Il Piano di formazione triennale è ufficiale…

Dove eravamo?

Il Piano di formazione triennale docenti presentato il 3 ottobre 2016 è diffuso nelle scuole; le scuole polo per l’assegnazione delle risorse sono state individuate dagli Uffici Scolastici Regionali che hanno anche composto le task force/staff  per la formazione con compiti di indirizzo alle scuole. Per approfondimenti si veda https://www.scuola7.it/2016/19/ Piano di formazione docenti e dintorni.

I motori sono accesi e le risorse in arrivo…

Decreto MIUR 797 del 19.10.2016

Con nota prot. n 3373 del 1 dicembre 2016 è stato diffuso il Decreto MIUR 797 del 19.10.2016 che adotta il Piano nazionale di formazione del personale docente per gli anni scolastici 2016/2017, 2017/2018, 2018/2019, parte integrante del Decreto.

Il Decreto 797/2016 è stato trasmesso ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali e alle scuole statali di ogni ordine e grado attraverso gli Uffici Scolastici stessi con nota citata. Questa richiama le fasi attuative post presentazione del 3 ottobre ed informa sull’avvenuto incontro dello scorso 10 novembre, apposito e dedicato momento di condivisione presso il MIUR per le task force/staff regionali, volto ad approfondire le più impellenti questioni tecnico-organizzative.

La nota fornisce inoltre alcune indicazioni relative alla Cabina di Regia nazionale (rif. 5.1 del Piano per la formazione): è costituita dalle Direzioni Generali del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione e dal Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. È integrata da un nucleo operativo che ha il compito di promuovere, coordinare e monitorare le azioni formative coerenti con il Piano stesso, sia in relazione alle iniziative promosse dal MIUR che alla progettazione degli ambiti territoriali e delle scuole, nell’ottica dello sviluppo professionale continuo del personale scolastico.

Il MIUR si impegna quindi fattivamente a seguire gli sviluppi attuativi del piano per il triennio indicato. Al riguardo la progettualità costruita negli ambiti e dalle reti sarà oggetto di un’azione di monitoraggio promossa a livello nazionale a cura di INDIRE (paragrafo 5.4 del Piano).

Progettazione nelle scuole e negli ambiti territoriali

Per l’efficace utilizzo delle risorse assegnate si richiama l’attenzione sul fatto che il piano d’ambito non può limitarsi alla somma dei singoli piani – di scuole o di reti di scopo – ma ne definisce sintesi e rielaborazione per obiettivi, contenuti e temi, per filiere di ricerca, di sviluppo e di approfondimento. I piani delle scuole debbono armonizzarsi con le azioni formative prioritarie (paragrafo 4 del Piano – Priorità nazionali) direttamente progettate e realizzate dal MIUR anche attraverso le sue articolazioni territoriali, secondo le modalità ed i tempi definiti dal Piano stesso. Le priorità sono il riferimento per il piano delle scuole e delle reti, in una logica che parte dalla progettazione collegiale e dai bisogni professionali dei docenti, con particolare attenzione ai Piani Triennali dell’Offerta Formativa e ai Piani di Miglioramento in esso contenuti.

Sono previste azioni dedicate e specifiche per i Centri Provinciali di istruzione per gli Adulti (CPIA): questi potranno portare all’interno della progettualità dell’ambito le loro specifiche esigenze formative, ma anche le esperienze maturate su molte delle tematiche indicate dalle priorità. Sono previsti percorsi anche a carattere nazionale a loro riservati.

In tal senso il MIUR sottolinea il ruolo dei CPIA per la specificità e la novità della loro definizione giuridica, nonché per la peculiarità dell’utenza. Giova ricordare che il piano formativo dell’ambito avrà cura di considerare tutti i contesti “speciali” ove la scuola si realizza: dalle sezioni di scuole in ospedale, alle sezioni di scuola in carcere… al fine di riconoscere e valorizzare esperienze peculiari che spesso producono esperienze di altissima qualità educativa e didattica.

Le possibili scelte dei docenti

Si sottolinea la necessità di un rapporto costante e continuo fra i tre “livelli” del piano: priorità nazionali, di scuola e dei singoli docenti, da individuare, correlare e non sovrapporre in una delicata co-costruzione continua.

Le attività formative dei docenti: i docenti attraverso la card scelgono attività formative che entrano nel portfolio del docente e sono utili alla definizione del suo curriculum, così come le azioni formative riconducibili al Piano di formazione, elaborato dall’istituzione scolastica, che rientrano nella formazione obbligatoria definita dall’art. 1 comma 124 della L. 107/15. Inoltre i percorsi formativi realizzati con la card, se coerenti con il piano elaborato dal Collegio Docenti, divengono parte integrante del piano stesso e quindi sono riconosciuti nell’ambito della formazione obbligatoria.

La nota MIUR richiama quindi il parallelismo e l’eventuale convergenza fra percorsi formativi fruiti con la card e il piano formativo della scuola, laddove gli stessi siano coerenti con le priorità del piano elaborato collegialmente. Stante l’abbondante offerta formativa esistente a livello nazionale, le proposte degli enti accreditati, delle Università, dell’Amministrazione nel suo complesso, ecc. è necessaria una fase di riflessione e definizione prioritaria sui bisogni formativi del singolo, della scuola e dell’ambito di riferimento per convogliare le energie su azioni formative congruenti ai bisogni espressi dai territori. Come già indicato in altra sede occorre evitare la rincorsa bulimica al “progettificio” mantenendo saldo il baricentro di coesione e coerenza fra bisogni formativi (individuali e di territorio), la definizione delle Unità formative e la loro realizzazione con centratura sulla scuola, e impostare sistemi efficaci per monitorare la ricaduta e l’efficacia dell’azione formativa.

Le azioni nazionali

Va perseguita la coerenza fra i piani di formazione delle reti e le azioni nazionali: ciascuna iniziativa nazionale è da riferire ad una specifica priorità del Piano. Il MIUR, in nota, esemplifica alcune azioni di carattere nazionale:

  • a. azioni sul tema disabilità (nota Miur 03.11.2016, prot. n. 32839 Formazione dei referenti/coordinatori dei processi sui temi della disabilità e dell’inclusione): priorità 4.5 Piano per la formazione;
  • b. azioni in tema di digitale (PNSD): priorità 4.3;
  • c. azioni sulle lingue straniere: priorità 4.4;
  • d. azioni in tema di competenze per le scuole multiculturali: priorità 4.7 e master per docenti e dirigenti in via di emanazione.

L’Amministrazione centrale rammenta l’imminente diffusione di tutte le iniziative nazionali a mezzo sito istituzionale del MIUR dedicato, con le relative modalità di adesione e di programmazione.

L’idea di fondo è pianificare e progettare in modo mirato le azioni in stretta correlazione con le priorità nazionali definite dal MIUR.

Il coordinamento regionale

Ruolo delle task force/staff regionali: ad esse è affidato il compito di coordinamento per la progettazione delle attività delle scuole polo della regione, tenendo conto del contesto territoriale, dei possibili raccordi con università, enti di formazione e di ricerca, anche attraverso la costituzione di gruppi di lavoro, comitati scientifici, nuclei di progettazione, ecc.

Agli UU.SS.RR. quindi, mediante gli staff, è affidato un compito essenzialmente di governance più che di diretta proposta di azioni formative. Inevitabile e auspicabile è la necessità di mantenere un continuo raccordo fra task force (diversamente composte nelle varie regioni) e scuole capofila di ambito, in un dialogo costante che faccia emergere i bisogni e le necessità di presidio sovrambito.

La nota MIUR di accompagnamento al Decreto Ministeriale di adozione del Piano richiama, quindi, alcuni aspetti essenziali, e sottolinea la stratificazione delle azioni formative (individuali, di ambito e nazionali) in un’ottica di unitarietà di fondo. Sulla carta il sistema è definito: per renderlo attuativo è necessario mettere a punto un nuovo modello agile e funzionale di scambio fra Uffici Scolastici Regionali – staff/task force e scuole polo, attraverso il capofila di ambito. È un sistema da creare e da rendere dialogico al fine di non frammentare l’offerta formativa, certamente ingente visto l’importante stanziamento di risorse (40 milioni di euro annuali dedicati cui si aggiungono i PON e altri cespiti), mantenere elevati standard di qualità della formazione per sostenere e incentivare la professionalità del personale della scuola.