La figura del dirigente scolastico continua ad essere al centro dell’attenzione, sia per gli strascichi delle novità introdotte con la Legge 107/2015 (che hanno in qualche modo rafforzato le sue prerogative in materia di organizzazione del lavoro), sia per l’emergenza dovuta alla carenza di capi di istituto (non a caso è in fase di svolgimento un concorso di ampie dimensioni), sia per il dibattito sul profilo, in bilico tra una visione educativa (leadership per l’apprendimento) ed una più di carattere gestionale-amministrativo (management pubblico). La procedura per la valutazione del dirigente, ancora in ottica sperimentale, non ha sciolto completamente i dubbi sulla caratterizzazione del ruolo (D.lgs. 165/2001), anche se la strumentazione adottata (il portfolio) ha privilegiato una visione attenta alla dimensione organizzativa e culturale della dirigenza, focalizzata sulla valorizzazione delle risorse umane e sulla tensione verso il miglioramento continuo (cfr. Stancarone, 111). Anche le ultime decisioni in materia contrattuale (il nuovo contratto del personale docente e ATA e il nuovo contratto per i dirigenti scolastici) richiamano la capacità del dirigente di fare “squadra” e di guidare una comunità educativa. Si è ora in attesa della conclusione del concorso in atto (con possibile immissione nei ruoli dei neo-dirigenti a far tempo dal 1-9-2018), che proprio per questa urgenza è stato modificato, spostando a dopo l’assunzione il periodo di tirocinio guidato e di formazione (si attende uno specifico provvedimento in materia). Nel frattempo continua il “tormentone” delle reggenze, con tante situazioni che vedono la presenza saltuaria di un dirigente “dimezzato” (cfr. Marchisciana, 117).
2019-01-06