d’esame; – indicazioni generali per la verifica finale delle competenze acquisite da parte di coloro che hanno frequentato con profitto i percorsi formativi. |
Articolo 7 Comma 2 | Riconoscimento e revoca dell’accreditamento | – requisiti standard minimi per il riconoscimento dell’accreditamento; – presupposti e modalità per la revoca dell’accreditamento. |
Articolo 8 Comma 2 | Raccordi tra sistema ITS e altri percorsi dell’alta formazione | – criteri generali e standard di organizzazione per la condivisione delle risorse logistiche, umane, strumentali e finanziarie occorrenti; – criteri generali e modalità per i passaggi tra i percorsi formativi; – tabelle nazionali di corrispondenza tra i percorsi. |
Articolo 10 Comma 3 | Applicazione di misure di livello nazionale | Attuazione di provvedimenti inerenti alle linee di azione nazionale e di misure del Comitato nazionale ITS Academy. |
Articolo 10 Comma 8 | Costituzione e modalità di funzionamento del comitato nazionale ITS Academy | modalità per la costituzione e di funzionamento del Comitato nazionale ITS Academy, compresi i criteri e le modalità di coinvolgimento dei rappresentanti delle regioni (comma 5). |
Articolo 11 Comma 5 | Programma triennale | Programma triennale finalizzato a circoscrivere l’ambito di utilizzo delle risorse dedicate al Sistema ITS. |
Articolo 11 Comma 6 | Criteri di riparto | Criteri e modalità per la ripartizione delle risorse nazionali dedicate, sulla base del numero degli iscritti ai percorsi formativi e tenendo conto del numero di diplomati nel triennio precedente. |
Articolo 12 Comma 1 | Anagrafe nazionale ITS | Criteri e modalità per la costituzione dell’Anagrafe degli Studenti ITS presso il Ministero dell’Istruzione. |
Articolo 12 Comma 2 | Adeguamento di funzioni e i compiti della banca dati nazionale già esistente | Adeguamento di funzioni e compiti della Banca Dati nazionale di cui all’articolo 13 del DPCM 25 gennaio 2008. |
Articolo 13 Comma 1 | Monitoraggio e valutazione | Realizzazione del sistema nazionale di monitoraggio e valutazione. |
Articolo 13 Comma 2 | Monitoraggio e valutazione | – individuazione degli indicatori del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi; – definizione delle modalità per l’aggiornamento periodico. |
Articolo 14 Commi 2, 3 | Disciplina della fase transitoria (3 anni) | – definisce misure transitorie di accreditamento; – stabilisce criteri che garantiscano la gradualità nell’incremento dal 30 al 35 % del monte ore di attività in contesto lavorativo. |
Alcune raccomandazioni
In conclusione, si può intuire che il percorso è appena iniziato. In tale ottica, possiamo allora far nostre le raccomandazioni formulate recentemente dal prof. Butera (2022), quando ha richiamato l’attenzione sui seguenti piani di intervento:
- normativo, qui il primo passo è costituito dai provvedimenti regolatori attuativi;
- economico, andrebbe previsto infatti un “piano industriale” in grado di utilizzare al meglio le ingenti risorse del PNRR, redatto e gestito in modo coordinato dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con gli altri ministeri interessati e con le Regioni;
- organizzativo, qui la proposta èquella di un vero e proprio percorso di “change management strutturale”, coordinato dal Ministro dell’Istruzione, collegato ad “Patto per l’Istruzione Tecnica Superiore” che coinvolga gli altri Ministeri, le Regioni, le Parti sociali, e soprattutto abbia il convinto supporto delle Fondazioni ITS.
E le scuole? Il sistema di istruzione e quello della formazione professionale hanno un ruolo decisivo, non solo come stakeholder di riferimento, ma soprattutto in quanto forniscono la principale risorsa umana degli ITS, gli studenti. In questa prospettiva, un impegno essenziale dovrà essere quello in materia di orientamento (per cui è prevista un’altra delle riforme del PNRR), in modo da mettere i giovani che lo desiderano nelle migliori condizioni di accedere a questa nuova offerta formativa, lavorando in forte sinergia col sistema delle imprese, a partire dagli eco-sistemi produttivi e formativi territoriali.
Riferimenti bibliografici
ADAPT (a cura di), Arriva la “riforma” del sistema ITS, “Bollettino speciale ADAPT”, 13 luglio 2022, n. 2.
Butera F., L’evoluzione del mondo del lavoro e il ruolo della istruzione e formazione tecnica superiore, in “Professionalità Studi”, 1/2017.
Butera F., Il Parlamento approva la legge sulle ITS Academy: un motore per l’occupazione dei giovani e per la rigenerazione del sistema produttivo. 24 anni di attesa: ora anche l’Italia ha un sistema europeo di due canali paralleli di formazione terziaria, paper, luglio 2022.
CEDEFOP, Relazione sull’istruzione e la formazione professionale (IFP) in Italia, Luxembourg: Publications Office of the European Union, 2014.
INDIRE (a cura di), ITS. Monitoraggio nazionale 2022. Percorsi terminati nel 2020 monitorati ad un anno dal diploma, Firenze, 2022.
A. Zuccaro, G, Taddeo, A, Buffardi, L. Aiello, Gli Istituti Tecnici Superiori. La sfida culturale dell’istruzione terziaria professionalizzante, Carocci, Firenze, 2022.
[1] Ai percorsi si può accedere o con diploma di istruzione secondaria superiore, oppure con il diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale unitamente a un certificato di specializzazione tecnica superiore (IFTS).
[2] Come ha ben evidenziato il dossier di ADAPT (2022), gli IFTS “sono ad oggi presenti solo in alcune (poche) regioni, e ancor meno conosciuti degli ITS. Eppure, questi rappresentano l’anello (debole) necessario per saldare la formazione professionale regionale con il sistema ITS, nell’obiettivo di costruire – finalmente – un vero e proprio canale di istruzione e formazione professionalizzante, alternativo e non subalterno a quello dell’istruzione generalista e accademica”.
[3] Come ha osservato Butera (2022), in questi anni sugli ITS “aveva pesato l’opposizione dell’università che ha paventato una inesistente concorrenza dell’ITS ai propri processi di reclutamento e di finanziamento; l’ITS era stata accompagnato dal diffuso pregiudizio ideologico verso il legittimo interesse delle imprese ad avvalersi di un canale formativo terziario pubblico aderente alle evoluzioni professionali del mondo del lavoro; lo sviluppo dell’ITS era stato caratterizzato dalla frammentazione di iniziative formative tra loro scollegate e finanziate episodicamente; si erano succedute norme e regolamenti farraginosi; si erano contrapposte posizioni e proposte di “amici dell’ITS” in un campo di battaglia ideologico e politico che ha creato entropia. E la distribuzione di competenze fra Regioni e Stato aveva avuto il suo peso critico”.
[4] Allo stato attuale il numero e la distribuzione delle Fondazioni e dei percorsi non sembrano essere sempre adeguati alle esigenze dei sistemi produttivi nazionali e locali, il che ha provocato talora la necessità per molti studenti di trasferirsi in altre regioni, senza però adeguate forme di sostegno per il diritto allo studio, con frequenti rischi di interruzione degli studi. Un’altra questione di non poco conto è la bassa percentuale di studentesse (solo il 27,6%), il che dovrà portare ad introdurre specifiche misure di incentivazione.