Un punto di riferimento

Dal punto di vista professionale, posso dire che la mia conoscenza “indiretta” con Antonio Crusco risale ad oltre un quarto di secolo e grande è la mia riconoscenza nei suoi confronti, per il ricco patrimonio che con la sua Tecnodid ha regalato a me e a tutto il mondo della scuola.

Antonio Crusco ha contribuito, con passione, impegno e dedizione, a creare per quanti a vario titolo si occupano di istruzione e formazione un punto di riferimento fondamentale e di grande spessore e a renderlo negli anni sempre piĂą solido e indiscusso. Mi ha accompagnato indirettamente in tutto il mio percorso professionale, contribuendo in modo significativo, con la sua attivitĂ  editoriale, ad accrescere nel tempo la mia preparazione, ad affrontare e superare al meglio le varie prove concorsuali, ad accompagnarmi quotidianamente nel mio lavoro da docente prima, da dirigente scolastico in seguito.

Dal punto di vista personale, solo di recente, grazie all’opportunità di poter avviare una collaborazione più diretta con la casa editrice Tecnodid con la realizzazione di iniziative formative ed editoriali, ho avuto il privilegio di conoscere Antonio di persona. Perché di vero e raro privilegio si tratta, quando si ha l’opportunità di conoscere una persona come poche, generosa, altruista, garbata, sempre sorridente, attenta ai dettagli, dalle rare capacità organizzative, di larghe vedute, in grado di farti sentire in famiglia e di casa fin dal primo momento, di arricchirti e offrirti sempre nuovi stimoli con il suo modo di fare unico. Un privilegio regalatomi troppo di recente e di cui avrei voluto godere di più, ma che mi ha segnato tanto profondamente da farmi avvertire in tutta la sua forza un senso di smarrimento e un duro colpo alla notizia della sua prematura scomparsa. Posso solo immaginare quanto amplificato sia stato l’impatto di questo duro colpo per i suoi cari e i suoi diretti collaboratori, cui va il mio pensiero e il mio profondo cordoglio.

Lascia un enorme vuoto in tutti noi, una grande eredità, di cui gli saremo eternamente grati, ed una enorme responsabilità. Quella di riempire quel vuoto e onorare quell’eredità continuando a portare avanti con la sua dedizione e il suo sorriso, ognuno per la propria parte, il suo lavoro a favore della Scuola italiana, che gli deve davvero tanto.