Parlare al passato di Antonio è impossibile, stride con la sua allegria, con la vivacità del suo pensiero, con la sua vitalità contagiosa. Credo che Antonio sia impresso nello sguardo e nel cuore di ognuno di noi con il sorriso affettuoso e sincero con cui accoglieva tutti, ma che regalava a ciascuno in maniera personale e sincera. Aveva la capacità di leggere gli altri, capirne le sfaccettature che lui curava con delicatezza ed altruismo. Una dote rara, forse ereditata da Umberto, che lui aveva arricchito con spontaneità e sensibilità .
In queste ore, in cui si rincorrono le testimonianze di chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene, è ricorrente ripensare alla sua capacità , appunto, di essere accogliente e di curare la convivialità come testimonianza del suo affetto, alla sua attenzione per gli altri, al suo amore per la famiglia, alla sua passione per il mare. Il fatto che i ricordi e i sentimenti si sovrappongono gli uni agli altri conferma la più grande qualità di Antonio: era sincero, onesto, corretto.
Io l’ho conosciuto diversi anni fa, in un pomeriggio assolato, in un convegno in cui era venuto per accompagnare Giancarlo. Li conobbi entrambi in quell’occasione e ancora non sapevo che la vita mi stava regalando due degli incontri più fortunati che mi potessero capitare, entrambi interrotti troppo presto.
Ad Antonio devo tanto. La memoria torna prepotente a ripercorrere gli anni di una profonda collaborazione per Tecnodid e di una sincera amicizia e mi sembra che più che conoscerci, ci siamo riconosciuti. Ho sempre apprezzato il suo intuito, la sua caparbietà , il suo rispetto sia per le persone sia per le loro idee. Antonio era una brava persona, era profondamente buono. Noi a Napoli, spesso, associamo la bontà con una scarsa furbizia, quasi che l’essere buoni minacci l’essere intelligenti. Antonio, invece, era un uomo profondamente intelligente, sapeva leggere le circostanze e sapeva come comportarsi e nell’intelligenza aveva scelto la via dell’onestà e della bontà . Forse è anche per questo che Tecnodid rappresenta per tutti una famiglia, un insieme di relazioni, in cui ognuno ha avuto occasione di crescere e di farsi apprezzare ed in cui ognuno si è sempre sentito tutelato, valorizzato e rispettato.
La sua presenza è ancora forte, densa di suoni, risate, consigli, progetti, forse per questo il pensiero del silenzio che a mano a mano si farà sentire lascia sgomenti. Ma il suo ricordo, i suoi consigli, la sua visione in prospettiva restano.
Forse il mondo della scuola, a cui Tecnodid ha da sempre dedicato importanti prodotti editoriali, formativi e convegnistici, non percepisce quanto ha perso con la morte di Antonio, perché è più facile riconoscere il talento di un cantante solista rispetto a quello di chi, sapientemente, organizza un intero concerto restando dietro le quinte. Antonio ha avuto il merito di investire nelle idee della casa editrice e di farle crescere, ha avuto il coraggio di credere nelle professionalità che ha incontrato e riconosciuto, rischiando con spirito imprenditoriale le sorti dell’impresa. E ha vinto, più e più volte.
Ma noi, oggi, abbiamo perso il nostro regista e, noi tutti, abbiamo perso un caro amico.