Da tempo il carico di lavoro dei Dirigenti scolastici è diventato pesante e a rischio di tenuta. L’emergenza pandemica li ha posti di fronte a situazioni completamente nuove le cui soluzioni molto spesso dovevano essere inventare repentinamente, con buon senso, creatività e – senza retorica – con spirito di sacrificio. Se la scuola, malgrado le difficoltà, è riuscita a non soccombere in questi due anni e mezzo di crisi profonda, lo dobbiamo sicuramente agli otto mila Dirigenti scolastici di cui oltre due mila di nomina recente.
Cosa abbiamo imparato con la pandemia
Il sacrificio chiesto a tutta la comunità professionale, però, non è stato ininfluente per la scuola. Quando le scelte sono obbligate è doveroso riflettere, non solo sulle perdite, ma anche sugli aspetti positivi, cioè sui guadagni che pure le situazioni di disagio riescono a produrre. Nel nostro caso, la professionalità dirigenziale si è sicuramente arricchita di tante competenze inedite, di certo non richieste nei programmi di esame. Imparando ad usare le tecnologie abbiamo capito come ottimizzare i tempi, come rendere più fluida la comunicazione, come dare più efficacia al lavoro collegiale e di team. Sul piano della didattica gli apprendimenti sono stati consistenti. A fronte di un’alta percentuale di docenti non avvezza ad usare strumenti digitali e tecnologie innovative, oggi quasi tutti gli insegnanti sanno come lavorare in videoconferenza, come fare lezione e valutare utilizzando software specifici, come gestire le classi virtuali e gli ambienti di apprendimento online.
Il lavoro aggiunto dei Dirigenti
Un’analisi seria comporta necessariamente una ricognizione attenta delle perdite potenziali e dei rischi cui si va incontro quando si cambiano repentinamente le abitudini consolidate e le pratiche note. La pandemia ha avuto effetti dirompenti su ogni ambito della vita sociale, incluso il lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private. Nella scuola è stato chiesto ai Dirigenti di risolvere problemi organizzativi e di gestione del personale in maniera completamente nuova; bisognava prevenire i contagi, contrastare la diffusione del Covid, far rispettare i protocolli. Di fatto le loro responsabilità dirigenziali si sono moltiplicate.
Cosa rischiamo ora di sottovalutare
Tutto questo non poteva essere indolore. Una prima ricaduta negativa è stata soprattutto a scapito della relazione, dell’attenzione verso le persone, della cura della formazione.
È la cosiddetta gestione delle risorse umane che ne è uscita più formale e più povera, cioè quella funzione dirigenziale che chiede al capo d’istituto un occhio attento a cogliere le specificità di ciascun collaboratore, che lo invita a seguire in maniera accurata i nuovi insegnanti in anno di prova, anche per creare subito il senso di appartenenza; quella funzione che chiede al Dirigente di farsi promotore di innovazioni didattiche e di verificare contestualmente se vanno a buon fine, di costruire buoni piani di formazione e controllarne la ricaduta; quella stessa funzione che assegna al Dirigente la delicata responsabilità di costruire una scuola inclusiva, di prestare attenzione alle fragilità esplicite e nascoste, di prevenire la dispersione scolastica con azioni positive e strumenti efficaci.
È questo forse il debito maggiore che stiamo pagando e su cui bisogna intervenire subito per evitare che diventi una deriva.
Le funzioni dirigenziali
Le funzioni dirigenziali sono tante e diversificate. Ce lo ricorda il comma 78 della legge 107/2015 laddove sottolinea che il Dirigente scolastico deve garantire un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, oltre che finanziarie, tecnologiche e materiali e, pertanto, deve svolgere compiti di direzione, gestione, organizzazione e coordinamento. È quanto, tra l’altro, era già stato delineato con l’articolo 25 del Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. In particolare nel comma 3 si sottolineava la necessità di assicurare la qualità dei processi formativi, anche attraverso la collaborazione con le risorse culturali, professionali, sociali, economiche del territorio. Se poi facciamo riferimento al comma 93, sempre della legge 107/2015, cioè al comma relativo ai criteri per la valutazione del Dirigente, si capisce ancora meglio il posto che occupa, nel quadro generale della funzione, l’attenzione alle persone. Oltre al possesso di competenze gestionali e organizzative e alla capacità di direzione unitaria della scuola, un buon Dirigente è chiamato a valorizzare il personale, a contribuire al miglioramento dei processi, ivi compresi quelli didattici e del successo formativo degli studenti, a promuovere la partecipazione e la collaborazione delle diverse componenti della comunità scolastica.
Non sono richiami solo normativi
Dare priorità e rilevanza al fattore umano non viene ricordato solo nelle norme fondamentali della scuola, ma è un compito sollecitato costantemente dai più importanti documenti culturali, evidenziato dalle ricerche pedagogiche e della cultura organizzativa, sottolineato nelle risoluzioni europee e menzionato anche nei documenti a carattere amministrativo. Di fatto, però, a fronte dell’emergenza, a fronte delle enormi quantità di procedure amministrative comunque richieste pure in condizioni di normalità, per chi ha la responsabilità del governo della scuola non è facile occuparsi con la stessa cura e intensità delle persone, delle loro aspirazioni o dei loro problemi professionali. Non è facile essere attenti alle dinamiche sottese che si creano in ogni istituzione tra gruppi formali e informali, come non è per nulla scontato creare motivazione, stimolare la produzione di idee, alimentare le comunità di pratiche, far sentire tutti responsabili e protagonisti.
Suddivisione del lavoro e coordinamento
Il Dirigente scolastico sa bene che ogni attività umana richiede due operazioni fondamentali e al tempo stesso opposte: la suddivisione del lavoro e il coordinamento (H. Mintzberg). Sono due operazioni che racchiudono l’essenza della funzione in tutta la sua complessità che, già in condizione di normalità, non rappresenta un percorso da tutti facilmente gestibile.
La suddivisione del lavoro significa essere capaci di assegnare alcune responsabilità e alcune deleghe capendo bene chi è in grado di assumere con impegno quelle responsabilità e quelle deleghe. Ciò comporta la capacità di rendere espliciti e chiari gli incarichi, ma anche di saper riconoscere le potenzialità dei docenti e del personale ATA, valorizzarle, farle apprezzare nel contesto di lavoro, soprattutto controllare i processi. Il destinatario dell’incarico, dal canto suo, deve sapere se è in grado di rispondere adeguatamente a quanto richiesto, contestualmente deve mettere le sue competenze a disposizione degli altri, impegnandosi a rispettare le regole e ad essere sempre aperto alla valutazione e alla critica.
Ancora più complessa è l’azione di coordinamento. Significa innanzitutto regolare e gestire elementi diversi affinché operino tra loro in modo combinato, possibilmente in maniera armonica. Non è per nulla facile integrare parti differenti di una stessa organizzazione per conseguire una serie di obiettivi collettivi. Sono chiamati in causa molti compiti. Bisogna essere capaci di guidare, dirigere, pianificare, organizzare, motivare, comunicare, né sottovalutare la capacità di monitorare, controllare e riorientare. Un buon coordinamento non tollera che si possa saltare o minimizzare un solo passaggio.
Nella fase pandemica i Dirigenti hanno dovuto rinunciare, molto spesso, alla cura del coordinamento e affidarsi completamente alla responsabilità di ciascuno, senza, a volte, neanche avere la possibilità del controllo.
Riprendere in mano la professione
Tutti i Ministri che si sono susseguiti alla guida del Dicastero hanno sempre dichiarato grande attenzione alla funzione dirigenziale, consapevoli che una buona dirigenza fa anche una buona scuola. Tutti hanno messo in evidenza l’importanza di una formazione mirata alla leadership educativa oltre che a quella organizzativa e gestionale. Alla stessa maniera da sempre è stata condivisa l’idea che la prima condizione per rilanciare l’autonomia della scuola sia quella che ogni istituzione possa contare sulla presenza di un suo Dirigente scolastico.
Da tali dichiarazioni, sistematicamente ribadite nei documenti più recenti, si attendevano azioni conseguenti: eliminare tutte le reggenze assumendo gli ultimi 501 vincitori del concorso del 2017, ivi compresi i tutti i vincitori del concorso regionale 2011 della Campania, e bandire subito un nuovo concorso.
Di fatto le norme ultime vanno in questa direzione, non sempre però in sintonia con le logiche di bilancio e neanche con i tempi amministrativi.
Siamo però arrivati ad un punto di svolta. Le condizioni ci sono perché la scuola possa fruire di nuove risorse. Tra l’altro, molti mesi fa è stato predisposto uno Schema di Regolamento (23 novembre 2021) ed è stata annunciata l’imminente pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale. Siamo pronti quindi per iniziare una nuova avventura culturale
Una nuova piattaforma per prepararsi a diventare bravi Dirigenti
Da oltre un ventennio la casa editrice Tecnodid mette a disposizione di tutti coloro che lo desiderano molti strumenti per la preparazione ai concorsi per le diverse professionalità della scuola. Il fiore all’occhiello è la piattaforma per il concorso a Dirigente scolastico che, negli anni, è diventata sempre più ricca e articolata, soprattutto attenta alle variegate esigenze di coloro che intendono investire sulla professione. È una piattaforma che mette a disposizione degli iscritti “contenuti” selezionati in maniera mirata sulle richieste attinenti ai tre step concorsuali: la prova preselettiva, la prova scritta e la prova orale.
Le macro aree del Regolamento
Partendo dallo schema di Regolamento, sono stati organizzati, come prima fase di preparazione, percorsi specifici per il superamento della prova preselettiva. Il regolamento, come è noto, prevede un programma articolato su 9 macro aree, non dissimili da quelle del concorso precedente, che si possono sintetizzare nei seguenti titoli:
- Legislazione e ordinamenti
- Conduzione delle istituzioni scolastiche
- Programmazione, gestione e valutazione delle istituzioni scolastiche
- Ambiente di apprendimento, inclusione, innovazione didattica e digitale
- Gestione del personale
- Valutazione e autovalutazione
- Elementi di diritto e responsabilità del Dirigente scolastico
- Contabilità dello stato e gestione finanziaria della scuola
- Europa
L’articolazione della piattaforma
Nella piattaforma ogni macro area è articolata in diversi temi (da 10 a 20 ciascuna). In tutto vengono affrontati più di cento argomenti. Il primo vantaggio per il candidato è quello di poter fruire subito di un planning, utilissimo per ottimizzare il tempo da dedicare allo studio.
Ognuno degli oltre 100 argomenti è affrontato attraverso tre supporti diversi che, insieme, forniscono gli strumenti di base per comprendere in maniera chiara quali saranno i compiti, le responsabilità, i saperi richiesti per la nuova professione. Si tratta di:
- un saggio approfondito sul piano storico, culturale, sociale, giuridico e aggiornato sul piano della normativa (quindi oltre 100 saggi);
- una batteria di test per ogni tema con feedback articolati (siamo nell’ordine di oltre 1.500 test complessivi);
- un webinar per la maggior parte degli argomenti trattati nei saggi, a cura di autorevoli esperti del mondo della scuola.
Tale impostazione, pur essendo mirata al superamento della prova preselettiva, permette di avere un quadro completo su tutto il programma di studio e di padroneggiare i diversi argomenti concorsuali. È questo un requisito fondamentale per affrontare con sicurezza anche le prove successive.
L’accompagnamento continuo
Coloro che proseguiranno la preparazione per le prove successive troveranno nella piattaforma ulteriori sezioni dedicate. Per esempio per la prova scritta sono previsti:
- suggerimenti e esercizi particolari per rispondere ai quesiti in maniera chiara ed efficace;
- un gran numero di titoli di quesiti che possono essere oggetto della prova scritta;
- un gran numero di esempi di risposte ai possibili quesiti.
Inoltre, per aiutare ad avere consapevolezza della funzione dirigenziale, il candidato avrà a disposizione una specie di dizionario contenente molte parole chiave (oltre 200) che attengono ad ogni specifica area del programma e che costituiscono le questioni fondamentali con le quali il Dirigente si imbatte quotidianamente. Ogni parola è spiegata sinteticamente (con 500-1000 caratteri) a partire da alcuni concetti di base ed è corredata dalle principali norme di riferimento.
Ma non basta. Per affrontare i quesiti della prova scritta in maniera corretta e dalla prospettiva del DS si potrà usufruire di un ulteriore strumento che riporta analiticamente le diverse azioni dirigenziali sul piano organizzativo, gestionale e come leader per l’apprendimento. Nella piattaforma saranno riportate circa 40 “macro azioni” attinenti alle diverse funzioni, e oltre 200 “micro azioni”. È un repertorio particolarmente utile che abitua il candidato a guardare la scuola da una prospettiva nuova.
Ovviamente nella piattaforma non possono mancare tutti i principali dispositivi che definiscono la funzione dirigenziale, la normativa riferita al sistema educativo di istruzione e di formazione, a quella relativa agli ordinamenti degli studi con particolare attenzione ai processi di riforma in atto e all’Europa. Tutto accompagnato da una serie di suggerimenti per imparare a selezionare e a ricordare ciò che serve per la professione.
Appuntamento ad Ischia
La piattaforma sarà presentata ed aperta in occasione della Summer School che si svolgerà ad Ischia dal 24 al 27 luglio prossimo. Sarà anche questa una occasione preziosa se si vuole potenziare la propria preparazione potendo far riferimento alla presenza di relatori accreditati in campo nazionale, protagonisti e testimoni diretti delle scelte sul futuro della nostra scuola.