PNRR-Scuola: al via i primi investimenti

Un primo “pacchetto” di fondi per ambienti di apprendimento sostenibili

Martedì 30 novembre, in una conferenza stampa, il ministro Bianchi, insieme alle Ministre Bonetti (Pari opportunità e famiglie) e Carfagna (Sud e Coesione territoriale), ha illustrato la destinazione delle prime risorse finanziarie del PNRR-scuola, 5.2 mld, afferenti l’ambito 6 Linee di investimento per le infrastrutture.

I settori di investimento

I fondi illustrati nella conferenza del 30 novembre vanno distribuiti sulla base della tabella 1 di ripartizione[1] e sono destinati a Regioni ed Enti Locali tramite appositi Bandi-Avvisi (candidature entro febbraio 2022)[2]:

Tab. 1: Ripartizione dei fondi

FONDISETTORI DI INVESTIMENTOPERCENTUALE DELLE RISORSE PER IL MEZZOGIORNO
3 mldCostruzione o messa in sicurezza di Asili Nido, 2.4 mld e Scuole Infanzia, 600 mln, con la creazione in tot.  di 264.480 posti entro il 2025, di cui 176.320 solo per gli Asili NidoAsili nido: 55,29% [3] Scuole Infanzia: 40%
800 mlnCostruzione di 195 nuove scuole innovative e sostenibili40%
400 mln1.000 locali e spazi da destinare a mense (incremento Tempo Pieno)57,68%
300 mln400 palestre o impianti sportivi54,29%
710 mlnMessa in sicurezza e riqualificazione degli edifici scolastici40 %

I bisogni e le emergenze strutturali  

Senza dubbio si tratta di un consistente piano di interventi, che mira anche a colmare i divari territoriali esistenti, una sfida rispetto alla critica situazione infrastrutturale dell’attuale patrimonio edilizio scolastico.

Tab. 2: Settori di investimento

SETTORI DI INVESTIMENTOI GAP ATTUALI[4]BUDGET STIMATI
Asili Nido e Scuole InfanziaSecondo l’Istat (Report giugno 2020)al 31.12. 2019 i posti nei nidi di infanzia, micronidi e sezioni primavera erano 361.318, di cui 180.842 pubblici e 180.476 privati.  Il fabbisogno però è di altri 300.000 posti pubblici, quota che il PNRR copre in parte, senza considerare i divari Nord-Sud. Per la Scuola dell’infanzia, meno carente di posti, si interviene all’interno dei Poli innovativi.Per conseguire il target europeo del 33% servirebbe un budget di 2,2 mld, con cui attivare 9.064 nuove sezioni[5].  La  legge di bilancio 2020  ha comunque istituito il fondo “Asili nido e scuole dell’in-fanzia”, con dotazioni di € 100 mln annui dal 2021 al 2023 e di € 200 mln annui dal 2024 al 2034.
Nuovi edifici scolasticiIl 55% dei 40.879 edifici scolastici risulta costruito prima del 1976 e l’86,7% prima del 2000.Solo per ristrutturarli[6]  servirebbero 200 mld in 20 anni (Indagini #scuole sicure di Cittadinanzattiva 2012 e della Fondazione Agnelli 2019). Il costo di un nuovo edificio sarebbe invece di ca. 2,64 mln di euro.
Spazi per le mensemedia nazionale di spazi dedicati:74,4%; media al Sud 63,4%, nelle Isole al 30,8%;meno del 40% delle scuole a T.P., cioè 2.694 su 6.873 Istituti, è dotato di un regolare spazio mensa. Nel restante 60% il pasto viene consumato in locali impropri[7].Per dotare di spazi mensa i 4.179 Istituti che ne sono sprovvisti, occorrerebbe un investimento di ca. 2 mld di euro.
Spazi per palestre e sportil 17,1% delle scuole del I° ciclo non di-spone di palestre o strutture sportive;si sale al 38,4% se vi inseriamo le Secondarie di secondo grado;il 23,4% degli Istituti senza questi “am-bienti” dedicati si trova nel Centro- Sud[8].Coprire il fabbisogno di palestre ed impianti sportivi delle ca. 6.000 sedi scolastiche statali di direzione, prive di tali spazi, comporterebbe un budget di ca. 2,4 mld di euro.
Sicurezza edificiil 59,5% degli edifici risulta nondisporre del certificato di prevenzione incendi, il 53,8% è senza quello di agibilità e solo il 54,2% è dotato di scale di sicurezza.  Solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.Per mettere in sicurezza il 60% ca. degli edifici scolastici, bisognereb-be prevedere investimenti per oltre 2 mld di euro[9].

Oltre i dati e le cifre: traiettorie formative sottese  

Apprezzabile l’attenzione della nostra classe dirigente per la riqualificazione del “patrimonio materiale” delle scuole[10], da accompagnare però con notazioni socio-culturali e pedagogico-didattiche in grado di esplorare, oltre i numeri, la funzione di emancipazione educativa e sociale di tale operazione.

La ristrutturazione e/o la costruzione ex novo di edifici scolastici

La ristrutturazione e/o la costruzione ex novo di edifici scolastici hanno certamente un loro impatto sulla funzionalità organizzativa del servizio educativo, ma si qualificano anche come valore aggiunto, quasi un cambio di paradigma, per il ruolo formativo della scuola rispetto a:

  • rivisitazione degli ambienti di apprendi-mento;
  • ripensamento degli stili di insegnamento;
  • rigenerazione dei processi socio- relazionali-emotivi;
  • creazione di connessioni educative con il territorio; 
  • empowerment dei profili di autonomia per gli studenti, etc. Nel merito si legga il monografico Il layout dell’aula della Rivista dell’Istruzione, Maggioli, n. 6/2020.

L’incremento dei posti nella fascia 0-6

Questo obiettivo non risponde soltanto al disegno di favorire la frequenza-accoglienza dei bambini di quelle età, ma richiama logiche socio-economico-formative di rilevante spessore:  

  • aumento del personale addetto a tale servizio e suo sviluppo professionale;
  • riduzione dei gap territoriali, con riflessi positivi su diffuse convinzioni distorsive (ad es. “i bambini piccoli stanno bene a casa…”), su alcuni ruoli cristallizzati delle donne (“mamme a tempo pieno…”), sulla loro occupabilità e in generale sui loro livelli di riscatto sociale;
  • impulso all’universalità del servizio, spesso frenata da ragioni economiche (la spesa per un asilo non statale è lievitata dal 2015 al 2019 di ca. il 40%, dati Istat, 2018/19), ma anche da fattori legati al grado di istruzione (i bambini dei diplomati alla Secondaria di 1° e 2° grado sono i meno numerosi)[11];
  • contrasto, nel tempo, dei fenomeni di dispersione scolastica e di povertà educativa, concause nella crea-zione di nuclei familiari vulnerabili e dipendenti da un sistema di welfare già in crisi (M. R. Doria, 2019).

Mense, attività motorie e sportive

Investire sugli spazi non è soltanto un segnale positivo per la fruibilità del servizio mensa e delle attività motorie e sportive, ma vuole rappresentare:

  • rispetto alle mense, uno stimolo all’estensione del tempo pieno, considerando che meno della metà dei ragazzi frequentanti la Scuola Primaria lo scelgono (nell’a.s. 2019-2020, 923.196 alunni su 2.443.889 iscritti, dati MI) e che nelle Regioni del Centro-Sud, dove potrebbe essere fattore di contrasto alla dispersione scolastica, le iscrizioni alle classi a T.P.  si collocano mediamente intorno al 20% (al Nord intorno al 45%);
  • rispetto agli spazi per le attività motorie, un incentivo alla valorizzazione di questo ambito formativo largamente trascurato[12], se ancora sono 8.798 le palestre esistenti nelle 14.847 Scuole Primarie funzionanti nell’a.s. 2020-21, se l’Italia risulta tra i Paesi europei con i valori maggiori di eccesso ponderale in età scolare (ca. 1 bambino su 10 è obeso e 1 su 5 è in sovrappeso), se i livelli di povertà educativa e di svantaggio socio-culturale si alimentano in maniera significativa anche dalla insufficiente diffusione di tali infrastrutture.

[1] Per un quadro complessivo vds. le slide del M.I. su www.miur.gov.it/documents/20182/0/pnrr-istruzione_slide.pdf/

97226d15-c7a6-cded-ef8d-6c48a835773a?t=1638283688160, riferite al Piano Futura, www.pnrr.istruzione.it

[2] I cantieri devono partire nel 2023 e tutto deve essere finito e rendicontato entro il 2026. Impresa praticabile?

[3] Nelle Regioni del Mezzogiorno i posti nelle strutture pubbliche degli Asili Nido sono meno di 30 mila (Istat, 2019).

[4] Se non diversamente specificato, sono riportati i dati dell’Anagrafe nazionale Edilizia Scolastica, MIUR a.s. 2018-19.

[5] Vds. Report Asili nido in Italia, a cura di Openpolis e Con i Bambini, su dati Istat, 2020 e Ricerca ANCI 2019. Al mo-mento solo 6 Regioni raggiungono la quota europea del 33% (Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Valle d’Aosta).

[6] Si tratta di rinnovare, risistemare e mettere in sicurezza gli edifici esistenti, non di costruirne di nuovi (11% del PIL).

[7] Vds rielaborazioni a cura di Tuttoscuola NL del 06.12.2021 su dati del Portale MI.

[8] Ecosistema Scuola, XX° Rapporto Legambiente, 2021.

[9] Fonte: Report Camera Deputati, 5.10.2021. La legge 157/2019 ha istituito uno specifico capitolo del Fondo unico per l’edilizia scolastica, con cospicue risorse fino al 2025, per la sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici.

[10] Da annotare tuttavia le perplessità del Terzo Settore, della Fondazione Agnelli, dell’ANP rispetto ai tradizionali limi-ti della capacità di spesa degli Enti Locali, alle ancora insufficienti risorse, alle complesse procedure di Bandi e Avvisi.

[11] Vds.  R. Seccia, La povertà educativa in Italia e Atlante dell’Infanzia 2019, Scuola 7, Tecnodid, n. 158 e 159/2019.

[12] Vds. Priore C., L’educazione motoria nella scuola Primaria, Scuola 7, Tecnodid, n. 259/2021, per la svolta nella Legge di Bilancio 2022, art.109 (introduzione dell’insegnamento di ed. motoria nelle classi IV^-V^ Primaria dall’a.s. 2022-23).