La storia nel curricolo verticale
Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (D.M. 254/2012), per quanto concerne lo studio della storia, hanno optato per un curricolo “continuo” dal primo anno della scuola primaria all’ultima classe della secondaria di I grado. Pur non entrando nel merito di questa scelta, resta il fatto la storia del Novecento rischia di essere confinata esclusivamente nel terzo anno della “scuola media”. Alla scuola primaria, infatti, sono assegnate “le conoscenze storiche che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità, mentre alla secondaria di I grado le conoscenze che riguardano il periodo compreso dalla tarda antichità agli inizi del XXI secolo”. I libri di testo si sono naturalmente adeguati e le vicende del “secolo breve” di fatto vengono affrontate parzialmente solo nella terza classe della secondaria di primo grado.
Un presente senza memoria?
Questa scelta costituisce un evidente limite, che “destoricizza” ulteriormente un presente senza memoria e un attualismo spesso manipolato da false notizie che accentuano un deficit di conoscenza della storia del Novecento. Questa incompetenza è, in larga misura, la ragione di preoccupanti reazioni negazioniste, che inducono paradossalmente molti italiani (oltre il 15%) a ritenere che la Shoah non sia mai esistita.
Il genere umano non si può classificare in ordine al concetto di razza, perché geneticamente essa è inesistente. “Ma l’idea di razza è rassicurante perché schematizza, banalizzando la realtà” (Mauro, 2020). Così il razzismo vive oggi una stagione fatta di pregiudizi altrettanto pericolosi come quelli del passato. E la scuola non può restare indifferente, passiva e neutrale!
La conoscenza del Novecento…
L’incombenza del presente rischia di alimentare il pericolo che il recente passato sia confinato in un angolo sconosciuto, distante e lontano dagli interessi dei giovani.
Di fronte a questi scenari che accentuano un deficit strutturale della conoscenza storica occorre porre seri rimedi. Da dove partire? Perché privilegiare lo studio del Novecento rispetto a eventi di altri periodi storici?
I motivi sono molteplici. Quello principale può essere riassunto nel fatto che un’offuscata conoscenza del Novecento continua a dettare modi di pensare, suggestioni, appartenenze ideologiche, … che si ripercuote pesantemente sui convincimenti dei ragazzi di oggi.
Si pensi al deficit di conoscenza delle catastrofi riguardanti la prima guerra mondiale (1914-1918), la nascita delle dittature nell’Europa occidentale (fascismo, nazismo, franchismo …), il comunismo nell’Europa orientale, la promulgazione delle leggi razziali, la persecuzione degli ebrei, il loro sterminio insieme ad altre minoranze (disabili, zingari, …).
…e della storia di questi anni
Ma la storia del Novecento non si ferma al 1945. È continuata nei decenni successivi fino (almeno) alla caduta del muro di Berlino (1989) e, per restare alle vicende che si sono consumate a due passi dal nostro Paese, al disfacimento della ex-Iugoslavia.
Che dire poi dei tanti “olocausti” che si sono consumati nella seconda metà del Novecento in ogni angolo della terra? Basti pensare agli eccidi consumati in Bosnia, in tanti Stati africani, nell’estremo Oriente … che stanno accompagnando tuttora il percorrere storico del primo ventennio del Duemila.
Tutti questi eventi richiedono un ripensamento radicale dell’attuale impostazione dello studio del secolo scorso sia per quanto concerne il curricolo del primo ciclo d’istruzione che quello relativo all’istruzione superiore.
Una proposta per il primi ciclo
Per quanto riguarda il primo ciclo d’istruzione, credo che vada ripreso con sistematicità lo studio dei principali avvenimenti, che durante tutto il Novecento hanno cambiato la storia del mondo.
Senza modificare la struttura del testo delle Indicazioni-2012, mi sembra opportuno introdurre un curricolo verticale della durata di un quinquennio, che partendo dal quarto anno della scuola primaria si concluda nel terzo anno della secondaria di I grado. Alla struttura di questo curricolo potrebbe essere assegnato un monte ore annuo di 15 ore (per complessive 75 ore di insegnamento nel quinquennio).
Nella scuola primaria, lo studio potrà comprendere il periodo della Grande guerra e gli anni successivi fino alla nascita del fascismo.
Nel triennio della secondaria di I grado dovrà essere dato ampio spazio alle caratteristiche della dittatura fascista, alle conseguenze delle leggi razziali, alla Shoah, alla lotta resistenziale fino al referendum del 1946.
La storia del 900 nel secondo ciclo
Nella scuola secondaria di II grado, per un ulteriore impegno annuo di 75 ore nel quinquennio, si riprenderanno i temi affrontati nel periodo precedente, approfondendo anche fatti ed eventi degli ultimi decenni: gli anni Sessanta e Settanta con particolare attenzione allo stragismo di destra e di sinistra, all’emancipazione femminile, …fino alla caduta del muro di Berlino e alle guerre fratricide della ex-Iugoslavia.
Complessivamente dal quarto anno della scuola primaria all’ultimo anno dell’istruzione superiore potrà essere progettato un curricolo decennale di circa 150 ore imperniato interamente sullo studio del XX secolo.
La formazione dei docenti
La storia del Novecento è spesso scarsamente conosciuta anche dagli insegnanti. È pertanto indispensabile supportare con un sistematico progetto nazionale di formazione l’azione didattica richiesta ai docenti.
Va, comunque, sottolineato che nella nostra scuola ci sono professionisti eccellenti la cui competenza potrà essere adeguatamente valorizzata anche in attività di scuole in rete.
Inoltre, istituti storici, fondazioni, enti, associazioni, università, … costituiscono un prezioso e sicuro riferimento non solo per quanto concerne la formazione vera e propria, ma anche per la progettazione di percorsi di studio che valorizzino i tanti luoghi della memoria presenti in ogni realtà del Paese.
Occorre, infatti, promuovere la scoperta di luoghi, musei, eventi, … spesso occultati in una sorta di porto delle nebbie, che potranno rappresentare utilissime fonti nel promuovere una rinnovata coscienza storica e civile nei bambini, negli adolescenti e nei giovani.
In particolare, gli istituti storici potranno offrire fonti scritte, materiale fotografico, prodotti multimediali, in grado di assicurare percorsi di studio più coinvolgenti e appassionanti rispetto alle metodologie tradizionali. Formazione dei docenti e innovazione didattica devono andare di pari passo.
Mauro E., Il nuovo razzismo abita qui, la Repubblica, 8 febbraio 2020