La centralità della scuola per lo sviluppo del nostro Paese
La nuova imprevista e imprevedibile situazione che si sta vivendo in questo ultimo anno, ha riacceso il dibattito sulla centralità della scuola nel sistema paese. La scuola è un luogo reale o virtuale, non solo dell’istruzione e della formazione, ma anche della tenuta delle relazioni sociali, della coesione fra generazioni e gruppi sociali, a partire dalle famiglie. Per altro, appare ormai sempre più chiaro che il futuro del Paese si gioca sulla centralità dell’investimento di risorse economiche, di progettualità e di energie intellettuali sulle giovani generazioni e sui loro percorsi di formazione e istruzione.
In questo dibattito, se da un lato appare sempre più rilevante, ai fini della progettualità futura, avere a disposizioni dati sul sistema istruzione, dall’altro non meno importante è avviare una seria riflessione sulla didattica e sulla valutazione.
Un possibile nuovo ruolo per l’Invalsi
In questo scenario, l’INVALSI ha avviato un percorso di studio sulla necessità di fornire alle scuole un repertorio di pratiche valutative, che si concretizza in un insieme di prove da mettere a disposizione delle istituzioni scolastiche al fine di sviluppare una maggiore riflessività fra valutazione, progettazione e pratiche didattiche.
Nell’ambito di un nuovo progetto1, che è stato presentato nel corso di un Webinar lo scorso 23 novembre, sono stati predisposti sia dei video che propongono attività didattiche e soluzioni metodologiche che possono aiutare i docenti nel loro lavoro, sia delle prove per la valutazione formativa.
Come viene precisato nell’editoriale sulla Home page, con questo progetto INVALSI intende contribuire al superamento della dicotomia tra dimensione formativa e sommativa della valutazione, creando un ponte tra due poli, intesi come gli estremi di un continuum e non come la giustapposizione di concetti distinti, se non addirittura antitetici. Ancora una volta lo scopo è quello di fornire dati per la scuola e non solamente sulla scuola. Proprio per questa ragione gli strumenti informativo-formativi e le Prove per la valutazione formativa intendono caratterizzarsi per la loro flessibilità e possibilità di essere adattati liberamente dalle scuole per far fronte alle proprie esigenze, certamente ciascuna differente e specifica della singola realtà di riferimento.
Un materiale strutturato che parte dagli errori più frequenti
Il materiale formativo/informativo che viene proposto per i docenti di italiano, matematica e inglese, è coerente con le Indicazioni Nazionali per il Primo Ciclo e con le Linee guida per il secondo ciclo. È pensato in ottica verticale per gradi di sempre maggiore complessità degli argomenti disciplinari, ma anche in ottica orizzontale per ciascun livello di istruzione.
Inoltre, le prove sono state costruite a partire da una riflessione epistemologica sugli errori più frequenti, registrati nelle rilevazioni nazionali attraverso le prove standardizzate. Partire dagli “errori” degli alunni, pone due questioni dal punto di vista delle discipline oggetto delle rilevazioni: o alcuni aspetti delle discipline sono trascurati da una parte dei docenti, oppure i docenti non posseggono per lo sviluppo di determinati contenuti un adeguato bagaglio di formazione epistemologica e di attrezzatura didattica. Quindi, confrontarsi con un materiale strutturato di questo tipo, può favorire un momento di riflessione per il singolo docente e per il dipartimento disciplinare.
Una riflessione nel lavoro dei docenti
In questa direzione, inoltre, le prove in ingresso e in itinere che vengono proposte hanno lo scopo di riorientare la progettazione didattica proprio a partire dal riconoscimento della circolarità informativa che la valutazione formativa comporta; essa non solo consente di restituire all’alunno/a una informazione sul proprio percorso di apprendimento, ma deve servire all’insegnante per riallineare la propria progettazione e per operare una revisione delle metodologie e degli strumenti utilizzati. La restituzione dei risultati delle prove, immediata per quelle computer based (CBT), differita per quelle cartacee previste per la scuola primaria, consente al docente diversi piani di lettura e la possibilità di confronto degli esiti del percorso di apprendimento del singolo alunno, o di gruppi di alunni o dell’intera classe.
Rinsaldare il legame fra progettazione, pratica didattica e valutazione
Il materiale predisposto nell’ambito di questo progetto, che pure deve essere messo alla prova nelle singole realtà scolastiche, può favorire, come già precisato, la crescita professionale dei docenti in merito alla valutazione. Può anche costituire un ulteriore occasione di riflessione sul rapporto circolare fra progettazione/pratica didattica/valutazione. Inoltre, può rappresentare una occasione di confronto fra i docenti nell’ambito dei dipartimenti disciplinari e favorire un percorso virtuoso di riflessione sulla valutazione a partire dal confronto e dall’uso di prove validate, coerenti con quanto previsto dai Traguardi per lo sviluppo delle competenze e dagli Obiettivi di apprendimento al temine della scuola primaria e secondaria di primo grado, come declinati dalle Indicazioni nazionali, e dai Traguardi individuati nelle Linee guida della scuola secondaria.
Cosa fare nelle singole scuole
Ovviamente, perché una tale opportunità possa essere utilizzata al meglio, bisogna che ci sia un intervento sistemico all’interno dell’istituzione scolastica, una condivisione a livello collegiale di un modello di organizzazione della didattica e della valutazione con una consapevole assunzione di responsabilità da parte del Dirigente scolastico che deve presidiare e orientare tali scelte. Nello stesso tempo, perché questo si possa realizzare sarebbe necessario avviare un percorso formativo per i docenti in un’ottica riflessiva che consenta di implementare una consapevole analisi dei nuclei fondanti della disciplina, della loro insegnabilità, dell’efficacia delle metodologie e degli strumenti specifici e delle modalità valutative più adeguate e coerenti.
Bisogna sicuramente tener conto delle attuali difficoltà: i dati e i tempi in cui è stato presentato il progetto e avviata la sua diffusione; il clima di diffuso disorientamento della maggior parte delle realtà scolastiche; le diverse competenze sul versante dell’organizzazione didattica e della valutazione, le differenti sensibilità professionali. Per queste ed altre ragioni non possiamo immaginare una implementazione massiccia, ma sicuramente possiamo attenderci che molte scuole prendano in esame il materiale, inizino a metterlo “alla prova” e a confrontarlo con gli strumenti di valutazione e le procedure abitualmente utilizzati.
Intervenire sulle perdite di apprendimento
L’emergenza sanitaria che sta innalzando sensibilmente i livelli di “povertà educativa” richiede una rivisitazione profonda di metodi e strumenti e un’attenzione spiccata ai bisogni dei singoli contesti scolastici. È una situazione di emergenza educativa in cui diventa sempre più urgente capire la dimensione della perdita di apprendimento degli studenti affinché si possano proporre modalità efficaci volte a ricostruire le competenze nel rispetto della diversità di ciascuno. Tale problema, per essere affrontato adeguatamente, necessita di nuovi modelli di riferimento, di approcci valutativi più dinamici, inclusivi e personalizzanti. Gli strumenti proposti dall’Invalsi, flessibili e adattabili, intercettando questi bisogni, permettono alle scuole di ottenere informazioni spendibili e confrontabili al loro interno per arricchire e personalizzare le prassi didattiche e valutative. Più in particolare, le Prove diagnostiche, proposte, adeguabili ai bisogni delle scuole e dei singoli alunni, aprono interessanti scenari di rivitalizzazione delle prassi didattico-organizzative e promuovono processi partecipativi e riflessivi.
Tra autonomia, personalizzazione e collegialità
Il progetto INVALSI open, per le ragioni rappresentate, favorisce una prospettiva di autonomia progettuale che permette alle scuole, con un percorso di riflessione, affiancato e presidiato dal Dirigente scolastico, di avvicinarsi con maggiore consapevolezza al modello standardizzato, da sempre proposto da INVALSI, attraverso strumenti dinamici che consentono mappature e confronti strettamente locali, ad esclusivo uso delle scuole.
L’introduzione per la prima volta di Prove adattive, “cioè in grado di strutturarsi in modo diverso in base alle risposte via via fornite da ciascun studente” esalta la personalizzazione degli interventi e la libertà di insegnamento poiché permette di calibrare le prove sulle reali capacità degli alunni e incoraggia il processo di costruzione delle conoscenze permettendo di individuare le carenze e i punti di forza di ciascun discente.
La valutazione degli apprendimenti, per diventare significativa, necessita di processi di collegialità partecipata e riflessione proattiva e in questa direzione appare sempre più necessario operare all’interno di uno scenario flessibile. In questa dimensione di discontinuità del tempo didattico e multidimensionalità della relazione educativa è importante un attento adattamento e una co-costruzione significativa degli strumenti di valutazione.
La valutazione come atto riflessivo
La valutazione, che è anche osservazione partecipata, ha come suo scopo prioritario quello di contribuire al processo di miglioramento valorizzando le prestazioni degli studenti, aiutandoli a comprendere i cambiamenti delle azioni didattiche. Registrare i dati diventa una operazione fondamentale affinché poi possano essere comparati. È un percorso non facile che richiede, da sempre, alle scuole un approccio organizzativo-riflessivo ad ogni livello di macro e micro collegialità. Ma perché ciò si realizzi è necessario che tutti gli operatori della scuola condividano alcuni principi cardine: partecipazione motivata e responsabile; dialogo professionale sui saperi disciplinari; negoziazione democratica delle scelte.
Gli strumenti proposti dal progetto INVALSI open potrebbero riavviare processi virtuosi di ragionamento, sperimentazione e ricerca dentro le scuole. Il progetto, nel suo complesso, potrebbe dare ossigeno ad un modello di valutazione nazionale, sotto certi versi un po’ subito dalle scuole, aprire la strada a nuove sfide didattico-organizzative e a contributi professionali innovativi nella direzione di una sempre maggiore riflessività dell’atto valutativo.
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[1] Il progetto è disponibile sul sito: https://www.invalsiopen.it