Le risorse impegnate
Il 28 ottobre 2016 l’ufficio stampa del Miur ha emanato una comunicazione (cs281016bis) [1] riguardante il primo anno di realizzazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD). Ad un anno dal lancio delle diverse iniziative e azioni, il Ministero compie i primi bilanci.
Si tratta, in realtà, di un’analisi dello stato di avanzamento dei diversi progetti attivati. L’ammontare totale dei finanziamenti previsti risulta pari a 1,1 miliardi di euro. In sintesi risulta già finanziato il 65% dei progetti attivati.
Nello specifico:
Milioni di euro spesi | Progetto | Particolarità | Caratteristiche |
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88,5 | Cablaggio interno di tutte le scuole | Finanziate 6.600 scuole | Connessione Internet nelle aule Wi-Fi o cablate |
140 | Realizzazione di ambienti digitali per la didattica integrata | Coinvolte 5.500 scuole | Nuovi ambienti di apprendimento in cui presenza e remoto possono fondersi significativamente tramite le tecnologie web |
58 | Laboratori territoriali per l’occupabilità | Didattica laboratoriale e innovazione. Apertura al territorio e al mondo del lavoro | |
28 | Realizzazione di 1.800 atelier creativi | È previsto l’investimento di altri 40 milioni nel 2017 | Creatività digitale. Il tinkering, il making costituiscono un saper fare “digitale”, tecnologico e pratico. Si realizzano artefatti tecnologico-digitali per una didattica “pratica” reale, più accattivante e innovativa |
7,5 | Biblioteche scolastiche digitali | La biblioteca scolastica si apre anche al territorio | |
5 | Digital social innovation | L’innovazione sociale e la cittadinanza digitale |
A tali investimenti si aggiungono anche 5 milioni di euro che finanzieranno il bando inerente la produzione di curricoli digitali da parte delle scuole. Le istituzioni scolastiche vincitrici produrranno percorsi didattici innovativi che riguarderanno lo sviluppo delle competenze digitali. Infine dal 25 al 30 novembre 2016 si terrà la settimana del PNSD in concomitanza con la Settimana internazionale dell’Ora del Codice. Nella settimana del PNSD le scuole sono chiamate ad essere protagoniste per costruire un percorso condiviso di formazione e di sviluppo che sarà alla base del secondo anno del PNSD.
La formazione per il digitale
Per quanto riguarda il capitolo formazione “tecnologico-digitale”, le azioni coinvolgeranno un totale di 140.000 dipendenti della scuola. L’attività è attualmente in corso d’opera. Essa è a rivolta a:
- 8.300 animatori digitali,
- 25.000 docenti che comporranno il team dell’innovazione presente in ogni scuola e che costituiranno un supporto per l’animatore digitale,
- 10 docenti per ogni scuola,
- 7.000 dirigenti,
- 18.500 tra DSGA e altro personale amministrativo e tecnico.
Il vasto impegno formativo chiama in causa il personale a vari livelli e responsabilità. La scelta di ampliare ed estendere la platea in formazione si rende necessaria in quanto il processo tecnologico e di digitalizzazione investe l’intera scuola, in tutte le sue componenti, senza alcuna eccezione. Non si tratta, quindi, solo ed esclusivamente di corsi per promuovere una didattica innovativa, in grado di mantenere la scuola al passo con i tempi e ampliare il successo formativo – che rimangono ovviamente sempre i punti focali – ma anche di formare le altre componenti a tali cambiamenti, fino ad arrivare alla dirigenza. Per i dirigenti scolastici è in gioco un modo diverso di esercitare la leadership, o meglio la e-leadership. La formazione interesserà tutti coloro che si occupano della gestione, del supporto tecnico-amministrativo, del ri-orientamento delle risorse e della capacità di spesa (nella sua programmazione pluriennale).
La scuola si innova dal basso
Ancora è prematuro esprimere dei giudizi e riuscire a comprendere le effettive ricadute delle azioni del PNSD a livello sistemico e di singole istituzione scolastiche. Sicuramente l’impegno finanziario e la pluralità di interventi sono importanti e di tutto rispetto. Al di là di tali numeri e azioni, però, l’elemento che emerge chiaro ed evidente è un altro: spetta alla singola scuola attrezzarsi (in tutti i sensi) e autopromuovere il cambiamento tecnologico-digitale. Molto dipenderà dagli animatori digitali coadiuvati dal team di supporto. L’opera di diffusione delle buone pratiche (interne al proprio istituto, ma anche esterne) dovrebbe far raggiungere la cosiddetta massa critica di docenti favorevoli al cambiamento e propensi a mettersi in gioco e ad innestare processi di sviluppo e di innovazione virtuosi, condivisi e soprattutto irreversibili.
I due problemi da risolvere per innescare l’innovazione tecnologico-didattica
Le azioni di promozione dell’animatore digitale e del team di supporto, anche se andassero a buon fine, potrebbero scontrarsi con due criticità tecniche presenti in molte realtà scolastiche. La prima criticità è sintetizzata nella locuzione digital divide scolastico. Si tratta di una condizione di mancata equità, sia per i docenti, sia per discenti. Essi si trovano ad operare in un istituto in cui solo alcune aule sono dotate di tecnologie, mentre le altre risultano del tutto prive. La seconda riguarda la limitatezza della banda wi-fi. La connessione internet, seppur presente in tutte le aule, deve garantire una navigazione in rete fluida e con una velocità sufficiente, senza creare il famoso collo di bottiglia, in cui, a causa delle tante connessioni contemporanee, si blocca l’accesso alla rete. Tale condizione impedirebbe qualsiasi velleità di inserire metodologie come il BYOD, in cui ogni studente può usare in aula per scopi didattici la tecnologia personale.
Entrambe le criticità illustrate devono essere risolte, essendo condizioni ineludibili per sviluppare processi su ampia scala di innovazione pedagogico-didattica “digitale”. La risoluzione di tali problemi compete al dirigente scolastico. Egli attraverso politiche di fund raising e procurement, oltreché di ridistribuzione delle priorità, deve puntare alla loro eliminazione, altrimenti il rischio è quello di inficiare ogni tentativo di innovazione didattico-metodologica proposto all’interno dell’istituzione scolastica.
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[1] http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs281016bis