L’orario di lavoro degli insegnanti in Europa

La ricerca Eurydice

Nel rapporto della rete Eurydice[1] The Teaching Profession in Europe[2], edito nel 2015, sono state analizzate le politiche che regolano la professione docente, i comportamenti, le pratiche e le percezioni dei docenti europei. In particolare il rapporto prende in considerazione i quasi due milioni di insegnanti dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2)[3] impiegati nei 28 Stati membri della U.E., in Islanda, Liechtenstein, Montenegro, ex repubblica jugoslava di Macedonia, Norvegia, Serbia e Turchia. Si basa su dati Eurydice ed Eurostat/UOE e su un’analisi secondaria dei dati TALIS 2013, combinando così dati qualitativi con dati quantitativi.

Nella breve sintesi che segue verranno evidenziati alcuni dati, contenuti nel rapporto, relativi all’orario di lavoro degli insegnanti in Europa.

Gli orari di lavoro tra insegnamento e altri impegni

In tutti i sistemi scolastici è previsto che gli insegnanti debbano svolgere molti altri compiti al di là delle ore di insegnamento, comprese le attività di carattere burocratico-amministrativo, di organizzazione e pianificazione della didattica, di valutazione degli allievi e di relazioni con genitori, studenti e altri stakeholders.

Queste molteplici sfaccettature dell’attività degli insegnanti non sempre sono dettagliate nei contratti di lavoro, ma sono spesso basate su un tacito accordo riguardo ciò che ci si aspetta dai docenti come parte integrante della loro attività, in termini di ore di insegnamento, di ore di disponibilità a scuola e di ore di lavoro fuori dalla scuola.

La Figura 1 mostra come nei sistemi scolastici europei viene regolamentato nei contratti il carico di lavoro settimanale dei docenti.

Figura 1: Definizione ufficiale dell’orario di lavoro degli insegnanti dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2), secondo la relativa normativa centrale

Come si può notare, le ore di insegnamento sono contrattualmente specificate in 35 sistemi educativi su 38. Allo stesso tempo, nella grande maggioranza dei paesi (26 sistemi educativi su 38) viene specificato normativamente anche il carico di lavoro settimanale totale degli insegnanti. In 18 sistemi educativi, poi, è anche disciplinato il tempo obbligatorio di presenza/disponibilità degli insegnanti all’interno dell’edificio scolastico.

Diversi indicatori: insegnamento in classe, presenza a scuola, tempo “esterno”

Nelle figure 2 e 3 vengono presentati dettagliatamente i tre tipi di scenari prefigurati dalle normative dei paesi europei riguardo l’orario dei docenti: nel primo scenario la normativa definisce le sole ore di insegnamento[4]; nel secondo caso sono definite sia le ore di insegnamento, sia le ore di presenza/disponibilità degli insegnanti all’interno della scuola (nelle quali sono incluse le ore di insegnamento); nel terzo scenario sono definite sia le ore di insegnamento, sia quelle di presenza/disponibilità all’interno della scuola (incluse le ore di insegnamento), sia il carico di lavoro settimanale richiesto agli insegnanti, comprensivo delle ore di insegnamento, delle ore di presenza/disponibilità nella scuola e delle ore di lavoro svolto al di fuori dell’edificio scolastico.

Figura 2: Definizione ufficiale del carico di lavoro settimanale (in ore) degli insegnanti a tempo pieno dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2)

Figura 3: Ore di lavoro settimanale degli insegnanti a tempo pieno dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2)

Paese che vai, orario che trovi

Come si può notare nelle precedenti figure, le differenze tra i vari paesi europei possono essere notevoli. Da notare che in Bulgaria, Croazia, Slovenia, Finlandia e Montenegro le ore di disponibilità a scuola e quelle di docenza variano in base alla materia insegnata. In Austria le ore di insegnamento dipendono dal tipo di scuola (HauptschulenNeue Mittelschulen, o Allgemeinbildenden Höheren Schulen). Le ore di insegnamento indicate per la Germania dipendono dal Land e dal tipo di scuola. In Ungheria le ore di insegnamento e di presenza/disponibilità a scuola dipendono dalla lunghezza delle lezioni e dalla posizione ricoperta nell’istituto. In Francia le ore di insegnamento dipendono dalla materia insegnata e dallo status dell’insegnante. In Grecia le ore di insegnamento variano in base agli anni di esperienza. Infine in Spagna, mentre l’ammontare minimo di ore di insegnamento viene regolato a livello centrale, l’ammontare massimo viene deciso da ogni Comunità autonoma.

Non c’è solo l’insegnamento in classe

Come abbiamo già osservato, nella maggior parte dei paesi il numero di ore di insegnamento richiesto ai docenti viene specificato nei contratti di lavoro. Il totale settimanale cambia considerevolmente da paese a paese, variando da un minimo di 14 ore in Croazia, Polonia, Finlandia e Turchia, a un massimo di 28 ore in Germania. Guardando la situazione europea, possiamo tuttavia notare che, in media, le ore di insegnamento rappresentano il 44% dell’orario lavorativo totale di un insegnante, con uno scostamento significativo in Grecia, in cui rappresentano il 77%, nel Regno Unito – Scozia (64%) e in Serbia (60%). Solo in tre sistemi di istruzione – Estonia[5], Svezia e Regno Unito (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord) – non viene specificato contrattualmente il numero di ore di insegnamento, mentre in due paesi (Belgio e Italia) vengono regolamentate solo le ore di insegnamento.

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[1] La rete Eurydice di informazione sull’istruzione in Europa è stata istituita dalla Commissione europea e dagli Stati membri nel 1980, per incrementare la cooperazione nel settore educativo, migliorando la conoscenza dei sistemi e delle politiche. Dal 1995 Eurydice è stata parte integrante di Socrates, il programma di azione comunitaria in materia di istruzione, dal 2007 del programma per l’apprendimento permanente LLP, e dal 2014 è parte di Erasmus+, il Programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Eurydice è costituita da un’Unità centrale, che opera a Bruxelles presso l’EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency), e da Unità nazionali con sede nei paesi partecipanti al programma comunitario Erasmus+.

[2] European Commission/EACEA/Eurydice, 2015, The Teaching Profession in Europe: Practices, Perceptions, and Policies, Eurydice Report, Luxembourg: Publications Office of the European Union (http://eurydice.indire.it/wp-content/uploads/2016/06/teaching_profession_2015.pdf).

[3] L’ISCED (International Standard Classification of Education, classificazione internazionale standard dell’istruzione) è uno standard creato dall’UNESCO come sistema internazionale di classificazione dei corsi di studio e dei relativi titoli.

[4] Per l’Italia, oltre alle ore settimanali di insegnamento, la normativa prevede 40 + 40 ore di attività funzionali all’insegnamento (40 ore complessive da dedicare alle attività di carattere collegiale, come la partecipazione al collegio docenti e sue articolazioni, e altre 40 ore per la partecipazione ai consigli di classe, esclusi quelli per gli scrutini intermedi e finali).

[5] In Estonia, dal settembre 2013, l’approccio basato sulle ore di lavoro è stato abbandonato a favore di un approccio che contempla un monte ore lavorative globali.