Come cambia l’anno di prova al tempo del Coronavirus

Un tuffo dove l’acqua è più blu[1]…

Da cinque settimane studenti, docenti e dirigenti stanno sperimentando un nuovo modo di fare scuola. Sono stati “catapultati” in questa nuova forma di insegnamento dall’emergenza che tutto il Paese ben conosce. Senza preavviso, senza preparazione, senza rete. Ci sono scuole che vantano importanti tradizioni in termini di tecnologie e di metodologie didattiche innovative. Altre meno. Questo non ha impedito a tutti, chi più chi meno, di tuffarsi nell’impresa e di mettersi in gioco, partendo dalle proprie conoscenze e competenze (quest’ultimo concetto, che a volte può apparire astratto, sta acquistando in questi giorni una veste più concreta, tanto da farci esperire dal vivo uno dei suoi significati più profondi).

… e per alcuni ancora di più

Fra i soggetti coinvolti in questa situazione emergenziale, dai contorni liquidi e stranianti, ci sono 35.000 professionisti che nella riorganizzazione complessiva della didattica, degli ambienti di apprendimento e delle procedure amministrative, gestionali e contabili, stanno svolgendo il loro anno di prova e attendono la conferma in ruolo. Stiamo parlando di circa 33.000 docenti e di circa 2.000 Dirigenti Scolastici. Con ruoli, funzioni e responsabilità diverse, certo. Ma sempre al servizio della scuola e del diritto all’apprendimento degli studenti. Il loro periodo di formazione e prova non poteva non essere stravolto dall’emergenza sanitaria. Sotto tutti i punti di vista. Tralasciamo quelli personali, emotivi, relazionali e professionali in senso stretto, che meriterebbero una trattazione a parte. Focalizziamo la nostra attenzione su un solo aspetto, quello legato alla inevitabile rimodulazione della formazione, così come era stata inizialmente ideata. È stata la circolare MI n. 7304 del 27.03.20 a fornire le indicazioni operative per lo svolgimento delle attività di formazione dei docenti neoimmessi in ruolo e dei Dirigenti scolastici neoassunti, nonché per la formazione in servizio dei docenti in tempo di COVID-19. Analizziamone i punti salienti, gli effetti e le ricadute.

Docenti neoassunti: non è un gioco e neanche un fuoco

Il periodo di formazione e prova dei docenti neoassunti è stato rivoluzionato nel 2015/16, a seguito della legge 107/2015 e del DM 850 del 27.10.2015. Giunto al quinto anno, è stato ormai ben acquisito e sedimentato, tanto da permettersi anche alcune variazioni sul tema, come ad esempio l’introduzione del visiting. Peer to peer, laboratori formativi, bilancio delle competenze, portfolio digitale sono ormai entrati a far parte del lessico professionale dei docenti e delle scuole.

Ora però, con la sospensione delle lezioni e delle attività a distanza, l’impianto complessivo subisce significative modifiche, più formali che sostanziali:

Laboratori formativi (12 ore, solitamente articolati in 4 incontri di 3 ore)

La nota suggerisce di proporre la frequenza di due soli laboratori in modalità a distanza, “in modo da dedicare un tempo adeguato sia alle attività in sincrono […] sia ai momenti di preparazione, studio personale e rielaborazione, con un feedback finale assicurato dal formatore”. Questo suggerimento, pur se ragionevole e opportuno, sta creando qualche difficoltà ad alcune scuole polo per la formazione, le quali si erano nel frattempo già attivate per rimodulare l’impianto complessivo degli incontri laboratoriali. Altre hanno atteso le indicazioni ministeriali e, di seguito, regionali.

Le stesse scuole polo avranno altresì cura di rendere disponibili ambienti di lavoro sincroni e asincroni e supporto specialistico di tutoraggio online.

Peer to peer (12 ore con il tutor)

Questa parte era solitamente la più apprezzata dai docenti, sia neoimmessi sia tutor. L’affiancamento di un collega esperto, non necessariamente più grande di età, può infatti rafforzare motivazioni e competenze professionali, non è finalizzato al controllo o alla valutazione e richiede la condivisione dei processi da esplorare e degli strumenti da utilizzare. Ma durante la didattica a distanza assumerà inevitabilmente nuove forme.

La nota consiglia “di effettuare la progettazione-osservazione relativamente alle occasioni di didattica a distanza che ciascun docente sta mettendo in atto nelle reciproche classi”. Una formula gradita? Probabilmente sì. Ci permettiamo pertanto un piccolo suggerimento relativo alle osservazioni che il Dirigente Scolastico avrebbe dovuto svolgere nelle classi dei neoimmessi e di cui la nota non fa menzione: una presenza discreta e annunciata in una classe virtuale, in un forum, in una videoconferenza potrebbe surrogare in maniera creativa la visita in classe prevista dal DM 850/2015, qualora non ancora effettuata.

Visiting in scuole innovative

È evidente che la visita studio in una di queste scuole è difficilmente convertibile nel suo equivalente a distanza. La nota suggerisce di cogliere lo spirito sperimentale fornito dall’incontro con le buone pratiche e con modelli innovativi, organizzando modelli online sincroni e asincroni.

Valutazione dell’anno di formazione dei docenti neoassunti

In attesa di ulteriori indicazioni, vengono al momento confermate le fasi conclusive della valutazione previste dal DM 850/2015. Si raccomanda ai docenti di curare “con particolare attenzione la documentazione […] richiesta dalla piattaforma INDIRE, con gli opportuni adattamenti dovuti alla particolare situazione”.

Dirigenti neoassunti: E non mi son scordato di te[2]…

Che dire dei circa duemila Dirigenti scolastici che sono stati assunti a seguito del recente concorso (DDG 1259/2017)? Hanno sostenuto diverse prove in giro per l’Italia e in tanti casi sono stati assegnati in regioni diverse da quelle di residenza, soprattutto al nord, dove la situazione epidemiologica è più seria e dove ci sono regioni con più di 200/300 Dirigenti neoassunti.

Ora, senza entrare nel merito delle fatiche professionali “integrative” di quello che evidentemente non è un semplice anno di prova e che rimarrà impresso a lungo nella memoria di tutti, la nota 7304 fornisce indicazioni per la ristrutturazione della durata e delle attività formative svolte a distanza.

Sulla base del DM 956/2019, gli Uffici Scolastici Regionali avevano disegnato piani ben formulati e organizzati di formazione, che comprendevano sia le 50 ore di attività formative connesse con il profilo del Dirigente Scolastico e correlate a tre aree professionali (ordinamentale, giuridico-amministrativa e professionale-formativa), sia le 25 ore di accompagnamento, tutoraggio, consulenza professionale che si avvalgono della collaborazione di dirigenti scolastici con funzioni di tutor.

Il disegno complessivo è stato pertanto rimodulato a livello organizzativo e in qualche caso più di una volta, avendo alcuni UU.SS.RR. già effettuato alcune riformulazioni operative prima del 27 marzo e trovandosi perciò a ricalibrare nuovamente le attività programmate. In Veneto, ad esempio, si è partiti con moduli formativi di quattro ore attivati su una piattaforma moodle e, a seguito della nota MI, le attività proseguiranno in forma mista con attività di formazione e di autoformazione (3 ore di approfondimento e autoformazione autocertificata a fronte di 1 ora di video lezione). Ampia libertà, pur nel solco delle disposizioni normative, è stata lasciata alla modalità di svolgimento delle attività di tutoraggio coordinate dai ds mentor.

Anche l’Emilia-Romagna ha previsto una quota di autoformazione da parte dei neo-ds a fronte di ore da svolgersi in videoconferenza.

Fuor di retorica, la gestione di un’emergenza senza precedenti nel primo anno di ruolo è una prova nella prova, di cui non si potrà non tenere conto in fase di valutazione.

And last but non least… la formazione in servizio dei docenti

La formazione in servizio, che ha da qualche anno trovato nuovo impulso, anche grazie a consistenti risorse, sia distribuite a livello territoriale tramite le 319 scuola polo per la formazione, sia sotto forma di carta del docente, aveva visto una sostanziale modifica organizzativo-contabile, con l’assegnazione dei fondi per il 60% alle singole istituzioni scolastiche e soltanto per il 40% alle scuole polo.

Si presume che la maggior parte delle scuole non abbia completato il piano di formazione previsto per il 2019-20, conservando presumibilmente il budget per il 2020/21. La nota 7304 affida alle scuole polo per la formazione il compito di programmare percorsi formativi finalizzati al potenziamento delle competenze dei docenti sulla didattica a distanza. Bene. Ci permettiamo tuttavia di sottolineare quanto l’attivazione della didattica a distanza da parte di tutti i docenti sia stato di per sé un lungo e poderoso corso di formazione nella logica del life long learning, che entrerà nella valigia professionale dei docenti, i quali sapranno certamente farne tesoro per il futuro.

E poiché si avvicinano le vacanze pasquali, non posso non porgere a tutti i miei migliori auguri di pace e serenità, con un caldo invito a fermarsi per qualche giorno, senza videolezioni, compiti, classi virtuali o verifiche. La pausa sarà benefica e rigenerante per tutti, docenti e alunni. Buona Pasqua.

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[1] Chiedo scusa a Mogol e Battisti per avere giocato con i versi di “Eppur mi sono scordato di te” nei sottotitoli dei paragrafi.

[2] Nei Momenti di maggiore fatica professionale viene alla mente un altro verso della canzone della canzone di Mogol e Battisti: “Ma che disperazione nasce da una rimodulazione…”; il mio è un semplice divertissement lessicale, naturalmente. È evidente che le disperazioni sono altre e che sono prese in carico da eroici medici e infermieri. I neo-ds, nel loro ruolo istituzionale, stringono i denti e gestiscono le loro scuole con disciplina e onore (art. 54 Cost.), seguendo scrupolosamente le disposizioni contenute DPCM.