Un’agenda per la scuola
L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni di Italia) ha inviato a fine giugno al nuovo Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, un promemoria nel quale si riepilogano le questioni più rilevanti ed urgenti, dal punto di vista dei comuni, su alcune questioni relative al mondo della scuola. Si riporta di seguito una sintesi dei punti essenziali contenuti nella nota.
Edilizia scolastica: più risorse e più coordinamento
Negli ultimi anni in materia di edilizia scolastica si è configurato un quadro normativo spesso complesso ed articolato, caratterizzato da norme non sempre di facile applicazione. Con gli ultimi governi sono state stanziate risorse che, grazie anche agli investimenti diretti di comuni e città metropolitane, hanno consentito di avviare un’importante programmazione di messa in sicurezza e riqualificazione dell’intero patrimonio scolastico. L’ANCI segnala la necessità di prevedere:
- l’individuazione di ulteriori risorse finanziarie per sostenere un programma pluriennale finalizzato alla progressiva messa a norma degli edifici scolastici, in particolare per l’adeguamento sismico e antincendio, sulla base di criteri di priorità (situazioni di maggior rischio ed edifici più problematici);
- il coinvolgimento permanente dei comuni, qualunque sia la fonte del finanziamento;
- la semplificazione di procedure che consentano la realizzazione in tempi brevi delle opere di adeguamento, evitando rallentamenti burocratici e riducendo al minimo il numero dei provvedimenti concertati e i tempi di transito tra una fase e l’altra delle procedure che, dalla definizione dei piani di riparto, debbono concretizzarsi con l’apertura dei cantieri sul territorio;
- la pubblicazione dei dati aggiornati sull’edilizia scolastica (legge n. 23/1996) sulla piattaforma informatica del Miur. L’impossibilità di accedere a tali dati rende difficile sia la conoscenza generale dei fabbisogni economici, sia la valutazione complessiva della situazione degli edifici scolastici presenti su tutto il territorio. Si tratta di un passaggio essenziale per le programmazioni legate all’edilizia, che consentirà di individuare le priorità e di intraprendere azioni mirate, con una migliore gestione delle risorse.
Attuazione del sistema integrato 0-6: decisioni urgenti
È stato avviato il piano nazionale pluriennale per la promozione del sistema integrato di educazione e istruzione per le bambine e i bambini dalla nascita fino ai sei anni, accompagnato dalle risorse e dagli interventi necessari (D.lgs. 65/2017). Il piano prevede la definizione per un triennio della destinazione delle risorse disponibili per consolidare, ampliare e qualificare il sistema integrato (potenziamento dei servizi alle famiglie, abbassamento dei costi sostenuti dai genitori): 209 milioni di euro per il 2017 (già stanziati); 224 milioni di euro per il 2018; 239 milioni di euro a regime per il 2019.
L’obiettivo di ridurre i divari territoriali, tenendo conto delle situazioni maggiormente svantaggiate nei comuni, ed arrivare alla stabilizzazione finanziaria comporterebbe, secondo le stime dell’Anci, la destinazione anche graduale di circa 1.500 milioni di euro a questo scopo.
L’Anci segnala poi la necessità urgente di:
- dare attuazione al D.lgs. 65/2017 in tutte le sue parti (risorse di organico potenziato nelle scuole d’infanzia statali, attivazione della Cabina di regia e della Commissione Tecnica, definizione regolamentare dei punti in sospeso sui titoli di studio, attivazione dei nuclei organizzativi dedicati presso tutti gli USR, e dei Tavoli inter-istituzionali di cui alla nota 404/2018 del Miur, ecc.);
- dare attuazione alla concertazione prevista dallo schema di decreto interministeriale per la definizione degli organici 2018-2020, a livello regionale, in ordine allo sviluppo del sistema di offerta di servizio di scuola dell’infanzia, tanto più in presenza di un fenomeno di calo della domanda potenziale conseguente al calo demografico, con conseguenti valutazioni relative alla gestione dei posti cattedra;
- procedere a una verifica delle modalità di erogazione dei contributi per la parità da parte degli Usr, con particolare riferimento alle scuole d’infanzia, e della pubblicazione degli importi unitari erogati di fatto per scuola, per sezione e per bambino con handicap iscritto a livello locale.
Decreto vaccini: coinvolgere le famiglie
Per l’anno scolastico 2018/2019, relativamente ai servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse le private non paritarie, i minori non in regola con gli adempimenti vaccinali, i cui genitori non presentano documentazione idonea a dimostrare la regolarità della loro posizione, non potranno accedere al servizio, e potranno essere ammessi solo a decorrere dalla data di presentazione della documentazione medesima. La criticità si potrebbe riscontrare nel raggiungimento della posizione utile per effetto dello scorrimento nelle liste di attesa. In vista dell’avvio del nuovo anno scolastico si ravvisa l’opportunità di un approccio più flessibile, per agevolare le famiglie nel rispetto degli obblighi vaccinali. Si ritiene comunque importante rafforzare la campagna informativa istituzionale già avviata lo scorso anno dal Ministero della Salute, per favorire ancora di più la conoscenza e la cultura delle vaccinazioni, e promuoverne un’adeguata adesione volontaria e consapevole.
Dotazioni organiche del personale ausiliario: serve l’operatore dei servizi educativi
La consistenza complessiva delle dotazioni organiche ATA a livello nazionale è di 203.534 posti, tetto imposto dalla legge di stabilità 2015, con i tagli oramai a regime di 2020 posti nei profili di assistente amministrativo e collaboratore scolastico, finalizzati a conseguire un risparmio di spesa.
L’ANCI evidenzia la necessità di ridefinire i criteri di calcolo degli organici dei collaboratori scolastici negli Istituti comprensivi, con particolare riferimento alle scuole d’infanzia e primarie, per garantire un adeguato livello di funzionamento, l’assistenza agli alunni disabili, la sorveglianza e la sicurezza degli ambienti e il controllo delle forniture esterne (refezione scolastica e appalto pulizie).
Ad oggi si riscontra una mancanza di personale adeguato allo scopo, e i comuni sono costretti a intervenire con un’erogazione importante di risorse nel campo dell’integrazione degli alunni con handicap, non solo in conseguenza degli obblighi istituzionali previsti dalla legge 104/1992 e dalle leggi regionali per il diritto allo studio, ma ben oltre. In conseguenza delle mansioni di cui sopra (di fatto necessarie ma non codificate adeguatamente nei contratti di lavoro e nelle dotazioni organiche) si segnala l’opportunità di una valutazione dell’ipotesi di istituire una qualifica specifica (OSE: operatori dei servizi educativi), come si è già fatto per gli operatori sociosanitari (OSS).
Diritto allo studio e dintorni (libri di testo ancora gratuiti alle elementari?)
Il diritto allo studio risente dei mutamenti socio-economici in atto in questi ultimi anni, determinati da minori trasferimenti di risorse agli enti locali e da un conseguente aumento di povertà nei territori. Da un lato si impone la necessità di razionalizzare le risorse a disposizione per garantire a tutti un’equa distribuzione dei benefici, dall’altro quella di garantire in modo trasparente e certo su scala nazionale i principi di pari opportunità di accesso al sistema scolastico alle famiglie e agli alunni, nonché di imparzialità nell’erogazione di benefici e contributi.
Le mutate condizioni sociali impongono una rivisitazione dei criteri di gratuità per la fornitura dei libri di testo agli alunni della scuola primaria, e al tempo stesso un incremento delle risorse per la fornitura gratuita e semigratuita dei libri per gli alunni meno abbienti delle scuole dell’obbligo.
Il segnale di attenzione riscontrato negli ultimi anni sul welfare dello studente dev’essere supportato con investimenti importanti, per consentire interventi che facilitino ai meno abbienti, in costante crescita, l’adempimento dell’obbligo scolastico e la prosecuzione degli studi oltre l’obbligo, fino al completamento della scuola secondaria.
Sarebbe opportuno convocare un tavolo con tutti i soggetti coinvolti per individuare le possibili soluzioni, al fine di prevedere che tali risorse siano escluse dalle clausole di salvaguardia.
Altri punti riguardano la statizzazione degli istituti superiori di studi musicali, la Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani) per le scuole statali, il contributo mensa per gli insegnanti statali.