Buona scuola: atto secondo
Il sistema scolastico italiano è stato investito negli ultimi anni da una “ondata” di nuovi provvedimenti legislativi, che ne stanno modificando in profondità le modalità di funzionamento, a far tempo dall’approvazione della legge 13 luglio 2015, n. 107 (con voto di fiducia). Non è un processo “pacifico”, né scontato, né dagli esiti prevedibili. È emblematico che sia chi lo ha promosso direttamente (il Governo), sia chi lo ha contrastato fieramente (movimenti di base) abbia spesso manifestato insoddisfazione, dubbi, necessità di ripensamenti e revisioni. Le rappresentanze sindacali e professionali del personale mantengono riserve sull’impatto della “Buona Scuola” nell’ordinaria vita della scuola e sulla sua capacità di far fronte alle criticità ed ai bisogni di sviluppo del nostro sistema educativo. Anche la nuova Ministra all’istruzione, Valeria Fedeli, pur portando a compimento l’elaborazione dei decreti legislativi (operazione non semplice e avvenuta sul filo del rasoio), ha più volte richiamato l’esigenza di un rapporto di maggior ascolto e condivisione delle innovazioni con il mondo della scuola.
Dalla “mappa” alla “bussola”
C’è da dire che, quando si giudica tutto d’un fiato il pacchetto delle riforme in atto nella scuola italiana dal 2014, sembrano prevalere i toni forti e polemici. Questo approccio emotivo va a scapito della necessità di affrontare distintamente, con calma e serenità, le tante questioni sottese ai provvedimenti legislativi.
In sintonia con l’approccio tecnico-divulgativo della casa editrice Tecnodid (ben visibile nella sua linea editoriale, con “Notizie della scuola”, “Esperienze amministrative”, scuola7.it, Repertorio, IperTesto Unico Scuola), già a suo tempo abbiamo tentato di colmare questo divario attraverso la pubblicazione del volume “Una mappa per la riforma”, ove prevaleva l’idea di un esame critico ma costruttivo della legge 107/2015, attraverso commenti e contributi a più voci sugli aspetti qualificanti del nuovo assetto normativo (ricondotti ad alcune parole chiave di sintesi: dirigente, formazione, alternanza, ptof, digitale, valutazione, reclutamento…), oltre al tentativo di “mettere” ordine nella presentazione della legge, di difficile lettura causa l’anonima giustapposizione di ben 212 commi.
Quel testo ha goduto di un indubbio apprezzamento da parte dei lettori e di chi doveva approfondire, interpretare ed applicare le nuove norme. Di fronte al nuovo complesso passaggio legislativo della primavera 2017, che ha visto l’emanazione in un solo colpo di 8 decreti legislativi, che interessano numerosi aspetti dell’ordinamento scolastico (formazione iniziale, cultura umanistica, istruzione professionale, valutazione, diritto allo studio, scuola all’estero, zero-sei, inclusione) abbiamo ritenuto utile riprendere la medesima impostazione, per offrire un quadro esaustivo dei nuovi provvedimenti.
Le novità degli otto decreti legislativi
Nell’instant book in uscita in questi giorni “Una bussola per le deleghe”, i testi dei decreti legislativi vengono presentati nella loro versione definitiva, corredati delle premesse che ne spiegano la ratio e ne inquadrano le fonti giuridiche di partenza. Ciascun decreto legislativo è poi stato commentato in maniera aperta e libera da un esperto di settore, con l’intento di coglierne gli aspetti innovativi, gli elementi di continuità con l’ordinamento vigente, le possibilità di implementazione nel lavoro quotidiano, le eventuali criticità e gli ulteriori passaggi normativi necessari per la completa attuazione.
In effetti, si tratta di provvedimenti di non facile lettura:
- sia per il grado di dettaglio di alcuni di essi, come nel caso della valutazione (analizzato da Mariella Spinosi) o della regolamentazione delle scuole all’estero (descritta da Gianna Prapotnich);
- sia per l’innovatività di materie come lo “zerosei”, per fondare una nuova prospettiva dell’educazione infantile (di cui parla Giancarlo Cerini), o la formazione iniziale dei docenti (presa in esame da Paola Serafin);
- sia per lo sforzo di compiere una ricognizione “ragionata” di materie che richiamano una pluralità di competenze istituzionali: è il caso di “disabilità e inclusione” (studiato da Antonia Carlini) e del “diritto allo studio” (affrontato da Maria Teresa Stancarone);
- sia per l’esigenza di affrontare emergenze, antiche e attuali, del sistema educativo, come il potenziamento della cultura umanistica e artistica (di cui parla Paola Di Natale) o la modernizzazione dell’istruzione professionale (ripresa da Nilde Maloni).
La fase di attuazione delle legge 107
Dopo il primo biennio di faticoso decollo della legge 107/2015, non ancora completato (se si hanno a mente i numerosi ripensamenti in atto o le questioni ancora aperte), si apre una nuova stagione di novità grandi e piccole, che dovrebbero consolidare il quadro riformatore, magari con un tocco maggiore di condivisione. C’è da segnalare, e il testo qui presentato dedica uno specifico spazio alla presentazione di “quel che c’è ancora da fare”, che l’attuazione concreta degli otto decreti legislativi dovrà essere accompagnata dall’emanazione di altri 45 provvedimenti secondari (tra regolamenti, decreti, intese Stato-Regioni, atti di indirizzo), ben illustrati nelle schede di sintesi curate da Cisl-scuola. Molti di questi richiamano l’esigenza di una forte concertazione tra le diverse istituzioni chiamate in causa (lo Stato e i suoi diversi Ministeri, le Regioni, gli Enti locali) su materie che spesso sono affidate alla legislazione concorrente, come ben segnala Sergio Auriemma nella sua introduzione.
È utile anche ricostruire, come ha fatto Angelo Prontera, il quadro delle risorse finanziarie messe a disposizione per l’applicazione dei decreti, di notevole entità per il segmento zero-sei e per l’istruzione professionale.
Occorre dunque attrezzarsi con qualche strumento di orientamento per non lasciarsi sopraffare dalla quantità di richiami normativi, a volte di estremo dettaglio. Di qui la metafora della bussola, che ci è sembrata appropriata all’idea di un viaggio non ancora ben definito nei suoi possibili approdi, ma aperto alla curiosità della scoperta e alla voglia di rimettersi comunque in gioco.
Uno sguardo lungo
Viviamo in una stagione culturale e politica in cui sembra difficile prospettare pensieri e discorsi di ampio respiro. L’emergenza quotidiana, con i suoi richiami al “particulare”, può prendere il sopravvento sull’esigenza di impegnarsi in vista di una scuola migliore. Per questo ogni strumento normativo che porta con sé risorse finanziarie, umane e suggestioni culturali (come è il caso di molti dei decreti presentati in questo testo), può diventare un tassello utile alla costruzione di una scuola più efficace, inclusiva ed equa. È giusto dunque conoscerli e saggiarne la consistenza e sostenibilità. Il volume “Una bussola per le deleghe” vuole proprio avere questo intento.