Dalle unità formative alle unità di apprendimento
Come noto la legge 107/2015, all’art. 1 comma 124, definisce la formazione in servizio dei docenti di ruolo “obbligatoria, permanente e strutturale”, e la domanda comune è come rendere fattivo l’assunto normativo. É in via di conclusione l’anno scolastico 2016/2017, il primo di attuazione del Piano di Formazione dei docenti 2016-2019 che prevede che le attività formative siano articolate in Unità Formative.
Intendiamo qui soffermarci sul senso didattico e pedagogico della nuova proposta formativa e su come articolare un’Unità Formativa (UF) per una formazione di qualità.
Come e con quali modalità definire il valore aggiunto per la formazione degli insegnanti, attraverso una modularità che metta in campo l’agire didattico nell’orizzonte della formazione? Se riusciamo a coniugare concretamente formazione e didattica sarà possibile raggiungere un risultato tangibile di miglioramento in termini di apprendimenti per gli studenti.
Direzioni di senso… cercasi UDA disperatamente
Le Unità Formative rispondono nella loro strutturazione al principio di flessibilità tanto auspicato e realizzabile in una dimensione di scuola attiva e attenta ai cambiamenti. Esse infatti rappresentano un exemplum multiforme di attività scolastiche agite, un nucleo di significato significante dell’agire educativo e didattico, nel senso che prevedono svariate forme di attività, che attribuiscono loro valenza formativa qualificante. Le Unità Formative, come evidenzia il Piano di Formazione dei docenti 2016-2019, possono comprendere infatti:
- formazione in presenza e a distanza,
- sperimentazione didattica documentata e ricerca/azione,
- lavoro in rete,
- approfondimento personale e collegiale,
- documentazione e forme di restituzione/rendicontazione, con ricaduta nella scuola,
- progettazione.
La modellizzazione è quindi open e calibrata sulla dimensione dell’azione didattica nelle sue esplicazioni in progress che coinvolgono non solo l’individualità del docente, ma anche la comunità professionale. Ne discende che, realizzata l’attività formativa in UF, la stessa deve tradursi in unità di apprendimento chiare e condivisibili.
Proviamo a modellizzare le unità di apprendimento con la formazione
L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna ha organizzato un percorso sperimentale di formazione per docenti, progettato nell’ottica del miglioramento dell’offerta formativa personalizzata e inclusiva degli alunni stranieri. L’unità Formativa “FormAzione – Studio e APProfondimento – Unità di APPrendimento per la personalizzazione dell’inclusione degli alunni migranti nelle scuole dell’Emilia-Romagna“, è stata proposta ai docenti delle scuole secondarie di II grado di istruzione professionale e dei Centri Provinciali per l’istruzione degli adulti.
Progettare l’inclusione e la personalizzazione
L’UF è nata per rispondere al bisogno espresso dagli insegnanti di conoscere e sperimentare competenze metodologiche di inclusione e di personalizzazione dei percorsi educativi e didattici, in relazione all’analisi delle Unità di Apprendimento (UDA) inviate dalle scuole in seguito a una specifica call, da cui era emersa la necessità di condividere un format di UDA utile per la replicabilità di buone pratiche di integrazione.
Il tema dell’integrazione degli alunni migranti è in questo momento storico di particolare rilevanza e, come noto, crea complessità in particolare nelle scuole secondarie di II grado, impegnate nel complesso compito di attrezzare gli studenti stranieri per le competenze di italiano per lo studio.
Lo sviluppo di una unità formativa
Il tema delle strategie di inclusione, contemplato nel novero delle priorità indicate nel Piano Nazionale di Formazione dei docenti 2016-2019, è stato affrontato attraverso il coordinamento dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, il contributo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dell’Università di Bologna e del Centro Territoriale di Supporto di Modena, con un approccio interistituzionale che contemplasse il know how di ciascuno.
Il percorso realizzato ha previsto nello specifico:
- n. 8 ore di formazione in presenza,
- n. 7 ore di interazione/lavoro di gruppo in presenza,
- n. 10 ore di sperimentazione didattica per progettazione/realizzazione UDA,
- per un totale 25 ore.
Attraverso la formazione in presenza sono stati forniti strumenti e indicazioni metodologiche, grazie ai quali, attraverso la sperimentazione e il confronto tra i docenti partecipanti, si è elaborato un modello di Unità di Apprendimento condivisibile. Sono state presentate specifiche indicazioni sull’utilizzo di risorse e tecnologie per l’apprendimento dell’italiano L2 e, attraverso lavori di gruppo, si sono sperimentati gli strumenti in apposita piattaforma on line, attraverso il confronto di metodologie e di esperienze didattiche concrete.
UDA in progress (repository)
Gli incontri di formazione e lavoro di gruppo in presenza hanno rappresentato momenti di approfondimento in progress, attraverso una modalità di formazione agita dai docenti. L’ultimo incontro in presenza ha dato vita ad un momento di restituzione e condivisone di quanto appreso e sperimentato direttamente a scuola, con la presentazione delle Unità di Apprendimento realizzate dai docenti. Il format di UDA elaborato e utilizzato in progress si è dimostrato essere “utile, efficace, essenziale, immediato e chiaro, ma anche flessibile nella sua strutturazione”, così come hanno confermato gli insegnanti. Le Unità di Apprendimento realizzate incrementano ora un “patrimonio” comune e condiviso di UDA predisposte per l’apprendimento personalizzato degli studenti stranieri, organizzato in una repository nata per documentare l’agire inclusivo delle scuole dell’Emilia-Romagna.
Un circolo virtuoso
L’esempio riportato mette in luce un elemento essenziale dell’Unità Formativa: la sua circolarità virtuosa di significato che pone al centro:
- ciascun docente che trasforma i propri bisogni formativi in risorsa su cui l’Unità Formativa trae motivazione nella sua realizzazione. I bisogni formativi dei docenti si modificano in progress e l’Unità Formativa si adegua ad essi con la flessibilità delle sue azioni (lezioni frontali, approfondimenti, sperimentazione, documentazione, ecc.);
- l’agire nella dimensione didattica di sperimentazione delle competenze, degli strumenti e delle proposte dell’UF stessa;
- la qualità della formazione condivisa e discussa passando dall’individualità di ciascun docente alla collegialità del gruppo, che acquisisce competenze relazionali di confronto costruttivo;
- gli strumenti metodologici che rappresentano la motivazione e il focus del processo formativo che realizza l’insegnante nella sua professionalità in fieri e quotidiana.
In questo modo l’Unità Formativa può rappresentare un’occasione di formazione di qualità che rende protagonista il docente nella propria professionalità, realizzata in un divenire flessibile e in progress. Diversamente il rischio nell’attuale overdose di offerta formativa è di partecipare a percorsi che non trovano innesto reale nell’agire didattico, e quindi non rinnovano l’azione quotidiana in aula.