La cornice complessiva di attuazione e monitoraggio del Piano 0-6
Il Piano nazionale di sviluppo del sistema di educazione e istruzione per i bambini da 0 a 6 anni si trova al suo secondo anno di attuazione. Non sono però ancora stati attivati gli organismi previsti nel D.lgs. 65/2017: Cabina di regia per il monitoraggio del Piano e Commissione tecnica per la redazione delle Linee guida per la continuità educativa per i bambini da 0 a 6 anni, ancorchè la seconda fosse già stata istituita con apposito DM del 2018 e per la prima siano stati designati da tempo da parte delle Regioni e dell’Anci nazionale i propri rappresentanti.
In compenso è stato attivato presso il Miur un gruppo di lavoro interno che avrebbe l’incarico, fra le altre cose, di provvedere a un’analisi del testo del D.lgs. in vista di una possibile revisione, valorizzando i punti di qualità e correggendo le criticità emerse in fase di prima attuazione.
Le prime indicazioni in materia sono state dichiarate dal coordinatore del gruppo di lavoro (E. Puricelli) incaricato dal Ministro, nell’ambito di un convegno organizzato a Milano nel mese di febbraio dalla Regione Lombardia e dalle Associazioni delle scuole paritarie private e dei genitori. Erano inspiegabilmente assenti, fra i relatori previsti nel programma del convegno, i rappresentanti dell’Anci regionale e/o di alcuni comuni capoluogo.
L’erogazione delle risorse finanziarie
I contributi ministeriali previsti per l’attuazione del Piano nazionale per l’esercizio 2018 sono stati distribuiti alle regioni sulla base di parametri nazionali concordati nell’ambito della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Comuni, mentre è rimasta invariata la procedura vigente per i contributi alle scuole d’infanzia paritarie (a gestione comunale e/o privata). Resta a questo riguardo ancora incompiuta (a dire il vero nemmeno attivata) una funzione di monitoraggio a livello nazionale da parte del Miur di quanto e come gli USR a livello decentrato provvedano a distribuire ai soggetti gestori i finanziamenti.
Il Fondo nazionale 0-6 (229 milioni di euro)
Il procedimento di calcolo del contributo statale previsto per i servizi educativi da 0 a 3 anni nel Piano nazionale per l’esercizio 2018 presenta qualche complessità tecnica, determinata dalla valutazione di opportunità emersa circa l’obiettivo di favorire pro quota lo sviluppo dei servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni nelle aree del Paese che ne sono meno dotate. Ad oggi resta confermata la scelta di un’attribuzione diretta da parte del Miur ai comuni o loro unioni, in funzione di percettori diretti di quota parte dei contributi (laddove siano anche soggetti gestori), ma anche di intermediari programmatici per l’erogazione di servizi a gestione privata paritaria e/o accreditata. Resta da definire meglio per il futuro, a questo proposito, una quota specifica destinata alla formazione degli operatori dei servizi di ogni tipologia di gestione e al sostegno all’attivazione della funzione di coordinamento pedagogico territoriale, comprendendo in quest’ambito anche le scuole d’infanzia statali.
Il Fondo nazionale per le sezioni primavera (10 milioni di euro)
In attesa di ulteriori sviluppi verso un obiettivo di integrazione di questi fondi nel Piano nazionale, come da richiesta avanzata da Anci Nazionale, ma nel quadro di una più ampia e approfondita riflessione sui criteri di erogazione alle regioni e ai soggetti gestori da parte dei comuni, si è ritenuto opportuno prorogare per l’a.s. 2018/19 l’intesa relativa alle sezioni primavera. Gli USR e/o le regioni, a seconda dei casi e del tipo di accordi stabiliti a livello regionale, hanno provveduto a istruire bandi e/o provvedimenti di erogazione. Non risultano ad oggi ancora assunti da parte del Miur i provvedimenti di assegnazione effettiva delle risorse corrispondenti all’a.s. 2018/19.
Il Fondo nazionale per lo sviluppo dei poli scolastici 0-6 (150 milioni di euro)
Il Fondo, istituito con apposito DM nel 2017, è stato ripartito per regioni. Non risultano però agli atti, se non in qualche caso raro, i provvedimenti programmatori specifici delle regioni che hanno assunto determinazioni varie e diverse sul piano istruttorio (N.B. Le indicazioni contenute nel DM parlavano di un minimo e di un massimo di progetti da 1 a 3 per regione). Risulta peraltro che la procedura di verifica preventiva del Miur sia ancora in corso su aspetti specifici di dettaglio di natura amministrativa, in ordine alla definizione dei costi per unità di progetto e per tipologie di costo. In sostanza siamo ancora in alto mare sul piano attuativo.
Il Fondo nazionale e regionale previsto nell’ambito del programma di contrasto della povertà educativa da 0 a 6 anni (66 milioni di euro)
A due anni dall’istituzione del bando nazionale per il contrasto delle povertà educativa per la fascia di età da 0 a 6 anni, da parte dell’impresa sociale “Con i bambini”, individuata come soggetto gestore dall’Associazione delle fondazioni bancarie (ACRI), con una dotazione complessiva di 66 milioni di euro, determinata anche con uno specifico contributo governativo e con una ripartizione su base regionale per una quota parte e su base nazionale per un’altra quota parte, sono disponibili alcuni dati di carattere generale che vanno ad aggiungersi al quadro fin qui delineato.
Il Fondo straordinario per le città metropolitane del Mezzogiorno (21 milioni di euro)
Si aggiunge a tutto ciò, ora (marzo 2019), un provvedimento straordinario assunto dal Consiglio dei Ministri, che riguarda le città metropolitane del Mezzogiorno, che a sua volta si somma ai residui ancora attivi di fondi europei assegnati nel 2012 dal Governo pro-tempore a 4 regioni meridionali (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria).
Insomma, il quadro riepilogativo che pubblichiamo in allegato testimonia che l’insieme delle risorse andrebbe meglio monitorato e coordinato, perchè l’ammontare complessivo risulta tutt’altro che irrisorio, ma la sua produttività concreta e reale rispetto ai risultati, nonchè la coerenza rispetto alle finalità, restano ancora una scommessa da tutta da vincere.