Destinazione memoria
La mattina di mercoledì 18 gennaio u.s., da Roma, un aereo si alza in volo. Destinazione: Auschwitz-Birkenau. Accompagna una delegazione di circa duecento persone in un viaggio della memoria che si staglierà, in maniera indelebile e incancellabile, fra i ricordi più autentici dei partecipanti. Fra loro, principalmente studenti e studentesse che si sono distinti in progetti legati al tema della Shoah. Folta anche la delegazione delle autorità: la ministra Valeria Fedeli, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), due ambasciatori, un rappresentante del Dipartimento delle Pari Opportunità, una significativa rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura, delle associazioni dei genitori, dei docenti, delle autorità religiose ebraiche. Ad accompagnare il gruppo, il professor Marcello Pezzetti, insigne storico della Shoah, e le sorelle Andra e Tatiana Bucci, deportate ad Auschwitz all’età di 4 e 6 anni e sopravvissute ai campi di sterminio. Chi scrive prende parte al viaggio in qualità di docente referente della Consulta studentesca.
Tanti momenti per conoscere, rivivere, capire
Il viaggio si dipana in una successione di momenti dosati e calibrati con sapienza, ma senza artificiosità, in modo da rendere graduale ed emotivamente sostenibile l’impatto con le atroci sofferenze e le feroci persecuzioni del più grande sterminio della storia. L’ultima visita è quella ad Auschwitz 1, il campo di concentramento tristemente noto, sul cui ingresso campeggia la celeberrima e crudele dicitura “Arbeit macht frei”. Di varia natura i momenti del viaggio, che chiameremo passaggi; una esperienza come questa rappresenta infatti a suo modo un vero e proprio passaggio, poiché porta a un reale cambiamento, così come tutti i vissuti particolarmente significativi nella vita emozionale, intellettuale, relazionale di ciascuno di noi. In questi due giorni si sono condivisi principalmente passaggi istituzionali, storici, religiosi, interiori.
I passaggi istituzionali
La ministra, le altre autorità; tutti gli interventi vanno nella stessa direzione: conoscere per capire, per crescere e per ritornare a casa diversi, migliori. I richiami alla nostra carta costituzionale, alla convenzione europea dei diritti dell’uomo, alla carta fondamentale dei diritti dell’unione europea non sono vuoti riferimenti. Da lì occorre partire. All’interno della sinagoga di Cracovia, dalla ministra e dalla presidente dell’UCEI viene firmato il Protocollo d’Intesa per la promozione di percorsi didattici sulla Shoah nelle scuole italiane, anche in vista dell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia, che cadrà nel 2018. Un secondo accordo viene siglato tra Miur, UCEI e Consiglio Superiore della Magistratura, la cui presenza è sembrata andare ben oltre la rappresentanza formale.
I passaggi storici
Il professor Pezzetti introduce ai luoghi simbolo di questo viaggio – il ghetto ebraico, la sinagoga, i campi di Birkenau e Auschwitz – e lo fa nei concreti spazi fisici di cui parla. Descrive, racconta, argomenta con passione e precisione storica, cui una percettibile umanità e una visibile partecipazione non fanno che aggiungere vigore e autenticità. La ghettizzazione, la liquidazione del quartiere ebraico, la deportazione, la sofferenza, la morte. La Storia prende forma, si insinua nelle menti, nei cuori, nelle pance dei presenti, per non uscirne più. Specie quando a raccontarla sono le testimoni, Andra e Tatiana, che condividono i loro ricordi, ripercorrono e rivivono i loro dolori. Hanno 77 e 79 anni, ma per il gruppo è più che naturale chiamarle “le bambine”, un falso anacronismo, poiché, anche agli occhi dei diciottenni presenti, esse saranno sempre le bambine di 4 e 6 anni che, per un certo periodo, vissero nel “blocco dei bambini”.
Spiritualità, immedesimazione, condivisione
Alcuni momenti religiosi scandiscono le fasi più toccanti e significative del viaggio. Una benedizione, la lettura di brani della Torah e del Talmud, un canto ebraico, il suono suggestivo dello shofar. Un bagno di spiritualità che rende più intenso il vissuto personale e la rievocazione storica.
Fuori il freddo è pungente (meno 9 gradi) e non fa che acuire il gelo interiore che attanaglia lo stomaco e avvolge lo spirito all’ascolto delle tante storie di vita – e di morte.
Dal passaggio al messaggio
Una straordinaria e pulsante lezione di storia, nella quale le pagine dei libri e i racconti orali prendono vita; una lezione che i ragazzi, ma anche gli adulti presenti, non dimenticheranno facilmente. Il passaggio, concreto e metaforico, che hanno vissuto, è chiamato a farsi messaggio, affinché i giovani diventino testimonianza vivente di una abominevole pagina di storia e protagonisti attivi di una diversa cultura e conoscenza. Perché non si ripeta. Per non dimenticare. Non solo il 27 gennaio. Mai.
Le foto sono tratte dalla documentazione fotografica pubblicata, assieme ad altri documenti, dal Miur: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/focus170117