L’invenzione dei numeri ha cambiato la storia
In un bel libro uscito in Italia circa un anno fa[1] l’autore, Caleb Everett, utilizzando vari tipi di fonte (orali, scritte, materiali) tratte da diverse parti del mondo, attraversa la storia e il lungo processo con il quale i numeri hanno potenziato le possibilità innate di valutazione quantitativa, consentito una nuova rappresentazione del mondo, esteso le capacità cognitive umane, dando avvio a una vera e propria mutazione nella cultura, e afferma che di conseguenza i numeri siano da considerare un’invenzione rivoluzionaria, che ha consentito di costruire la civiltà.
Affascinati da questa analisi e da questo intreccio tra numeri e storia, possiamo ripensare serenamente alle polemiche sulla prima prova scritta agli esami di Stato degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.
Le norme e la collocazione incerta della storia
Dal 1999 al 2018 le tipologie della prova di italiano sono sempre le stesse (A – Analisi del testo; B – Saggio/articolo di ambito B1 – artistico-letterario, B2 – socio-economico, B3 – storico-politico, B4 – tecnico-scientifico; C – Tema di argomento storico, D – Tema di ordine generale) e consentono a tutti di valorizzare conoscenze, abilità, competenze acquisite nel proprio specifico indirizzo di studi. Nelle 7 tracce ci sono ben 2 prove di storia (il saggio storico-politico e il tema di argomento storico), anche se molti sembrano non ricordarlo.
Le modifiche intervenute dal 2015 in poi (Legge 107/2015, Decreto legislativo 62/2017, Nota prot. 3050/2018 con allegato il Documento di lavoro per la preparazione delle tracce della prima prova scritta dell’Esame di Stato) prevedono da quest’anno scolastico tre tipologie di prova in 7 tracce (A – Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano in 2 tracce, B – Analisi e produzione di un testo argomentativo in 3 tracce, C – Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità in 2 tracce). Dalla certezza di due prove di argomento storico si passa all’incertezza: una traccia di quest’ambito ci sarà solo forse, sebbene nelle 8 Competenze chiave europee varate il 22 maggio 2018 ci sia la competenza in materia di cittadinanza, in cui la storia – insieme con geografia, diritto, economia – è compresa (la conoscenza delle vicende contemporanee nonché l’interpretazione critica dei principali eventi della storia nazionale, europea e mondiale).
I numeri ci dicono che, al posto di 2 tracce sicure di argomento storico, non si sa se la storia ci sarà oppure no[2].
Le scelte degli studenti negli ultimi 10 anni
Alcuni affermano che quest’assenza/incertezza di una traccia di storia non sia poi così grave, perché l’opzione di affrontare il tema di storia era “marginale”, dimenticando che le prove di storia erano due, e/o dicono che la storia sarà compresa in tutte o quasi le tracce, ma evidentemente con un “ruolo ancillare”, pur essendo compresa tra le competenze chiave.
Ma è proprio vero che pochi hanno scelto di cimentarsi con argomenti storici? Cosa ci dicono a questo proposito i numeri?
Se si vanno a rivedere i dati desunti dai comunicati stampa e dalle pubblicazioni del Miur relativi agli anni 2009-2018, organizzati in modo omogeneo (quelli relativi agli anni precedenti lo sono in parte in modo diverso) e quindi comparabili, si scopre che in percentuale gli studenti e le studentesse che hanno scelto di affrontare le due prove di storia non sono proprio pochi, anche se concentrati per lo più nella stesura di saggi/articoli, come evidenziato nella tabella che segue.
I numeri ci dicono che da un minimo di 4,9 si arriva anche al 30,2 e, se si considera poi il fatto che altre tacce in effetti erano di argomento storico, la percentuale è ancora più alta, a conferma della tesi che i numeri hanno potenziato le possibilità innate di valutazione quantitativa, consentito una nuova rappresentazione del mondo, esteso le capacità cognitive umane[3].
saggio/articolo | tema | ||
storico-politico | storico | TOT | |
2009 | 14,6 | 2,6 | 17,2 |
2010 | 4,3 | 0,6 | 4,9 |
2011 | 4,4 | 1,4 | 5,8 |
2012 | 4,1 | 4,7 | 8,8 |
2013 | 14 | 1,3 | 15,3 |
2014 | 15,5 | 3,8 | 19,3 |
2015 | 6,6 | 2,5 | 9,1 |
2016 | 23,2 | 7,0 | 30,2 |
2017 | 5,2 | 1,9 | 7,1 |
2018 | 13 | 1,1 | 14,1 |
[1] Caleb Everett I numeri e la nascita delle civiltà. Un’invenzione che ha cambiato il corso della storia, FrancoAngeli, Milano, marzo 2018.
[2] Per un’analisi più dettagliata: Flavia Marostica, Esami di Stato: storia sì o storia no?, in Scuola7 n. 109 del 22 ottobre 2018, e Esami di Stato: “storia forse” in Scuola7 n. 128 dell’11 marzo 2019.
[3] Notizie più dettagliate sono reperibili in: Flavia Marostica, Le competenze storiche e l’esame di Stato in “Ris Rivista dell’istruzione” n. 2/2019 (aprile) e in https://www.storiairreer.it nella sezione Norme e Documenti -> Italia -> Prime prove esame di Stato finale -> Prime prove dal 1985 e Analisi prove.