Le risorse a disposizione delle scuole
In questi giorni si stanno susseguendo gli avvisi pubblici, a cura dei diversi Uffici Scolastici Regionali, per l’individuazione delle scuole polo a cui assegnare direttamente i fondi per le iniziative conseguenti alle novità introdotte dal Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62 sulla valutazione e sugli esami di Stato. Gli avvisi rendono operativo il Decreto 19 dicembre 2017, n. 1497, emanato ai sensi dell’art. 33 del D.M. 27 ottobre 2017, n. 851, che reca una serie di iniziative finalizzate a sostenere le istituzioni scolastiche statali nel raggiungimento dei fini dell’equità, qualità ed inclusività del Sistema nazionale di istruzione e di formazione, quali presupposti per garantire i diritti di cittadinanza attiva e consapevole e la crescita economica e sociale del Paese.
In particolare, per le iniziative a sostegno della realizzazione delle novità introdotte in materia di valutazione ed esami, il comma 1 dell’art. 33 del D.M. 851/2017 destina alle scuole 1.600.000 euro che, secondo quanto indicato nella tabella A del Decreto 1497/2017, sono ripartiti su base regionale in ragione del numero degli studenti iscritti. Le somme stanziate sono rispettivamente di 981.600 euro per le iniziative del primo ciclo e di 618.400 euro per le scuole del secondo ciclo. In ogni regione, infatti, devono essere individuate due scuole polo per ciascun grado di scuola.
I contenuti e gli obiettivi per la predisposizione delle candidature
Oltre ad indicare il riparto delle risorse, il Decreto individua anche i requisiti e le specifiche richieste da inserire negli avvisi regionali, a cui le scuole dovranno attenersi per presentare la propria candidatura (a scuola polo regionale), e gli obiettivi generali delle iniziative di accompagnamento e di attuazione dei nuovi interventi normativi sulla valutazione degli apprendimenti. In particolare, le proposte delle scuole dovranno fare riferimento ai contenuti relativi allo svolgimento delle prove standardizzate nazionali, alla certificazione delle competenze, all’esame di Stato del primo e del secondo ciclo ed ai relativi quadri di riferimento.
In termini di obiettivi, inoltre, le scuole polo dovranno impegnarsi a:
- supportare, formare e accompagnare le scuole nell’applicazione delle nuove norme in materia di valutazione e di esami di Stato;
- migliorare i processi formativi anche attraverso azioni di reti di scuole;
- monitorare, valutare e documentare le azioni realizzate.
Le caratteristiche specifiche per il primo e per il secondo ciclo
Nella valutazione delle candidature delle scuole del primo ciclo di istruzione saranno valorizzati gli eventuali percorsi di ricerca-azione sulla valutazione realizzati in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo, gli approfondimenti riconducibili alla certificazione delle competenze ed alla definizione di strumenti valutativi, e le iniziative riguardanti le modalità di svolgimento delle prove standardizzate nazionali.
Nella valutazione delle candidature delle scuole del secondo ciclo di istruzione, invece, saranno valorizzati gli interventi finalizzati ad approfondire i nuclei tematici fondamentali delle discipline, in coerenza con i quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove scritte del nuovo esame di Stato, che entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico, e le proposte sulla costruzione di prove per i percorsi di studio Esabac Techno (per le sole regioni dove sono stati attivati).
Nella realizzazione delle iniziative, infine, dovranno essere previste indispensabili forme di collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali e con gli ambiti territoriali.
Modalità di valutazione delle candidature
Le candidature saranno valutate con un massimo di 100 punti, attribuiti rispetto ai seguenti criteri:
- fino a 40 punti per la rispondenza all’avviso;
- fino a 20 punti per precedenti iniziative realizzate con efficacia o sulla valutazione, nel caso di scuole del secondo ciclo, o sulla certificazione delle competenze, nel caso di istituzioni scolastiche del primo ciclo;
- fino a 10 punti per la dimostrata capacità di gestione amministrativo-contabile e di rendicontazione delle iniziative realizzate;
- ulteriori 30 punti massimo per la qualità e fruibilità dei materiali che saranno eventualmente prodotti.
Qualche consiglio per costruire i progetti
Dalla Legge 107/2015 in poi l’invito e lo stimolo perché le scuole lavorino in rete è sempre più frequente; ne sono prova le forme di finanziamento diretto alle scuole, come quelle previste dal D.M. 851/2017, che passano comunque dalle scuole polo, filtri territoriali per tutte le iniziative che trovano nella dimensione della rete la loro caratteristica principale. La nuova fisionomia della scuola, quindi, è necessariamente aperta e dialogante con il territorio e le altre scuole, e già in fase di candidatura appare strategico evidenziare alcune caratteristiche facilitanti per le attività da realizzare in rete. Oltre a dover illustrare sinteticamente il progetto, gli obiettivi, i risultati attesi, le modalità di lavoro, potrebbe essere funzionale indicare, ad esempio, la raggiungibilità della sede, sia in termini di posizione che di trasporti pubblici, o la capacità di garantire modelli di ricerca-azione basati sulle tecnologie e, quindi, sostenibili anche a distanza. Un modello integrato di percorso, inoltre, potrebbe connotare la candidatura per le sue caratteristiche innovative, e per il sicuro sostegno ai processi di diffusione e fruibilità delle riflessioni e dei materiali eventualmente prodotti.
Particolare attenzione potrebbe essere riservata anche alla definizione di indicatori e strumenti di monitoraggio e di valutazione in itinere e finale, per favorire il controllo di quanto realizzato, soprattutto in vista della futura rendicontazione sociale dei risultati raggiunti dalle scuole nelle diverse attività.
Altro elemento qualificante la candidatura potrebbe essere la garanzia di risorse umane e tecniche adeguate all’attuazione degli interventi, anche individuate attraverso accordi e convenzioni con ulteriori attori del territorio.
Le questioni aperte sulla valutazione
Ma il vero valore aggiunto in fase di candidatura sarà la capacità di focalizzare i contenuti proposti intorno alle questioni che il D.Lgs. 62/2017 ed i relativi decreti applicativi hanno lasciato aperte, e che proprio attraverso la pratica educativa formalizzata potrebbero trovare sistematizzazioni e ipotesi risolutive.
Per facilitare la progettualità delle scuole, specie se interessate a rispondere agli avvisi, proviamo allora sinteticamente a suggerire alcune riflessioni che potrebbero costituire interessanti piste di lavoro in fase di candidatura quale scuola polo.
Valutazioni in decimi e giudizi
L’introduzione in tutto il primo ciclo di istruzione dei giudizi descrittivi, sul processo e sul livello globale di sviluppo degli apprendimenti raggiunto dagli alunni, ad integrazione della valutazione in decimi, presuppone che le scuole approfondiscano il lavoro collegiale sulle rubriche valutative e sulle modalità da adottare per descrivere il processo formativo.
La valutazione del comportamento
La valutazione del comportamento nel primo ciclo viene espressa collegialmente dai docenti attraverso un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione, che deve riferirsi a indicatori e descrittori da condividere e comunicare alle famiglie, e coerenti, nella secondaria, con il Patto educativo di corresponsabilità e il Regolamento di disciplina.
Le competenze chiave
Il tema delle competenze chiave, la loro incidenza sul curricolo e la possibilità di costruire percorsi specifici e criteri comuni per valutarle, restano ancora una questione aperta su cui ipotesi progettuali di ricerca-azione potrebbero restituire esiti positivi.
Il peso del percorso scolastico sull’esame di Stato
Dall’anno in corso per il primo ciclo, e dal prossimo per il secondo ciclo, il percorso scolastico acquista un peso preponderante nella valutazione finale a conclusione dei rispettivi esami di Stato, su cui sarebbe opportuno avviare analisi e riflessioni su cosa voglia dire valutare un percorso e non semplicemente il livello di apprendimenti raggiunto.
Il nuovo esame di Stato
Le novità introdotte nell’esame di Stato per entrambi i cicli di istruzione, anche se l’entrata in vigore nel secondo ciclo è rimandata all’a.s. 2018/2019, potrebbero suggerire di focalizzare la proposta progettuale su temi specifici come la modalità organizzativa del colloquio, il ruolo di Cittadinanza e Costituzione, lo specifico della prova unica di lingue straniere nel primo ciclo e la necessità di costruire una rubrica di valutazione comune per entrambe le lingue studiate, la documentazione e la qualità delle attività di alternanza scuola-lavoro realizzate nel secondo ciclo.
La certificazione delle competenze
Con l’adozione dei modelli nazionali di certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione si porta a compimento la sperimentazione avviata nel 2015 con la C.M. n. 3. Specialmente le scuole che hanno partecipato alla sperimentazione potrebbero approfondire l’impatto della certificazione sulle pratiche didattiche, sia in termini di progettazione del curricolo sia di rapporto con la valutazione, anche per gli alunni che necessitino di adattamenti del modello.
Il curriculum dello studente
Dall’a.s. 2018/2019 si adotterà anche per il secondo ciclo di istruzione un particolare modello di certificazione delle competenze, il curriculum della studentessa e dello studente, che non è stato però preceduto da una fase di sperimentazione come nel primo ciclo. Sarebbe opportuno approfondire il rapporto tra discipline, indirizzi e certificazione, per arrivare all’adozione con una maggiore consapevolezza e condivisione.
Il rapporto tra valutazione esterna e valutazione interna
Da quest’anno scolastico la valutazione dei risultati condotta internamente all’istituzione scolastica è autonoma rispetto alla valutazione esterna condotta dall’Invalsi, che però, almeno nell’ultimo anno di ciascuno dei due cicli, trova posto a pieno titolo nel curricolo di alunni e studenti. Sarebbe sicuramente interessante approfondire la nuova funzione delle rilevazioni standardizzate, la loro ricaduta didattica ed il rapporto con le certificazioni.
Una sfida ancora da vincere
A ben vedere, dunque, le questioni ancora da approfondire sono tante, e l’elenco che si è appena suggerito non è certamente esaustivo, poiché la cultura della valutazione nella nostra scuola non è ancora un sapere condiviso. L’esperienza ci ha purtroppo insegnato che è meglio non affezionarsi troppo alle novità, perché la velocità con cui gli interventi normativi si avvicendano nella pratica docimologica ha reso incerte le scelte e gli strumenti che negli anni le scuole hanno provato a costruire. L’opportunità di riflessione sui territori, il lavoro di ricerca-azione coordinato dalle scuole polo, e la possibilità di sperimentare le soluzioni operative più funzionali alla realizzazione di una valutazione che sia davvero formativa, sono sicuramente occasioni di crescita e di costruzione condivisa di un sapere pedagogico e didattico, a patto di avere il tempo per superare le incertezze restituendo coerenza e qualità agli strumenti valutativi.
(Per un maggiore approfondimento su tutti i temi relativi al nuovo quadro normativo in materia di valutazione ed esami, si rimanda alla recente pubblicazione Un’ancora per la valutazione, a cura di G. Cerini e M. Spinosi, ed. Tecnodid)