Al termine del periodo di prova
Nelle ultime due annualità dell’anno di formazione e prova (2016/2017 e 2017/2018), gli ultimi clic dell’interazione online invitavano tutti i docenti, al termine della formazione, a fermarsi a riflettere sui loro bisogni formativi per il futuro.
Questo passaggio è intermediato da una sorta di questionario, chiamato appunto “Bisogni Formativi Futuri”, che non aveva tanto l’obiettivo di chiudere il portfolio formativo (a questa funzione è infatti destinato il Bilancio Finale delle Competenze), quanto piuttosto di invitare a continuare: guardare l’orizzonte dalla vetta quasi raggiunta. Dopo l’estate, una volta confermati in servizio, quali traiettorie formative desiderano intraprendere i docenti, alla luce del percorso svolto?
I bisogni formativi futuri e le priorità
I Bisogni Formativi Futuri vengono espressi nei termini delle 9 priorità introdotte dal Piano per la formazione dei docenti 2016-2019, pubblicato il 3 ottobre del 2016, che fornisce le linee guida per l’ideazione di azioni formative a favore dei docenti in servizio, e colloca tale formazione all’interno della cornice culturale dell’apprendimento permanente dei docenti come fattore chiave per fare fronte alle trasformazioni in corso nella società e nel sistema scolastico.
Le 9 priorità indicate dal Piano sono espresse a valle dell’analisi dei bisogni del nostro Paese, che rappresentano le dimensioni su cui investire per sostenere lo sviluppo del sistema educativo nel triennio 2016-2019 (PNF 2016-2019 capitolo 4). Tali priorità nazionali costituiscono un riferimento per tutto il personale della scuola, da contestualizzare nelle scuole del territorio attraverso gli indirizzi forniti al Collegio dei docenti per la realizzazione, l’elaborazione e la verifica del Piano di formazione integrato nel Piano triennale dell’Offerta Formativa.
Figura 1: Le 9 priorità del Piano Nazionale Formazione dei Docenti 2016/2019
Nel questionario relativo ai Bisogni Formativi Futuri ciascuna delle 9 priorità è ulteriormente articolata in sotto-aree, e ai docenti viene chiesto di indicare, alla luce dell’esperienza dell’anno di prova, quali sotto-aree ritiene possano ulteriormente rafforzare la propria professionalità. All’interno di ciascuna delle 9 priorità è possibile esprimere preferenze multiple per le varie sotto-aree disponibili.
Competenze digitali e ambienti di apprendimento
Se prendiamo ad esempio l’ambito 6, Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento, la sotto-articolazione propone:
- Missione e visione del PNSD
- Cultura digitale e cultura dell’innovazione
- Ambienti per la didattica digitale integrata e per la collaborazione
- Scenari e processi didattici per l’integrazione degli ambienti digitali per la didattica e l’uso di dispositivi individuali a scuola (Bring Your Own Device – BYOD)
- Valorizzazione delle pratiche innovative
- Sperimentazione e diffusione di metodologie e processi di didattica attiva e collaborativa
- Documentazione dell’attività didattica
- Risorse educative aperte (Open Educational Resources – OER)
- Archivi digitali online e affidabilità delle fonti
- Tecniche di costruzione di contenuti digitali per la didattica
- ICT per l’inclusione
- Educazione ai media
- Collaborazione e comunicazione in rete
- Cittadinanza digitale
- Ricerca, selezione, organizzazione di informazioni
- (Open e big) data literacy
- Pensiero computazionale
- Creatività digitale (making) e robotica educativa
- Information literacy
- Integrazione PNSD-PTOF
- Coinvolgimento della comunità scolastica e territoriale
- Copyright e licenze aperte
- Open source e condivisione del sapere
- Documentazione digitale e biblioteche scolastiche
- Social media policy e uso professionale dei social media
Così come articolato nei “Contenuti Chiave” del paragrafo 4.3 del Piano Nazionale di Formazione 2016-2019.
Cosa si aspettano i docenti?
Mentre offre un momento di riflessione, l’analisi dei risultati aggregati relativi alla compilazione del questionario sui Bisogni Formativi Futuri costituisce un importante strumento di presa di coscienza in supporto alla pianificazione dell’offerta formativa dei docenti, e un elemento di potenziale riscontro della coerenza tra offerta formativa attuale e bisogni espressi da circa 60.000 docenti (28.000 circa nel 2016/2017 e 33.000 circa nel 2017/2018) confermati in servizio o di imminente conferma in servizio.
Una prima e incompleta lettura di alcuni dati, estratti in via preliminare al 6 giugno 2018 sui questionari completati da 12.342 docenti, è stata restituita nella rubrica “Approfondimenti” sul sito Indire dedicato alla formazione dei neo-assunti: http://neoassunti.indire.it/approfondimenti/blog/03/bisogni-formativi-futuri dell’ambiente Neoassunti 2017/2018.
Una forte domanda per le tematiche “esistenziali”
In quella vista sui dati si è rilevato quali tra i nove ambiti presentassero il maggior numero di sotto-aree selezionate, andando ad evidenziare il primato dei tre ambiti:
- Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale
- Competenze digitali e nuovi ambienti di apprendimento
- Inclusione e disabilità
e mettendo in evidenza le sotto-aree maggiormente scelte dai docenti per la prosecuzione della formazione. Colpiva da tale lettura – pur preliminare e priva di rappresentazione rispetto al profilo del docente (per ordine scolastico e/o area geografica, che saranno oggetto di ulteriore approfondimento) – la tendenza in ribasso rispetto ai temi delle competenze e delle didattiche connesse (forse vissuti come routine, ci si potrebbe domandare), e la grande richiesta di quegli aspetti che si potrebbero dire esistenziali (cittadinanza, ambiente, relazioni, valori), forse in relazione ai contesti relazionali più complessi nel rapporto allievi, insegnanti, genitori.
Le buone relazioni e la “vita” della classe
Se andiamo a guardare invece tutte le 119 sotto-aree proposte ai docenti (senza distinzione di suddivisione rispetto ai 9 ambiti), e consideriamo solo le sotto-aree che hanno avuto una scelta prossima o superiore a quella del 50% dei rispondenti, verifichiamo una situazione in cui, oltre ai 3 già citati, entrano nel primato anche altri 5 su 9 ambiti (con esclusione dell’ambito relativo alle “Lingue straniere”).
Nella raffigurazione che segue, il codice colore rappresenta l’ambito, e le sotto-aree sono rappresentate in ordine decrescente: dall’ambito più scelto a quello meno scelto tra gli ambiti “top” (intorno a 50% o più).
Si conferma quindi l’intuizione relativa ad una manifestazione di bisogni relativi alle aree esistenziali (Educazione al rispetto dell’altro, 80%; riconoscimento dei valori della diversità come risorsa e non come fonte di disuguaglianza, 66%; Gestione della Classe, 59% e 49% nelle due rappresentazioni che offriva in relazione agli ambiti rispettivamente “Autonomia didattica e organizzativa” e “Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile”; e ancora Stili di vita ed educazione ambientale, 51% e Lotta alle discriminazioni 49%).
Metodologie attive e inclusione
Si manifestano altresì importanti e molto sentiti i temi legati alla Valutazione didattica (77%) e Compiti di realtà (55%), al Lavoro di gruppo, team teaching e tutoraggio (61%), alle metodologie attive (learning by doing, 58%; project based learning, cooperative learning, ecc, 57%; didattiche collaborative, 50%) e alle competenze chiave (imparare ad imparare, 56%).
Infine rimane fortemente espresso il bisogno di formazione a sostegno dell’inclusione: Tecnologie digitali per l’inclusione (58%) e ICT per l’inclusione (50%), rispettivamente nelle due aree “Inclusione e disabilità” e “Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento” nelle quali tale sotto-area figurava. E ancora Classi inclusive (50%) e Progettazione individualizzata (59%).
Piste di lavoro da sviluppare
Nel rappresentare dunque una lettura preliminare e molto superficiale, che non tiene per ora conto dei profili dei docenti né delle correlazioni nelle espressioni delle scelte sui bisogni formativi, ci troviamo di fronte a scelte che evidenziano bisogni di formazione in ambiti strutturali che parlano di persona (rispetto, uguaglianza/diversità, inclusione, non discriminazione), di ambiente e clima (relazioni, stili di vita e pianeta) e metodi didattici e di valutazione.
Ulteriori e più raffinate elaborazioni, in relazione ai profili dei docenti e rispetto alle viste regionali, saranno oggetto di ulteriore approfondimento all’interno del monitoraggio di progetto.