Dal dialogo tra Confindustria e Ministero dell’Istruzione nasce il progetto “Steam space”. Tale progetto era stato, tra l’altro, proposto dal comitato di esperti, istituito dalla ministra Lucia Azzolina e presieduto proprio dall’attuale ministro Patrizio Bianchi: è rinvenibile nelle pagine del Rapporto del 13 luglio (“Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro”, pp. 90-94).
Steam unisce l’acronimo inglese Stem, Scienza, tecnologia, ingegneria, matematica, alla “a” di arte. Si tratta di un nuovo spazio da allestire, a partire dalle scuole medie, come punto di riferimento strutturale degli edifici scolastici, al pari di biblioteche e palestre, da aprire anche alla comunità locale.
Ma perché questa proposta?
Per gestire le sfide del presente e del futuro
La globalizzazione, i progressi tecnologici con le relative ricadute occupazionali, i cambiamenti demografici, climatici e ora quelli causati dalla pandemia sono alcune delle spinte che stanno dando una forma nuova e ancora incognita al nostro futuro. Gli studenti e le studentesse di oggi dovranno essere capaci domani di affrontare la complessità e di gestire queste sfide facendo un uso intelligente ed etico delle opportunità e allo stesso tempo dovranno essere in grado di superare le tante incognite del presente e del futuro.
Sarà quindi necessario possedere oltre a solide conoscenze matematiche, scientifiche e tecnologiche anche la capacità di fare collegamenti all’interno e tra le discipline e saperle traferire non solo al di fuori di sé ma anche in una riflessione su di sé, sul proprio rapporto con la tecnologia, con le informazioni, con i dati; le persone dovranno saper padroneggiare gli algoritmi che saranno utilizzati e non farsi “usare”. In questo contesto il pensiero matematico, scientifico, ecologico, informatico, digitale, sistemico e progettuale sarà fondamentale per poter essere liberi cittadini e libere cittadine in grado di operare scelte consapevoli per sé e per la collettività. Sarà fondamentale sviluppare un pensiero unitario ed abbattere la separazione delle due culture.
Per superare il deficit nelle discipline scientifiche
L’Italia ha però un deficit non trascurabile relativo alla padronanza delle competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) degli studenti italiani che aumenta quando si indaga la situazione delle ragazze che ottengono risultati notevolmente inferiori ai ragazzi nelle competenze logico-matematiche e questa differenza risulta maggiore nei livelli alti. Dall’analisi OCSE 2018 emerge che uno studente su quattro non raggiunge il livello base di competenze sia in matematica sia in scienze. Inoltre continua ad esserci una forte differenza territoriale: circa 70 punti separano gli studenti del Nord da quelli del Sud. In matematica sono low performer circa il 15% di studenti del Nord, oltre il 30% del Sud. In scienze sono low performer il 15-20% di studenti del Nord, oltre il 35% del Sud. I risultati in matematica sono migliorati nel 2009, poi però purtroppo sono rimasti stabili. In scienze invece tra il 2006 e il 2018 i risultati italiani sono peggiorati.
Per far ripartire l’ascensore sociale e affrontare la differenza di genere
Lo studio dimostra anche che l’ascensore sociale si è rotto e il nostro sistema non è più equo. Infatti gli studenti con alto livello di rendimento che si aspettano di conseguire un titolo di studio superiore al diploma sono 9 su 10 di quelli che provengono da realtà socio-economiche avvantaggiate; mentre solo 6 su 10 da realtà svantaggiate.
Inoltre per quanto riguarda le differenze di genere: si legge che tra gli studenti e le studentesse con risultati migliori in matematica o scienze solo uno studente su quattro maschio e solo una studentessa su otto prevedono di lavorare come ingegnere o come professionista nelle scienze all’età di 30 anni. Sempre la stessa indagine fotografa una situazione di impreparazione delle ragazze e dei ragazzi a muoversi consapevolmente nel mondo pervaso dalle tecnologie, situazione anche in leggero peggioramento, soprattutto sul fronte del divario di genere e delle competenze digitali di base. Inoltre solo il 7% dei ragazzi e quasi nessuna ragazza in Italia prevede di lavorare nelle professioni legate all’ICT. Per tutti questi motivi è urgente cercare di invertire la rotta con politiche sempre più mirate e azioni di sistema profonde, rapide e mirate che possono essere finanziate dal programma della comunità europea.
Per integrare le due culture
Il problema è essenzialmente di tipo ancora legato all’immagine delle “due culture”, che in molte situazioni continua nei fatti a negare lo status di cultura alla conoscenza tecnico-scientifica (Science, Technology, Engineering, Mathematics, STEM), la diffusione di tale conoscenza è sovente intesa come finalizzata al solo trasferimento di informazione, “di nozioni da apprendere”. Si attribuisce, inoltre, alla sola cultura letterario-artistica la capacità di rispondere ai “bisogni profondi” delle persone contribuendo così ad autoavverare tale considerazione. Si pensa, erroneamente, che la scienza e la tecnologia sarebbero funzionali al miglioramento delle condizioni materiali di vita, mentre la letteratura e l’arte svilupperebbero la creatività individuale e collettiva. Risulta quindi fondamentale superare questa visione stereotipata e sviluppare un pensiero unitario.
Per coniugare rigore e creatività
Essendo un problema in primis culturale va risolto dal punto di vista culturale promuovendo e diffondendo nelle scuole e nella comunità una cultura scientifica e tecnologica umanistica, in cui precisione e rigore si coniugano con fantasia e creatività e le discipline STEM diventano abilitatori di pensiero costruttivo e critico. Risulta quindi importante aiutare le scuole a diventare luoghi di creazione, dove “si fanno” scienza e tecnologia e arte e non solo le si studia.
Per questi motivi sono stati pensati gli STEAM space (STEM + A di arte) da diffondere su tutto il territorio italiano e da considerare come punto di riferimento culturale oltre che applicativo e formativo così come lo sono le biblioteche e i teatri.
STEM + A di arte: nuovi spazi per apprendere
Si tratta di spazi fisici idonei, tecnologicamente equipaggiati, in connessione fisica e digitale con il territorio circostante che siano laboratori delle mente dove si sviluppa la creatività e l’immaginazione, dove si progetta e si mette a sistema l’idea. Obiettivo degli STEAM Space è non solo avvicinare gli studenti alle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) ma anche sviluppare le sensibilità e le attitudini alla creatività coniugando pensiero artistico, umanistico e matematico e scientifico.
Uno spazio immersivo e aperto al territorio
Tali spazi vanno costruiti a partire dalle scuole secondarie di primo grado che rappresentano l’anello debole e allo stesso tempo fondamentale del nostro sistema scolastico. È lì che si prendono le decisioni per il futuro dove è importante sviluppare le capacità orientative degli studenti e delle studentesse e dove l’orientamento deve essere soprattutto di tipo formativo per dare ai giovani gli strumenti culturali e di pensiero per comprendere sé stessi ed individuare il percorso che permetterà loro di realizzarsi.
Questo spazio sarà aperto al territorio, alle imprese e potrà essere utilizzato anche quando le scuole sono chiuse. Uno spazio che può essere vissuto nei weekend anche da genitori e figli. Lo spazio sarà progettato in modo da essere duttile, componibile e multifunzionale per potersi adattare meglio agli itinerari didattici che si andranno a delineare con i diversi gruppi di apprendimento dentro e fuori la scuola.
L’ambiente come “maestro”
Gli ambienti, trasformandosi diventano essi stessi “maestri” per i bambini e le bambine e favoriscono l’apprendimento cooperativo, la libertà di scelta, il rapporto tra le discipline. Gli spazi non sono, infatti, mai neutri e devono essere pensati in coerenza con l’idea di benessere formativo, di innovazione didattica, di qualità delle relazioni educative. È il ridisegno dello spazio della scoperta e dell’esplorazione dell’ambiente educativo, del luogo in cui si impara facendo.
Gli studenti e le studentesse, in uno spazio dedicato, sviluppano competenze per risolvere problemi, osservano fenomeni con strumenti dedicati, applicano strategie di intervento, si abituano ad analizzare e descrivere gli esiti delle loro sperimentazioni. Può trattarsi di un atelier per attività di manipolazione, di un laboratorio disciplinare, di un maker space o un ambiente immersivo, potenziato da dispositivi elettronici e contenuti digitali.
“Steam Space” anche nella scuola primaria
Anche per la scuola primaria si pensa di progettare degli spazi che parlino di matematica e siano improntati allo sviluppo del pensiero matematico cioè spazi che sostengano gli studenti e le studentesse a pensare matematicamente, a sviluppare la capacità di intuire, immaginare, progettare, dedurre e controllare per poi quantificare e misurare fenomeni e fatti della realtà. Partire dalla scuola primaria significa evitare i bias cognitivi che costituiscono gli ostacoli maggiori all’apprendimento.
Nella scuola secondaria di secondo grado si privilegerà l’educazione imprenditoriale, il pensiero progettuale, cioè, declinato in modi diversi a seconda delle specificità degli indirizzi.
Gli insegnanti co-progetteranno questi spazi insieme agli esperti in modo che possano considerarli come casa loro. Questo è fondamentale per superare la logica del “contenitore” e della didattica che si deve adattare al contenitore. In questo modo diventeranno dei veri e propri master prof che potranno formare altri docenti sviluppando così una comunità in cammino verso una conoscenza sempre più diffusa.