La figura del dirigente scolastico è stata sottoposta negli ultimi mesi ad un forcing mediatico (soprattutto sui social), quasi che la legge 107/2015 ne avesse rafforzato a dismisura quegli “autonomi poteri di direzione” che erano già previsti nel D.lgs 165/2001. Alcuni compiti sono certamente innovativi, come la possibilità di una (limitata) chiamata per competenze dei docenti già di ruolo (M.T.Stancarone, n. 5) presso la propria scuola, o di erogare un incentivo per valorizzare il merito. Ma il profilo dirigenziale resta confermato nella sua duplice veste di leadership educativa (attenta ai risultati degli allievi) e di gestione organizzativa, orientata però al funzionamento di una comunità scolastica (P.Serafin, n. 18). Anzi, viene fortemente enfatizzato il compito di valorizzare le risorse umane e professionali, incentivando il lavoro collaborativo tra i docenti. L’imminente bando di concorso per il reclutamento (M.Spinosi, n. 3) dovrebbe confermare le coordinate di questo profilo “culturale” prima ancora che giuridico (M.Spinosi, n. 6).
D … anche come