La neo-scuola “virtuale”
Il Ministero dell’Istruzione ha ravvisato nella Didattica a Distanza uno strumento valido per sopperire all’impossibilità di recarsi nei luoghi da sempre adibiti all’educazione e all’ istruzione, quali gli edifici scolastici. Piattaforme e-learning, sinora supporto delle sperimentazioni didattiche laboratoriali, sono diventate a tutti gli effetti, il luogo quotidiano dell’incontro e del fare scuola. Purtroppo, però, la DaD, talvolta ha mostrato anche dei lati oscuri. Soprattutto per quanto riguarda i gradi di istruzione primaria e ha fatto emergere come l’assenza del rapporto affettivo, sociale e quotidiano con compagni e insegnanti interferisca negativamente sulle performance e la qualità degli apprendimenti. Ovviamente in un momento così delicato la DaD, ha dato risposta immediata alla necessità di non lasciare sole le famiglie nel loro compito educativo, rispondendo prontamente alla sua missione formativa: la scuola allora da luogo fisico del confronto educativo e della crescita personale di bambini ed adolescenti è diventata un luogo in cui la realtà scolastica si è fatta realtà virtuale e digitale.
Piattaforme e allievi con Bisogni Educativi Speciali
L’esperienza maturata durante i primi mesi dell’emergenza epidemiologica, ha mostrato cosa succeda quando all’interno delle comunità scolastiche, siano inseriti ragazzi con Bisogni Educativi Speciali. In tali casi, infatti, non sempre è stato possibile coinvolgere con attività adeguate tutti gli alunni nelle dinamiche educative sincrone o asincrone da remoto, sia a causa di patologie molto invalidanti, che presuppongono progetti educativi pensati ad hoc, sia anche perché gli strumenti propri delle piattaforme digitali non sono sempre agili e di facile fruizione per tutti, presupponendo livelli di attenzione ed astrazione abbastanza elevati. Molto spesso i genitori non hanno potuto usufruire neanche di alcuno dei servizi alla persona da parte di ASL e Centri Riabilitativi, sperimentando solitudine e difficoltà ad utilizzare metodologie didattiche non adatte alla mediazione e incapaci di rispondere alle concrete necessità dei loro figli.
Possibilità di svolgere attività in presenza anche durante il lockdown
Già nel mese di giugno 2020 il M.I. prevedeva, nelle Linee Guida del Piano Scuola 20/21, la possibilità di svolgere in presenza, attività più rispondenti ai vari tipi di disabilità e di bisogni educativi speciali, per le fasce più deboli della popolazione scolastica, qualora si fosse ravvisata nuovamente la necessità di sospendere le attività didattiche in presenza per contenere il diffondersi del Covid-19.
Purtroppo, la Regione Campania è stata la prima, dopo la riapertura dell’anno scolastico 2020/21, a dover ricorrere nuovamente alla sospensione delle attività in presenza per tutti gli ordini di scuola quindi si è passati alla DaD per garantire a tutti gli studenti il Diritto allo Studio. Ovviamente, tutti i problemi precedenti sono riemersi prepotentemente, mettendo le comunità scolastiche davanti a degli interrogativi pressanti, a cui bisognava rispondere e anche con urgenza.
I laboratori nella scuola “Vanvitelli” di Napoli
Così a Napoli, presso la scuola “Luigi Vanvitelli” si è raccolta la voce delle famiglie e dei loro bambini con Bisogni Speciali, e non ci si è tirati indietro.
Su richiesta del 36° Circolo Didattico, l’Unità di Crisi Regionale ha autorizzato Laboratori all’interno della scuola per piccoli gruppi eterogeni di alunni, ed alcuni appassionati e bravissimi docenti – sia di sostegno che di base – pur in regime di sospensione della didattica in presenza, sono riusciti ad organizzare il lavoro nella propria scuola per alcuni alunni con BES.
Con successiva Ordinanza Regionale (n. 80 del 16/10/20) tale possibilità è stata poi estesa alle scuole di ogni ordine e grado del territorio campano, in linea con il D.M. 39 del 26/06/2020.
Durante i Laboratori in presenza gli alunni lavorano insieme ai compagni di classe collegati da casa attraverso la Piattaforma E-learning della scuola, la programmazione dei contenuti della DaD è la stessa elaborata dal Team docente, e l’insegnante impegnato in sede, segue, insieme alle colleghe e all’intera classe la medesima attività. Naturalmente per un bambino BES in un istituto scolastico è più facile fruire di Lim, rete Wi-Fi, devices, nonché degli spazi riconosciuti come familiari e confortevoli.
Per i casi più gravi
Per i casi di disabilità più gravi si attivano gli interventi personalizzati compresi nei P.E.I., che diversamente andrebbero persi, il tutto al sol scopo di dare risposte concrete a bisogni che se non soddisfatti, generano ulteriori gap sociali e culturali, aumentando le disuguaglianze e compromettendo la possibilità di integrazione e socializzazione.
Nell’era del Covid -19 impera la regola del distanziamento sociale, ma purtroppo anche quella del distanziamento educativo, imposto dalla Didattica Digitale. L’iniziativa intrapresa, a Napoli, condivisa molto rapidamente anche da altre istituzioni scolastiche in tutto il territorio, ha voluto rappresentare una risposta concreta per cercare di arginare le pericolose regressioni delle abilità apprese dagli alunni più deboli.
Potrebbe questa sperimentazione essere considerata un’esperienza non “inclusiva”? Forse, ma solo da alcuni: ma è la Didattica a Distanza stessa che non è inclusiva. E non lo è per nessuno, nemmeno per i bambini cd “normali”, isolati presso il proprio domicilio ed esclusi dal gruppo classe.
Al momento dunque la scuola di prima, non c’è più! E intanto che torna, si deve pur arginare in qualche modo l’emergenza educativa in atto.
Tenere aperte le prospettive dell’inclusione
Nell’era del Covid-19 si impone la necessità di trovare risposte immediate sul piano economico e sociale in tutto il Paese, ed in ambito educativo, di sperimentare tutte le possibilità, per assicurare il diritto allo Studio. Qualunque iniziativa è migliorabile, partendo dai punti di crisi della difficile esperienza che la scuola italiana ha vissuto nel precedente anno scolastico.
Infatti, se da un lato sono emersi tutti lati oscuri della DaD o della DDI, dall’altro sono stati messi in circolo anche stimolanti sperimentazioni di nuovi stili pedagogici misti, che impongono la necessità di ripensare metodologie e strategie per creare nuovi modelli di inclusione (Didattica innovativa per docenti e alunni Fragili; percorsi di Istruzione Domiciliare; Attività didattiche nelle Scuole Ospedaliere e Carcerarie…) L’importante è agire, per non lasciar indietro nessuno.
La scuola italiana anche durante l ’Emergenza, ha dimostrato e dimostra ogni giorno, di essere presente, di prendersi cura dei figli del nostro Paese.
“WE TAKE CARE of YOU” è il titolo del Progetto della scuola Vanvitelli, praticato insieme con le famiglie e condiviso con tutti gli attori del territorio.