Dopo 18 mesi dalla sua approvazione come Legge 107/2015 la “Buona Scuola” gode di una salute incerta (D.Faraone, n. 4). Il premier uscente M.Renzi l’ha giudica la meno riuscita della stagione delle riforme. Il cambio al vertice del MIUR è un indizio eclatante. Ma lo è anche il mancato successo della raccolta di firme per il referendum abrogativo, come –per altro verso – la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 284 del 22 novembre 2016, che conferma la legittimità di alcuni dei dispositivi più “contrastati” della legge (gli ambiti, il merito), ma cassa alcuni passaggi relativi alle prerogative delle regioni in materia di servizi per l’infanzia e per l’edilizia. Le nove deleghe legislative sono ancora da licenziare, anche se il nuovo ministro Valeria Fedeli, sembra intenzionata a portarle avanti, magari disinnescando gli aspetti più controversi (e con una breve proroga tecnica delle scadenze).
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