Come si calcolano gli organici e il fabbisogno di insegnanti
Stabilire, o meglio prevedere, la quantità dei posti che risulteranno disponibili a valle della determinazione degli organici, è possibile ma non certamente semplice; infatti, disponendo dei dati relativi alle classi funzionanti nel corrente anno scolastico, oltre alla quantità di alunni che le frequentano, calcolando statisticamente il numero degli insuccessi scolastici in relazione alle classi funzionanti, e nella piena conoscenza delle anagrafi nazionali, distribuite per ciascun comune, nonché delle nuove iscrizioni, già definite nel mese di febbraio, che consente di calcolare il numero delle nuove prime classi, si ottiene il complessivo numero delle classi che funzioneranno nell’anno scolastico successivo.
Così sinteticamente espresso, potrebbe apparire che la determinazione degli organici sia la semplice sommatoria dei dati appena elencati; la formazione degli organici non rappresenta certamente un’impresa, ma sicuramente la loro corretta conclusione è la conseguenza di una lunga serie di operazioni e soprattutto di valutazioni, che si nutrono di considerazioni di tipo statistico e di esperienza. Una disamina puntuale ed esaustiva delle problematicità che sono alla base della determinazione degli organici meriterebbe un più ampio spazio, che nella presente occasione non può essere concesso.
Previsione dei posti per il reclutamento del personale docente
Recentemente il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha comunicato che, a seguito dell’incontro programmatico con il suo collega dell’Economia e Finanze, è stato stabilito che per il prossimo anno scolastico sono previsti 52.000 nuovi contratti a tempo indeterminato (recente versione della vecchia dizione ”immissioni in ruolo”). Il dato è stato possibile ricavarlo, sia pure arrotondato, perché sono stati utilizzati alcuni dati, parte dei quali sono già reali ed attuali, e parte appartengono alla previsione, che si avvale, come dicevamo, di esperienza e di proiezioni statistiche.
Stabilita la quantità di classi che si presume funzioneranno il prossimo anno scolastico, stabiliti i numeri dei posti e delle cattedre di organico complessivo, aggiungendo il numero dei posti dell’organico potenziato (ad eccezione della scuola dell’infanzia), si procede a sottrarre il numero dei titolari e si realizza la disponibilità.
Ulteriori dati circa le effettive disponibilità di posti
Ma l’Amministrazione, a parte le oggettive previsioni, a parte la quantità delle nuove iscrizioni, ha a disposizione anche altri importanti dati, con i quali si confrontano i numeri che derivano dalle operazioni di calcolo.
Per l’anno scolastico in corso le disponibilità dell’intero organico di diritto non sono state tutte destinate al nuovo reclutamento a tempo indeterminato, e inoltre non è stato utilizzato l’intero contingente di posti destinato, l’anno scorso, al nuovo reclutamento; ovviamente questi posti hanno dato origine ad incarichi a tempo determinato.
Quindi l’Amministrazione ha anche potuto contare sulla conoscenza reale che 16.000 posti circa non sono stati utilizzati per le immissioni in ruolo l’anno scorso, che 15.000 posti dell’organico di fatto quest’anno si trasformeranno in organico di diritto (e quindi utilizzabili per le nomine in ruolo), e che altri 21.000 posti si libereranno a seguito del collocamento a riposo, a decorrere dall’1.9.2017, di altrettanti docenti.
Dai calcoli appena accennati la sommatoria delle vacanze di posti porta appunto al numero di 52.000. Tuttavia questo numero non dà ancora la risposta alla domanda di chi vuole sapere se sarà nominato in ruolo, e non potrà darla fino a quando non saranno determinati gli organici, da una parte, e definiti i trasferimenti, dall’altra.
Le procedure per la definizione dei contingenti per il reclutamento
Il reclutamento a tempo indeterminato avviene sulla base di due procedure: quella del concorso ordinario, che è su base regionale, e quella della graduatoria ad esaurimento, che è su base provinciale.
Quindi bisognerà attendere che l’Amministrazione centrale, come ogni anno, distribuisca gli organici a livello regionale, tra l’altro proponendo anche la distribuzione fra i vari ordini e gradi di scuola, ivi compresi i posti di sostegno; dopo bisognerà attendere che si realizzino gli organici per ciascuna regione, a livello di ciascuna provincia e per ciascun ordine e grado di scuola; finalmente saranno resi noti i posti disponibili al netto dei titolari e dei collocandi a riposo. Al termine di questa prima e significativa fase, gli interessati al nuovo reclutamento potranno essere certi che la quota parte della disponibilità, pari al 60%, sarà destinata al nuovo reclutamento, distribuita al 50% per ciascuna delle due procedure concorsuali. Infatti il restante 40% (che fa parte, si badi, dei 52.000 posti) è destinato ai passaggi di cattedra e di ruolo (per il 10%) ed ai trasferimenti interprovinciali (per il 30%).
Variabili che influiscono sulle dinamiche delle nomine
Con ogni evidenza, quindi, i passaggi di cattedra e di ruolo, pur occupando posti, liberano altrettanti posti, ma in altri ordini di scuola e, quindi, il numero delle immissioni in ruolo non si modifica (ma si trasforma la tipologia dei posti), mentre l’altro 30%, quello destinato ai trasferimenti interprovinciali, con altrettanta evidenza, non sottrae posti al contingente dei 52.000, ma va a sottrarre posti dal contingente provinciale di arrivo, mentre il posto che si libera in uscita non aggiunge posti al contingente dei 52.000, ma va a sommarsi al contingente della provincia di uscita.
In conclusione il contingente dei 52.000 posti avrà una prima destinazione differenziata per ordine di scuola e per classe di concorso (ma solo per il 60%) solo al termine della determinazione degli organici, e l’eventuale successivo incremento (10% per i passaggi e 30% dei trasferimenti interprovinciali) sarà reso noto a valle dei trasferimenti di ciascun ordine o grado di scuola.