Focus sulle scienze, ma non solo…
Il 6 dicembre sono stati pubblicati simultaneamente in tutti i Paesi partecipanti i risultati dell’indagine PISA 2015. Per l’Italia INVALSI ha presentato i dati a Roma, presso il Liceo Visconti in Piazza del Collegio Romano, contestualmente a quelli di TIMMS (competenze matematiche negli alunni al quarto e all’ottavo anno di scolarità) e di TIMSS Advanced 2015 (competenze matematiche al 13° anno di scolarità). Come si ricorderà, PISA è una prova standardizzata, messa a punto dall’OCSE, che indaga, ogni tre anni, le capacità dei ragazzi quindicenni di utilizzare conoscenze e abilità maturate nell’apprendimento in situazioni nuove e non scolastiche inerenti l’esperienza e la vita quotidiana. I domini riguardano la comprensione del testo, la matematica e le scienze. Una parte di quesiti riguarda anche il problem solving e la financial literacy. Per la prima volta nel 2015 l’indagine si è svolta totalmente attraverso la somministrazione computerizzata. In ogni triennio l’attenzione viene posta in via prevalente in uno dei tre domini d’indagine: per il 2015 l’ambito di interesse prioritario era rappresentato dalle scienze. Hanno partecipato 540.000 studenti quindicenni di 72 Paesi, di cui 35 dell’area OCSE. In Italia hanno partecipato 11.583 studenti di 450 scuole.
Tra le tigri asiatiche e i paesi “freddi”
In scienze, a fronte di una media OCSE di 493 punti, i Paesi che si collocano in testa alla scala dei risultati sono Singapore (556 punti), Giappone (538), Estonia (534), Taipei-Cina (532), Finlandia (531), Macao-Cina (529), Canada (528), Vietnam (525). In coda Repubblica Dominicana (332), Algeria (376), Kosovo (378). L’Italia, con un punteggio di 481, si colloca al di sotto della media OCSE e in leggera flessione rispetto al 2012. All’interno delle macroaree del Paese si confermano i divari già registrati dalle rilevazioni nazionali e presenti anche nelle indagini TIMMS. Il Nord Est, con 523 punti, si colloca vicino ai Paesi top performer; il Nord Ovest, con 499, si colloca poco sopra la media OCSE, dalla quale non si discosta il centro con i suoi 482 punti. Il Sud (458) e il Sud-Isole (433) si collocano significativamente sotto la media. A livello internazionale ottengono risultati migliori i maschi rispetto alle femmine; in Italia, però, tale divario è più marcato di altri Paesi, e le femmine segnano un peggioramento di risultati rispetto alle indagini precedenti in tutti i gradi di scuola, che è meno sensibile solo nel Nord Est.
Nord Est italiano tra i “top performer”
In matematica, a fronte di una media OCSE 490 punti, troviamo come top performer: Singapore (564), Hong-Kong (548), Macao (544), Taipei (542), Giappone (532), Cina (531), Corea (524), Svizzera (521) Estonia (520), Canada (516), Finlandia (511). L’Italia, con 490 punti, si colloca per la prima volta nella media OCSE. Il Nord Est (525 punti) conferma il proprio andamento del tutto paragonabile ai top performer mondiali; il Nord Ovest (505) si colloca poco sopra la media OCSE, il Centro (497) non se ne discosta, mentre Sud (468) e Sud Isole (446) permangono al di sotto, anche se hanno mostrato un trend in sensibile miglioramento, se consideriamo gli andamenti nelle indagini dal 2003 al 2015. Anche in matematica il divario di genere pesa a favore dei maschi in molti Paesi, tra i quali l’Italia. In diversi Paesi, tuttavia, il divario di genere è nullo o a favore delle ragazze. Tra questi figurano alcuni Paesi top performer: Macao, Finlandia, Corea, Singapore.
Differenze geografiche e differenze di genere
In comprensione del testo, a fronte di una media OCSE di 493 punti, troviamo in testa Singapore (535), Canada (527), Hong-Kong (527), Finlandia (526), Irlanda (521), Estonia (519), Corea (517), Giappone (516). L’Italia, con 485 punti, si colloca al di sotto della media, con andamento sostanzialmente stabile rispetto all’indagine precedente. Anche in quest’ambito il Nord Est si colloca significativamente sopra la media OCSE, mentre il Nord Ovest la supera di poco. Il Centro si mantiene sulla media, mentre Sud e Isole si collocano al di sotto. Il divario di genere in quest’area è a favore delle femmine, ma rispetto alle indagini precedenti i risultati dei maschi sono migliorati, mentre quelli delle femmine sono peggiorati in tutti gli ordini di scuola.
Tendenze confermate, ma con qualche sorpresa
In sintesi, dall’indagine possiamo trarre le seguenti conclusioni:
- A livello internazionale, e anche in Italia, la presenza di alunni stranieri nelle classi non comporta peggioramenti nei risultati generali. In particolare in Italia il divario in ribasso del punteggio degli alunni immigrati è quasi interamente spiegato da differenze di status socio-economico. A parità di status, gli immigrati hanno risultati inferiori di soli 11 punti rispetto agli italiani. L’Italia, tra l’altro, risulta tra i Paesi dove l’alta presenza di immigrati è associata a migliori risultati.
- Assistiamo ad un sensibile decremento di risultati delle ragazze in tutti gli ambiti, persino in lettura, dove tradizionalmente esse eccellevano. L’Italia è uno dei Paesi con divari maggiori tra maschi e femmine in scienze e matematica. A livello internazionale i maschi hanno generalmente risultati migliori in scienze, mentre in matematica le femmine sopravanzano i maschi in otto Paesi.
- In lettura il divario non è più statisticamente significativo, tranne che nei CFP. Ci si è chiesti se non ci sia, in tale risultato, un’influenza della somministrazione computerizzata che potrebbe forse avere penalizzato maggiormente le ragazze.
- A fronte di un numero maggiore di ore di scuola, i risultati italiani sono inferiori ad altri Paesi dove l’impegno degli studenti è più ridotto, sia in termini di giorni e ore di scuola, sia di studio domestico. In Italia si registra, d’altra parte, un maggior numero di giorni di scuola “saltati” per diversi motivi da parte degli studenti.
- Gli studenti provenienti da contesti socio-economici disagiati hanno maggiori probabilità di incorrere in bocciature, le quali, però, non contribuiscono al miglioramento dei risultati.
- La spesa media per studente affrontata dagli Stati influisce sui rendimenti generali fino ad un certo livello, oltre il quale essa non sembra più essere fattore discriminante.
- In Italia si registrano percentuali inferiori, rispetto ad altri Paesi, di insegnanti che hanno seguito iniziative di formazione, che attivano didattiche partecipative, laboratoriali, e che tendono ad associare le spiegazioni teoriche a fenomeni d’esperienza.
- In Italia il numero di studenti che raggiungono i livelli più elevati (4-5) di risultato è inferiore alla media OCSE, mentre è generalmente più elevato il numero di alunni che non raggiungono il livello minimo (2). Gli studenti che conseguono i risultati più alti sono concentrati al Nord del Paese.
- L’Italia si colloca tra i Paesi con i risultati caratterizzati da maggiore equità, anche se la concentrazione nei livelli più bassi di risultato rappresenta una criticità da migliorare.
Franca Da Re