La Commissione VII istruzione, Camera e Senato congiunte, ha ricevuto, lo scorso 4 maggio, il Ministro Patrizio Bianchi, in audizione, per esaminare le linee strategiche che il responsabile del dicastero di viale Trastevere intende adottare nella propria azione di governo.
Uno sguardo prospettico
Il documento rappresenta un vero e proprio sguardo d’insieme sulla scuola italiana, che riconduce ad un’idea di servizio scolastico apertamente ispirata ai valori costituzionali ed alle più avvertite tematiche della società globalizzata, come l’Agenda 2030 con gli obiettivi di sviluppo sostenibili (OSS/SGDs, Sustainable Development Goals).
Proviamo ad analizzare brevemente il documento proponendo una panoramica dei temi affrontati e rimandando a letture più approfondite in altri contesti editoriali della Tecnodid (Notizie della scuola di prossima pubblicazione).
Lo scenario multiforme che ha sempre caratterizzato la scuola italiana ha trovato ulteriori elementi di complessità nella attuale situazione della pandemia. Riemergono problematiche di grande attualità, spesso acuite dal difficile tempo che stiamo vivendo, e che proveremo ad elencare brevemente.
Per una scuola inclusiva
La dispersione scolastica appare ancora un fenomeno ricorrente, attenuato ma non risolto. Anzi, i suoi effetti si sono evoluti. Oggi accanto alla dispersione esplicita si affaccia la dispersione implicita, quella di chi viene a scuola ma non acquisisce le competenze attese, anche se consegue il titolo di studio. Il PNRR affronterà il problema con azioni efficaci e di impatto.
Il modello dell’inclusioneè stato sempre associato alle azioni destinate agli studenti con BES pur sapendo che essa riguarda la pluralità dei bisogni educativi. L’inclusione acquista senso e significato quando riferita ad una vera e propria azione sociale della scuola che si spinge verso la sottoscrizione dei patti di comunità.
Verso standard formativi internazionali
Peraltro, uno dei problemi da affrontare con urgenza è l’allineamento degli standard formativi ai livelli internazionali utilizzando le nuove ed avvincenti tematiche che investono la scuola. Innovazione digitale, transizione ecologica, STEM, STEAM, competenze linguistiche e multilinguistiche verranno garantiti con la creazione di supporti informatici come piattaforme e apparati di monitoraggio.
In Europa siamo anche conosciuti per essere uno dei paesi con indici di competenze negli adulti tra i più bassi. I circa 13 milioni di adulti italiani con basso livello di istruzione, rappresentano il 20% della popolazione adulta europea con un limitato livello di istruzione (66 milioni di individui totali). Parole d’ordine Upskilling, Reskilling e orientamento permanente per affrontare la preoccupante questione.
L’orientamento: un problema da affrontare subito
Anche l’Orientamentorimane un problema da affrontare e risolvere poiché risultano ancora inadeguate le diverse azioni fin qui poste in essere. In questa prospettiva lo stesso documento, con un’ottica fortemente riduttiva ed in apparente contraddizione con gli stessi documenti ministeriali, limita le azioni prospettiche per l’orientamento alle dinamiche di scelta del percorso post secondario ed al potenziamento dei PCTO. Di fatto il Ministro, nella sua presentazione del documento, ha collegato l’orientamento con la dispersione implicita e con le fragilità mettendo in evidenza anche la necessità di azioni di accompagnamento a partire dai primi gradi scolastici.
Tecnologie e progetto 4.0
Per fortuna le Tecnologie che sono state messe in campo per realizzare la didattica a distanza rappresentano una risorsa che è diventata patrimonio delle diverse comunità scolastiche; esse hanno permesso di rifondare alcuni modelli organizzativi e hanno facilitato un approccio più funzionale e innovativo nell’uso degli spazi e dei tempi. La scuola dovrà farne tesoro in futuro.
Il Progetto scuola 4.0,infatti, consiste nel voler imprimere una forte accelerazione alle tecnologie, alla larga banda, alla qualità della didattica digitale e, come corollario del tutto, all’aumento del tempo scuola nel ciclo primario. Le carenze infrastrutturali saranno colmate costruendo ed attrezzando1000 nuove mensein altrettante scuole.
Una scuola all’altezza dei tempi
Alla luce delle risorse del PNRR è possibile immaginare e realizzare unsistema scolasticoche sia all’altezza dei tempi. Alcune questioni di particolare urgenza evidenziate nelle Linee programmatiche trovano immediato riscontro nel documento di ripresa e resilienza, come per esempio:
- il ripensamento dei curricoli;
- l’investimento sul sistema integrato 0-6;
- la filiera formativa professionalizzante e gli ITS;
- la riforma del sistema scolastico;
- la cooperazione tra scuola università e ricerca;
- l’innovazione dell’edilizia scolastica in senso educativo.
I temi posti in essere sono, da sempre, impegnativi e dirimenti; essi fanno la differenza in ogni contesto scolastico, tuttavia molti di essi hanno trovato scarsa rispondenza nelle scelte di politica scolastica. Il PNRR, come risaputo, è legato ad impegni che il governo dovrà mantenere per accedere alle risorse finanziarie e, in questo senso, le riforme strutturali saranno improrogabili.
Qualificare e valorizzare le professionalità
Una delle questioni centrali per far crescere la scuola è quella di investire sulla professionalità degli insegnanti e di tutti coloro che si occupano di studenti. “Pilastro dell’autonomia” è avere a disposizione un personale altamente qualificato. È un problema che si pone con carattere di necessità e urgenza. L’impegno può essere assunto a condizione che vengano realizzati tre ambiti di intervento per i quali si prevedono novità importanti:
- la formazione iniziale, per la quale si profila un sistema di qualità allineato agli standard europei;
- il reclutamento dei docenti, che rappresenta una delicata questione sempre in bilico tra l’urgenza da sostenere e la qualità da garantire;
- la formazione continua e la valorizzazione del personale scolastico che si gioverà di una scuola di alta formazione, organizzata con INDIRE, INVALSI e Università, con l’ausilio di una piattaforma digitale di documentazione delle esperienze professionali.
Il Ministero e gli Uffici scolastici regionali, per garantire la qualità e la quantità delle riforme e dei cambiamenti, dovranno fungere, rispettivamente, da “cabina di regia e da cinghia di trasmissione” per diventare solidi riferimenti per le scuole.
Una autonomia per realizzare il diritto all’istruzione
Tuttavia sarà necessario fare in modo che emerga definitivamente il modello auspicato di autonomia, che, troppo spesso, risente sia di invasioni di campo dell’ingombrante Ministero sia di atteggiamenti di ingiustificati indugi e dipendenze da parte delle scuole. In una visione non contrapposta dovranno essere posti nuovi traguardi:
- con la presenza di un dirigente scolastico per ciascuna scuola;
- con l’ausilio di dirigenti tecnici a sostegno di tutti i processi di miglioramento e non solo alla valutazione del sistema nazionale di istruzione; il prossimo concorso dovrà reclutare dirigenti tecnici in quantità sufficiente a supportare le scuole e capaci di costituire un riferimento sicuro e stabile per la necessaria consulenza ai processi organizzativi e didattici;
- con una revisione della governance scolastica che comprenda la riforma degli organi collegiali.
Come si vede, in maniera paradossale, la complessità della scuola aumenta considerevolmente anche quando l’intenzione è quella di semplificare.
Un nuovo rapporto tra scuola e territorio
Una via d’uscita potrebbe essere costituita dalla nuova visione delle relazioni tra scuola e territorio. Secondo le ultime interessanti evoluzioni del modello che valorizza la collaborazione con gli stakeholder, il progetto culturale ed educativo della scuola deve essere frutto di una concertazione territoriale, che si concretizza ultimamente nei Patti educativi di comunità. Questo nuovo strumento realizza la volontà a partecipare di molte realtà associative presenti sui territori e consente un legame stabile e duraturo tra la comunità educante e la comunità territoriale.
La riforma del Ministero
Per ultime, ma non certamente per importanza, le due azioni che riguardano incombenze prettamente trasteverine:
- la redazione del Testo unico delle leggi della scuola fermo ormai al D.lgs. 297/1994 e di portata ciclopica;
- la trasformazione dell’apparato ministeriale secondo uno schema amministrativo moderno e funzionale basato sul modello “ad uffici di missione, task force e approcci project management”. Si scommette, quindi, sull’idea che “la filiera Ministero-Uffici Scolastici Regionali-Scuole deve rappresentare la spina dorsale sulla quale ricostruire l’economicità complessiva e il valore reputazionale della Scuola”.
Una grande ambizione alla prova dei fatti
Analizzare nel dettaglio le Linee programmatiche “La scuola motore del Paese” consente, quindi, di avere un vero e proprio sguardo di insieme sul sistema educativo di istruzione e formazione italiano, ma anche una visione compiuta di gran parte delle criticità esistenti.
L’opportunità delle generose dotazioni finanziarie per la Next generation EU che, attraverso il PNRR,consentono di guardare al futuro, non deve indurre a facili conclusioni ed avventati entusiasmi.
Molte riforme, di cui la scuola ha bisogno da decenni, potrebbero essere realizzate a costo zero, eppure non sono state mai concretizzate e, a dire il vero, neanche affrontate in maniera seria. Non è solo un problema di risorse ma di volontà politica e di capacità organizzativa. Ora non possiamo che essere fiduciosi perché fallire non è permesso.