Un documento di base per la via italiana all’alternanza
La “via italiana all’alternanza”, fatta di scelte coraggiose come l’obbligatorietà, l’estensione a tutti i settori ed indirizzi della secondaria di secondo grado, e la quantificazione del monte ore complessivo nel triennio di riferimento, ha trovato consensi e buone pratiche, ma anche molte scuole e parecchi operatori impreparati o disorientati, studenti poco convinti, professori dubbiosi. In realtà le agitazioni, le contrarietà e le difficoltà, sono sempre pungoli per elaborare nuove idee e nuove proposte, come ad esempio quella del “Manifesto per un’alternanza di qualità”, pubblicato su www.progressi.org/alternanza, che giunge – a pochi giorni dall’entrata in vigore della “Carta dei diritti e dei doveri per l’ASL” – sulla base delle proposte avanzate da più di cento operatori del mondo della scuola, della formazione e dell’università.
Esperienze di costruzione del futuro
L’ASL non è un asettico schema di relazione tra scuole ed aziende, ma un significativo ed irrinunciabile modello di costruzione di competenze di vita, e di saperi indispensabili per affrontare la complessità del mondo che cambia. Diventa perciò fondamentale considerare le esperienze svolte in alternanza non come una sorta di pre-addestramento lavorativo, quanto piuttosto come una costruzione di competenze che attengono alla sfera dei saperi disinteressati, quelli che occorrono, a prescindere dal futuro lavorativo di ciascuno, per costruire modelli di relazione, substrati culturali, scelte personali e sistemi valoriali ed etici di riferimento.
Per tali motivi i sottoscrittori del “Manifesto” condividono l’obbligatorietà con la quale il sistema scolastico italiano ha aumentato, dal 9% al 100%, il numero dei giovani frequentanti il triennio della secondaria superiore impegnati in alternanza; ma sottolineano la necessità che essa sia accompagnata da:
- lo sviluppo di un sistema territoriale stabile di raccordo, come avviene negli altri paesi europei;
- un piano di formazione fondato sul supporto alla progettazione;
- l’avvio di una revisione dell’organizzazione complessiva del lavoro nella scuola.
Inoltre si ritiene indispensabile che nel monte ore triennale siano ricomprese tutte le attività connesse all’alternanza, inclusi la progettazione, il monitoraggio, l’orientamento, l’impresa simulata, il project working ed il lavoro su commissione. In tal modo la capitalizzazione dell’esperienza svolta coinvolgerà i giovani in maniera diretta e totale, scongiurando strutturalmente l’improprio utilizzo del lavoro giovanile, da più parti paventato.
Continuare in questa direzione è irrinunciabile
La metodologia dell’alternanza dev’essere implementata, perfezionata e resa funzionale alle finalità del nostro sistema educativo. La giusta direzione è quella della perseveranza, quella che, nella realizzazione dei percorsi, rileva le criticità e rifiuta di assumerle come alibi, supporta le scuole con fermezza, ne limita errori e ritardi, ne sorregge processi e modelli, e ne stimola miglioramenti e innovazioni. Le aziende non possono sostenere costi ingiustificati per l’alternanza; quando si parla di oneri aziendali si fa riferimento soprattutto alle preziose risorse umane. Infatti per le imprese è già molto oneroso misurarsi con le radicali innovazioni tecnologiche e organizzative che investono oggi il sistema produttivo, e che cambiano sempre più velocemente il lavoro attraverso una crescente incorporazione di conoscenze. Questo patrimonio, in continua evoluzione, indicato con il marchio Industria 4.0, non può essere però ignorato dalla scuola, che ha invece la necessità di appropriarsene per garantire il successo formativo ai suoi discenti.
Chiavi e grimaldelli per aprire tutte le porte verso il futuro: l’alternanza che orienta
Le interpretazioni di tipo ideologico dell’alternanza non riescono a dare risposte convincenti sul piano dell’indispensabile linea di continuità che deve caratterizzare ogni efficace percorso formativo individuale.
Riconoscere le competenze maturate in qualsiasi contesto pone le basi per estendere, in ampiezza e profondità, le esperienze ed i saperi di ciascuno, diventando una garanzia di esito formativo e lavorativo in prospettiva di vita (lifelong).
Nel manifesto si legge, tra l’altro:
I giovani avvertono fortemente l’esigenza di lavorare insieme, di assumersi responsabilità, di interpretare e trasformare le diverse situazioni in cui si troveranno ad operare. In questo sta il valore “orientativo” dell’alternanza, nella possibilità che offre agli studenti di sperimentare le proprie competenze, di delineare il proprio progetto di vita, di misurarsi con le occasioni e i conflitti che esistono negli ambienti di lavoro.
Il valore orientativo dell’alternanza potrà essere il grimaldello con il quale ciascuna studentessa e ciascuno studente potranno spalancare le porte, di non sempre agevole apertura, che consentiranno di entrare nel mondo del lavoro in maniera consapevole, responsabile ed impegnata.
Una formazione per un curricolo di qualità ed un giusto riconoscimento contrattuale
Occorre, tuttavia, sostenere le scuole in una nuova visione del curricolo, che dev’essere ripensato profondamente anche mediante l’implementazione di un modello formativo apposito, riconosciuto in ambito contrattuale, per coloro che assumono funzioni e ruoli indispensabili nell’attuazione dei percorsi di alternanza. In questo senso assume significato la proposta della creazione di una cabina di regia a livello nazionale, che possa agire su specifici ambiti territoriali stimolando modelli di relazione positiva tra scuole ed aziende, tra tutor scolastici e aziendali, senza incidere troppo profondamente con monitoraggi continui che rischiano di diventare ulteriori molestie burocratiche, e distolgono risorse da compiti ben più importanti.
Non si deve tornare indietro!
Il Manifesto per un’alternanza di qualità sta riscuotendo notevole esito, e condivisione pressoché unanime tra coloro i quali hanno a cuore una scuola diversa, radicata in terreni nuovi e ricchi di straordinarie opportunità per i giovani. Scriverlo e pubblicarlo è stato necessario; oggi l’alternanza scuola-lavoro è argomento di un dibattito più ricco ed articolato, che i sottoscrittori, pur sapendo di non essere gli unici attori in campo, sottolineano con profonda convinzione. Quella in corso è una grande battaglia culturale, per il bene dei nostri ragazzi e del Paese di cui sono i protagonisti. Tornare indietro non è la giusta direzione; migliorare la normativa e renderla funzionale ad un modello peculiare e coerente è, sicuramente, la strada da seguire.
Per sottoscrivere: www.progressi.org/alternanza.