Nelle scuole davvero all’avanguardia, sedie e tavoli hanno misure e forme diverse, hanno o non hanno le ruote, si piegano e si ribaltano per essere spostati facilmente, sono leggeri e si usano all’aperto, oppure pesanti per essere utilizzati nei laboratori. Colorati o spenti, alti o bassi, morbidi o rigidi, grandi o piccoli, gli arredi delle scuole ormai seguono una regola che è quella di movimentare un ambiente fatto per i ragazzi, che imparano meglio se stanno meglio. Come tutti.
La ricerca educativa sugli ambienti di apprendimento
Con alcuni colleghi dirigenti scolastici, abbiamo da pochi giorni diffuso una lettera pubblica nella quale ci siamo espressi con forza in favore del lavoro svolto in questi ultimi anni di ricerca educativa sugli ambienti di apprendimento, soprattutto con il supporto di iniziative come quelle del Movimento delle Avanguardie Educative di Indire.
Troviamo stucchevole e riduttiva la polemica sulle sedute innovative. Anzi, pensiamo che sia estremamente dannosa per la scuola.
Di più. L’ironica associazione delle ruote ad un movimento che creerebbe disturbo e destabilizzazione in classe, riporta ad un pericoloso concetto di apprendimento: scuola ben fatta uguale banco più sedia (e guai a chi si muove…).
Scuole a misura di studenti
Sugli ambienti di apprendimento lavoriamo da tempo, come pedagogisti e non come burocrati. Molti di noi hanno fatto tesoro di anni nei quali non sono mancate le occasioni per visitare scuole straniere (europee ed extra europee), che ci hanno fornito modelli e spunti di riflessione sulle architetture scolastiche, sulle tecnologie per la didattica, ma anche su diverse organizzazioni dei tempi e dei luoghi di lezione.
In molte scuole ormai si è riusciti a fare piccoli o grandi interventi per renderle più a misura di studente, non necessariamente attraverso investimenti importanti. A volte sono bastate idee e cooperazione tra le varie componenti della scuola.
Abbiamo in molti casi raggiunto il livello delle migliori scuole europee.
Ambienti innovativi per migliorare le pratiche didattiche
Le sedute innovative (non sono “banchi con le ruote”), nate per facilitare nuove metodologie di carattere collaborativo, agevolare il lavoro di gruppo, favorire la generazione di buone pratiche didattiche, in molte delle nostre scuole sono in uso da anni, con piena soddisfazione di studenti e docenti.
Così come abbiamo introdotto arredi che si possano facilmente spostare, aree relax oltre alle aule di classe, laboratori mobili oltre ai laboratori fissi, fab lab e spazi per la creatività analogica e digitale, aule all’aperto oltre che al chiuso, tecnologia di supporto, per aiutare i ragazzi nello studio e nell’inclusione.
Tanto tempo e tante risorse investite, anche riciclando materiali e adattando ambienti vecchi, ma sempre con una visione verso il futuro.
È un sistema che si muove, e ogni frammento è funzionale ad un’idea di scuola che non può più essere la stessa del passato.
Star bene a scuola
Abbiamo ormai raggiunto competenze nella progettazione degli ambienti di apprendimento in funzione delle specificità dei nostri istituti e delle attività che caratterizzano l’offerta formativa. Non agiamo per moda o per sentito dire. Ogni pezzo di arredo, ogni stanza, a casa come a scuola, si sceglie per la sua funzione e perché si integra in un progetto di benessere.
Molti edifici scolastici hanno ormai smesso di essere ambienti freddi ed anonimi, rigidi e impersonali, per trasformarsi in luoghi accoglienti, belli, motivanti non solo per gli studenti, ma anche per chi ci lavora.
Contenitore e contenuto
Perché il “contenitore” è importante quanto il “contenuto”.
La continua e banale denigrazione delle sedute innovative svilisce un dibattito pedagogico serio e rischia di affossare la fatica e il lavoro di anni, trascinando con sé risultati importanti e opportunità per i nostri ragazzi e ragazze.
Continuare su questa strada, alimentare una polemica che si configura come una strumentalizzazione politica, avrà l’effetto di un boomerang su quelle scuole, e sono ormai moltissime, che hanno contribuito ad allineare il sistema italiano alle migliori esperienze internazionali. E frenerà chi si sta avviando.
Noi speriamo che ci si fermi, che si rifletta e si agisca per costruire e non per distruggere.