Un uomo fuori dal comune

Ero da pochissimi anni il segretario della Cisl Scuola Puglia e la formazione del personale era tornata ad essere un’emergenza, oltre che un’esigenza per vincere le sfide del futuro.

La Cisl Scuola ha sempre accompagnato i processi di innovazione e anche a livello regionale decidemmo di impegnarci, piĂą di quanto facevamo, nella realizzazione di percorsi formativi in grado di rispondere ai bisogni professionali della categoria.

Così, dopo un’accurata indagine di mercato, decisi di partecipare alla scuola autunnale di Scanno, organizzata dalla casa editrice Tecnodid, già partner della Cisl Scuola a livello nazionale.

Fino ad allora avevo intravisto Antonio soltanto in qualche occasione, ma è stato lì che – per la prima volta – le nostre vite si sono incrociate.

Caratterialmente sono molto selettivo nelle amicizie e d’altro canto Antonio, per il delicato ruolo che ricopriva, ha usato tutta la sua esperienza nella valutazione della mia persona.

In questo caso, entrambi abbiamo disatteso il nostro solito modo di essere e ci siamo ritrovati da subito in sintonia: da quel momento non ci siamo piĂą persi.

La nostra solida relazione professionale si è poi rivelata un’amicizia che, nel tempo, si è evoluta sino a toccare i caratteri dell’affetto fraterno.

E gli affetti veri non vanno mai via. Si allontanano e ritornano nei ricordi; in una foto che ricompare sul cellulare quando meno te lo aspetti; nei gesti quotidiani. Poi anche nei sogni.

Antonio ritorna in questo momento in cui invece di parlargli gli scrivo; ed io lo vedo dall’altro lato del monitor: è seduto con un calice di vino in mano – rigorosamente Taurasi – mentre fuma la solita sigaretta elettronica ed io, come sempre, gli dico: “ma quando ti decidi a buttarla via!”.

Lo immagino così perché noi sognavamo in grande, e mentre realizzavamo un’iniziativa eravamo già proiettati alle tante future. Anche nei momenti più complessi, Antonio ha dimostrato di avere il coraggio di privilegiare le relazioni umane anche a discapito del profitto.

Potrei raccontare tanto altro, molti episodi e diversi aneddoti, ma non c’è spazio che basti per raccontare un gigante. Antonio, andando via, ha portato con sé una parte di me, ma mi ha lasciato una parte di lui.

Incontrare una persona come Antonio è stato un dono raro e prezioso. Collega, imprenditore, amico, editore di testi di normativa scolastica ma, soprattutto, uomo di visione e di grande cuore. Salutandoci, ha lasciato un segno profondo nella vita di chiunque abbia avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.

Nel suo ruolo di editore era educato, serio e professionale. Lo definirei “meticoloso”, per la sua innata natura di talent scout in grado di cogliere e potenziare le qualità dei suoi interlocutori.

Antonio era un uomo lungimirante, sempre attento ai processi evolutivi in ambito scolastico, ma non era solo un esperto di regole: era un uomo che sapeva cogliere il senso profondo dell’educazione e il valore sociale dell’informazione.

Mentre altri si limitavano a seguire i trend, lui non aveva paura di nuotare controcorrente, anticipando la storia e intuendo con sorprendente precisione le esigenze dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e di tutto il personale scolastico.

I testi pubblicati dalla sua casa editrice non erano mai semplici raccolte normative, ma strumenti pensati per aiutare davvero chi lavora ogni giorno nella scuola.

Antonio era generoso: donava il suo tempo, la sua energia e le sue competenze senza mai scaricare il peso delle sue incombenze sugli altri. Era pronto ad ascoltare, a offrire un consiglio, a trovare una soluzione. Con i collaboratori – non sempre dal carattere semplice – era accogliente e, da abile mediatore, riusciva a trasformare un ambiente di lavoro da conflittuale a collaborativo, valorizzando e stimolando tutti.

Era lungimirante tanto nelle scelte editoriali quanto nella capacità di costruire relazioni, e questo gli ha consentito una progettazione a lungo termine in grado di osservare l’Altro da sé.

Il suo lato umano era, però, il mio preferito. Antonio credeva nei legami veri e sapeva prendersi cura delle persone. Non dimenticava mai un compleanno, un momento importante, una parola gentile. Nel suo modo di essere c’era una gentilezza profonda che gli valeva l’amore di tutti.

Tanti sono, infine, i ricordi che ci legano alla Summer School di Ischia. Quanto vorrei, adesso, lavorare insieme a lui per progettare la prossima edizione e tutte quelle successive. Posso solo essere grato di averlo conosciuto e lui, nonostante la malattia e la sofferenza, nell’ultimo periodo mi ha donato il piacere di condividere la tavola per un’ultima volta. Poche ore prima di andarsene, con la sua sobria eleganza, mi ha risposto al telefono e ci siamo scambiati gli auguri pasquali.

Le migliori professionalità della scuola italiana (docenti, dirigenti scolastici, Dsga, personale Ata e ispettori) conoscono il valore di Antonio e di ciò che ha realizzato. I lavori ed i progetti messi a terra con i suoi collaboratori resteranno un punto fermo per tutti: ogni volta che qualcuno aprirà uno dei suoi libri, leggerà una sua nota; ricorderà una sua parola. Perché certe persone, semplicemente, non passano. Restano.

Ciao Antonio.