Fatto il regolamento di contabilità, occorre fare una buona formazione
Il Regolamento di contabilità (D.I. n. 129 del 28 agosto 2018) verrà accompagnato dalla seconda edizione di IoConto, un progetto formativo nazionale molto ambizioso, che coinvolge oltre 300 formatori per una potenziale platea di circa 12.000 tra Dirigenti scolastici e Direttori dei servizi generali e amministrativi, inseriti nella categoria dei discenti. Non tutti si iscriveranno ai corsi, molti Dirigenti e Dsga sono reggenti, e dunque la situazione nel complesso vedrà corsi aperti a non più di 40 partecipanti per corso. Il Miur ha già organizzato due corsi di formazione per i formatori: il 7 e 8 marzo 2018 il primo e il 15 e 16 marzo 2018 il secondo, sempre a Roma. I formatori sono sia Dirigenti sia Direttori, e questo al fine di dare uno spettro ampio e condiviso alle questioni legate al nuovo Regolamento. La formazione si è tenuta a marzo perché era opinione ministeriale che in tempi brevi il Regolamento sarebbe stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Invece i tempi sono slittati e il Regolamento è stato pubblicato il 17 novembre 2018, giusto in tempo per interagire con la redazione del Programma annuale 2019, che però ha visto preventivamente slittare i termini di approvazione.
Un regolamento con alcune anomalie
Il nuovo Regolamento non innova in molti punti il vecchio (D.I. n° 44 del 1° febbraio 2001), ma introduce alcune modifiche, sia nella tempistica, sia nelle procedure, che meritano un’attenta analisi prima dell’applicazione. Il nuovo Regolamento contiene anche un’evidente anomalia: l’art. 59 infatti si occupa di sicurezza in maniera non proprio attesa o logica, entrando attraverso la contabilità in una dinamica di altro tipo. Ci troviamo di fronte ad un impianto regolamentare che si occupa poco o niente delle anomalie presenti nella contabilità scolastica, e che mantiene inalterato il rapporto asimmetrico tra anno solare e anno scolastico. Questa e altre anomalie non paiono sconvolgere così tanto il legislatore come forse dovrebbero. Così come il Regolamento non entra nel rapporto tra le scuole autonome e i revisori dei conti, che sempre più palesemente si riferiscono a idealità diverse, una di tipo procedurale e tradizionalista (revisori dei conti), l’altra di tipo innovativo soprattutto sul fronte progettuale (scuole autonome).
Le novità e le difficoltà interpretative
Il lato molto interessante, che necessita una forte formazione, è che questo Regolamento interseca altri due strumenti normativi che nel 2001 non esistevano: il Codice dei contratti (d.lgs n. 50 del 18 aprile 2016, poi modificato più volte ed operativo con le modalità attuali da inizio 2018) e le Linee guida n. 4 dell’ANAC, emanate il 1° marzo 2018, cioè nei giorni immediatamente precedenti alla formazione nazionale di IoConto. I tre documenti hanno linee comuni evidenti, ma anche elementi di forte discontinuità e scarsa armonizzazione, mentre le responsabilità dei Dirigenti scolastici sono univoche, in quanto titolari di compiti non sempre agevoli da espletare sul lato della tempistica, oltre che su quello della contabilità e della negoziazione. Anche perché nella contabilità esiste una gestione della cassa che non coincide con la gestione della competenza, e si riaccende una questione non formale su una responsabilità dell’atto da parte del Dirigente scolastico, solo mitigata dalla responsabilità istruttoria del Direttore.
IoConto: “contare” insieme, DS e DSGA
La formazione comune e su temi comuni dovrebbe appianare le differenze e le divergenze, anche se la sistematicità delle due professioni non è uniformabile e unificabile. Il rapporto tra Dirigente scolastico e Direttore dei servizi generali e amministrativi non può avere solo carattere gerarchico, ma deve trovare elementi di condivisione e mediazione non sempre semplici dentro il complesso sistema normativo. Qui però non siamo dentro l’organizzazione del lavoro, ma dentro l’organizzazione dei conti, che è una cosa diversa e per certi versi più complessa. La fase dunque che si apre con il Programma nazionale di formazione IoConto è decisiva, anche se ognuno la vivrà a modo suo, com’è tipico in questo momento nel mondo scolastico.
La formazione per ricostruire un rapporto di fiducia tra scuole e Miur
Non appena emanato il D.I. 129/2018 sono partite le offerte private di formazione sull’argomento, bene accette dal mondo della scuola, che ritiene la formazione cattedratica più importante della verifica delle competenze in forma almeno seminariale. Io ritengo che la procedura corretta che dovrebbero seguire Dirigenti e Direttori sarebbe quella di partecipare in prima istanza al Programma di Formazione IoConto, in quanto programma di emanazione ministeriale, per poi eventualmente integrare questa formazione con apporti di soggetti privati. Questo passaggio mi sembra fondamentale, perché permette di verificare anche il rapporto reale di fiducia esistente tra le autonomie scolastiche funzionali e il soggetto di riferimento, che dovrebbe essere il Miur.
Le diverse responsabilità di direttori e dirigenti
L’impianto formativo di IoConto è completo, ma sarebbe interessante un confronto tra le modalità formative dei Dirigenti e quelle dei Direttori. Il meccanismo delle slide ministeriali è molto efficace e richiede una buona comprensione dei passaggi più complessi del Regolamento, ma l’approccio diretto può essere diverso. Esiste un punto dirimente in tutta la questione, punto non facilmente superabile: mentre le responsabilità del Direttore nei confronti del Regolamento sono evidenti, negli altri due documenti che ho citato sono quasi inesistenti, e nelle Linee Guida ANAC pare proprio che la figura del Direttore non esista (se non in forma remota e connessa al dolo, che per fortuna non è pratica scolastica). Il limite della formazione del Progetto IoConto può risiedere nell’essere il punto di vista del Direttore molto diverso da quello del Dirigente, fortemente condizionato da responsabilità complessive anche su materie che non attengono a competenze proprie del profilo (contabilità e sicurezza, ad esempio).
Un gioco a tre: DS, DSGA e revisori
Credo che i corsisti dovrebbero sempre porre una domanda al formatore:
- i dirigenti discenti dovrebbero chiedere al Direttore Formatore: “Quali sono le responsabilità dirette e indirette del Dirigente scolastico in rapporto ai compiti del Direttore?”;
- i direttori discenti dovrebbero chiedere al Dirigente Formatore: “Qual è il confine oltre cui il Dirigente scolastico deve sottostare alle competenze del Direttore?”.
Infatti qui ci troviamo di fronte a quello che i romani chiamavano “in cauda venenum”, perché la “coda” è molto lunga e prevede moltissime possibilità di verifica su atti spesso irreversibili. Il Regolamento infatti ordina comportamenti che nella loro irreversibilità stanno dentro un sistema di cristallizzazione, reso sempre più complesso dalle piattaforme. I vari soggetti potenzialmente destinati ai controlli non agiscono in forma armonizzata, e le richieste dei revisori dei conti non tengono conto delle Linee guida dell’anticorruzione o di quanto il Codice dei contratti definisce non espressamente per la scuola.
Nel Regolamento esistono anche elementi di semplificazione, e risulterà interessante vedere se saranno utilizzati come tali o se renderanno ancora più complicate le procedure. Il Regolamento prevede una serie di incombenze del Dirigente a seguito di dati comunicati dal Direttore: anche qui si entra nei rapporti personali e nell’incertezza su cosa sia meglio, se lavorare per comunicazioni orali o per documenti scritti, agire su direttiva o per obiettivi, entrare nel dettaglio o lasciare che le cose assumano il loro corso attraverso uno sviluppo ordinario.
L’eterno dilemma: anno solare, anno scolastico
L’interazione tra formazione e pratica è poi resa complessa da tempistiche modificate, che prevedono anche discrezionalità e tendenze che trovano quasi sempre i Direttori contrari. La discrezionalità di certi atti ha una forte pregnanza dirigenziale, da tradursi poi in pagamenti che devono essere firmati anche dal Direttore. Inoltre il Programma annuale (documento complesso ma di fortissima inutilità per la scuola, perché legato a flussi economici che non seguono la tempistica dell’anno scolastico) poggia sempre più spesso su basi progettuali non collegate alla tempistica prevista dal Programma stesso, che non viene toccata minimamente dalla nuova scadenza tassativa del 31 dicembre, anche perché quella precedente del 15 dicembre veniva ignorata da tutto il sistema scolastico, che si considerava legato a quella del 14 febbraio, conseguenza dell’inerzia delle scuole e non elemento di sistema.
I moduli del progetto formativo nazionale
La durata del corso di IoConto è di sette ore complessive: tante per un’esposizione cattedratica, poche per un vero confronto operativo. Non è chiaro come si svilupperà il processo formativo e che esisti reali avrà. Merita però di essere esplorato fino in fondo, prima di prendere altre strade formative. Quello che vedo attualmente è un proliferare del “fai da te”, in una logica molto lontana da quella di sistema, con l’utilizzo da parte di molti Dirigenti e Direttori della clausola “più favorevole” per la propria situazione, al netto di raccordi con altri documenti che quella clausola possono mettere in questione. L’avvio formativo sull’utilizzo del Regolamento è dunque fondamentale per una sua corretta e successiva applicazione, che avvenga in forma ordinata, efficace ed efficiente.