Nuovi scenari per le Indicazioni
Il 22 febbraio 2018, nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Ministra Valeria Fedeli ha presentato il documento di lavoro “Indicazioni nazionali e nuovi scenari”, elaborato dal Comitato Scientifico Nazionale per l’accompagnamento delle Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo. Il documento non sostituisce le Indicazioni del 2012, come qualcuno ha frainteso, ma intende indagare i “nuovi scenari” culturali, sociali ed innovativi, alla ricerca degli elementi essenziali, e di valore, che li caratterizzano, affinché il dibattito, la ricerca e il lavoro delle scuole ne siano influenzati ed arricchiti. Nel paragrafo “L’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità”, infatti, accanto alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE (2006) e alla Raccomandazione del 23 aprile 2008, sul Quadro Europeo delle qualifiche, si affaccia il documento dell’ONU: “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.
Cosa è l’Agenda 2030?
Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in occasione del settantesimo anniversario dell’ONU, dopo due anni di consultazioni ha adottato, con risoluzione 70/1, il documento “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, comunemente denominato Agenda 2030. Si tratta di un atto ambizioso, un vero e proprio programma di azione, che stabilisce i nuovi Obiettivi globali per lo Sviluppo Sostenibile. L’Agenda è stata sottoscritta dai 193 paesi membri dell’ONU, fra cui l’Italia, ed è articolata in 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – e 169 traguardi – target. L’avvio ufficiale del programma d’azione è stato il 2016, e interesserà i Paesi dell’ONU per i prossimi 15 anni. I Capi di Stato che hanno sottoscritto la risoluzione dichiarano di aver preso una “decisione storica su una serie completa e lungimirante di Obiettivi e traguardi universali, trasformativi e incentrati sulle persone”, e di essere “(…) determinati a fare i passi audaci e trasformativi che sono urgentemente necessari per portare il mondo sulla strada della sostenibilità e della resilienza. Nell’intraprendere questo viaggio collettivo, promettiamo che nessuno verrà trascurato.”[1] Al fine di monitorare l’avanzamento dell’Agenda 2030, inoltre, la Commissione Statistica dell’Onu ha approvato 240 indicatori statistici, sulla base dei quali verrà verificato il processo di avvicinamento agli Obiettivi di sviluppo sostenibile per ogni singolo Paese.
L’Italia, così come gli altri Paesi, sta mettendo a punto una propria Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che comprende impegni ed obiettivi specifici, correlati ai 17 Goals previsti dall’Agenda.
In questo, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è all’avanguardia, come vedremo a breve.
Quale sviluppo sostenibile per l’Agenda 2030
Per comprendere l’Agenda 2030 è necessario aver chiaro il nuovo paradigma di “sviluppo sostenibile”, ed abbandonare l’idea che questo sia relegato unicamente ad una questione ambientale. Lo sviluppo sostenibile è definito come uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. I 17 Goals riguardano, infatti, tutti gli aspetti della vita umana e del pianeta, sulla base di una visione integrata di 3 dimensioni: la crescita economica, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente. Affinché si possa parlare di reale “sviluppo sostenibile”, è necessario perseguire lo sradicamento della “povertà in tutte le sue forme e dimensioni”, al fine di “liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e (…) curare e salvaguardare il nostro pianeta”. I 17 obiettivi “(…) mirano a realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze[2]”. Si tratta di una nuova strategia d’azione che necessita di un impegno “universale” e “indivisibile” che riguarda tutti e ciascuno, agendo, indissolubilmente e contemporaneamente, su tutti i 17 Goals presenti nell’Agenda.
Si tratta della descrizione di una nuova “cittadinanza globale” perfettamente coerente con quella illustrata nelle Indicazioni 2012, e richiamata nel documento del 22 febbraio 2018.
Il Miur e l’Agenda 2030
Per il raggiungimento degli obiettivi dell’ambito dell’Agenda 2030, l’ONU riconosce un ruolo strategico all’educazione, all’istruzione e alla formazione, in un’ottica di Lifelong Learning.
Due sono le dimensioni in cui la scuola è chiamata a partecipare. La prima è quella relativa al proprio mandato istituzionale, ovvero al raggiungimento dei traguardi descritti nel Goal 4: “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”. La seconda è inerente al ruolo strategico che la scuola svolge nel formare nuove generazioni competenti e responsabili, che contribuiscano ad uno sviluppo sostenibile.
Già a luglio 2017 la Ministra Valeria Fedeli, nella Sala della Comunicazione del Miur, presentava il “Piano per l’Educazione alla sostenibilità” articolato in 20 Azioni suddivise in 4 macro-aree:
- edilizia e ambienti/strutture e personale Miur;
- didattica e formazione docenti;
- università e ricerca;
- informazione e comunicazione.
Dalla formalizzazione del Piano sono state messe in atto numerose azioni, fra cui dedicare uno dei 4 Laboratori formativi, che i docenti sono tenuti a svolgere durante l’anno di formazione e prova, ai temi dell’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale.
Indicazioni nazionali ed educazione sostenibile
È chiaro che il rilancio del tema della cittadinanza consapevole, presente nel documento “Indicazioni e nuovi scenari”, rappresenta un altro importante passo avanti nell’ambito degli impegni presi dalla Ministra al momento della sottoscrizione del Piano per l’educazione alla sostenibilità.
Inserire l’Agenda 2030 nell’orizzonte di riferimento delle Indicazioni non aggiunge in termini di “contenuti”, ma in termini di consapevolezza civica del ruolo istituzionale della scuola e di presa di responsabilità del singolo, docente o studente che sia, nel partecipare, anche solo insegnando o apprendendo, alla realizzazione di una società equa, inclusiva e sostenibile. Le Indicazioni 2012 sono perfettamente coerenti con l’Agenda 2030. La scuola è il luogo dove il diritto all’educazione, all’istruzione e alla formazione, diventa dovere e responsabilità di cittadinanza attiva, dove ogni azione messa in essere, fino alla singola unità di apprendimento, contribuisce alla realizzazione del programma della Risoluzione ONU “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.
L’alleanza per lo sviluppo sostenibile
In Italia, infine, è stata costituita, su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che riunisce attualmente oltre 180 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile. L’Alleanza ha come mission quella di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni, la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030. Sul sito di ASvisS (http://asvis.it/), e su quello del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (https://www.unric.org/it/agenda-2030), è possibile reperire notizie, documentazioni e materiale didattico utile ad approfondire la conoscenza dell’Agenda e conoscere l’avanzamento del programma.
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[1] Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 n. 70/1.
[2] Ibidem.