Il tema del digitale rimane al centro della maggior parte delle agende politiche del Paese e dell’Unione Europea. Nelle ultime settimane, pur senza scalpore ed evidenze particolari, alcune novità significative hanno interessato direttamente o indirettamente il mondo della scuola. Analizziamole nel dettaglio e proviamo a delinearne i possibili sviluppi.
Il premio Nazionale per le Competenze digitali
Si è svolto per la prima volta il premio nazionale per le competenze digitali[1], promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, assieme a Repubblica digitale e con il supporto di Formez PA.
Sono stati premiati due progetti importanti che da anni qualificano l’offerta formativa delle nostre scuole. Per la categoria “Digitale nell’educazione per le scuole” è stato premiato “Programma il Futuro”, progetto del Ministero dell’Istruzione e realizzato dal laboratorio Informatica e Scuola del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale Informatica). Il progetto offre a tutti gli istituti la possibilità di cominciare a programmare a blocchi attraverso il portale code.org, seguendo percorsi ed attività pensate per favorire lo sviluppo del pensiero computazionale e dell’educazione civica.
Per la categoria “Digitale contro il divario di genere” è stato premiato il progetto “Girls code it better”, che da quasi 10 anni offre alle scuole della penisola la possibilità di sostenere e supportare il superamento del divario di genere e del “confidence gap” verso le discipline tecnologiche/scientifiche da parte delle ragazze. In sintesi il progetto propone, in integrazione stretta con le scuole, laboratori basati sulla metodologia del Project Based Learning, con la collaborazione preziosa fra un docente e un maker con le proprie competenze specifiche.
I due progetti sono ben conosciuti sui territori poiché già da anni favoriscono la diffusione delle competenze digitali nelle scuole. È importante notare come entrambi sviluppino una azione importante del Piano Nazionale Scuola Digitale, rispettivamente le azioni 17 e 20. Inoltre nessuno dei due ha l’ambizione di diffondere contenuti sul digitale e sulla cittadinanza digitale, ma mettono al centro il fare, lo sperimentare, il risolvere problemi. Come scriveva il compianto Jonassen, “Learning with Technology, Not from Technology”[2].
La nuova struttura delle Equipe formative territoriali
Le Equipe formative nazionali esistono ormai da 3 anni ma in questa seconda selezione e riproposizione sui territori stanno diventando sempre di più un punto di riferimento per le scuole. La nuova figura dei coordinatori regionali delle EFT (Equipe formative territoriali), ad esempio, è sicuramente strategica perché costituiscono una rete attiva e collaborativa di docenti appassionati che, dal basso, stanno costruendo un nuovo modo di affiancare i tanti colleghi dei territori. Oltre ai docenti comandati, ci sono gli altri 200 docenti in distacco parziale dall’attività di insegnamento, che sperimentano in classe e poi diffondono sui territori le attività e le innovazioni già validate da una attenta metacognizione personale e professionale. Dal 1° settembre di quest’anno le EFT collaborano settimanalmente nel tessere una rete di proposte il più possibile omogenea a livello nazionale, coordinando l’azione dei propri colleghi docenti. Se da un lato questa organizzazione ha ridotto la possibilità di garantire per ogni docente delle Equipe più tempo per lo svolgimento della propria attività di tutoring e mentoring verso i colleghi, dall’altro ha permesso di aumentare il numero dei docenti coinvolti, portando ad un ventaglio di competenze specifiche maggiore e vario evitando di sottrarre alla didattica docenti capaci e già formati sull’innovazione e il digitale.
La metodologia innovativa proposta da Innovamenti
Una delle azioni più significative delle Equipe è la sfida metodologica Innovamenti. È ormai condiviso che l’impatto delle tecnologie nella didattica è efficace, fruttuoso e funzionale in termini di apprendimenti solo se mediato consapevolmente da metodologie didattiche innovative. Le sfide di Innovamenti partono proprio da questa consapevolezza e, come accade per i nostri studenti, cercano di favorire l’“imparare facendo” anche per i docenti. Finché, infatti, la formazione rimane astratta, fuori dai contesti delle classi, prevalentemente teorica, non avrà mai un reale impatto sul miglioramento della didattica. Innovamenti mette al centro la metodologia, offre un kit di approfondimento e di accompagnamento, propone degli esempi ma lascia il docente libero di sviluppare l’attività con la propria classe, accompagnandolo e condividendo sui social e nei territori le pratiche e i risultati concreti delle attività sviluppate dagli studenti.
Le sfide di Innovamenti
Le sfide di Innovamenti[3] sono partite nel mese di novembre e proseguiranno fino al termine dell’anno scolastico in corso. Le proposte-sfida sono state, in ordine cronologico, Gamification, Inquiry, Storytelling, Tinkering, Hackathon. Ad oggi sono arrivate a ricevere il badge quasi 1400 classi, che attualmente stanno impegnando migliaia di studenti e docenti sull’intero territorio nazionale.
Anche se ancora non possiamo valutare l’impatto formativo dell’iniziativa, di cui non si possiedono ancora i risultati qualitativi, è indubbio che l’esperienza racchiuda già in sé due positività:
- il lavoro di rete a distanza di duecento insegnanti che hanno costruito e sviluppato la proposta, coordinati da Stefania Bassi e Barbara Tassetto (coordinatrici delle Equipe al MI) e dai 20 comandi regionali è un lavoro partito dal basso, che ha messo in campo competenze professionali varie e preziose, in una reale logica di cooperazione a livello nazionale;
- la creazione di una nuova vicinanza fra questi “ambasciatori” del digitale (i docenti delle EFT) e le scuole, in una dimensione territoriale in grado di favorire la nascita di reti e collaborazioni virtuose.
Fra tante difficoltà che le scuole stanno vivendo, appare importante sottolineare una esperienza come questa, che sta mettendo a sistema e facendo fruttare l’unico investimento reale, in termini di risorse umane, del Piano Nazionale Scuola Digitale e del PNNR.
Le ultime novità sul digitale
Nella giornata del 12 Maggio è stato pubblicato in Gazzetta il Decreto Legge n. 36 del 30 aprile 2022 (ulteriori misure per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che all’articolo 47 sembra modificare nei fatti l’assetto delle Equipe: “Al fine di potenziare le azioni di supporto alle istituzioni scolastiche per l’attuazione degli interventi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza relativi alla digitalizzazione delle scuole, per ciascuno degli anni scolastici ricompresi tra l’anno scolastico 2022/2023 e l’anno scolastico 2025/2026 è individuato dal Ministero dell’istruzione – Unità di missione per il PNRR un numero di docenti e assistenti amministrativi pari a ottantacinque e un numero fino a un massimo di tre dirigenti scolastici da porre in posizione di comando presso l’Amministrazione centrale e presso gli Uffici scolastici regionali per la costituzione del Gruppo di supporto alle scuole per il PNRR. Tale Gruppo di supporto, nonché le Equipe formative territoriali, già costituite ai sensi dell’articolo 1, comma 725, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e rientranti tra i progetti in essere del PNRR, assicurano un costante accompagnamento alle istituzioni scolastiche per l’attuazione degli investimenti del PNRR, con il coordinamento funzionale dell’Unità di missione del PNRR“.
Alcune perplessità che attendono risposte…
Dalla lettura del Decreto, sorgono alcune domande che, purtroppo, non avranno risposta fino ai prossimi bandi selettivi che ne applicheranno le disposizioni.
- Le Equipe attuali termineranno il loro corso nell’anno 2022/2023 o saranno rinnovate?
- Quale obiettivo strategico avranno gli 85 docenti e assistenti amministrativi? Un compito prettamente tecnico di accompagnamento delle azioni del PNRR od anche una azione di riflessione pedagogica e metodologica come le attuali Equipe?
- I docenti delle Equipe lavoreranno per gli stessi obiettivi delle nuove 85 unità di personale? Avranno ancora, fra gli altri, un compito di accompagnamento e formazione?
Sono molte domande, tutte legittimate dalla considerazione che i tanti investimenti sul digitale del PNRR o saranno accompagnati da competenze professionali, didattiche e metodologiche o saranno, come già successo, piccole cattedrali nel deserto. In questa direzione è auspicabile un aggiornamento del Piano Nazionale Scuola Digitale che possa dare una nuova visione a questi investimenti, forti di sei anni di esperienza.
Al via gli Avvisi per la transizione digitale nelle scuole
Durante la pandemia il tema degli spazi cloud per la didattica e per l’amministrazione delle scuole è stato al centro di discussioni e dibattiti. Con gli investimenti del PNRR dal 27 Aprile è data alle scuole la possibilità di candidarsi sulla piattaforma PA digitale 2026[4] per richiedere i contributi necessari a migrare i propri servizi sul cloud e per aggiornare e dotarsi di nuovi siti web funzionali all’amministrazione e alla comunicazione delle scuole. L’obiettivo è quello di offrire alle scuole soluzioni cloud qualificate, per garantire servizi affidabili e sicuri e di permettere loro di realizzare, oltre che di aggiornare, i siti scolastici grazie all’uso di un modello standard che migliorerà la comunicazione e la partecipazione alla vita scolastica di tutta la comunità. Tutte le indicazioni tecniche e operative per concorrere al voucher sono indicate sul sito del Ministero in modo dettagliato[5]. L’autonomia scolastica consente di poter scegliere fornitori e ambienti sul mercato, ma è positivo che vengano dati modelli e strumenti anche a livello ministeriale, per sostenere le scuole più in difficoltà nella gestione digitale di tutta l’amministrazione e nella comunicazione. Il sito web è sempre più una carta di identità delle scuole, soprattutto quando è accessibile e in grado di comunicare e documentare in modo chiaro ed efficace.
Il DigComp 2.2
Nel mese di aprile è stato pubblicato dalla Comunità Europea il DigComp 2.2 (Digital Competence Framework for Citizen)[6], che fornisce una definizione comune di cosa sia la competenza digitale, aggiornando il precedente DigComp 2.1.
Il nuovo documento si compone di due parti principali: nella prima parte fornisce oltre 250 nuovi esempi di conoscenze, abilità e attitudini che aiutano i cittadini a impegnarsi con sicurezza, in modo critico e sicuro nelle tecnologie digitali e in quelle nuove ed emergenti come i sistemi guidati dall’intelligenza artificiale (AI). La seconda parte della pubblicazione fornisce un’istantanea del materiale di riferimento esistente per DigComp, consolidando pubblicazioni e riferimenti precedentemente rilasciati. Un’ulteriore novità è data dall’integrazione del framework sulle competenze digitali agli altri framework europei (competenze imprenditoriali, emotive, sociali, locali e glocali), sottolineando la trasversalità e la reciproca integrazione di tutti gli assi di competenza.
I DigComp rimangono una bussola imprescindibile per il nostro lavoro di insegnanti ed educatori e forniscono una maggiore consapevolezza del nostro ruolo di cittadini e di educatori del XXI secolo.
Si ritorna a confrontarsi in presenza!
Nel mese di maggio, infine, sono calendarizzati due eventi importanti di incontro, formazione e condivisione di esperienze sul campo: Futura Ferrara e DIDACTA a Firenze.
La prima edizione di Futura fu a Bologna nel 2018 e da allora, fino al lockdown, se ne sono celebrate 36 edizioni. È un momento di condivisione del PNSD con i territori, nei centri delle città italiane. Ogni edizione propone momenti di formazione, laboratori per le classi, stand dimostrativi. Quest’ultima edizione di Futura Ferrara è stata organizzata dall’Istituto Vergani-Navarra in collaborazione con il MI e il Servizio Marconi TSI dell’USR Emilia-Romagna. Si terrà dal 10 al 13 Maggio nel cuore della città estense[7] e sarà una bella occasione per il ritorno in presenza anche di questi momenti collettivi.
Un’altra occasione è data da Didacta[8], che si terrà a Firenze dal 20 al 22 Maggio 2022 e che ormai è divenuta la fiera dell’innovazione didattica. Sono previsti oltre 700 eventi di incontro e formazione, con 210 espositori in 5 padiglioni della Fiera di Firenze, sotto la direzione scientifica di INDIRE.
Purtroppo il mese di maggio per i docenti è un mese molto impegnativo, visti i tanti appuntamenti che il calendario scolastico inevitabilmente dispone, e non sarà facile per i docenti trovare tempo materiale per partecipare alle due iniziative. Speriamo, però, che la novità del ritorno in presenza di queste importanti iniziative possa invogliare ad uno sforzo ulteriore, per partecipare con convinzione e disponibilità all’innovazione.
[2] Jonassen D.H. (1995), Computers as Cognitive Tools: Learning with Technology, Not from Technology, Journal of Computing in Higher Education, 6(2), 40-73, Retrieved May 10, 2022.
[3] https://scuolafutura.pubblica.istruzione.it/innovamenti
[4] https://padigitale2026.gov.it
[5] https://www.miur.gov.it/web/guest/-/pnrr-al-via-gli-avvisi-per-la-transizione-digitale-delle-scuole
[6] https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC128415
[7] https://www.verganinavarra.edu.it/pagine/futura-ferrara-2022