Ciao Giancarlo,
non so se riuscirò a comunicare qualcosa di quanto è stato vissuto in trent’anni di amicizia profonda nel lavoro e nella vita.
Ci siamo incontrati perché facevamo lo stesso lavoro. Ma ci siamo subito riconosciuti perché volevamo le stesse cose.
La tua straordinaria passione per il lavoro, la tua onestà intellettuale, la determinazione nel voler portare sempre e tutto a buon fine, sono state le principali qualità che mi hanno contagiata e hanno cambiato anche la mia vita professionale.
Il tuo stile determinato, pacato, coraggioso e sempre rispettoso di tutti, non permetteva di avere alibi. Tu hai costretto me e tante altre persone a “non fare finta”, a non “prendere scuse…”. In maniera delicata e leggera convincevi tutti a guardare le cose dal verso giusto pensando non a sé stessi ma al bene comune.
Non c’è un solo posto in Italia, non c’è un solo insegnante che non ti conosca e che non faccia tesoro di quello che tu, nel tempo, hai disseminato, senza risparmiarti mai.
Qualche volta, io stessa, con un po’ di cinico realismo, ti dicevo che forse non valeva la pena sottoporsi a viaggi massacranti per arrivare in un paesino sperduto della nostra penisola, per parlare magari ad un collegio di una scuola o a poche decine di docenti. Avevi platee con migliaia e migliaia di insegnanti, dirigenti, genitori, studenti che ti ascoltavano per ore. Ma per te era importante qualsiasi persona ti chiedesse un aiuto o un consiglio.
Hai fatto crescere generazioni di bravi professionisti. Il tuo modo di coinvolgere, unico e straordinario, ha dato una impronta anche a tutte le nostre imprese, sia quando ci si trovava fianco a fianco a lavorare per progetti ministeriali, sia quando si mettevano in cantiere delle iniziative editoriali.
E di libri insieme ne abbiamo scritti veramente tanti. Abbiamo accompagnato passo passo l’evoluzione del nostro sistema scolastico: dagli istituti comprensivi all’autonomia scolastica, da tutte le riforme che si sono susseguite in un ventennio a partire da quella non realizzata di Berlinguer fino ad oggi, con il “sistema integrato 0-6”. E su questa ti sei speso fino all’ultimo momento con dedizione ed ostinazione, a volte anche con rabbia quando non vedevi nell’apparato la stessa tua dedizione.
Abbiamo accompagnato gli aspiranti insegnanti, gli aspiranti dirigenti, gli aspiranti ispettori con i nostri suggerimenti: percorsi formativi, piattaforme, fascicoli, monografici, libri di qualsiasi genere. Negli ultimi due anni ti sei dedicato senza mai risparmiarti e, fino agli ultimi giorni, sei riuscito ad essere presente in tanti webinar, nelle call, nei seminari on line…
Sei stato (e continuerai ad esserlo) il punto di riferimento di tutta la nostra scuola. Le manifestazioni di affetto e stima profonda che arrivano da tutte le parti d’Italia e dalle persone più disparate testimoniano quanto nella tua vita tu sia riuscito non solo a seminare, ma anche a raccogliere, perché hai trasmesso la passione, perché lo hai fatto con la delicatezza della persona che sa ascoltare e che sa rispettare le idee di tutti.
È difficile per me dire che il miglior modo per farti vivere è continuare il tuo lavoro, sarà molto duro. Ma ti prometto che mi impegnerò perché è questo che avresti voluto. Ne sono certa.
Ciao amico.