Nel corso del 2019 i temi della sostenibilità hanno avuto un forte rilievo anche nel nostro Paese: saranno state le manifestazioni gioiose (non più di tanto) dei nostri giovani (i Fridays for future), saranno stati l’icona pervasiva di Greta Thunberg o i disastri ambientali sempre più frequenti (dallo scioglimento dei ghiacciai alle catastrofi climatiche), ma mai come in questi mesi la comunità internazionale si è accorta della fragilità dell’ecosistema in cui viviamo, definito “antropocene” per mettere in evidenza la stretta interdipendenza lo tra scelte compiute dall’uomo e lo stato di salute del nostro Pianeta. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è stata oggetto di molte iniziative per far conoscere i 17 goals che qualificano l’impegno di tutti i paesi del mondo: in termini di rispetto per l’ambiente, di vivibilità nelle città, di uguaglianza di diritti, di istruzione di qualità, di pace e cooperazione. Anche la scuola non è estranea a questo movimento e il MIUR ha sottoscritto un accordo con ASVIS (l’alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) coordinata dall’ex ministro Enrico Giovannini (di cui va citata la sua “Utopia sostenibile” per l’editore Laterza). Certamente c’è uno sguardo utopico attorno all’Agenda 2030, ma anche uno scadenziario di impegni possibili a cura degli organismi istituzionali e non, come risulta dal Rapporto ASVIS 2019 presentato nell’autunno (v. Pettenati, 154). Ciascuno dei 17 obiettivi viene analizzato e monitorato da ogni Paese: l’Italia, ad esempio, ha migliorato le sue performance in materia di istruzione, di uguaglianza di genere, nei modi di produzione e consumo sostenibile, mentre risultano al di sotto degli standard l’attenzione al degrado del territorio, la lotta alla povertà, l’impegno per città vivibili. Nel campo dell’istruzione sono buoni segnali l’approvazione della legge 92 del 20-8-2019 che inserisce Agenda 2030 tra i nuclei portanti della nuova educazione civica e un maggior impegno per la formazione dei docenti su questi temi. Il Ministro uscente Lorenzo Fioramonti si è speso molto in questa direzione. Ma è l’intero curricolo scolastico che, garantendo migliori livelli di apprendimento, uguaglianza di opportunità, inclusione e coesione sociale, sensibilità verso l’ambiente, educazione permanente, potrà contribuire a formare cittadini consapevoli e responsabili del loro futuro (se non è già troppo tardi…). Abbiamo bisogno di giovani innovativi (creating new value), consapevoli (reconsiling tensions & dilemmas), responsabili (taking responsability) per costruire un futuro inclusivo e sostenibile (v. Maloni, 153).
2020-01-06