Dal lontano 1989 le scuole italiane dedicano una settimana del mese di maggio a portare fuori dalle proprie mura il valore educativo di unità, cooperazione e condivisione che viene dalla musica. Quest’anno la settimana nazionale della “Musica che unisce la scuola” si terrà dal 9 al 14 maggio.
Lo scorso anno, per la prima volta, a causa dell’ancora grave situazione pandemica, l’evento nazionale si è svolto in modalità virtuale attraverso la piattaforma INDIRE. Considerando il notevole successo ottenuto dall’iniziativa, anche quest’anno l’INDIRE collaborerà con il Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per la buona riuscita dell’evento.
Espressione del sentire umano
Il concetto di musica che unisce trova le sue radici nell’universalità del linguaggio musicale. La musica, infatti, seppur basata su canoni metrici e stilistici diversi a seconda delle latitudini in cui nasce e si sviluppa, parla alle orecchie ed ai cuori di tutta l’umanità con una lingua comprensibile da tutti, poiché è espressione del sentire dell’essere umano. La diversità insita in ogni genere musicale, in ogni brano, in ogni esecuzione rappresenta la forza e la ricchezza della musica stessa. Tale diversità porta all’incontro di persone e culture diverse che si sentono “unite” grazie al grande messaggio “armonico” che la musica trasmette.
La musica nelle “Indicazioni per il curricolo”
Il valore dell’armonia è stato fatto proprio dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012, nelle quali leggiamo “La musica è un’esperienza universale che si manifesta in modi e generi diversi, tutti di pari dignità, carica di emozioni e ricca di tradizioni culturali. Il bambino, interagendo con il paesaggio sonoro, sviluppa le proprie capacità cognitive e relazionali, impara a percepire, ascoltare, ricercare e discriminare i suoni all’interno di contesti di apprendimento significativi. Esplora le proprie possibilità sonoro-espressive e simbolico-rappresentative, accrescendo la fiducia nelle proprie potenzialità. L’ascolto delle produzioni sonore personali lo apre al piacere di fare musica e alla condivisione di repertori appartenenti a vari generi musicali.” E ancora “La musica, componente fondamentale e universale dell’esperienza umana, offre uno spazio simbolico e relazionale propizio all’attivazione di processi di cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di strumenti di conoscenza, alla valorizzazione della creatività e della partecipazione, allo sviluppo del senso di appartenenza a una comunità, nonché all’interazione fra culture diverse.”
La musica e l’educazione scientifica
Nelle Indicazioni Nazionali, prima, e nel documento “Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari” (2018), poi, trova conferma l’affermarsi e l’applicazione dei principi pedagogici dell’Educazione Musicale scientifica, orientata verso l’educazione musicale generale dei bambini e dei ragazzi in seguito all’ideazione del cosiddetto metodo attivo di Adolphe Ferrière, John Dewey e Ovide Decroly. Una tecnica dell’apprendimento della musica che pone, al centro del processo di acquisizione del sapere, la partecipazione consapevole di chi apprende, stimolato, sia dal punto di vista sensoriale, sia da dal punto di vista motorio, a porre in gioco le proprie abilità e il proprio vissuto per diventare protagonista della propria evoluzione. L’educazione musicale scientifica, quindi, pone le basi per lo sviluppo di quelle competenze trasversali di cui la scuola se ne fa carico e che hanno trovato la sua esplicitazione nel 2018 dal Consiglio dell’Unione Europea.
Le competenze trasversali e l’educazione musicale
Utilizzando attività e percorsi didattici adeguati, l’educazione musicale permette, stimola e promuove lo sviluppo di quelle competenze trasversali atte a favorire la maturazione globale della persona; il che, di conseguenza, si riflette positivamente in tutti gli altri ambiti della formazione sia essa realizzata nei contesti formali, sia informali, sia non formali.
La musica, infatti, sviluppa tutt’una serie di abilità di tipo corporeo, motorio e percettivo che permettono al bambino e allo studente di avere maggiore consapevolezza delle proprie capacità sensoriali, motorie, affettive e relazionali. Consapevolezza che porta allo sviluppo delle competenze necessarie a saper gestire la propria sicurezza interiore, a saper ascoltare ed interpretare l’altro, accettare le diversità, saper affrontare in modo critico e costruttivo il lavoro cooperativo, imparare ad utilizzare in modo attivo i diversi linguaggi dell’arte, quindi, non soltanto quello musicale.
La musica, inoltre, per la sua insita caratterista permette di sviluppare competenze in campo logico-matematico, in particolare nella capacità di analisi, di sintesi, di soluzione di problemi, di argomentazione e di valutazione. L’avvicinarsi all’arte in tutte le sue forme sviluppa anche competenze in ambito storico-culturale.
Per una cultura umanistica
Il legislatore italiano si è mostrato molto attento a queste dinamiche, a tal punto da dedicarne un decreto apposito. Il Decreto Legislativo n. 60 del 13 aprile 2017, relativo, appunto, alla promozione e valorizzazione della cultura umanistica.
Lo sviluppo e il potenziamento di tali competenze rende la Musica essenziale elemento di unione; infatti, la capacità di interpretare l’emotività propria e altrui, di accettare ciò che è diverso da sé, di non percepire come “disturbante” ciò che proviene da culture diverse, di porsi in situazione di cooperazione con gli altri (secondo i princìpi di Don Milani), fa sì che la musica diventi il motore pulsante del “feel united”.
La Rassegna nazionale
Il Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica per Tutti gli Studenti, per fornire un concreto segnale dell’importanza strategica della pratica musicale come fattore educativo dei giovani, ha organizzato in collaborazione con INDIRE dal 9 al 14 maggio 2022 la XXXIII Rassegna nazionale delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado “La musica unisce la scuola”. Dal Regolamento pubblicato sul sito di INDIRE e sulla piattaforma del Ministero riservata all’evento, si evince che le scuole possono promuovere i propri eventi musicali compilando un form presente all’indirizzo web dedicato[1] e che la rassegna si svolgerà sullo stesso portale per tutta la settimana, prevedendo momenti di formazione per i docenti, trasmissione di video inviati dalle scuole inerenti le attività musicali svolte negli ultimi due anni scolastici e presentazione di buone pratiche ad opera degli Uffici Scolastici Regionali.
L’obbiettivo finale di tale rassegna è insito nelle parole dell’ex Ministro Luigi Berlinguer, presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica. “Un cittadino più musicale non soltanto canterà meglio: saprà scegliere con cura cosa ascoltare, le parole da usare, i luoghi dove abitare e incontrarsi; avrà più fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità creative e professionali, avrà meno paura dell’altro, di chi ci regala la cosa più preziosa che possiede, la propria differenza. La presenza della musica nella scuola, in forme e modi adeguati alle diverse fasce d’età, rappresenta un importante passo per la realizzazione di quella “école de la mixité” di cui si parla ormai in tutta Europa, luogo ove possano incontrarsi felicemente razze, culture, religioni, suoni e saperi”.
La nota ministeriale
Il Ministero dell’Istruzione è intervenuto lo scorso 23 marzo, con la Nota operativa n. 568 in cui si ribadisce quanto la pratica musicale contribuisca alla “crescita equilibrata della persona e attraverso una più armoniosa utilizzazione delle varie capacità della mente umana, favorisce e migliora l’apprendimento promuovendo l’integrazione fra diverse componenti, quella logica, quella percettivo-motoria e quella affettivo-sociale”. L’impegno è volto a continuare un’azione di ricerca per raccogliere esperienze e attività musicali trasferibili sul piano didattico e organizzativo. A tal fine cita tutta la normativa che, in seguito all’emanazione del D.lgs. 60/2017, ha contribuito a rendere l’educazione musicale un elemento portante di tutta la costruzione del curricolo personale dello studente, fino alla costituzione del già citato Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti.
La musica nella prospettiva dell’educazione civica
Uno degli elementi portanti dell’educazione musicale è la strategia didattica della Musica d’Insieme. Anche nelle Indicazioni Nazionali si sottolinea più volte come il fare musica d’insieme sia uno strumento fondamentale dell’apprendimento. Nella pratica del fare musica insieme, intesa come forma di cooperazione e di socializzazione, sono insite tutte le forme di interazione quali l’esecuzione vocale o strumentale, l’improvvisazione, la composizione, la progettazione e la realizzazione di prodotti multimediali. Un forte accento viene posto anche sulla funzione comunicativa, interculturale e relazionale della musica inducendo alla presa di coscienza della propria appartenenza a una tradizione culturale e nel contempo fornendo strumenti per il confronto, la conoscenza e il rispetto di altre tradizioni culturali e religiose. Infine, viene sottolineato il valore interdisciplinare della musica: in quanto mezzo di comunicazione e di espressione interagisce con le altre arti, è aperta agli scambi e alle interazioni con i vari ambiti del sapere. In tal modo l’educazione musicale si sposa anche con i curricoli di Educazione Civica. Come hanno sottolineano le stesse Linee Guida (DM n. 35 del 22 giugno 2020), infatti, “L’educazione civica supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari”.
Un’occasione per crescere
La settimana della musica che unisce la scuola quest’anno sta avendo un’attenzione mediatica che negli anni scorsi è sempre mancata. Le Istituzioni scolastiche dovranno far tesoro di questa occasione per portar fuori dalle proprie aule e dai propri auditorium tutte le esperienze positive e fortemente formative che la scuola italiana sa creare, ma che spesso, per via della propria atavica autoreferenzialità, non riesce a trasmettere in modo appropriato ai vari portatori d’interesse. È un’occasione che va colta non per “mettere in mostra” il proprio operato (per questo ci sono le pagine facebook dei vari Istituti scolastici che assolvono al compito), ma per far comprendere l’alto valore educativo e formativo che la scuola italiana continua ad assolvere nonostante tutto