Un esame coerente con le Indicazioni/2012
L’ultima delle prove che compongono l’esame di Stato conclusivo del 1° ciclo d’istruzione è il colloquio che l’alunno di “terza media” dovrà affrontare dinanzi alla sottocommissione d’esame composta da tutti gli insegnanti dell’ultimo anno.
Prova che non può essere ricondotta a “un repertorio di domande e risposte su ciascuna disciplina, prive del necessario organico collegamento” o a “una somma di colloqui distinti” per disciplina così come affermava il vecchio DM del 26 agosto 1981 relativo ai “Criteri orientativi per gli esami di licenza media”, ma riguarda piuttosto un “parlare insieme” (dal latino colloquium da colloqui) “finalizzato a valutare il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze descritte nel profilo finale dello studente previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”.
Il colloquio viene pertanto inquadrato, con espresso richiamo nei tre riferimenti normativi (dal d. lgs. 62/2017 al DM 741/2017 alla nota circolare 1865 del 10 ottobre scorso), all’interno dello scenario culturale pedagogico e didattico delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012 e in particolare si richiama il Profilo dello studente al termine del 1° ciclo che descrive, in forma essenziale, le “competenze riferite alle discipline di insegnamento e al pieno esercizio della cittadinanza, che un ragazzo deve mostrare di possedere al termine del primo ciclo di istruzione”.
Il colloquio è ancora pluridisciplinare e interdisciplinare?
Mentre per quanto riguarda le tre prove scritte finali il dettato normativo è abbastanza dettagliato e puntuale (d. lgs. 62/2017 e DM 741/2017, nota circolare 1865/2017 e infine il Documento di orientamento per la redazione della prova d’italiano nell’esame di stato conclusivo del primo ciclo del 16 gennaio 2018 del gruppo di lavoro guidato dal prof. Serianni)[1], per il colloquio non vi sono, ancora, indicazioni di dettaglio in merito ad alcuni aspetti sui quali in questi giorni si stanno interrogando i collegi dei docenti.
Fino allo scorso anno era “consuetudine” far firmare agli alunni di terza media, per ogni disciplina, gli argomenti trattati durante l’ultimo anno e da portare agli esami, in forza della “vecchia” OM 90/2001 che al c. 28 dell’art. 9 (Valutazione finale nelle classi terze della scuola media ed esame di Stato di licenza della scuola media) affermava che “Nella riunione preliminare vengono, altresì, esaminati i programmi effettivamente svolti”, non solo quelli relativi ai candidati interni ma anche quelli “presentati dai candidati privatisti”.
Da diversi anni, inoltre, è invalso l’uso tra gli alunni di preparare le c.d. “tesine” da discutere in sede di colloquio finale, ma non contemplate da alcun riferimento normativo: nella sostanza si trattava di un percorso tematico preparato dal candidato (in molti casi preconfezionato), spesso privo di collegamenti con la “progettazione disciplinare” o con la “progettazione curricolare della classe” presentate nei rispettivi consigli di classe all’inizio dell’anno scolastico.
Sempre sino allo scorso anno scolastico si faceva riferimento, in sede d’esame, a un colloquio pludisciplinare che aveva il suo riferimento normativo nella CM a carattere permanente n. 48/2012 dove si affermava che “Il colloquio pluridisciplinare, condotto collegialmente alla presenza dell’intera sottocommissione esaminatrice, verte sulle discipline di insegnamento dell’ultimo anno (escluso l’insegnamento della religione cattolica), consentendo a tutte le discipline di avere giusta considerazione”.
Alcuni elementi innovativi
La novità, almeno dal punto di vista testuale (ma non proprio semantico), è la “capacità di collegamento organico e riflessivo tra le varie discipline di studio”, laddove nella previgente normativa si parlava, invece, di colloquio “pluridisciplinare” e “interdisciplinare”, aggettivi scomparsi dai decreti attuativi relativi al nuovo esame di Stato.
La novità più rilevante però, introdotta dalla riforma, riguarda i livelli di padronanza delle competenze connesse alle attività di Cittadinanza e Costituzione che il candidato in sede di colloquio dovrà dimostrare di aver acquisito. Si tratta di una competenza le cui attività, dopo l’eliminazione di “Educazione civica” (istituita dall’allora ministro dell’istruzione Aldo Moro), non fanno più capo ad una disciplina specifica ed autonoma con un orario settimanale ben definito e per questo spesso marginalizzata nel triennio della scuola secondaria di 1° grado[2].
La capacità di argomentazione e di risoluzione di problemi
Un punto fermo rimane, nel nuovo articolato normativo, la conduzione collegiale del colloquio da parte della sottocommissione che dovrà porre “particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo”.
La capacità di argomentazione, in sede di colloquio orale, richiama una delle tre tipologie di tracce previste per la nuova prova scritta di Italiano, ovvero il “testo argomentativo”, il cui fine comune alle due prove è l’esposizione di riflessioni personali e il sostegno delle idee presentate.
Non di una mera ripetizione degli argomenti studiati quindi si tratta, ma di saper argomentare ed essere in grado di fare inferenze attraverso il ragionamento. Insomma, parafrasando Sciascia potremmo dire che “il colloquio non è l’interrogazione, ma è il ragionare”.
La capacità di risoluzione di problemi richiama, invece, la metodologia didattica del problem solving, ossia l’abilità, da parte dell’alunno, di risolvere problemi nuovi, piuttosto che la capacità di applicare metodi conosciuti a situazioni problematiche già codificate.
Insomma, la commissione d’esame dovrà accertare, secondo la nota definizione di Wiggins, “non solo ciò che l’alunno sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa”, valutando così la sua capacità di generalizzare, di trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita nel corso del triennio in altri contesti problematici (transfer delle competenze).
Dimostrare pensiero critico e riflessivo
Strettamente connessa al problem solving è la capacità di pensiero critico e riflessivo che l’alunno dovrà dimostrare in sede di colloquio d’esame.
L’aggettivo “critico” accostato al sostantivo “pensiero”[3] sta ad indicare un pensiero profondo, razionale e attivo, che valuta e decide, un pensiero riflessivo, quindi, che si genera da un dubbio, da una incertezza e dalla capacità di individuare e concettualizzare un problema attraverso la riflessione su una situazione sfidante (Problem posing e pensiero critico per affrancarsi dagli oppressori, in La pedagogia degli oppressi di Paulo Freire).
Si tratta, fra l’altro, di una delle “16 skills del ventunesimo secolo” da sviluppare a scuola individuate dallo studio del Forum economico mondiale (World Economic Forum) pubblicato nel 2015 che definisce il pensiero critico come “la capacità di identificare, analizzare e valutare situazioni, idee e informazioni per formulare risposte ai problemi” (la 7ª skill: thinking/problem-solving) [4].
Del resto, come aveva affermato qualche decennio fa Don Giussani nel suo Rischio educativo (1977) “La vera educazione deve essere un’educazione alla critica”, in quanto senza critica “il giovane è foglia frale” [fragile], vittima del vento dominante, della sua mutevolezza, di un’opinione pubblica generale creata dal potere reale”.
I dubbi e i nodi irrisolti del colloquio dell’esame
Alla luce di quanto “argomentato” sopra rimangono ancora alcune problematicità concrete da affrontare prima della prova, che si terrà a giugno prossimo, e che possono essere così sintetizzate:
- Se il colloquio verte ancora sulle discipline di insegnamento dell’ultimo anno (così come è stato fino allo scorso anno alla luce della CM a carattere permanente n. 48/2012) o anche sulle discipline e sugli argomenti dell’intero triennio (la nuova normativa in tal senso non dice nulla).
- Se il colloquio ha inizio con un argomento scelto dal candidato (come per l’esame di Stato del 2° ciclo, OM n. 350/2018) per poi passare ad altri argomenti trattati durante l’ultimo anno o se verte “esclusivamente” sugli argomenti del percorso tematico prescelto dall’alunno.
- Se gli “argomenti effettivamente svolti” durante l’ultimo anno (il vecchio “programma”) vanno ancora consegnati alla commissione d’esame in sede di riunione preliminare e pertanto sono vincolanti per il colloquio finale, com’era previsto dall’OM n. 90/2001.
- Se il colloquio finale si può intendere anche “come momento di approfondimento di aspetti culturali, non necessariamente pertinenti ciascuna disciplina” come previsto dal “vecchio” DM 26 agosto 1981 (Criteri orientativi per gli esami di licenza media).
- Se gli alunni si possono discostare in sede di colloquio finale dagli argomenti trattati durante l’ultimo o gli ultimi anni scegliendo e portando, eventualmente, altri argomenti, autori o opere non svolti in alcuna delle discipline d’esame.
Come orientare il colloquio? Criteri nazionali o “di scuola”?
Ci chiediamo, in conclusione: un “Documento di orientamento per lo svolgimento del colloquio” (così come elaborato dal gruppo di lavoro ministeriale guidato dal prof. Serianni per lo scritto di Italiano) o un chiarimento ministeriale (come la recente nota n. 7885 del 09 maggio 2018 concernente la “Prova scritta relativa alle competenze di lingua straniera)[5] potrebbe rappresentare una bussola significativa sia per i collegi dei docenti sia per le commissioni e le sotto-commissioni d’esame?
O è preferibile demandare il tutto all’autonomia delle istituzioni scolastiche con le conseguenti diverse modalità di conduzione del colloquio finale?
Ricognizione normativa colloquio esame conclusivo 1° ciclo
§ D. Lgs. 62/2017: Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107.
Art. 8: Svolgimento ed esito dell’esame di Stato [PRIMO CICLO]
5. Il colloquio è finalizzato a valutare le conoscenze descritte nel PROFILO FINALE dello studente secondo le INDICAZIONI NAZIONALI, con particolare attenzione alla CAPACITÀ di ARGOMENTAZIONE, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, nonché il livello di padronanza delle COMPETENZE di CITTADINANZA, delle competenze nelle lingue straniere. Per i percorsi ad INDIRIZZO MUSICALE, nell’ambito del colloquio è previsto anche lo svolgimento di una PROVA PRATICA di STRUMENTO.
§ DM 741/2017: Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di Istruzione
Art. 10 – Colloquio
1. Il colloquio è finalizzato a valutare il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze descritte nel PROFILO FINALE dello studente previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
2. Il colloquio viene condotto collegialmente dalla sottocommissione, ponendo particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento organico e significativo tra le varie discipline di studio.
3. Il colloquio tiene conto anche dei livelli di padronanza delle competenze connesse all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione.
4. Per i percorsi ad indirizzo musicale è previsto anche lo svolgimento di una prova pratica di strumento.
§ Nota circolare MIUR n. 1865 del 10 ottobre 2017: Indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed esame di Stato nelle scuole del primo ciclo d’istruzione [ai sensi del DM n. 741 del 3 ottobre 2017, in corso di registrazione]
4.Le prove d’esame
Attraverso il colloquio la commissione valuta il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità descritte nel profilo finale dello studente previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo.
Il colloquio è condotto collegialmente da parte della sottocommissione e si sviluppa in modo da porre attenzione soprattutto alla capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento organico tra le varie discipline di studio.
Il colloquio tiene conto anche dei livelli di padronanza delle competenze connesse alle attività svolte nell’ambito dei Cittadinanza e Costituzione.
Per gli alunni iscritti a percorsi ad indirizzo musicale è previsto anche lo svolgimento di una prova pratica di strumento.
§ CM n. 48/2012: Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Istruzioni a carattere permanente
Colloquio pluridisciplinare
Il colloquio pluridisciplinare, condotto collegialmente alla presenza dell’intera sottocommissione esaminatrice, verte sulle discipline di insegnamento dell’ultimo anno (escluso l’insegnamento della religione cattolica), consentendo a tutte le discipline di avere giusta considerazione.
Il colloquio è finalizzato a valutare non solo le conoscenze e le competenze acquisite, ma anche il livello di padronanza di competenze trasversali (capacità di esposizione e argomentazione, di risoluzione dei problemi, di pensiero riflessivo e critico, di valutazione personale, ecc.). Al colloquio interdisciplinare è attribuito un voto espresso in decimi.
Gli studenti che hanno frequentato le classi ad indirizzo musicale sono chiamati a dimostrare anche la competenza musicale raggiunta al termine del triennio, sia sul versante della pratica esecutiva, individuale e/o d’insieme, sia su quello della conoscenza teorica.
§ O.M. n. 90/2001: Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami nelle scuole statali e non statali di istruzione elementare, media e secondaria superiore – Anno scolastico 2000-2001
Art. 9: Valutazione finale nelle classi terze della scuola media ed esame di Stato di licenza della scuola media
28. Nella riunione preliminare vengono, altresì, esaminati i PROGRAMMI EFFETTIVAMENTE SVOLTI, … Vengono, infine, esaminati i programmi presentati dai candidati privatisti e le domande di partecipazione agli esami con la relativa documentazione.
§ D. lgs. 297/1994, n. 297: Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado
Art. 185 – Esame di licenza e commissione esaminatrice [licenzia media]
1. Sono materie di esame: italiano; storia ed educazione civica; geografia; scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali; lingua straniera; educazione artistica; educazione tecnica; educazione musicale; educazione fisica.
2. L’esame di licenza consiste nelle prove scritte di italiano, matematica e lingua straniera e in un colloquio pluridisciplinare su tutte le materie indicate al comma 1.
§ D.M. 26 agosto 1981: Criteri orientativi per gli esami di licenza media
COLLOQUIO PLURIDISCIPLINARE
La commissione imposterà il colloquio in modo da consentire una valutazione comprensiva del livello raggiunto dall’allievo nelle varie discipline, evitando peraltro che esso si risolva in un repertorio di domande e risposte su ciascuna disciplina, prive del necessario organico collegamento, così come impedirà che esso scada ad inconsistente esercizio verboso, da cui esulino i contenuti culturali cui è tenuta ad informarsi l’azione della scuola. Pertanto il colloquio non deve consistere in una somma di colloquio distinti …
Modalità del colloquio
La sottocommissione programmerà – tenendo conto dei successivi criteri – in piena coerenza con le linee della programmazione educativa e didattica attuata nel corso del triennio, anche l’impostazione essenziale dei colloqui come momento di approfondimento di aspetti culturali, non necessariamente pertinenti ciascuna disciplina.
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[1] Per un approfondimento sul “tema” cfr.:
- “La prova di italiano negli esami di Stato del primo ciclo” di Emanuele Contu in Scuola7, n. 89 del 14 maggio 2018, https://www.scuola7.it/2018/89/
- “Abbasso il tema, evviva il riassunto?” di Simonetta Fasoli, in Scuola7, n. 59 del 25 settembre 2017, https://www.scuola7.it/2017/59/
- Predisposizione prova Italiano nell’esame primo ciclo d’istruzione, Notizie della scuola, periodico quindicinale per le scuole primarie e secondarie, n. 11, 30 gennaio 2018.
- Valutazione e certificazione esame primo ciclo d’istruzione, Notizie della scuola, periodico quindicinale per le scuole primarie e secondarie, n. 6, 16-30 novembre 2017.
- Moretti M. A., Un esame ben fatto: indicazioni operative, in Un’ancora per la valutazione a cura di Cerini G. e Spinosi M., Tecnodid editrice, Napoli, 2017.
[2] Sull’argomento e sulle iniziative legislative in campo si suggerisce il recente contributo di Luciano Corradini, in Scuola 7, n. 89 del 14 maggio 2018. https://www.scuola7.it/2018/89/
[3] Due dei maggiori esperti di Critical Thinking, Michael Scriven & Richard Paul nel 1987 hanno dato la seguente definizione: Il pensiero critico è il processo intellettualmente disciplinato di concettualizzare, applicare, analizzare, sintetizzare e/o valutare attivamente e abilmente le informazioni raccolte da, o generate da, osservazione, esperienza, riflessione, ragionamento o comunicazione, come guida alla credenza e all’ azione. Nella sua forma esemplare, si basa su valori intellettuali universali che trascendono le divisioni disciplinari: chiarezza, accuratezza, precisione, precisione, coerenza, pertinenza, evidenza solida, buone ragioni, profondità, ampiezza ed equità.
Defining Critical Thinking in The foundation critical thinking: http://www.criticalthinking.org/pages/defining-critical-thinking/766
[4] Il report “New Vision for Education. Unlocking the Potential of Technology” (Nuova visione per l’istruzione. Sbloccare il potenziale della tecnologia), relativo alle 21st-Century Skills è consultabile sul sito del Forum economico mondiale: http://www3.weforum.org/docs/WEFUSA_NewVisionforEducation_Report2015.pdf