Sul sito del Governo Italiano è stato pubblicato un comunicato stampa nel quale si spiega che il Consiglio dei Ministri si è riunito venerdì 12 marzo 2021, alle ore 11.45 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi e che ha approvato un Decreto-Legge che introduce misure urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del Covid-19 (…) per il periodo compreso tra il 15 marzo e il 6 aprile 2021.
Il testo considera, tra l’altro, per tutto il periodo indicato, l’applicazione delle misure attualmente previste per la zona rossa alle Regioni – individuate con ordinanza del Ministro della Salute – in cui si verifichi una incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, a prescindere dagli altri parametri riferiti al colore della zona.
Nuove restrizioni
Si prevede, nei casi di sospensione delle attività scolastiche o di infezione o quarantena dei figli, per i genitori lavoratori dipendenti la possibilità di usufruire di congedi parzialmente retribuiti e, per i lavoratori autonomi, le forze del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, le forze dell’ordine e gli operatori sanitari, la possibilità di optare per un contributo per il pagamento di servizi di baby sitting, fino al 30 giugno 2021.
Infine, nei giorni 3, 4 e 5 aprile 2021, sull’intero territorio nazionale, ad eccezione delle Regioni o Province autonome i cui territori si collocano in zona bianca, si applicano le misure stabilite per la zona rossa. In tali giorni, nelle zone interessate dalle restrizioni, gli spostamenti verso altre abitazioni private abitate saranno possibili solo una volta al giorno, tra le ore 5.00 e le 22.00, restando all’interno della stessa Regione.
Le zone rosse da lunedì 15 marzo
A seguito del dispositivo dell’Ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza del 12 marzo, da lunedì 15 marzo, sulla base dei dati dell’ultimo report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, si applica quanto disposto dal DPCM del 2 marzo 2021: “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 e fatte salve le eventuali misure più restrittive già adottate nel proprio territorio, alle Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto si applicano, per un periodo di quindici giorni, le misure di cui al Capo V del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021”.
DPCM 2 marzo: sospese le attività in presenza
Proviamo a rileggere il DPCM del 2 marzo, Capo V, Misure di contenimento del contagio nelle Istituzioni scolastiche in zona rossa: “1. Sono sospese le attività dei servizi educativi dell’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del Ministro dell’Istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.
Una pausa “movimentata”?
Quando esce un nuovo provvedimento normativo causato dall’emergenza epidemiologica provocata dal Covid-19 siamo indotti a pensare che abbia una durata consistente: in realtà, ogni volta, si tratta, per lo più, di alcune settimane, nel caso specifico del periodo temporale da lunedì 15 marzo a martedì 6 aprile, o meglio da lunedì 15 marzo a mercoledì 31 marzo (considerando le vacanze di Pasqua: 1°-6).
Di fatto, nella circostanza, viene ripresa la metodologia della didattica digitale integrata al 100%, con deroga, in presenza, per l’inclusione e, nella scuola secondaria del secondo ciclo, anche per l’attività laboratoriale.
Una piccola osservazione: quando si parla di secondaria del secondo ciclo, per lo più si tende a riferirsi ai Licei – è una vecchia storia lunga un secolo – solo che, nel nostro ordinamento, esistono anche l’istruzione tecnica e quella professionale, nelle quali i laboratori rivestono un certo rilievo, qualitativo e quantitativo, sicché le misure precauzionali previste per le zone rosse, con il ricorso alla DAD, rischiano di entrare in contraddizione con l’esigenza di garantire l’attività laboratoriale in presenza.
È evidente che la presenza degli studenti comporta quella dei docenti e ciò determina una movimentazione, sul piano del trasporti, della circolazione delle persone, della loro interazione, per quanto sorvegliata, almeno a scuola, da rigorosi protocolli per la sicurezza.
Una nota per l’inclusione
Nell’ambito dell’inclusione merita una sottolineatura la Nota ministeriale 662 del 12 marzo 2021, a firma del Direttore Generale Dr. Antimo Ponticiello. In essa si spiega: “In premessa è opportuno chiarire che le istituzioni scolastiche sono tenute ad un’attenta valutazione dei singoli casi, contemperando le esigenze formative dell’alunno declinate nello specifico percorso educativo individualizzato o percorso didattico personalizzato – articolato sulla base della particolare condizione soggettiva dell’alunno/a – con le fondamentali misure di sicurezza richieste dal citato DPCM a tutela del diritto alla salute. Infatti, la condizione dell’alunno con bisogni educativi speciali non comporta come automatismo la necessità di una didattica in presenza, potendo talora essere del tutto compatibile con forme di didattica digitale integrata salvo diverse esplicite disposizioni contenute nei già adottati progetti inclusivi.
Ciò premesso, laddove per il singolo caso ricorrano le condizioni tracciate nel citato articolo 43 le stesse istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti in parola, ma al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola”.
È quindi opportuno verificare se si riesca a garantire un adeguato coinvolgimento – nella logica della Peer Education – di altri compagni di classe in presenza, al fine di garantire relazione e socialità.
La cassetta degli attrezzi
Continuano ad essere essenziali i Protocolli sulla sicurezza predisposti sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico, già impostati all’inizio dell’anno scolastico e via via aggiornati, e, sul piano didattico, il Piano per la DDI, in coerenza con le Linee guida per la didattica digitale integrata, adottate con il DM 7 agosto 2020, n. 89, approvato dal Collegio dei docenti come collegato al PTOF.
Le riunioni degli organi collegiali non possono che proseguire a distanza. Rimangono sospesi i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate. Anche i PCTO, per il momento, è meglio che escludano uscite esterne. Tutta la formazione, ovviamente, da remoto.
Le prove INVALSI
Ultimo ma non ultimo: le prove INVALSI, le quali possono essere sospese e rimandate a data da definirsi. L’INVALSI ha già spiegato a chi ha chiesto lumi che potranno esserci ampliamenti delle finestre di somministrazione attualmente disponibili. Inoltre, com’è noto, per questo anno scolastico le prove INVALSI non sono requisito di ammissione agli esami di Stato, ma parte dell’attività ordinaria per tutti gli studenti frequentanti. Sono da considerarsi attività di laboratorio e si conferma il loro svolgimento in presenza.
È fuori discussione che non è semplice contemperare l’insieme delle questioni che si concentrano su una situazione oggettivamente fuori dall’ordinario come l’attuale. Ma, specie in questa fase, anche nelle zone rosse, un ponderato ricorso alla distanza o alla presenza merita un esercizio responsabile dell’autonomia scolastica ben fondato sul valore non derogabile della prevenzione.