Presentato il Rapporto dell’Invalsi
Il 6 luglio scorso, presso il Miur, Invalsi ha presentato il Rapporto sugli esiti delle rilevazioni nazionali degli apprendimenti 2016/17, basati sulle classi campione, nelle quali le prove sono svolte alla presenza di un osservatore.
I risultati generali non si discostano da quelli degli ultimi anni. I risultati della scuola primaria, sia in italiano che in matematica, si attestano complessivamente sulla media (riportata a 200 punti con deviazione standard 40) in tutto il territorio nazionale. Spiccano i buoni risultati di Umbria e Marche al Centro e di Molise e Basilicata al Sud. Abruzzo, Molise e Basilicata sono le regioni del Sud e Sud/Isole che, pur ottenendo punteggi progressivamente meno elevati con il progredire degli anni di scuola, riescono a mantenersi entro la fascia della media nazionale.
Le differenze aumentano nel corso degli studi
Le differenze interne al territorio nazionale si manifestano in maniera molto evidente a partire dalla scuola secondaria di primo grado. I risultati del Nord Ovest e del Nord Est si attestano saldamente sopra la media nazionale sia in italiano che in matematica. In particolare in matematica il buon piazzamento interessa tutte le regioni della macroarea Nord Est; al Centro spiccano le Marche in entrambe le discipline e la Toscana per la matematica. Il Sud e il Sud/Isole, nel loro complesso, sono sotto la media nazionale sia in italiano che in matematica. Su tale risultato, tuttavia, pesano maggiormente gli esiti della Campania, della Puglia, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna, pur con qualche differenza tra italiano e matematica per quanto riguarda la Puglia e la Sardegna.
Nella scuola secondaria di secondo grado la situazione si ripresenta in termini molto simili. Nord Est e Lombardia ottengono i risultati più elevati; tutto il Centro si attesta sulla media nazionale; in italiano al Sud si colloca significativamente sotto la media la Puglia, nel Sud/Isole Calabria, Sicilia e Sardegna. In matematica si collocano sotto la media Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Tipologie di scuola e questioni di genere
Le differenze tra tipologie di scuole confermano il primato dei Licei, seguiti dai Tecnici e, a qualche distanza, dai Professionali. Tuttavia nelle regioni del Nord la distanza tra Licei e Tecnici è assai ridotta e in talune regioni si annulla in matematica. I livelli degli Istituti tecnici delle regioni del Nord superano quelli dei Licei di talune regioni del Sud. Gli esiti degli Istituti professionali del Veneto sono comparabili a quelli dei Tecnici e dei Licei di talune regioni del Sud/Isole.
Le differenze degli esiti tra maschi e femmine si confermano rispetto agli anni scorsi: le ragazze primeggiano in italiano, i maschi in matematica. Tuttavia le differenze in italiano si riducono con il progredire degli studi nelle fasce più elevate di punteggio e permangono nelle fasce basse. In matematica, invece, le ragazze raggiungono esiti simili a quelli dei ragazzi nelle fasce più basse, ma le distanze aumentano nei punteggi più elevati.
Gli alunni stranieri ottengono risultati meno favorevoli degli italiani; tuttavia, soprattutto al Nord, i ragazzi stranieri di seconda generazione riducono molto le distanze dagli italiani con il progredire degli studi, soprattutto in matematica. I loro risultati sono assolutamente paragonabili a quelli degli italiani del Sud e Sud Isole.
Gli alunni anticipatari, con qualche differenza, ottengono risultati paragonabili a quelli dei regolari, mentre gli alunni posticipatari (ovvero in ritardo rispetto all’età) ottengono stabilmente risultati peggiori.
Il valore aggiunto: effetto scuola
La misura del “valore aggiunto”, introdotta lo scorso anno, descrive una situazione nella quale la maggioranza delle scuole, in tutto il Paese, consegue un “valore aggiunto nullo”, ovvero riesce ad accompagnare lo sviluppo degli apprendimenti degli alunni secondo gli esiti che ci si possono aspettare in base al contesto sociale e familiare e alle condizioni personali. Le scuole che conseguono un “valore aggiunto positivo” sono equamente distribuite sul territorio nazionale: sono quelle che, a fronte di un contesto di partenza simile ad altre scuole, riescono a ottenere esiti migliori delle attese. Le scuole con il “valore aggiunto negativo” si collocano in maggior misura nelle regioni del Sud e delle Isole, dove è maggiore anche la variabilità di esiti tra scuole e tra classi in tutte le tipologie di scuole.
Conoscere i dati non basta, occorre prendere decisioni
Per la prima volta Invalsi dà conto della ricerca, durata diversi anni, sulla possibilità di “ancorare” tra loro gli esiti delle prove da un anno all’altro. Ciò permette, con maggiore sicurezza, di stabilire se una scuola, un’area geografica, un allievo, sono migliorati nel tempo rispetto agli esiti delle prove precedenti, e quindi ci consente confronti diacronici e longitudinali. Prima ciò non era possibile poiché le prove sono ogni anno differenti, e quindi possono variare per difficoltà o conformazione, anche se si mantengono simili. Il procedimento statistico che permette l’ancoraggio è ampiamente descritto al cap. 7 del Rapporto (pag. 101 e seguenti).
L’analisi, per forza sommaria, degli esiti delle rilevazioni, soprattutto nell’esame incrociato di risultati generali, variabilità tra scuole e tra classi, valore aggiunto, ci permetterebbe di avviare, necessariamente in altre sedi, interessanti riflessioni su misure a carico dei decisori politici, ma anche delle scuole e delle comunità professionali che potrebbero, nel medio/lungo periodo, correggere le tendenze osservate. Tale riflessione, tuttavia, appare urgente e necessaria, per non continuare, anno dopo anno, a commentare, in un esercizio divenuto sterile, la medesima immagine che i dati nazionali e internazionali ci restituiscono.